Niente è per sempre
Pov's Gaia
Uscì dalla stanza correndo. Le lacrime cadevano sulle mie guance senza mai cessare. Camminai per strada senza nessuna meta, per ore, senza mai fermarmi. Non so nemmeno quante volte il mio telefono suonò, ma lo ignorai ogni volta. Adesso mi trovo in un parco, seduta sotto un grande albero. Non riesco a capire che ore sono ne tanto meno se è giorno o sera a causa della posizione in cui mo trovo: accovacciata su me stessa con la testa sulle braccia. La mia mente è vuota, non riesce a capacitarsi di tutto quello che è successo. È come se mi avessero svuotata da tutti i sentimenti e i pensieri che possiedo. Non riesco a provare più niente, non mi sono mai sentita così. Un mese, un solo mese e gli è bastato per scordarmi e buttarmi nei rifiuti? No, non può avermi fatto davvero una cosa del genere.
Pov's Ornella
Ore 22.43
-Giuro che sto per chiamare la polizia, dov'è Gaia? Sono troppo preoccupata, non si fa sentire da sei ore, non è da lei.- dissi con l'ansia che bruciava nello stomaco. Provai per la centesima volta a chiamarla, ma nessuna risposta. Posai il telefono nella tasca della mia giacca di tuta, e mi sedetti a peso morto sulla poltroncina. Mi abbandonai alla stanchezza, quando Ben iniziò a carezzarmi i capelli. Chiusi gli occhi e mi rilassai, beandomi di quella tranquillità, dimenticandomi per un momento tutte le mie preoccupazioni. Sobbalzai quando il mio telefono iniziò a suonare. Mi misi seduta composta e afferrai il telefono dalla tasca. Il numero era a me sconosciuto, tutto sommato risposi ugualmente
- Si, chi parla?- domandai aspettando una disposta. Subito una voce maschile e abbastanza seria mi disse
- Parlo con la signorina Ornella?- domandò facendomi alzare gli occhi al cielo. Subito pensai che fosse per lavoro. Che palle, neanche in vacanza posso riposarmi e stare tranquilla? Risposi dicendo
- Si, sono io. Con chi parlo?- domandai cercando di non dare a vedere la mia scocciatura. Nel frattempo Benji origliava la conversazione. L'uomo allora disse
- Dovrebbe recarsi in ospedale, la signorina Gaia è ricoverata qui in seguito di un incidente.- cosa...? Gaia? In ospedale?l Il telefono mi cadde dalle mani tremanti, e scattai in piedi seguita a ruota da Ben. Senza dire niente, ci precipitammo in ospedale. Restammo in sala d'attesa per ricevere notizie. Dopo venti minuti, il dottore uscì dalla sala, e guardandoci ci domandò
- Siete qui per Gaia?- annuimmo entrambi vistosamente, in preda all'ansia. Il dottore si aggiustò i piccoli occhiali che aveva sul naso, e continuò
- È stata portata qui in seguito ad un incidente. È stata investita mentre attraversava la strada a testa china. L'impatto è stato molto violento, infatti ha sbattuto la testa sul bordo del marciapiede e ha subito un trauma cranico. Mi dispiace comunicarvi che si trova in coma, tra la vita e la morte. Tra qualche minuto, quando sarà possibile, potrà ricevere visite.- le gambe mi cedettero e fui costretta a sedermi, aiutata da Ben. Iniziai a piangere disperatamente, avevo paura di perdere la mia migliore amica, la ragazza con cui avevo passato la vita, mia sorella. No, non potevo accettarlo. Perché non ha guardato prima di attraversare? perché? Un infermiera ci avvisò che potevamo già andare da lei, così ci accompagnò fino a davanti la sua stanza. Con la mano tremante aprì la porta, e con Ben che mi teneva la mano, entrai.
Non so da quanto tempo eravamo li, ma in tutto quel tempo non avevo visto muovere nemmeno un muscolo alla mia migliore amica. Era troppo immobile, ogni tanto controllavo che respirasse. Bussarono alla porta, e dopo avere dato il permesso di entrare, un infermiera fece il suo ingresso. Mi porse un telefono, esattamente quello di Gaia, e lo presi ringraziandola. Appena lo guardai, vidi che lo scherzo era tutto crepato. Sbloccai il telefono, e trovai tutte le mie chiamate perse. Continuai a cercare nel suo telefono, e entrai su Whatsapp, precisamente nella chat di Fede, con l'intento di avvisarlo e chiedergli se sapeva cosa era successo a Gaia, il perché non si è fatta vedere tutto il giorno. Lessi l'ultimo messaggio, che risaliva alle 18.23, visualizzato e con nessuna risposta:
Come hai potuto? Come? È bastato solo un mese e mi hai già tradita? Per sempre sono solo due fottute parole facili da dire. Non dirmi che non è vero, ti ho visto al telegiornale. Bacia bene la Thorne? No, aspetta, non me lo dire, immagino di si, dato che ci sei già andato a letto immagino. Davanti al mondo vi siete comportati come due piccioncini. Bravo, complimenti, fai proprio schifo.
Lessi tutto, e ad ogni parola, la rabbia ribolliva in me. Appena finito chiamai Fede dal telefono stesso di Gaia, e appena rispose, iniziai a inveire contro di lui. Gli dissi dell'incidente e di quanto faceva schifo. Ben cercava di farmi calmare, ma la mia rabbia era troppo ceca. D'improvviso riattaccai la telefonata, e spensi il telefono di Gaia. Mi sedetti e mi misi le mani tra i capelli, facendo due più due: Gaia è stata in giro tutto il giorno, ed ha attraversato senza guardare SOLO a causa di quel grandissimo stronzo. Era successo tutto a causa sua, solo ed esclusivamente a causa sua.
Pov's Benjamin
Nelle ore successive Federico aveva continuato a chiamare, ma ne io ne Ornella avevamo risposto nemmeno una volta. Aveva sbagliato, e anche tanto, niente lo poteva giustificare. Ero tornato da poco in ospedale, ero andato a prendere cibo e vestiti puliti per Ornella. Avevamo passato la notte in ospedale, e adesso erano le 7.30 del mattino. Passai il bicchierino di caffè ad Ornella, e mi sedetti accanto a lei. Mi ringraziò, e con movimenti stanchi, bevve lentamente in caffè. Non si era presa nemmeno una pausa, se non le uniche due volte in cui era andata in bagno. Non aveva chiuso nemmeno un occhio, e nonostante la mia insistenza nel volere che si riposasse, non lo fece. Improvvisamente Gaia emise un verso, sembrava di dolore. Ornella le corse vicina, ma appena Gaia iniziò ad avere degli spasmi, Ornella sbiancò. Nel panico iniziai a gridare aiuto agli infermieri. Ornella cercava di fare qualcosa, di scuoterla per svegliarla, ma appena arrivati gli infermieri accompagnati da un dottore, venne allontanata. Iniziò a emettere urla di protesta e di agitazione. Subito i medici arrivarono con il defibrillatore, e in quel momento capì che stava per avere un arresto cardiaco. Pensai solo ad una cosa: un Ictus celebrale. Tutto successe in pochissimo tempo, un "bip" che nessuno vorrebbe mai sentire, si udì per tutta la stanza. Un urlo di dolore uscì dalla bocca di Ornella, prima che fu portata definitivamente fuori dalla stanza con me. Il cuore di Gaia si era fermato per sempre.
Allora, si, sto piangendo. Che dire? Non me lo aspettavo nemmeno io, cioè si, me lo aspettavo perché l'ho scritto io, ma all'inizio del libro non avrei mai pensato a un episodio del genere...
Vi amo tanto, ricordatevelo (dice cazzate perché per ora è troppo emotiva e sta piangendo).
Sti cazzi a tutti 🙃
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