CAPITOLO 8
La vecchia campagna del suo nonno Marshal stava andando a fuoco.
Ormai, dopo l’ultima volta, aveva imparato la lezione: tutto ciò non è reale, è nella sua testa, è solo un sogno.
Strinse forte gli occhi e si risvegliò.
Polso sinistro, una fiamma rossa: fuoco.
Sospirò e si alzò dal letto. Oramai aveva fatto l’abitudine e si era rassegnata: la verità era molto più vicina di quanto pensasse. Viva o morta? Sapeva che l’avrebbe scoperto di li a poco.
Si preparò un bel bagno caldo e si immerse dentro. Per questa volta decise di non pensare nient’altro che a se stessa, soltanto per una volta. Probabilmente non le sarebbe più capitata un’occasione del genere e decise di non sentirsi nemmeno egoista per questa scelta.
Ben presto mi sacrificherò per il mondo intero, che vuoi che sia un bel bagno caldo come ultimo desiderio?
“Anche se, devo ammettere, mi sento di andar a fuoco già di mio” pensò sorridendo.
Uscì dalla vasca, si asciugò ed indossò un paio di jeans scuri ed una grande felpa grigia. Raccolse i capelli in una coda e scese le scale per raggiungere gli altri.
- Cari amici, ho il piacere di annunciarvi che sì, sono completa.
Diana smise di sorseggiare il suo thè e, insieme agli altri, la guardò stranita ed incuriosita.
- Intendi che…
- Sì, il quarto elemento: fuoco. Terra, acqua, aria e fuoco.
- Ciò significa che… - cercò di collegare i pezzi Clark.
- Kim è vicino.
- Più di quel che pensiamo – constatò Victor.
- Era ora – borbottò Aquaman ma Rebeccah non si lasciò sfuggire questo commento. Si avvicinò a lui, che era più lontano dagli altri, e chiese:
- Dimmi, non vedi l’ora di liberarti di me, vero?
Quel che ne seguì alla sua domanda non seppe spiegarlo. Si girò di scatto nella sua direzione e la guardò con uno sguardo… preoccupato? Sollevato?
- Cosa ti spaventa? L’idea che io possa farcela?
- Al contrario, l’idea che tu non possa farcela. Sei molto forte, l’abbiamo visto tutti ma… non conosciamo il nemico.
- L’avete mai conosciuto?
- In un certo senso… quel che voglio dire è che non sappiamo quanto realmente possa essere pericoloso.
- E’ soltanto Kim.
- Era, Rebeccah. Ora un mostro si è impossessato di lui e stando ai libri di tua nonna quel… ‘Caos’ è molto potente. Peggio di qualunque altro nemico abbiamo dovuto affrontare finora.
- Arthur, ti prego… ho bisogno che crediate in me affinché io possa farcela.
- E lo faccio, io credo in te. Ma sta attenta, ti prego. Ok?
Rebeccah annuì cercando di essere forte, nonostante le lacrime le minacciassero di uscire copiosamente.
Arthur teneva a lei, e ne era felicissima.
Un altro incubo, l’ennesimo. Erano due giorni che non riusciva a chiudere occhio, nonostante cercava di pensar positivo, la negatività si era impossessata inconsciamente di lei.
Si svegliò di soprassalto respirando a fatica, con le spalle che si alzavano ed abbassavano a molta velocità.
Si tolse le coperte di dosso e scese giù a bere un bicchiere d’acqua. Aprì il frigo e…
- Non riesci a dormire?
Saltò spaventata rischiando di far cadere la bottiglia per terra.
- Oddio Artu, mi hai spaventata!
- Scusa, non era mia intenzione.
- Che ci fai sveglio?
- Non riuscivo a dormire, e tu?
- Nemmeno – disse versandosi dell’acqua nel bicchiere – incubo – fece una smorfia.
- Che genere di incubo? – le si avvicinò.
- Del tipo che Kim mi teneva prigioniera e… oddio – sospirò bevendo tutto d’un fiato.
- Vieni qui – disse per poi abbracciarla – devi star tranquilla, ok? Andrà tutto bene, ci siamo noi con te.
- E’.. è che – singhiozzò – insomma Arthur, neanche un mese fa ero una comunissima ragazza con una normalissima vita, nuotavo e…
- Nuotavi? Ma che brava pesciolina!
Quel commento la fece sorridere.
- Scemo – lo colpì scherzosamente alla spalla.
- Ahia! Mi hai fatto male! Caspita sei diventata davvero forte eh? – sghignazzò.
- Sta zitto – sorrise e gli fu molto grata per questo.
- Ti va dì… beh, uhm.. – tossì imbarazzata – farmi compagnia?
Arthur la guardò sorpreso alzando le sopracciglia.
- Certo.
Passarono la notte chiacchierando del più e del meno, condividendo piccoli segreti tra quelle quattro mura che racchiudevano la camera di Rebeccah. L’uomo le sorrideva, non consapevole di far innamorare una ragazza dal cuore d’oro e fragile.
N.A
Salve gente! Come promesso eccomi tornata con un altro capitolo, non molto lungo lo so mi spiace. Spero che almeno un po' vi stia piacendo questa storia! Ringrazio tutti voi che leggete, miei piccoli lettori silenziosi 😂♥
Alla prossima ♥
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