XIII
Tappandosi le orecchie e chiudendo gli occhi istintivamente a causa dello sparo, Peter si accorse di essere finito sotto gli occhi dell'intero equipaggio solo dopo che ebbe riaperto le palpebre. La cosa lo innervosì, aveva scelto il momento sbagliato per fare la propria domanda ad Uncino, tutti lo avevano sentito. Restituendo l'arma al nostromo Smee, fu il Capitano a far passare quel momento di imbarazzo mettendosi in piedi e recuperando il controllo degli uomini che subito si separarono calmandosi. Il colpo del corvino aveva centrato uno degli oblò aperti a poca distanza dai litiganti i quali erano palesemente più spaventati di quanto lo era stato lui, dopotutto, a differenza sua, erano dall'altro capo della bocca della pistola.
"Risponderò in seguito alla tua domanda, Pan" La voce dell'altro si era fatta più gelida rispetto a poco prima, eppure non riuscì a non trovarla altrettanto carismatica ed affascinante. Osservandolo da dietro, il braccio destro contro la schiena, la postura perfetta, lo fece rabbrividire, aveva riassunto il solito tono imperioso, per l'intero equipaggio sarebbe stato impossibile non prestargli completa attenzione. Desiderò ardentemente potergli essere davanti in quel momento per poterne vedere il viso, l'espressione e, soprattutto, lo sguardo intenso, ma allo stesso tempo sapeva di non potersi muovere. Era davvero frustrante essere solo un mozzo, tutte quelle proibizioni non facevano altro che fargli desiderare ancora di più di diventare parte della ciurma come membro effettivo.
"Adesso che avete finito di divertirvi la festa si può dire conclusa. Pulite tutto e, da domani, per i prossimi tre giorni, il desiderio del signor Benson verrà esaudito" Per un secondo il Gentleman Starkey parve sul punto di dire qualcosa, ma Uncino sollevò una mano e così lo zittì sul nascere.
"L'unico a cui viene accordato di sottrarsi dal lavoro, esclusivamente in caso di necessità mediche, è il signor Porter. Tutti i vostri compiti sul vascello verranno eseguiti da Pan e dal signor Sullivan. Questo è tutto, fine della discussione" Voltandosi, il Capitano si avviò alle scale seguito dal nostromo e, nel superarlo, Peter ne vide il volto scorgendovi un breve sorriso rivolto a sé. Non ricevette alcuna risposta alla domanda sul compleanno, ma non aveva fretta di ottenerla, dunque si mise subito a dare una mano al resto dell'equipaggio per sistemare il disastro causato dalla rissa. A parte qualche graffio ed ematoma, non ci furono feriti gravi e, nonostante il diverbio di poco prima, si diedero tutti una mano a vicenda, anzi, a dirla tutta, sembravano anche più rilassati. Il solo a restare in disparte fu la vedetta, il quale, a differenza sua, non si avvicinò, rimase seduto in silenzio fino a quando il Gentleman Starkey lo portò all'esterno. Peter avrebbe voluto seguirli per scoprire quale tipo di compiti svolgesse il marinaio elegantone sulla nave, dopotutto non ne aveva ancora avuto occasione, ma si ritrovò bloccato da Barnabas.
"Peter, visto che sarai tu ad occuparti di Mr Chips ci sono un paio di cose che dovresti sapere..." A dirla tutta ormai aveva imparato a conoscere quella maialina, come nutrirla e cosa preferisse, non gli occorrevano istruzioni a riguardo. Si trattava di una scusa. Il medico non voleva che seguisse gli altri fuori e, se la situazione fosse stata diversa, l'avrebbe scavalcato proseguendo per la propria strada, ma era ancora al gradino più basso tra i presenti, controbattere era inutile. Gli fu difficile nascondere la delusione, infatti, poco dopo, il signor Porter gli scompigliò i capelli, lo faceva solo in due casi, per congratularsi e per tirarlo su, sin dai tempi della convalescenza.
"C'è anche un'altra cosa" aggiunse spostando la mano alla propria cintura degli attrezzi.
"Virgil sa già cosa fare, ma per quanto riguarda te, hai bisogno di una lezione rapida di carpenteria. Entro domani devo mettere in sicurezza la Jolly Roger, se vuoi puoi accompagnarmi mentre lavoro, così ti saprai rendere utile in caso di necessità" Era la prima volta che poteva osservare Barnabas nel suo ruolo di carpentiere, era un'occasione che si sarebbe ripetuta solo quando fosse arrivato il suo turno, tra chissà quanti mesi, quindi Peter non ci pensò nemmeno per un secondo e annuì.
"Andiamo subito!" Euforico, appoggiò su una cassa il vassoio pieno di piatti, già pronto all'azione, ma quasi subito la grossa mole del cuoco di bordo si frappose tra loro.
"Fermo lì, tu!" Appoggiandogli una mano sulla spalla, Clifton gli diede un paio di sonore pacche e poi portò lo sguardo in quello del compagno di equipaggio grattandosi la punta del naso con il dorso del pollice.
"Sicuro di poterlo fare? E se gli altri fossero contrari?" Domandò al signor Porter facendo un passo in avanti e tirandosi l'elastico dei pantaloni fin sopra la pancia gonfia. Aveva un atteggiamento sicuro nonostante fosse molto più tarchiato rispetto al medico di bordo, il quale, a causa delle sue parole, sembrò già più incerto sulla proposta appena fatta.
"Fare l'amicone con il mozzo dopo quello che è successo mi suona molto come tradimento... In più, il magazzino degli attrezzi non è vicino a dove il signor Starkey si diverte con le sue stramberie?" Massaggiandosi la lunga barba, il signor Porter emise un profondo sospiro e poi spostò lo sguardo nel suo.
"Magari facciamo un'altra volta, Peter" Abbassando le spalle, il ragazzo non capì esattamente cosa fosse successo, né il motivo per il quale un attimo prima l'altro gli avesse dato il permesso per poi rimangiarsi tutto, ma lasciò perdere e riprese la pulizia. Poco dopo, Barnabas si allontanò dagli alloggi e, a ruota, seguirono anche il cuoco di bordo e l'armaiolo, in cinque minuti si era ritrovato da solo nella semi oscurità e nel silenzio a sistemare il disastro. Raccolse ogni coccio con attenzione, in modo che nessuno vi finisse sopra in un secondo momento, trascinando le piante dei piedi nudi per non tagliarsi e, nel frattempo, racimolò i bicchieri e le bottiglie rimasti inaspettatamente integri. Pulire non gli pesò, la parte difficile arrivò dopo, quando dovette riportare tutto al livello superiore, decise di fare più giri per evitare di combinare guai. Cassa dopo cassa, alla fine del lavoro, si sedette accanto al solito, familiare catino dove cominciò a lavare le stoviglie sopravvissute. Ciò gli causò sentimenti contrastanti, in parte si sentì come ai primi tempi in cambusa e, d'altro canto, l'acqua schiumosa gli ricordò il bagno nella cabina di Uncino. Al suo fianco, il signor Clifton preparò verdure su verdure, pulì del pesce e molte carcasse di coniglio, rifornendo in questo modo la dispensa, probabilmente in vista dei prossimi tre giorni.
"Hai guardato bene dove ho messo la roba?"
"Sì, ho visto, ma non ce n'era bisogno... Ormai so cucinare" Mettendosi in piedi, Peter gli diede una mano a sistemare gli ingredienti al proprio posto. Quando ebbero finito, e per il ragazzo arrivò il momento di tornare in armeria, il cuoco lo anticipò spostandosi all'ingresso e bloccandogli l'uscita. Per un secondo il mozzo cercò di convincersi che fosse semplicemente una sua impressione, ma, all'ennesimo tentativo di superare il pirata, questi fece ancora più forza con la mano contro lo stipite e lo fissò storto, intimorendolo.
"Signor Clifton, che sta succedendo?" Tirandosi su le maniche della camicia, Peter guardò l'altro, confuso e poi indietreggiò in modo che potessero incrociare gli sguardi.
"Stai andando direttamente all'armeria, giusto?"
"Sì, esatto. Voglio fare più lavoro possibile oggi, così da lasciarvene meno domani..." Non fu capace di trattenersi, l'intera situazione lo stava innervosendo sempre di più, quindi decise semplicemente di rivelare all'altro la propria preoccupazione, dopotutto il cuoco era sempre stato un chiacchierone, magari anche quella volta avrebbe ottenuto una risposta.
"Si può sapere perché, improvvisamente, vi comportate tutti in questo modo? Da quando il Capitano se n'è andato vi siete zittiti e messi all'erta. È per la mia richiesta di avere un compleanno?" Abbassando il braccio, l'altro si grattò i capelli dietro la nuca, come faceva sempre quando era agitato, e poi si sistemò seduto a terra, pensieroso, azione che anche lui imitò subito dopo mettendosi a gambe incrociate. Per un po' rimasero in silenzio, ma, alla fine, l'uomo posò i piccoli occhi marroni nei suoi ed emise un lungo sospiro dall'intenso odore di grog.
"Hai paura di qualcosa, Peter?" Ci pensò per un attimo, non gli venne nulla a primo impatto, la sua più grande paura era sempre stata quella di crescere, ma, dopo essere effettivamente diventato un adulto, aveva scoperto che non era così terribile quanto sembrava in apparenza, se questo significava diventare un pirata. Provò a riflettere sul periodo immediatamente seguente al suo cambiamento, si sa, dopo aver affrontato la più grande delle proprie paure, è inevitabile che un'altra prenda il suo posto e così la risposta gli apparve chiara.
"La gabbia! Non voglio più tornare nella gabbia!"
"Ti avviso, stai camminando a filo d'asse. Cosa ci sia tra te e il Capitano non m'interessa, ma, se dovesse succedere di nuovo ciò che è capitato al signor Starkey, la gabbia ti sembrerà un paradiso in terra"
Fumo, sempre più fumo, una nube dall'odore di gin e cioccolato si sprigionò nell'aria, Uncino fu grato al destino per averlo messo sulla strada di un mercantile pieno di quei sigari molto tempo prima. Sapeva quanto fossero dannosi per la sua già precaria salute, ma non riusciva a farne a meno, soprattutto quando passava dei momenti più cupi o, come in quel caso, quando l'eccitazione lambiva il suo corpo e non c'erano scontri con i quali sfogarsi all'orizzonte. In quella coltre bianca e sottile perfino le lamentele del nostromo sembravano affievolirsi lasciandogli solo un piacevole sapore sulle labbra.
"Capitano... Può smettere per un momento? Quello che è accaduto questa notte con il signor Starkey è stato una cosa molto grave! Tutto l'equipaggio ne è già a conoscenza, sono confusi, temono che la sua decisione in merito alla richiesta del signor Benson possa essere stata dettata da Pan!" Togliendo il residuo di cenere ed alzandosi in piedi, Uncino si rivolse verso la finestra della propria cabina e la aprì malvolentieri, solo per la presenza dell'altro, e si abbottonò meglio la giacca per evitare che l'aria fredda della sera gli portasse qualche malanno. L'estate era ormai passata, il mare si faceva gelido e letale, il grigiore delle onde lo rilassò aiutandolo a pensare più lucidamente.
"A quanto pare i miei uomini hanno davvero la memoria corta quando si tratta dei propri errori" Appoggiata l'imboccatura all'angolo delle labbra, soffiò fuori il fumo dalle narici e tornò a sedersi alla scrivania picchiettando le dita della mano contro i disegni fatti da Peter sulla mappa. Mimò per un po' una delle armonie che più preferiva suonare al clavicembalo e poi, osservando lo sguardo confuso del proprio secondo davanti a sé, sospirò e sollevò lo sguardo.
"Se qualcuno dovesse lamentarsi, è pregato di ricordare allo specifico individuo alcuni dei regali concessi durante gli scorsi compleanni" Prendendo la pipa tra i polpastrelli di pollice e indice, la fece girare su sé stessa creando così due spirali di fumo nell'aria che si dispersero a pochi centimetri dal soffitto.
"Ad esempio, vogliamo parlare di quando il signor Clifton svuotò da solo la riserva di alcol d'importazione, conservata con cura dal nuovo mondo, in tre giorni?" Era stato un vero peccato, alcuni di quei vini erano piuttosto pregiati, avrebbe voluto avere il piacere di darvi almeno un assaggio, ma aveva lasciato perdere. Tra le sfortunate bottiglie vittima dello stomaco senza fondo del cuoco ve ne era anche una speciale che avrebbero dovuto condividere tutti insieme alla loro vittoria contro Pan, ma nulla da fare, il pirata se l'era scolata tutta fino a crollare addormentato.
"Ricordo bene, Capitano... Per poco Samson non finì all'altro mondo. Barnabas dovette farlo vomitare per ore prima di riuscire a svuotargli le budella da tutto il liquore che aveva ingerito. Un vero spreco..." Scuotendo la testa, il nostromo cercò di scacciare dalla mente il ricordo, ma ormai era uno lungo, spiacevole, indelebile periodo, visto che avevano passato la settimana seguente a ripulire il ponte della Jolly Roger da tutto il vomito non finito fuori bordo.
"E che dire dei tre giorni ad alimentazione vegetariana desiderati dal signor Starkey?" Rabbrividendo, Smee appoggiò d'istinto le mani al proprio stomaco massaggiandolo, Uncino sapeva bene dove pungerlo per portare acqua al proprio mulino.
"Lasciamo perdere... Tutta la Jolly Roger puzzò di latrina per una settimana. Non ho mai avuto le viscere più in subbuglio che in quel periodo..." Per uomini di mare, abituati ad abbondanti dosi di carne e pesce, un'alimentazione esclusivamente a base di vegetali li aveva mandati K.O. Ringraziando il cielo, in quel breve periodo di tempo, la pioggia era caduta in maniera così intensa da scoraggiare gli attacchi di Pan, altrimenti sarebbero stati spacciati. In più si erano dovuti giostrare usando i secchi come gabinetto, non potendo uscire sul ponte a causa dell'acquazzone e, con pasti composti da sole fibre, erano finiti rapidamente in un mare di merda. Uncino spense i sigari e ricacciò indietro un conato, come Capitano, lui era incluso in tutto ciò che concernesse l'equipaggio, quindi non si era potuto sottrarre. Tre giorni sicuramente da dimenticare, preferì passare oltre.
"E quando il Signor Porter obbligò tutti a ridurre le dosi di alcol?"
"C-Capisco dove vuole arrivare, Capitano" Sobbalzò l'altro, era stata una carneficina, la crisi di astinenza li aveva resi dei veri e propri mostri preda dell'ira. Fu del tutto impossibile mantenere la calma e dover gestire i propri compiti senza saltarsi addosso, alla fine Uncino era stato costretto ad annullare il regalo al secondo giorno, anche per le suppliche del festeggiato stesso. Era così che funzionava, inoltre, la richiesta del signor Benson, era tra le più innocue che gli fossero mai capitate, anche se avrebbe significato lavorare duramente, perlomeno non era troppo complessa e non obbligava nessuno a rinunciare a proprie necessità o vizi. Alzandosi in piedi, il corvino sbatté l'uncino contro il legno della scrivania producendo l'ennesimo squarcio sul bordo della mappa, gesto che portò il nostromo a sussultare per lo spavento.
"Non ho mai negato il regalo di compleanno a nessuno! Per quanto insensato o pericoloso che fosse, tutti hanno avuto ciò che volevano! Te compreso! Non ho ragione, ex Capitano Smee?" Sbiancando, il marinaio distolse lo sguardo e si torturò il bordo della giubba ricamata sfilacciandola ancora di più, era una cosa che faceva spesso sotto pressione.
"S-Smettete di torturarmi per quell'errore, Capitano..." Era stato divertente lasciare all'altro il comando per tre giorni, l'aveva trovata una richiesta interessante. Si erano scambiati i compiti e l'uomo aveva portato la Jolly Roger fino ai limiti dell'Isola, lontano, sempre più lontano, alla ricerca di una via di fuga da quell'Inferno. Alla fine, all'alba del terzo giorno di piatto oceano, nel più totale silenzio, una striscia di terra era apparsa ai loro occhi, una nuova opportunità, un segno che finalmente erano liberi. La inseguirono a lungo, senza mai poterla raggiungere, Uncino aveva concesso a Spugna di mantenere il comando sino a quando non fossero sbarcati, ma quel giorno non arrivò mai. Anche dopo mesi di navigazione, le scorte ormai al limite, le vele spiegate alla massima velocità, la meta rimase lì, intoccabile. Tornati indietro, nessuno si permise più di chiedere di prendere il suo posto, il dolore della sconfitta era stato troppo grande, per tutti.
"Concesso... Non ne farò più parola" Avvicinandosi all'amico, gli appoggiò la mano sulla spalla.
"Per quanto riguarda la questione con il Gentleman Starkey, gli ho solo posto una domanda ben precisa. Ho dovuto forzarlo a causa del fatto che aveva omesso dettagli importanti riguardo al suo incontro con Pan, niente di più" Separandosi dal nostromo, prese posto al clavicembalo, pronto a suonare un po' per scacciare via quella triste malinconia con qualche nota.
"Risolvete queste lamentele con la ciurma prima che diventino un problema o ci penserò da solo e sarò ancora meno paziente nello spiegare le mie ragioni rispetto ad ora"
"Agli ordini, Capitano" Avviandosi verso la porta, il nostromo si fermò e tornò a guardarlo per un momento mentre si accingeva a sfiorare il primo tasto.
"C'è altro?" Lo guardò sorridendo, stava diventando sempre più impaziente, voleva solo suonare un po' in solitudine.
"Una curiosità, Capitano"
"Dimmi pure" Rilassando le braccia, il corvino tastò con le dita la federa rovinata dello sgabello mentre, con l'uncino, si lisciò i baffi.
"Riguarda il ragazzo... Vi ho visti parlare durante i festeggiamenti per il signor Benson" Bizzarro che non avesse tirato fuori prima l'argomento, in effetti lui e Peter erano stati piuttosto incauti durante la festa. Stare seduti così vicini, parlarsi faccia a faccia, impossibile che la loro chimica di quel momento non fosse arrivata ad altri sguardi. Era stato davvero divertente, se solo il Sole non fosse stato ancora alto, avrebbe sicuramente invitato il ragazzo a raggiungerlo in cabina per continuare il discorso in privato. Quella notte non avrebbe perso l'occasione di riagguantarlo durante la pulizia della nave, sarebbe stato piacevole, senza dubbio.
"Allora?"
"Credo solo sia giusto avvisarvi, Capitano. Nessuno nell'equipaggio è cieco, se intendete prendere il ragazzo per voi fareste meglio a metterlo presto in chiaro. Ora che si sta irrobustendo comincia a diventare piuttosto carino, attira sicuramente molta attenzione su di sé. È ancora ingenuo per quanto riguarda i sentimenti del mondo degli adulti, ma, soprattutto, facilmente manipolabile a causa del proprio desiderio di essere accettato tra noi" Non si era aspettato, neppure per un secondo, di essere l'unico ad averlo puntato, ma se davvero il nostromo si era sentito il dovere di precisare la cosa, avrebbe dovuto dare un'accelerata al tutto. Non che gli dispiacesse. Come dare torto ai suoi uomini, un ragazzo giovane, in forma, dallo spirito forte ed indomabile, oggettivamente più bello rispetto al resto a disposizione, era una preda unica, ambita, sua.
"Lo sto dicendo per voi, Capitano. Alla mia età non sono più interessato a cose del genere, ma non sono uno sprovveduto. Un gruppo di uomini, su una barca, per anni, senza nemmeno scorgere la figura di una donna, diciamo che, ad un certo punto, si diventa meno schizzinosi"
"Metterò presto le cose in chiaro riguardo a Pan, grazie del consiglio, Spugna"
"Dovere, Capitano"
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