13~ La speranza rende stolti

«[...]non importava se quella ragazza era furba o se voleva essere buona, perché era pazzamente e freneticamente ansiosa di credergli. La speranza rende stolti.»
~ Shadowhunters, GotSM, "Forever Fallen"


Kit era vissuto al Mercato delle Ombre di Los Angeles.
Quella era stata la sua unica casa per quasi diciassette anni.

Il Mercato di New York non era tanto diverso: sebbene la notte gli desse un'aria più misteriosa, se non tetra, era gremito di persone: Nascosti, certo, ma anche mondani con la Vista, creature di ogni tipo e ognuna con una propria peculiarità.
Le bancarelle che spesso mettevano in vendita prodotti falsi o blande illusioni brillavano colorate sotto la luna, i venditori che attiravano i clienti con sorrisi accattivanti e promesse che non sarebbero state mantenute.

L'aria che si respirava ad ogni Mercato sembrava sempre speziata, mistica - a causa delle polveri delle fate e degli stregoni, che promettevano ora la bellezza, ora la rimozione di verruche fastidiose, ora la possibilità di cambiare colore.

A Kit sarebbe piaciuto intrattenersi, girovagare nel Mercato per sentire di nuovo di appartenere ad un luogo  per qualche secondo, ed illudersi che sarebbe durato tutta la vita.
Ma la vista del corpo sanguinante di Alec si fece spazio tra i suoi desideri, scalando la vetta delle sue priorità, per arrivare in cima.

Kit non era cresciuto con gli Shadowhunters, ma con chi li odiava e diceva di loro il peggio, affinché stesse lontano.
Era cresciuto tra i Nascosti che ancora portavano le ferite della Pace Fredda stipulata con le fate.
Eppure anche tra di loro Alec Lightwood era, se non stimato, quantomeno rispettato.

Sapeva che quanto stava per dire avrebbe destabilizzato i Nascosti, che avevano trovato in Alec una speranza per l'autonomia e la libertà.
Avrebbero combattuto per Alec.

La luna brillava pallida nel cielo, e Kit cercò di individuare qualcuno di sua conoscenza che lo avrebbe aiutato a diffondere il messaggio, ma non c'era nessuno che sembrava propenso ad interrompere i propri loschi affari per aiutare un Cacciatore spaesato.

Al giovane Herondale non restò altro da fare che addentrarsi tra la folla. Nessuno sembrava notarlo.
Proprio mentre Kit stava seriamente ragionando su quanto potesse essere utile montare su una cassa rovesciata e attirare l'attenzione per riferire il messaggio, una vampira dai capelli neri infilata in un miniabito viola gli si parò davanti, con un'espressione maliziosa.

I vampiri, secondo Kit, avevano sempre un'espressione maliziosa. Come se avessero visto e provato quanto si potesse godere prima di morire, e adesso volessero insegnarlo anche a chi ancora viveva. Sempre che non fosse morto nel mentre.

-Ti conosco, ragazzo? Hai un'aria familiare...- commentò la vampira, osservando attentamente i suoi capelli biondi, mentre si batteva un dito sulle labbra, che spiccavano rosse in contrasto con la pelle pallida.

Suo padre gli aveva sempre detto di stare lontano dai vampiri, ma Kit era solito non seguire le regole, e quindi aveva spesso parlato - e fatto affari- con i vampiri di L.A.
Non lo intimoriva di certo quella ragazza, soprattutto perché sembrava incline ad un dialogo molto più di altri.

-No, non ci conosciamo, ma vengo dall'Istituto di New York per comunicare un messaggio importante.- rispose Kit, notando come la ragazza avesse attirato l'attenzione di quello che doveva essere il suo clan.

-Allora dicci, giovane Shadowhunter: siamo alleati del Conclave, d'altronde.- affermò la vampira, facendo schioccare i denti.

Kit si guardò attorno.
La folla si stava radunando attorno a lui e alla vampira: evidentemente doveva essere un membro importante tra i Nascosti, dato che attirava così tante persone.

-A breve ci sarà una guerra. Da un'altra dimensione, chiamata Thule, c'è una minaccia che incombe sul nostro mondo, e dobbiamo combatterla.- annunciò Kit, raccattando il linguaggio più formale che aveva imparato vivendo con Jem e Tessa.

-Cosa stai blaterando, ragazzo?- chiese una lupa mannara, inclinando la testa lateralmente, confusa.

-Sono menzogne! Le altre dimensioni sono solo storie!- urlò qualcuno dalla lontananza.

Solo in quel momento Kit si rese conto di quanto arduo fosse il compito che Clary gli aveva assegnato: lui non era un'autorità all'interno del Conclave, nessuno lo conosceva, ed era normale che molti non credessero alle parole di un ragazzo.

Eppure dovevano farlo, dovevano credergli.
Perché Kit non avrebbe permesso che il mondo fosse distrutto senza che nessuno combattesse, restando inerme a guardare popolazioni rase al suolo, famiglie sterminate senza pietà.

Per un attimo a Kit vennero in mente un paio d'occhi grigi che aveva cercato di dimenticare, perché il loro ricordo gli faceva male.
Eppure nei momenti di debolezza, quegli occhi gli apparivano così chiari e limpidi, come se quello sguardo gli potesse dare la forza per continuare.

-Tutte le storie sono vere!- tuonò Kit, alzando la voce.
-Hanno mandato me a riferivi questo messaggio perché il nostro Console è stato ferito gravemente. Probabilmente sta morendo proprio in questo momento. È stata la lama di qualcuno proveniente da un'altra dimensione a trafiggerlo, e possa l'Angelo fulminarmi se ciò che dico non è vero!-

La vampira diventò ancora più pallida, per quanto un vampiro potesse impallidire.
Gli artigliò il braccio, la sua presa era d'acciaio. Era seria, tremendamente seria.

-Alec.- fu l'unica parola che disse, e dal tono che usò Kit capì che doveva conoscerlo bene.
-Non so se sopravvivrà.- confidò il ragazzo.
La vampira mollò la presa e si voltò verso il suo clan, e verso tutti i Nascosti.

-Alec Lightwood è sempre stato amico dei Nascosti. Ferire lui, equivale a ferire la nostra alleanza e tutti i traguardi che abbiamo raggiunto. E io giuro che non ci sarà pace per chi gli farà guerra!- urlò, e il silenzio piombò sul Mercato.

-Portami dai lui, ragazzo. Portami da Alec.- lo scongiurò la ragazza, abbassando la voce.

Kit annuì, e si fece largo tra la folla, la mano della vampira ancorata al suo polso.
Quando uscì dal Mercato, si accorse con stupore che la ragazza non era l'unica a seguirlo: un intero corteo di Nascosti si era unito, e adesso camminavano con solennità per le strade buie si New York, verso l'Istituto.

Kit non aveva mai pensato che potesse accadere una cosa simile: Alec doveva essere molto amato.

Per gli Shadowhunters, Jace era il ragazzo d'oro, l'eroe per eccellenza.

Ma per i Nascosti, per chi aveva perso la speranza, per chi aveva avuto paura e si era sentito abbandonato, Alec era l'unico vero eroe da seguire.

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