Svegliati

Pov's Ornella
Mi alzai di scatto, e intorno a me c'era solamente confusione. Benji mi aveva riscosso dal mio stato pre-sonno, era preoccupatissimo, perciò una volta lucida gli dissi
- Amore, cosa è successo?- domandai mentre il suono di un'ambulanza risuonava all'esterno. Ben iniziò a piangere e a singhiozzare, non l'avevo mai visto così, mi preoccupai tantissimo, ed andai ad abbracciarlo, ma prima che potessi farlo, sussurrò una frase che mi fece gelare il sangue
- Federico è... ho cercato di fermarlo... lui è uscito in strada e...- strabuzzai gli occhi capendo cosa stesse cercando di dirmi, e presa da un input improvviso, scesi al piano di sotto correndo, ignorando la voce di Ben che mi diceva "no, aspetta, non lo fare", e uscì fuori casa, spalancando la porta, ritrovandomi davanti una scena che non mi sarei mai aspettata in vita mia. Un'ambulanza era posteggiata davanti casa, una macchina in frantumi contro il lampione della luce, e i genitori di Ben in lacrime. Corsi verso loro, ma neanche il tempo di arrivare, che due mani cercarono di afferrarmi, ma ovviamente mi dimenai e scappai dalla sua presa. Arrivata davanti l'ambulanza, scoppiai a piangere, i paramedici stavano caricando Federico su una barella, privo di sensi. Non si muoveva nemmeno un po', sembrava... morto... no, non era possibile, non sarei restata li a guardare senza andare li ad abbracciarlo, quindi scattai oltre tutti i presenti, cercando di arrivare all'ambulanza, ma due mani sta volta, ancora più determinante di prima, mi afferrarono e mi strinsero a se, facendomi dimenare come non mai. Il mio cuore si fermò, quando l'ambulanza partì, e mi lasciò li, a piangere, inchiodata in un luogo dove non volevo essere. Provai a liberarmi per altri minuti, ma non ci riuscì, infatti mi arresi a caddi a terra arresa da tutto ciò, venendo stretta ancora di più al petto di chi mi bloccava. Piansi per minuti infiniti, finché cercai appoggio da quella stessa persona che mi aveva impedito di andare da Federico. Mi girai e sprofondai tra le sue braccia, facendo si che il mio naso sentisse quel profumo di menta che tanto conoscevo, era Ben. Restammo così per qualche minuto, finché dolcemente, mi riportò dentro casa, facendomi sedere sul divano. Una volta dentro mi disse, con tono afflitto
- Ti giuro che starà bene, non permetterò che muoia, è solo colpa mia, ero sceso giù a prendere un bicchiere d'acqua, e l'ho incontrato mentre faceva la stessa cosa, e abbiamo iniziato a parlare, poi a litigare e... ed è scappato fuori casa, attraversando senza guardare, accecato dalla rabbia, io non...- disse in un sussurro colpevole, ma lo interruppi andando ad abbracciarlo, carezzandogli i capelli, sussurrandogli un "non è colpa tua amore", che lo fece calmare. Dopo dieci minuti entrarono i genitori di Ben, accompagnati dalla mamma in lacrime di Federico, che disperata gettò la borsa per terra e disse
- Portatemi da mio figlio, mi è rimasto solo lui, io devo andare da lui, non posso perderlo!- esclamò con voce rotta dal pianto. Vedendo quella scena, mi sentì ancora più male, aveva ragione, la capivo, anche io avevo perso qualcuno di importante... mio padre. È morto tre anni fa, sono rimasta sola con mia madre, e mio fratello di venti anni si è trasferito dai miei nonni in Germania, ormai la mia vita era cambiata completamente, ma finalmente una luce aveva illuminato le mie giornate. Li ho conosciuti un anno dopo la morte di mio padre, e grazie a loro, mi sono ripresa lentamente, finché sono entrati completamente nella mia vita, non più solo con le loro canzoni, ma con il loro cuore.
Pov's Benjamin
Tutto questo sembrava surreale, Ornella era shoccata, non riuscivo a realizzare. Non saremmo potuti andare in ospedale, perché ancora non poteva ricevere visite, avrebbero chiamato loro. Vengo distratto dai miei pensieri, quando il cellulare della mamma di Federico squilla, ricevendo la notizia di poter andare in ospedale a visitarlo. Subito dopo vidi Ornella scendere le scale vestita, non più col pigiama, mentre ero soprappensiero si sarà andata a vestire. Usciamo con l'ansia, e prendemmo la macchina di mio padre, che in dieci minuti ci portò in ospedale. Entrammo in reparto e chiedemmo la stanza, finalmente trovandola. I dottori parlavano davanti la porta, e appena ci videro dissero
- Il ragazzo non è in pericolo di vita, è entrato in coma per un'ora, e poi miracolosamente si è risvegliato, ma per ora è anestetizzato, quindi dorme, tra qualche ora si sveglierà.- queste parole bastarono per levarmi un peso dal cuore, mi sentì più leggero, e potei notare che lo stesso fu per Ornella, che d'impulso sollevata, mi abbracciò euforicamente. Inizialmente entrò sua madre, dopo i miei genitori, e infine io e Ornella. Le ore passavano, e i miei genitori dovettero tornare a casa, perché non potevano rimandare la partenza, ormai erano le 4.00 di mattina e tra circa due ore sarebbero dovuti essere in aeroporto. Restammo così, io, Ornella e la mamma di Federico, che in silenzio aspettavamo il suo risveglio. La mamma di Federico era sfinita, così le proposi di andare a prendere un caffè, ma voleva l'accompagnassi, così feci, e lasciai Ornella a vegliarlo, dopo essermi assicurato che per lei andava bene, perciò mi rassicurò e mi sorrise, facendomi uscire dalla stanza
Pov's Ornella
Mi misi nel posto più vicino a lui, quello che precedentemente era occupato da sua madre. Mi sedetti e in automatico, gli strinsi la mano, neanche dopo un minuto, sentì la mano di Fede rispondere a quel contatto, allora sorrisi, sapevo che mi sentiva, perciò gli dissi
- Mi fai preoccupare così, sei sempre il solito impulsivo, quindi ora svegliati che ho bisogno di un piccolo panda da stritolare!- esclamai in un sussurro, facendolo muovere ancora, a modo suo mi faceva capire che mi sentiva, a modo suo mi rispondeva. Mi arrivò un messaggio da parte di Benji che diceva "siamo all'ingresso seduti, se ci sono novità scrivimelo, mi raccomando amore!", sorrisi e gli risposi con un "certamente, a dopo cucciolo!", per poi posare il telefono sul tavolino accanto il letto, riprendendo a tenere la mano a Federico. Dopo cinque minuti, stanchissima, posai la testa sul bordo del lettino, mai lasciando la sua mano, e chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi, ma dopo un po', mentre pensavo, sentì una mano carezzarmi i capelli, facendomi venire un brivido lungo la schiena. Spalancai gli occhi e alzai la testa dal lettino, incontrando gli occhi di Fede, e il suo sorriso, causandomi una capriola di felicità al cuore. Mi aprì in un sorriso, e delicatamente, non sapendo dove si era fatto male, lo abbracciai, sentendo il suo sorriso sul mio collo. Dopo alcuni minuti, la sua voce graffiata dal sonno, disse
- Hai visto? Mi sono svegliato...- sussurrò, mentre io mi staccai dall'abbraccio sedendomi, e dandogli di nuovo la mano, dicendogli
- Ti avrei preso a schiaffi se non lo avessi fatto, sai che mi hai fatto preoccupare? Sei il solito...- non mi fece finire di parlare, che completò la frase al posto mio, e disse
- Impulsivo. Lo so, sono il solito impulsivo...- sussurrò facendo una faccia buffissima e offesa, che mi fece sorridere e dire
- Ti voglio bene così come sei...- dissi carezzandogli la guancia, sorrise e piano, piano chiuse gli occhi sussurrando
- Anche io, molto più di quanto tu pensi.- disse prima di cadere in un sonno restaurante, che sicuramente lo aiuterà per ora, rilassando tutti i muscoli e sorridendo...

Povero il nostro Federico, devo dire che è molto tragico questo capitolo, ma ovviamente si è svegliato, cioè, Fede non può abbandonare questo libro, anzi questa vita!
Vi aspetto alla prossima, ci conto!😘

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