Lacrime di gioia
Pov's Benjamin
Esco dal bagno sentendo trambusto, e mi ritrovo Danti Federico, un po' sbiancato in faccia, ma che aveva? Poso il mio sguardo su Ornella e vedo la suo strana posizione: era seduta scomposta, come se fosse saltata sull'attenti in un attimo. Corrucciai la fronte, e chiesi rivolto loro
- Ma che sta succedendo? Cos'è sto chiasso?- chiedo confuso, guardando entrambi. In un attimo Ornella sorride e si alza venendomi ad abbracciare, dicendo
- Fede è venuto qui per restituirmi il mio giacchino, quello che non trovavo, sbadatamente l'avevo lasciato in studio!- esclamò sicura di se, perciò lasciai perdere la strana scena di poco fa e annuì.
Pov's Federico
Due mesi dopo...
Il tempo era passato, sta volta velocemente. Ormai era Giugno, e tra poco sarebbe stato il compleanno di Ben e saremmo scesi a Palermo per l'estate. Da quell'episodio della mia caduta e del quasi bacio, non è successo più niente, la vita è sempre stata la stessa. La solita routine che diventava un po' più piacevole quando vedevo Ornella, ma sempre da lontano. Oggi è l'ultimo giorno di registrazione, è il 7 Giugno e Ornella finirà prima la scuola per scendere insieme a noi a Palermo. È sabato, e lunedì partiremo, è già tutto prenotato. La giornata passa più lentamente del solito, forse per il fatto che io sia consapevole che è l'ultimo giorno allo studio. Finalmente le 18.00 arrivano, e alle parole di buona estate da parte dello staff, salto in piedi felice, ricambiando. Esco fuori dallo studio insieme a Ben e Ornella sorridenti. Le nostre strade si dividono e ci salutiamo, dandoci appuntamento lunedì alle 8.00 in aeroporto, il volo era alle 10.00. Tornai a casa e mi buttai a peso morto sul mio letto, ero davvero stanco. Piano scivolai nel sonno, dimenticandomi della cena e di tutto, tranne di lei.
Pov's Ornella
Appena arrivati a casa, potemmo notare che i genitori di Ben non c'erano, perciò ordinammo qualcosa di pronto, non avevamo voglia di uscire. Per prima cosa ci lavammo a turno, per poi aspettare il fattorino arenati sul divano. Alle 20.30 suonarono alla porta, ma Ben non diede segni di vita, si era addormentato! Sbuffai e andai ad aprire io, prendendo i soldi che c'erano sul tavolo, preparati precedentemente. Aprì la porta e sorrisi gentilmente al fattorino, un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli neri. Mentre stavo per avvicinarmi a lui per prendere il sacchetto con dentro il cibo, due mani mi precedettero, afferrando il sacchetto al posto mio. Subito capì chi era, e sorrisi in automatico, il solito geloso! Il ragazzo un po' confuso, ringraziò della mancia e se ne andò. Chiusi la porta e girandomi mi ritrovai a due centimetri dal mio orsetto gelosone, e subito mi afferrò per i fianchi, baciandomi. Sorrisi sulle sue labbra, e mi staccai per andare a prendere posto a tavola. Si sedette davanti me e iniziò a mangiare, lanciandomi di tanto in tanto sguardi strani, che mi facevano ridere, ma facevo finta di non vederlo e continuavo a mangiare. Appena finito di cenare mi alzai, e andai a buttare tutta la carta che c'era sul tavolo. Erano le 21.15, perciò decidemmo di giocare un po' a "Monopoly", adoravo quel gioco! Tutto d'un tratto, sento la voce di Ben dire
- Non vale!- esclama con il broncio, io scoppio a ridere e gli faccio la linguaccia, dicendogli
- Ho vinto, si! Hai perso, hai perso, hai perso...- lo sfotto saltando per tutta la casa, sotto il suo sguardo infastidito. Ad un certo punto sento due braccia afferrarmi e caricarmi sulle sue spalle e salire le scale. Mi dimenai come non mai, con il sottofondo delle sue risate. Mi buttò sul letto e iniziò a farmi il solletico, facendomi dimenare e chiedere disperatamente pietà. Per un attimo si fermò, facendomi prendere fiato, dicendo
- Chi è che ha perso?- mi domandò, ma non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che iniziò a farmi il solletico di nuovo. Non so come, ma riuscì a liberarmi, e in un attimo riuscì a scappare dalle sue grinfie, ma la mia liberazione non durò molto, perché riuscì ad afferrarmi e mi buttò di nuovo sul letto. In un attimo me lo ritrovai di sopra, mentre mi teneva i polsi sulla testa. I nostri occhi si incontrarono, e studiarono ogni centimetro di essi, finché non ci fu più distanza tra me e lui. Lentamente le nostre labbra si assaporarono, per bene, liberandoci da tutti i pensieri che circolavano nei nostri animi. Piano, piano ci accarezzammo, e dopo tanti giorni, consumammo quella notte, credendo di esserci solo noi, addormentandoci sereni e felici.
Pov's Federico
Due giorni dopo...
Ieri non avevo sentito entrambi, ma non ci dieci troppo peso, infondo era un giorno di riposo anche per loro. Erano le 7.00 e mi stavo preparando per essere in aeroporto alle 8.00. Indosso una T-Shirt bianca con la scritta "883" il mio gruppo preferito, un jeans blu chiaro strappato e un paio di Nike bianche. Presi la mia valigia e uscì fuori casa con mia madre, che mi avrebbe accompagnato in aeroporto. Dopo un'ora arrivai e salutai mia madre abbracciandola, per poi andare in contro ai due, che notai essere già li. Mi salutarono con la mano e mi affiancai a loro, incamminandoci verso l'area partenze. Passammo i controlli e salimmo sull'aereo, ovviamente loro si misero insieme e io dietro. L'aereo decollò, e per tutto il tempo del viaggio, li sentivo ridere e sbaciucchiarsi, bene...
Pov's Ornella
Per tutto il viaggio Ben fu mooolto appiccicoso, forse per il fatto che dietro c'era Fede e voleva "fargli capire di chi ero", che stronzo. Finalmente atterrammo, e non potei fare a meno di essere felicissima e dimostrarlo. Appena fuori l'aeroporto, mandai mille messaggi a mille persone diverse, tra queste mia madre e la mia migliore amica. Prendemmo un taxi che ci portò davanti casa mia, dove ci aspettava mia madre. Durante il viaggio non potei fare a meno di non sorridere alla vista della mia bellissima Palermo. Da Gaia ci sarei andata più tardi, c'eravamo date appuntamento per il pomeriggio al centro. Busso e inizio a tremare, l'ansia si fa sentire, era da tre mesi che non vedevo mia madre. Appena aprì la porta mi buttai su di lei, e scoppiai a piangere. La strinsi a me forte, mi era mancata così tanto! Grazie a lei ero arrivata a quel punto nella mia vita, grazie a lei ero cresciuta e avevo realizzato i miei sogni. Dopo minuti interminabili di pianti, riuscimmo a staccarci, e entrammo in casa. Presentai Federico a mia madre, e devo dire che si facevano simpatica a vicenda, meno male.
Pov's Gaia (migliore amica Ornella)
Erano le 16.00 e io ero già in centro ad aspettarla nel bar in cui c'eravamo date appuntamento. Ero davvero in ansia, avrei rivisto la mia migliore amica dopo tre mesi. In questi mesi sono successe tante cose, sia a lei che a me. Purtroppo il mio ragazzo mi ha lasciata, nel momento del bisogno, quando stavo male e non parlavo con nessuno, a causa della morte di mia nonna... Così facendo mi sono depressa ancora di più, e l'unica che mi poteva tirare su era lei. Questo è successo dopo due settimane dalla sua partenza, ma per quanto mi potesse stare vicino con il cuore, non era qui ad abbracciarmi e a tirarmi su. Successivamente ho scoperto che il mio ragazzo aveva un'altra, ecco perché mi aveva lasciata, non gli importava nemmeno di come stessi. È solo da pochi giorni che sono riuscita un po' a riprendermi, grazie a lei ma soprattutto grazie a Ben e Fede, grazie alla loro musica e i loro sorrisi. A volte, nei momenti dolorosi e si solitudine, pensavo a come la sua vita fosse cambiata, e a come si dovesse sentire Ornella ad avere nella sua vita loro due, quei due ragazzi che fino a poco prima dell'instore erano irraggiungibili e idoli, per entrambe. Vengo distratta dai miei pensieri da un urlo, mi giro e automaticamente incrocio la figura della mia migliore amica. Scatto i piedi e le corro incontro così velocemente che le cado addosso una volta abbracciata. Le nostre lacrime sono tante, dopo tutto questo tempo, dopo tutta questa distanza, era qui con me. Ci alzammo ancora tremanti e scombussolate, e restammo ancora abbracciate, facendo tornare i nostri respiri regolari. Ci sedemmo dopo un po', e solo dopo mi disse
- Ecco, ti presento Ben e Fede!- esclamò ancora con le lacrime ormai asciutte in volto. Strabuzzai gli occhi, davvero li aveva portati? Mi girai tremante, e due figure sorridenti si stagliavano davanti a me. Mi alzai e, presa da una scossa elettrica, mi fiondai tra le loro braccia, toccando il cielo con un dito...
Da questo capitolo succedono delle cosine carine!. I salti temporali sono importanti, perché rendono la storia più movimentata, vi immaginate raccontare quello che succede giorno per giorno? Troppo monotono e seccante.
Bacione😘
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