Ti amo
Pov's Benjamin
Restai pietrificato a guardare Federico, lo stesso faceva lui. Ci guardavamo entrambi shoccati. Davvero lo aveva fatto? Davvero lo aveva baciato per ripicca? Appena realizzai per bene, la rabbia iniziò a farsi sentire, e non volendo tirargli un pugno perché non era sua la colpa, mi alzai e mi chiusi in stanza. Mi gettai sul letto e mi misi le mani tra i capelli, che cosa avevo combinato? Non me lo ricordavo. Non ero lucido, non avevo nemmeno reagito al bacio, come potevo reagire nel sentire qualcuno che mi metteva le mani davanti gli occhi? Ero disperato, come avrei fatto a spiegarglielo? Come avrei fatto a farmi perdonare? Ero fottuto. Mi sentivo uno schifo, mi sentivo sporco.
Pov's Federico
Ero preoccupato per entrambi, non si facevano sentire da ore. Ben stava chiuso nella sua stanza, e Ornella non si sapeva nemmeno dov'era e con chi. Poi pensai a Gaia, l'unica persona da cui va e con cui parla quando sta male. Presi il cellulare e scrissi a Gaia:
Ciao, scusa se ti disturbo ma sono preoccupato per Ornella. Non si fa sentire da ore, e sono le 23.45, è tardi ed ho paura se è per strada. Dimmi che è da te, sono preoccupato.
Bloccai il telefono, e ansiosamente aspettai una sua risposta. Dopo dieci minuti di ansia, mi rispose, e appena lessi quel "tranquillo è con me" mi calmai. Mi alzai dal mio letto per andarlo a dire a Ben, ma una volta davanti la porta di camera sua, mi bloccai e tra me e me pensai che non sarebbe stato il momento giusto per parlargli, mi avrebbe picchiato dopo quello che era successo. Sospirai e andai a farmi un caffè in cucina, sarebbe stata una lunga notte...
Pov's Gaia
Stavo tranquillamente stalkerando la gente sui social, quando all'improvviso bussarono il campanello. Ma non aspettavo nessuno, nemmeno i mie genitori!. Sbuffai e andai ad aprire. Ornella era in lacrime davanti a me. Si gettò subito tra le mie braccia. Confusa, l'accolsi in casa e cercai di calmarla. Andammo nella mia camera e la feci sedere sul mio letto. Le portai subito dell'acqua fresca, che accettò e bevve. Le carezzavo le spalle dolcemente, come a rassicurarla. Appena cessò il suo pianto, senza aspettare la mia domanda, mi passò il suo cellulare e subito partì un video. Quello che vidi mi fece spalancare la bocca. Non ebbi nemmeno il tempo di dirle qualcosa che subito mi disse, attirando la mia attenzione
- Mi ha detto che era ubriaco e che non capiva niente, non se lo ricordava nemmeno...- sussurrò quasi in lacrime. Annuì e l'abbracciai, cercando di calmarla. Pensai alle sue parole, so che può fare male quello che ha visto, ma lei lo sa che quando si è ubriachi non si capisce niente. Cercai di farla ragionare, anche se la rabbia e la delusione erano forti. Cercai di farle capire che anche se Ben aveva sbagliato, non era completamente colpa sua. Le parlai col cuore in mano, dicendole che non doveva rinunciare a lui solo per questo, il loro amore era più grande e forte. Questi erano errori che si potevano commettere, senza volerlo, in una relazione. Le dissi anche che secondo me, Benji stava male, e doveva perdonarlo e andare da lui. Dopo tutti questi discorsi, anche se un po' esitante, la feci ragionare. Sarebbe tornata da lui, ma per questa sera avrebbe dormito da me, era troppo tardi. Andai a prenderle qualcosa da mettere dall'armadio di mio fratello, dato che i miei vestiti erano troppo piccoli. Si ho un fratello, ha venticinque anni e vive in Spagna con la sua fidanzata, e presto si sarebbe sposato. Qui aveva lasciato alcuni suoi vestiti estivi per quando sarebbe sceso per le vacanze ad Agosto. Presi una t-shirt nera e dei pantaloncini di tuta. Stavo per tornare nella mia camera, quando notai il mio telefono sul tavolo della cucina. Lo presi e controllai i messaggi. Ce n'era uno da parte di Fede e lo lessi. Era preoccupato! Che dolce. Gli risposi rassicurandolo e misi il telefono a carica. Tornai in camera mia e diedi i vestiti a Ornella, che li prese dopo avermi ringraziato, e andò a metterli in bagno. Appena entrambe fummo pronte, ci coricammo sul mio letto. Mentre stavo per addormentarmi, un "grazie sorellina" giunse alle mie orecchie, e mi fece sorridere.
Pov's Mamma Ornella
Ero appena tornata dal mio turno di notte a lavoro, ed erano le 6.30 del mattino. Era tutto al buio, stavano sicuramente tutti dormendo. Mi bloccai davanti la porta della stanza di Ornella e sorrisi pensando a quanto fosse felice con Benji. Andai in cucina, e trovai Benji seduto sulla sedia con la testa poggiata sul tavolo. Ma cosa ci faceva li? A me sembrava a letto. Andai lentamente verso di lui, e lo scossi con leggerezza, non volevo svegliarlo bruscamente. Alzò la testa verso di me, e notai i suoi occhi rossi, come se avesse pianto. Si guardò un po' intorno confuso, poi gli chiesi
- Ehy tesoro, dov'è Ornella?- domandai confusa. Lo vidi rabbuiarsi e dire
- Abbiamo litigato... non lo so.- disse con faccia addolorata. Subito Federico, spuntò da dietro la porta, e immischiandosi disse
- È da Gaia, non te l'ho voluto dire prima perché non volevo mi picchiassi.- disse esitante. Picchiarlo? Ma che era successo? Avevano litigato tra di loro? Ma non avevano risolto? Corrucciai la fronte confusa, infatti Federico accortosene, mi fece cenno di seguirlo. Andammo nella sua stanza, e schiarendosi la voce mi spiegò tutto. Restai un po' perplessa in alcuni passaggi, ma lo ascoltai. Sospirai alla fine del racconto. Per quanto possano volersi bene, la sfortunata deve sempre immischiarsi nel loro rapporto.
Come se non fosse successo niente, mi alzai e ringraziando Federico per avermi spiegato la situazione, andai in cucina. Benji era ancora li sulla sedia a fissare il vuoto. Lo ignorai e preparai la colazione, non potevo immischiarmi nei loro problemi.
Pov's Benjamin
Il tempo passava e di lei nemmeno l'ombra. Erano le 9.00, quindi svogliatamente e con l'umore a terra, andai a vestirmi. Entrai in bagno e dopo dieci minuti fui pronto. Feci una cosa che da mesi ormai non facevo: presi le mie cuffie e ascoltai la musica. Quando ascoltavo la musica riuscivo un po' a dimenticare. Non lo facevo più dato che ormai era Ornella il mio antidolorifico, ma il motivo del mio stato depressivo era lei, perché sapevo stesse male a causa mia. I Twenty One Pilots partirono nelle mie cuffie con Holdin On To You. Chiusi gli occhi, e mi beai di quel piccolo momento di tranquillità, quel piccolo momento con la mente svuotata. Il tempo passava con le cuffiette, e anche gli artisti della mia Playlist: Nirvana, Coldplay e i Green Day. La mia piccola isola felice scomparì, quando il suono del campanello oltrepassò la musica nelle mie orecchie. Scattai in piedi, abbandonando il telefono insieme alle cuffie sul divano, e andai verso la porta. La mamma di Ornella mi aveva preceduto, e infatti aprì lei la porta. Anche se dietro di lei potei capire chi fosse, infatti iniziai a tremare, e tutte le certezze che la musica aveva creato, crollarono.
Pov's Ornella
Mi ero svegliata con la gamba di Gaia sopra la schiena. Risi, mi mancava dormire con un bisonte sgraziato. Io non ero da meno, infatti la spinsi e la feci cadere giu dal letto, donandogli uno splendido risveglio. Mi maledì, e strofinandosi il punto dolorante che aveva appunto sbattuto, si alzò come una vecchietta. Oggi sarei tornata a casa, e... non lo so nemmeno io cosa avrei fatto. L'avrei perdonato oppure no? Quando lo vedrò devo seguire il mio cuore. Indossai i vestiti di ieri e gridai a Gaia che era in bagno di sbrigarsi. Una volta pronte scendemmo di casa, e camminando con l'ansia al massimo, in quindici minuti fummo sotto casa mia. Aspettai il mio fantastico migliore amico: l'ascensore. Non avrei mai fatto quattro piani a piedi, è da stupidi banani in pigiama. Arrivata davanti la porta di casa mia, con tutto il coraggio che possedevo, bussai. Non aspettai molto, che mia madre aprì la porta. Vedendomi mi abbracciò, e io ovviamente ricambiai, sapeva sicuramente tutto. Appena staccate le sorrisi, e si spostò per farmi entrare in casa, ma non ce la feci. Proprio davanti a me c'era Benji, immobile e con il suo sguardo puntato su di me. Restammo a contemplarci da lontano per alcuni minuti. Non riuscivo a muovermi, il mio cuore era diviso da entrambe le parti, non sapevo cosa fare e decidere. Tutte le mie insicurezze svanirono, quando vidi il suo sorriso forzato distrutto. Stava male per me? Davvero mi amava?Involontariamente sorrisi flebilmente anche io, e bastò questo per farlo avvicinare lentamente a me. Si bloccò a metà strada, come se non fosse convinto di potere andare avanti. A quel punto il mio cervello reagì, e come se fosse qualcosa di involontario, corsi verso di lui e mi scontrai contro il suo petto. Subito mi strinse a lui forte, come se gli fossi mancata come l'aria. Sapere che hai litigato con la persona che ami e che la fai soffrire, non è una delle cose migliori che ti possa accadere. Restammo li in piedi, fino a quando la sua voce interruppe il silenzio del nostro abbraccio
- Mi ami ancora?- domandò facendomi sorridere sul suo collo. Senza nessuna esitazione dissi
- Ma certo che si, stupido budino...- sussurrai facendolo sospirare di sollievo, e dire
- Mi piace quando mi chiami così...- sussurrò ancora per non spezzare quel l'atmosfera tranquilla e felice...
Le cose belle non possono finire eheheh!. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, e che per questo mi lovviate molto (tutto normale tranquille, è un nuovo verbo del mio vocabolario🙄).
Al prossimo capitolo ansioso!😘
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