Finalmente siete qui con me

Pov's Ornella
Mi svegliai con un sorriso da ameba in volto, mi girai stropicciandomi gli occhi e vidi che erano le 8.00. Mi alzai stiracchiandomi e andai in cucina, accompagnata da un sorriso raggiante, che da tempo non possedevo. Mia madre appena mi vide mi chiese allegramente, sicuramente contagiata dal mio sorriso
- Hey amore, buongiorno! Oggi di buon umore?- mi domandò mentre mi passava i suoi deliziosi waffles con la nutella, allora io le raccontai tutta la storia, e lei mi abbracciò felice per me, felice di vedermi sorridere dopo un mese, così capendo che per me sono davvero importanti. Appena finito di fare colazione, mi andai a fare una bella doccia calda, dato che ormai era Novembre e anche in Sicilia si iniziava a sentire freddo stranamente. Appena asciugata andai a scegliere l'outfit, e optai per qualcosa di carino, dato che il Charleston si trova sulla bellissima spiaggia di mondello, perciò scelsi un vestitino nero a maniche lunghe, con la spalla coperta di pizzo, abbinandogli un paio di calze lunghe nere-trasparenti e le ballerine nere, anch'esse di pizzo.

Essendo largo, il vestito non evidenziava il mio fisico con qualche chilo di troppo, anche se sono altra 1.70, perciò capì che era la scelta giusta e lo indossai, accorgendomi che non mi stava poi tanto male. Andai in bagno per truccarmi molto leggermente, dato che non mi piace il trucco pesante, ma mi arrivò un messaggio da Fede che diceva "il telefono di Ben è morto, volevamo dirti che siccome tra un'ora arriveremo, tu puoi scendere tra mezz'ora, dato che prendi il bus", io risposi con un "Ok bimbi, a dopo", e posai il telefono al bordo del lavello, mettendo una linea sottilissima, quasi invisibile di eyeliner, e un po di fard, e basta, oppure le lacrime mi avrebbero fatto diventare una strega piangi-nero. Appena finito, presi la mia borsetta elegante nera a tracolla, gli misi dentro cellulare e borsellino, e mi infilai la mia giacchetta anch'essa nera di pizzo, per poi salutare mia madre e scendere. Giusto in tempo per non perdere l'autobus, salgo e mi siedo, aspettando la mia fermata. Dopo venti minuti sull'autobus, essendo lontano mondello e il Charleston da casa mia, arrivai e scesi, scrivendo a Fede "Dove siete?", dopo nemmeno due minuti mi rispose dicendomi "dietro di te, comunque bello il vestito", letto ciò mi girai, e i miei occhi videro scendere da una macchina nera, abbastanza simile a quelle che usano per gli Instore, due budini sorridenti che mi guardavano. Appena incrociai i loro occhi, iniziai a piangere di gioia, e loro aprirono le loro braccia contemporaneamente, così corsi verso di loro, sprofondando in un abbraccio caldo e soffocante, ma soprattutto pieno di felicità. Ci stingemmo per qualche minuto, perché tutti e tre non realizzavamo che ci eravamo ancora visti. Una volta staccati ci incamminammo dentro il ristorante, e Fede disse
- Vado a vedere qual'è il nostro tavolo, aspettate qui!- detto ciò si allontanò, e rimasi sola con Ben. Ad un certo punto Ben si avvicinò e mi abbracciò da dietro, appoggiando la sua testa sulla mia spalla destra, mentre io appoggiai la mia di testa sul suo petto. Quel gesto mi fece dire automaticamente
- Mi ricorda quando ci siamo incontrati in bagno, e ci siamo fatti la foto...- sussurrai mentre ero rilassata sul suo petto. Lui rise per poi dire un semplice "già", e ritornare in silenzio in quella posizione, finché non si sentì uno strano verso che ci riportò alla realtà, era Fede, che una volta ottenuta la nostra attenzione disse
- Il nostro tavolo è quello- disse indicando l'ultimo tavolo a sinistra, mentre ci faceva segno di seguirlo. Una volta seduti, ci levammo il peso di cosa ordinare per il pranzo e scegliemmo tutti e tre lo stesso piatto, un fritto di mare condito con limone, qualcosa di semplice insomma, così iniziammo a chiacchierare ridendo come non mai, come vecchi amici che si rincontrano dopo tempo... Arrivato il piatto che avevamo ordinato lo mangiammo in silenzio, per poi finire il pranzo e andare a pagare. Ovviamente insistettero sul dover pagare loro, nonostante insistetti, perciò pagarono anche il mio. Uscimmo dal ristorante, e mentre scherzavamo, presi entrambi sottobraccio, sentendo Ben irrigidirsi, accorgendosene anche Federico, <Ho fatto qualcosa che non va?> penso tra me e me, quindi mi stacco e dico
- Hey Ben, che hai?- gli chiesi mettendomi con sguardo interrogativo davanti a lui. Prima di rispondere, Fede ricevette una chiamata, e si dovette allontanare. Rimasti soli Ben disse
- Ecco non lo so nemmeno io...- sussurrò passandosi una mano tra i capelli, che sia la stanchezza? A quel punto dissi
- Sei molto stanco Ben, tranquillo- lo rassicurai passandogli una mano sulla guancia, solo pochi secondi dopo capì cosa feci e di istinto stavo per ritirarla, ma un'altra mano lo impedì, tirandomi a se. Ecco di nuovo quella sensazione paradisiaca, quel calore che sprigionavano i nostri corpi abbracciati, quella sensazione di non volermi staccare mai più, quella sensazione di completezza, quella sensazione così unica...
Appena ci staccammo rimanemmo così, uno di fronte all'atra, e quel momento fu magico, ero quasi ipnotizzata da quegli occhi uguali al mare che era dietro le nostre spalle. Mi sentì attratta da una calamita, che mi rendeva inconsapevole di chi avevamo intorno, e consapevole di quei sentimenti troppo forti che io non provai mai, fino a quel momento, fino a quando le nostre labbra si sfiorarono dolcemente...

Non ve lo aspettavate vero? Eheh che volete, io sono imprevedibile! Con me non si ci annoia mai, spero di caricare presto!.
Super bacio 😘

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top