XXXIX

Pochi istanti ed il bagliore sulla scialuppa si spense tra le onde come una cometa nella notte. Peter aguzzò la vista più che poté, ma, nonostante i propri sforzi, presto non fu più in grado di individuare il gruppo tra i flutti. Gli occhi tristi di James non avevano abbandonato i suoi nemmeno per un momento, ma ora erano un tutt'uno con l'oscurità, proprio come quelli di Uncino. Irraggiungibili, persi. Voltandosi, il ragazzo provò una fitta gelida al petto, portò una mano sul punto dolente per scacciarla, ma fu inutile, il dolore rimase dov'era. Il suono della campanella d'avviso lo fece sussultare, ma si riprese subito e, come da indicazioni, spense anche la propria lanterna e si sporse verso il ponte. La sagoma del nostromo Smee si fermò e gli fece un cenno con la mano al quale rispose prontamente. La sua prima ronda da vedetta ufficiale aveva appena avuto inizio. Un passo dopo l'altro il secondo in comando si ritirò sottocoperta con i componenti rimanenti dell'equipaggio lasciandolo completamente in balia del buio. Non ci volle molto perché la vista di Peter si abituasse, rispetto a quei giorni di nebbia fitta, anche senza la luce della Luna a rischiarare il ponte, per lui fu come essere in pieno giorno. Forse il veto sul Sole non era stato del tutto qualcosa di negativo. Sospirando, il fulvo incrociò le braccia sul parapetto e vi appoggiò il mento. Il mare era calmo, non un filo di vento a far rollare la nave, ma lui non era altrettanto placido. Rimuginare sulla sorte del suo Capitano lo rendeva inquieto, non avesse dovuto stare di guardia al posto di Virgil sarebbe sceso, secchio e ramazza alla mano, ed avrebbe pulito la Jolly Roger da cima a fondo. Tornare a lavare le vettovaglie, spostare cannoni da un punto all'altro della nave, sorbirsi le lezioni del Gentleman Starkey, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dover stare fermo ad angosciarsi. Una dopo l'altra le ore passarono, riuscì a calcolarne lo scorrere grazie alla posizione delle stelle, sperò solo che ormai gli altri fossero riusciti quantomeno ad attraccare sani e salvi a riva. Stava scandagliando il perimetro della Jolly Roger per l'ennesima volta quando qualcosa di strano attirò il suo sguardo a poppa. Un'ombra, scura e silenziosa, si muoveva attraverso le assi del ponte, incerta e cauta nel trovare il punto più indicato dietro cui nascondersi prima di avanzare. Era troppo veloce per appartenere a qualcuno dell'equipaggio, aveva un'agilità fuori dal comune e si stava dirigendo verso gli alloggi di James. Peter sentì il sangue rimbombare dal cuore ai timpani, c'era un intruso a bordo. Come osava, non aveva idea dell'errore madornale che aveva appena compiuto, mettere piede sulla Jolly Roger senza il permesso del Capitano. Non importa per quale ragione fosse lì, la punizione ad attenderlo sarebbe stata terribile. Per Peter non fu difficile seguire quel ratto di sentina nelle tenebre, sapeva di non dover fare alcun rumore o ciò avrebbe messo all'erta il nemico, dunque niente carrucola, fortunatamente era stato preparato a tale evenienza. Assicurandosi che il coltello fosse ancora al suo posto nella cintura, ne sfilò il gancio, pronto ad estrarlo e, atteso che quel verme strisciasse ancora qualche metro e superasse l'albero maestro, cominciò a calarsi lungo le sarte seguendo il percorso insegnatogli da Virgil. Messi i piedi a terra, si rese conto di ricordare alla perfezione ogni asse, ogni punto scricchiolante, tutto merito del periodo passato a ramazzare. Conosceva il ponte come le sue tasche, lo aveva lavato infinite volte, quindi si piazzò in posizione di vantaggio senza essere individuato. Ispirò lentamente, il cuore ormai batteva all'impazzata, ma la mano restava immobile. La tentazione di sfilare anche la pistola dalla fondina fu forte, ma poi cambiò idea, il filo della lama non aveva bisogno di essere caricato o liberato dalla sicura, inoltre si sentiva più a suo agio così. Non voleva iniziare uno scontro, gli sarebbe bastato immobilizzare l'intruso e chiamare l'allarme, i componenti della ciurma presenti a bordo sarebbero intervenuti di corsa e, approfittando della superiorità numerica, avrebbero legato e immobilizzato in tutta sicurezza il passeggero indesiderato. Finalmente avrebbe assistito ad un giro di chiglia, non vedeva l'ora, ma prima doveva riuscire a portare a termine il proprio piano senza intoppi. Era da molto che non lottava corpo a corpo, ma dopo secoli passati a combattere con avversari molto più forti e grandi di lui, quell'anguilla codarda sarebbe stato un giochetto. Un passo, poi un altro, presto gli fu alle spalle. Trattenne il fiato, uno slancio in avanti e, come previsto, il nemico finì a terra, schiacciato dalla sua superiorità fisica, senza che ciò costasse al mozzo troppa fatica. La mole muscolare maggiore gli permise di bloccarlo dalla testa ai piedi e, infine, sottomise totalmente l'intruso portandogli la lama alla gola. Un urlo, femminile, piuttosto giovane, si liberò dal prigioniero provocando del trambusto ai livelli inferiori della nave. Qualcos'altro però, che Peter non aveva calcolato, rischiò di metterlo spalle al muro. Dal parapetto salirono infatti altri due sconosciuti, i quali, compresa la situazione, lo puntarono, uno con un'ascia e l'altro con arco e frecce. Sembravano guerrieri molto preparati e, dovendo tenere a bada la giovane sotto di sé, non sarebbe riuscito a sopraffarli senza ricorrere alla sputafuoco.
"Lasciami andare, maledetto pirata!"
La fanciulla tentò di dimenarsi, ma Peter le afferrò più saldamente il braccio, lo piegò all'indietro e per poco non glielo dislocò.
"Sta ferma! E fermi anche voi due o la sventro come un pesce!"
Con l'arrivo dei pirati della ciurma e le loro lanterne, il giovane poté mettere meglio a fuoco gli intrusi. La loro carnagione e gli abiti non lasciavano spazio a dubbi, erano indiani della tribù dei Piccaninny. Non seppe dire se li avesse mai incontrati prima, i volti degli ultimi due arrivati non gli dicevano nulla, quindi provò ad osservare meglio la ragazza. Fu in quell'istante che un suono secco di legno piegato giunse dal parapetto, così familiare che lo fece voltare all'istante. Facendo forza sull'uncino, James fu il primo a tornare a bordo e, dopo di lui, il Signor Porter ed il Signor Starkey. Erano tornati.
"Quale onore, Giglio Tigrato!"
Peter sentì un lungo fischio nell'orecchio, sapeva che quel nome gli diceva qualcosa, anzi, lo diceva a Pan. A dirla tutta, piuttosto che preoccuparsi della pellerossa era molto più curioso di sapere cosa ci facesse il corvino lì. Impossibile che fossero riusciti a recuperare il flauto, non c'era motivo per tornare a mani vuote. Abbassando la testa, il fulvo strinse ancora di più la presa sulla giovane donna. Era stato tutto previsto, James sapeva che avrebbero avuto degli intrusi, sapeva che sarebbe stato suo compito neutralizzarli e lo aveva preparato affinché non fallisse. 
"Ahi! Così mi spezzi il braccio! Fa male!"
I due indiani gettarono le armi a terra, il mozzo le vide scivolare ai piedi dell'equipaggio, ma non allentò affatto la stretta. Ad un tratto, lo stivale del corvino entrò nel suo campo visivo.
"Recluta, quella che hai catturato è la figlia del capo indiano. Sarà nostra ospite per un po', quindi cerca di trattarla con un po' più di cortesia"
Non fece domande, nemmeno si sorprese del tono freddo di James, obbedì e basta. Portò il coltello ancora più vicino alla pelle della ragazza, tanto per stare tranquillo, e poi addolcì la costrizione.
"Bentornato, Capitano"
"Grazie e ben fatto, mozzo"
Con la coda dell'occhio, Peter notò il sorriso sul volto di James, era teso, tirato. Se arrivare a quel punto era stato davvero tutto un piano ben organizzato dovevano ormai essere arrivati alla fase decisiva. Perfino il modo in cui il corvino continuava ad evitare di chiamarlo per nome era chiaramente voluto, solo uno sciocco non lo avrebbe intuito subito, quindi il ragazzo tenne le labbra serrate. Avvicinandosi ai due guerrieri, il Capitano si lisciò i baffi e, assicuratosi che Barnabas li perquisisse a dovere prima di legarli all'albero maestro, tornò a rivolgersi all'indiana.
"Come mai questa visita, principessina? Siete desiderosa di ricongiungervi al vostro amato Grande Spirito?"
L'altra ne fronteggiò lo sguardo carica di rabbia e fece forza per tentare di liberarsi. Fu inutile e le costò un taglio leggero alla giugulare.
"So che Peter Pan è qui! Dove si trova?! Liberatelo!"
Erano lì per Pan, prevedibile. Incrociando lo sguardo di James, Peter temette che l'altro gli avrebbe ordinato di confermare quell'identità che, ormai, non gli apparteneva più. Non era Peter Pan, non sapeva nemmeno chi fosse quella Giglio Tigrato, era confuso e stanco. Riportata l'attenzione sulla giovane, il corvino prese un bel respiro e, quando abbassò nuovamente il viso, un ghigno incurvava il suo volto illuminato dal fuoco della lanterna. Spostando indietro la coda del cappotto, il Capitano piegò le gambe e portò l'uncino sotto il mento della ragazza, obbligandola a incrociare gli sguardi. Peter ebbe una sorta di deja-vu, ma lo scacciò.
"Pan è morto"

Dall'equipaggio giunsero delle risate soffocate mentre si facevano più vicini alla prigioniera. Tutto era andato esattamente come previsto, ma James non fu in grado di trarne alcuna soddisfazione. Le iridi di Peter lo ferivano come lame mentre manteneva salda la presa sull'indiana, la rabbia che bruciava in essi era più forte della fiamma. Stringendo i denti, la prigioniera riprese a lottare infuriandosi ancora di più.
"Bugiardo! Il Grande Spirito ha indicato questo luogo! Lui è vivo! Lo riporteremo a casa!"
"Il Grande Spirito"
Rise. Superstiziosi ed ignoranti pellerossa. Se solo avessero saputo quale male si celava dietro le loro follie animistiche non sarebbero stati altrettanto fedeli alla voce dell'Isola. Un cenno della mano e Barnabas si allontanò sottocoperta, nel frattempo, grazie alla forza fisica di Peter, riuscirono a legare la prigioniera insieme al resto degli intrusi.
"Il fantomatico Grande Spirito su cui tanto fate affidamento vi ha ingannato, Pan non è più fra noi da molto tempo ormai"
"Come se ti credessi! Le sirene ci hanno detto tutto! Lo hanno visto! Ormai avranno già avvisato il resto del gruppo della nostra cattura! Non avete scampo!"
Uncino si lasciò sfuggire un sospiro seccato e scosse il capo.
"Mi offende essere sottovalutato in questo modo ..."
Si rivolse oltre il parapetto. Sotto l'immensa rete che avevano posizionato sul pelo dell'acqua andavano agitandosi diverse sirene, intrappolate senza aver modo di risalire o allontanarsi dal vascello.
"Una pesca fruttuosa, Capitano"
Sorrise Spugna.
"Noto, Nostromo Smee"
Prese un bel respiro, il macigno che gli aveva schiacciato l'animo, dall'istante in cui Peter si era fatto scoprire da quella sirena impicciona, si sgretolò, alleggerendolo. Ora non restava che una cosa da fare e sarebbe stato divertente, estremamente divertente. Sistemando il bavero della giacca e le maniche, il corvino tornò a concentrarsi sulla principessa indiana.
"Il piano è fallito, altezza"
Un passo dopo l'altro, James si fece più vicino a Peter. Vederlo così serio, gelido davanti ai prigionieri, coltello nella mano, pronto a scattare, a ricevere qualunque ordine, gli diede nuovamente la conferma della sua totale abnegazione alla ciurma, ma, soprattutto, a lui stesso.
"Ora libereremo entrambi i vostri uomini in modo che possano riferire a vostro padre che sia voi che le sirene siete nostre prigioniere"
Un suono metallico secco giunse dall'ingresso ai livelli inferiori, attirando l'attenzione generale, meno che la sua. Le iridi blu di James furono solo per il mozzo quando quest'ultimo sbiancò alla vista della gabbia in cui aveva vissuto i suoi primi giorni a bordo della Jolly Roger.
"Se anche un solo pellerossa attaccherà la nave verrete torturata con crudeltà"
Spinta a forza la ragazza nella minuscola gabbia, l'equipaggio le puntò contro ogni sputafuoco possibile, fu compito di Peter liberare gli altri due selvaggi in modo che recapitassero il messaggio.
"Solo quando riceveremo il lasciapassare dal capo tribù tratteremo la liberazione dei prigionieri. Non sono un uomo paziente, quindi non attenderò più di due giorni per avere la mia risposta"
Calandosi di malavoglia nella canoa con cui erano arrivati, i due indiani si allontanarono furibondi e carichi di preoccupazione. James li osservò sparire nel silenzio delle prime luci dell'alba e, solo quando fu certo che tutto il gruppo di pellerossa ancorato a distanza si fosse allontanato, tirò un sospiro di sollievo.
"Vigliacco! Se combattessi con onore, avrei già il tuo scalpo! Solo con dei trucchetti hai preso Peter! Non saresti mai stato in grado di sconfiggerlo lealmente!"
Tornando verso la giovane, diede un calcio al coperchio chiuso della gabbia producendo un suono secco.
"Farebbe meglio a tenere a freno la lingua, altezza. Su questa nave mancare di rispetto al Capitano può costare la vita"
Intervenne il Signor Starkey.
"Taci, traditore!"
Inveì la giovane al pirata.
"Non appena avrò liberato Peter lui si occuperà del vecchio stoccafisso ed a te penserò personalmente io!"
Abbassandosi, James la guardò serio, accanto a sè poteva percepire la rabbia del mozzo aumentare. Stava chiaramente per esplodere.
"Mi sembra di essere stato piuttosto chiaro poco fa. Pan è morto"
Con un cenno del capo, invitò il fulvo ad accucciarglisi accanto in modo che fosse faccia a faccia con la prigioniera. Presto il giovane sarebbe dovuto andare sottocoperta per evitare i raggi del Sole, era arrivato il momento di scoprire tutte le proprie carte vincenti.
"Principessina Giglio Tigrato, fintanto che resterà nostra ospite, sarà affidata alle cure della nostra ultima recluta. È ancora un po' acerbo come pirata, ma sono certo che ne apprezzerà la compagnia"
Con la mano buona, rivolse il ragazzo verso l'altra in modo che ne incrociasse gli occhi. Peter rimase inerte, malleabile mentre gli stringeva il mento.
"Non solo parla fluentemente il linguaggio indiano, ma ha sperimentato direttamente i vostri usi e costumi..."
Un'espressione seria calcava il volto del fulvo mentre l'indiana, incuriosita, cominciò a sporgersi per osservarlo.
"No..."
Durante il contatto, istante dopo istante, l'espressione di Giglio Tigrato mutò. Si spinse contro il metallo tanto che la pressione contro le sbarre iniziò a farle diventare il viso livido. Grandi lacrime cominciarono a rigarle le guance cancellando i segni tribali a marchiarle, colandoli in una maschera di tristezza e terrore.
"Ho ragione, Peter?"
Ricevuta la conferma definitiva, l'indiana restò a bocca aperta, schiacciata nella gabbia, le nocche sbiancate e il volto contratto in rabbia e pianto.
"Sì, Capitano. Ai suoi ordini"
Voltandosi verso l'equipaggio, Giglio Tigrato cercò con lo sguardo per qualche secondo, era chiaramente in preda al panico, e si rivolse nuovamente al Gentleman Starkey.
"Tu! Sei stato tu a fargli questo! Noi ci fidavamo di te!"
Il pirata elegantone si fece di nuovo avanti portandosi al fianco libero del Capitano.
"Avreste dovuto scegliere meglio su chi riporre la vostra fiducia"
Sbattendo i pugni contro la gabbia, la ragazza si girò verso il mozzo.
"Peter non preoccuparti! Ti riporteremo indietro! Spezzeremo l'incantesimo! Tornerai normale!"
"No"
Non chiese il permesso di parlare, ma James glielo concesse. La voce del giovane era calma, glaciale, tanto da paralizzare tutti i presenti, Giglio Tigrato compresa.
"Hai sentito il mio Capitano. Pan è morto, l'ho ucciso. Io sono Peter"
Sull'intero vascello era sceso il silenzio e, anche se non ebbe il coraggio di guardare il minore, troppo preso dall'emozione, James si sentì inorgoglire al pensiero di essere stato in grado di forgiarlo alla perfezione.
"N-No... No... T-Ti sbagli! Tu sei Peter Pan! Lo sei! Anche loro lo sanno! Ti hanno usato per attirarmi qui! Ti uccideranno non appena smetterai di essere utile!"
"Anche se fosse... Preferirei mille volte il filo di una lama piuttosto che tornare Peter Pan. Sei venuta qui sperando di salvare qualcuno che ormai non esiste più. Pan è morto"
L'altra sbatté le palpebre un paio di volte, i suoi occhi scuri sembrarono scrutare nelle sue parole, alla ricerca di un cedimento, una falla, una menzogna, ma, quando non trovarono nulla, le guance le divennero ancora più rosse ed abbassò la testa. Un attimo di sconforto e, poco dopo, la ragazza rialzò il capo, sorrideva ed era ancora più determinata e convinta di poco prima.
"N-Non può essere... Non puoi essere un pirata! Non tu! Tu sei la voce del Grande Spirito! Lui parla ed agisce attraverso di te! Se ti hanno detto il contrario mentono! Non puoi smettere di essere ciò che sei!"
Un istante dopo l'indiana era pietrificata, incapace di proferire la minima parola, con la lama di un coltello puntata a meno di un centimetro dalle labbra. James stringeva il polso di Peter con la mano buona impedendogli di avvicinare ulteriormente l'arma al viso della loro preziosa prigioniera.
"Ha ragione, Peter"
L'altro si voltò, le sue iridi verdi lo riempirono di brividi in tutto il corpo, fossero stati soli si sarebbe lasciato volentieri divorare da esse pezzo dopo pezzo. Riprese rapidamente la solita compostezza e sorrise al mozzo spostandogli una ciocca di capelli fulvi dalla fronte con l'uncino.
"Non puoi smettere di essere ciò che sei. Tu sai chi sei, vero?"
Il giovane rilassò i muscoli.
"Sì, Capitano..."
"Molto bene"
Si alzò ed aiutò il minore a fare altrettanto.
"Signor Porter..."
"Sì, Capitano Hook?"
Non si voltò nemmeno verso il medico di bordo, rimase concentrato su Peter, dalla sua espressione era chiaramente bramoso di risposte, chissà quanti dubbi e domande sul piano gli affollavano i pensieri.
"... conduca la nostra gentile ospite nella stiva e si assicuri che non abbia a portata di mano nulla che le dia strane idee. Dopodiché controlli le condizioni del Signor Sullivan e venga a riferirmi il responso"
"Subito, Capitano Hook"
Detto ciò, Barnabas caricò di peso la gabbia e cominciò la propria discesa come se si stesse limitando a sollevare un paio di cassette di cipolle. 
"Il resto di voi sa già come agire"
"Sì, Capitano!"
Annunciarono i componenti della ciurma prima di dividersi, così, alla fine, sul ponte gelido della Jolly Roger restarono solo lui e Peter, uno di fronte all'altro.
"Sarai tu ad occuparti di Giglio Tigrato. Voglio che la mantieni in buona salute e la sorvegli senza sosta. Se avrai qualcosa da riferirmi chiedi a qualcuno degli altri di venirmi a chiamare, io sarò..."
Il fulvo posò le labbra sulle sue per un triste momento dopodiché si separò.
"Agli ordini, Capitano"
Un breve cenno e si avviò verso la stiva.

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