Hurt

Porto addosso le ferite delle battaglie che ho evitato.

F Pessoa

Ho sempre provato ad evitare alcune battiglie, poiché sentivo di doverle perdere, non per il mio bene o benessere piuttosto per quanto riguarda il benessere altrui.

Inevitabilmente, durante il nostro percorso di crescita, maturazione ed evoluzione, ci troviamo ad affrontare alcune ferite molto dolorose per noi che possono essere un rifiuto, l'abbandono, l'umiliazione tradimento ingiustizia e tanto altro.

Si tratta di esperienze dolorose che molti di noi devono affrontare nella loro vita, a volte ripetutamente, finché non diventiamo capaci di accettare i limiti, sopratutto il nostro di limite , le nostre attitudini, il nostro particolare e unico modo di essere di sentire e di reagire.

Quando cresciamo, poiché è naturale per ogni essere vivente evitare la sofferenza, cerchiamo di non vedere le ferite, di negarne l'esistenza poiché essa è fonte di un dolore che non vogliamo sentire, non ancora almeno, eppure sono sempre lì, nei momenti di crollo emotivo che parliamoci chiaro sono quasi quotidiani.

La sua voce mi risveglia dai miei pensieri a cui mi sono concessa senza rendermene conto.
"Come stai?! Da tanto che non ci sentiamo."
Faccio un respiro profondo cercando di cancellare tutti i pensieri negativi.
"Di certo non è stata una mia scelta"

Sembrerò acida in questa momento eppure lo sono, si perché una volta andato non ha più voluto girarsi a guardarmi negli occhi per vedere quanto io abbia bisogno di lui al mio fianco. Ha fatto la sua scelta, dopo tanto tempo ho imparato ad accettarla anzi ho dovuto accettarla eppure nel profondo del mio cuore non l'ho mai fatto.

Ricordo bene l'immagine e il ricordo di lui dirigersi verso la macchina di un suo amico che l'avrebbe portato non si sa dove.
Perché lui era così, lui voleva provare tutto nella vita.

Da piccola mi diceva sempre "io non voglio morire adesso, perché sono consapevole di non aver provato tutto ciò che la vita può offrirmi, quindi...
A questo parole abbassava la testa e iniziavo a guardarmi intorno, cogliendo i dettagli della nostra cameretta che abbiamo condiviso fino ai miei 15 anni.
Con due dita sotto il mento, mi alzava la testa e mi trovavo a guardare due occhi come i miei, però con qualcosa in più. Quella scintilla che aveva solo lui, la voglia di provare tutto, tutto ciò che la vita poteva donargli per poter morire felice.

Poi continuava il suo discorso "in futuro farò delle scelte che potranno sembrarti sbagliate, ma tu per favore non giudicarmi, voglio che tu capisca bene il perché io faccia queste cose e del perché ne farò altro."
Con un abbraccio chiudeva il discorso e andava a dormire lasciandomi rimuginare sulle sue parole.

" Sei diventata più acida del solito o è solo una mia impressione?! "
Mi scappa una risatina, oh caro sapessi come sono diventata.
" Nono, hai pienamente ragione."
Per un secondo dall'altra parte non si sente nulla, ma solo il rumore del vento.
"Non hai risposto alla mia domanda, come stai?!"
Questa volta però non riesco a controllarmi e scoppio a ridere.
"Tu non hai mai risposto a nessuna delle mie, come la mettiamo"

"Tesoro dobbiamo andare, sei pronto?!"
Sento una voce femminile, poi lui che cerca di disturbare il segnale.

"ehm Alessia, io devo andare, ti chiamo più tardi"
Bip bip bip...

Metto il telefono via, guardandomi in giro come facevo da piccola quando so che devo concentrarmi.
Mi dò mentalmente della stupida e mi alzo per ordinare la cena o piuttosto cucinarla da sola.

Non ho voglia di fare niente quindi ordino una pizza, sperando possa aiutare il mio stato emotivo a terra in questo momento.
Dopo circa 30 minuti suonano al citofono, apro il portone nel frattempo vado a prendere i soldi dal portafogli.
Bussano alla porta, sto ancora cercando il denaro quando apro la porta senza però fare caso al fattorino, ma esso si precipita in casa superandomi e mettendo alcune buste sul tavolo.

"Ehm grazie" Dico alzando la testa, ma davanti mi trovo Dylan che mi guarda con una faccia strana.
"Dovresti fare più attenzione a chi apri la porta, sei una donna e per giunta vivi da sola"
Le sue parole mi infastidiscono e non poco.

"Cosa intendi con" sei una donna e per giunta vivi da sola"" dico ripetendo le sue parole.

" Hai sentito bene, non farmi ripetere le cose due volte, non mi piace"
Appoggia 4 pizze e un paio di bottiglie di birra sul tavolo e va a prendere le posate e i tovaglioli.

Il citofono suona di nuovo, sta volta decido di controllare chi è.
"Sono Tiffany"
Rimango un po' perplessa ma senza perdere tempo apro.
"Puoi aprirle la porta io vado a cambiarmi, grazie"
Senza aspettare la sua risposta vado in camera mia e mi cambio, il mio pigiama era abbastanza imbarazzante.
Un vestito nero, aderente con le spalline sottili giusto per rimanere anche comoda.
Mi sciolgo i capelli cercando di domarli invano, un po' di trucco e mi affretto ad uscire dalla mia stanza da letto.

Sento diverse voci, quante persone sono a casa mia.
Tiffany mi viene incontro con addosso un vestitino bianco, aderente a maniche corte che le arriva quasi al ginocchio e le sue scarpe preferite di un colore rosa antico.

"Ciao, spero di non non averti disturbata ma è stata tutta un'idea di Dylan"
Dice a gran voce ammiccando nella sua direzione, vado verso Brain e con due baci lo saluto e gli do il benvenuto in casa mia.
Intanto ognuno di loro ha preso posto e si è seduto al tavolo apparecchiato da Dylan.

Le pizze sono ancora calde e una bottiglia di birra fresca sembra ottima per accompagnarle.

Dopo aver cenato ci accomodiamo sopra il divano, la poltrona la prendo io mentre Dylan e Brain si accomodano sul divano con i mezzo Tiffany.
Iniziamo a chiacchierare con sottofondo di musica, ad una certa Tiffany propone un gioco che si può fare anche in 4.

A coppie il proprio compagno dovrà indovinare la risposta a 10 domande private fatte dall'altra persona, se risponde sbagliato allora dovrà bere, se invece è giusto allora sarà l'altro /a a bere.

Sicuramente io non mi trovo molto convinta di questo gioco, ma lei riesce a convincerci tutti e ovviamente io devo dare coppia con Dylan, era fuori luogo farlo con il suo ragazzo.

Viene dato il via al gioco e ciò che scopro nel mentre mi lascia senza fiato.

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