Ribbellione

La Tompson, la professoressa che più lo odiava in tutta la scuola e, credetemi, il sentimento era reciproco.
Arrivò in classe con la testa alta, i capelli legati in uno chignon orribilmente stretto.
Si guardò intorno, notando così che anche sulle facce dei compagni era stampata un'espressione contrariata.
La Tompson, d'altro canto, sorrideva come se si trovasse al compleanno di un qualche suo caro amico.

Passarono diversi secondi ripieni di pura angoscia mista a rabbia repressa, poi finalmente, la donna parlò:
"Bene ragazzi, da quello che avrete oramai notato, la professoressa Lee è a casa malata, ma state tranquilli queste ore non verranno sprecate, perché ci sarò io al suo posto!"

Tra gli studenti si diffusero mugugni di protesta e insulti detti a bassa voce, subito zittiti da un urlo forte e spaventoso.
"Bene: iniziamo la lezione! Prendete un foglio per gli appunti e mettete via tutti quei colori, ma prima..."

Girò la testa nella direzione di Cass e a grandi passi raggiunse velocemente il suo banco, con un'espressione maligna in volto. "Signor Blake....non mi sembra che il suo abbigliamento sia adatto al regolamento della scuola."  Cass avrebbe voluto sbuffare, ma si morse la lingua. Invece, decise di parlare in modo educato. Era sempre la soluzione migliore. "Mi scusi, ma in che modo?" "Il pantalone: non arriva al ginocchio" Va bene, certe volte essere educati non è davvero la soluzione. Strinse i pugni. 

Nella classe si diffusero risatine divertite: "l'ennesima lotta tra la Tompson e Cass" pensavano tutti.  Eppure Cass non rideva.  Sentiva il freddo dello sguardo della professoressa sulla propria pelle. "Bene, visto che non ha niente da rib-" Non si accorse di quello che era successo finchè non si guardò intorno. Osservò la sedia che aveva fatto cadere, come in trance.                                     "Si risieda. Immediatamente." Eppure non si sedette. Stava sbagliando? Probabile. Il suono dei suoi passi rieccheggiò per l'aula. Non si voltò indietro quando lo chiamarono.


Jason ovviamente era già nei corridoi. Sorrideva ad un piccolo quadernino rettangolare, scrivendo con foga.Era truccato, diversamente dal loro incontro delle mattina. Questo lo fece un po' sorridere. Alzò leggermente la mano, insicuro su cosa dire. Gli avrebbe creduto? E soprattutto....lo avrebbe capito? Solo allora si rese conto  di essere insicuro sulle gambe. Tutta l'audacia e la sicurezza erano svaniti, lasciando posto solo allo sconforto.

Non appena lo notò gli corse incontro. Lo guardava come se fosse appena tornato da una battaglia con un braccio in meno. Non gli piaceva. Anzi, in quel momento lo odiò. "Sono andato via dalla lezione..." confessò, in un soffio.  Era un'ammissione più verso se stesso, che per Jason. Si aspettava una qualsiasi reazione di sdegno, capite? Anche una presa in giro, magari.

Alzò lo sguardo quando Jason gli scompigliò i capelli con un sorriso fiero in viso. "Awwww la tua prima ribellione!" Si guardarono per mezzo secondo e poi entrambi scoppiarono a ridere. Ridevano perché  in realtà era l'unica cosa che riuscissero al fare in quel momento. 

Andarono alla stessa panchina del mattino. Non è che avessero un posto in cui andare a prescindere. "Siamo pazzi...pazzi, pazzi, pazzi." Jason sospirò pesantemente. Si accese una sigaretta con tranquillità. "In realtà siamo tutti pazzi. Alcuni fingono solo di non esserlo." Anche Cass sospirò. 

"Non sapevo fumassi..." 

"Ci sono molte cose che non sai, stellina." Cass lo guardò male. Anche se in realtà il soprannome non gli dispiaceva.  "Crea dipendenza"  "Anche il caffè."

Rimasero in silenzio per tanto. Non perché non sapessero cosa dire. Si sarebbero detti tante di quelle cose! Ma semplicemente perchè certe volte il silenzio fa bene. Come se ti curasse un po' l'anima.  Il vento soffiava fresco. Cass si toccò i capelli, ancora umidi. Sperò di ammalarsi. Sperò di prendersi una di quelle febbri che non riesci neanche a ricordarti come ti chiami. Anche se non era esattamente una buona idea.

Si prese il viso tra le mani, sospirando. Era tutto così complicato. Ma non per Jason. Aveva finito la sua sigaretta e stava semplicemente lì, a guardare il mondo. Eppure sembrava che non lo vedesse davvero. Si mise a canticchiare una vecchia canzone. Cass sapeva che era vecchia senza saperlo veramente.  "Perchè canti?" Mormorò. "Perchè non canti mai, stellina? Per me saresti bravo." Riprese a canticchiare. "Si canta solo quando si è felici, Jason. E ti assicuro che adesso non è il momento." Lo ignorò un po'. Solo un po', chiariamoci. Giusto per finire il ritornello. "Waiting for my prince to come...." Sussurrò. 

Cass voleva sorridere, ma si morse il labbro. In realtà avrebbe voluto canticchiare anche lui. Cavolo, aveva praticamente mandato a quel paese la sua professoressa! Era una cosa per cui aveva il permesso di essere felice?  Oppure si sarebbe dovuto sentire in colpa? Decise che per un po' avrebbe potuto ignorare le regole.  D'altronde, chi non si prende una pausa ogni tanto?

"Ehi stellina...hai mai pensato di voler scappare ogni tanto?"                                                                             "Non chiamarmi così, è stupido."  Jason sorrise. Poi così, senza avvertire si stese, appoggiando la testa sulle gambe di Cass. Lui venne preso di sorpresa e un leggero rossore gli si diffuse per le guance. "Non è stupido, è carino." Annuì alle sue stesse parole, come per darsi ragione.

Certe volte Cass si chiedeva se Jason non fosse semplicemente un bambino in un corpo da adolescente. Avrebbe avuto senso. "Che canzone era, quella di prima?" Gli occhi di Jason si illuminarono. Questa volta era Cass ad averlo preso di sorpresa. "Eric Clapton. "My father's eyes". 1992." Rispose a macchinetta. Cass pensò che se gli avesse chiesto di più gli avrebbe elencato tutte le canzoni americane uscite dagli anni '80 fino ai 2000.  E forse lo voleva ascoltare.

Ma all'improvviso arrivò un'auto. Non era di Grace e tantomeno di Emily. Cass ci mise un po' a riconoscerla. Il panico gli tolse il fiato. "No..." "Ehi, che succede?" Cass deglutì a vuoto. "Jason...dobbiamo andarcene."

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