Gli opposti si attraggono
Cassidy Blake non credeva all'amore a prima vista, la considerava una cosa stupida, senza senso e a tratti anche da pazzi.
Letteralmente, gli adulti ci insegnano fin da piccoli che non bisogna giudicare dall'aspetto, ma poi fanno credere ai bambini e alle bambine all'amore a prima vista, non è una contraddizione?
Alcuni cercano di spiegare questa assurda teoria con i 'soul mate', le anime gemelle, però Cass non credeva neanche a quello.
Chi era che decideva che si doveva innamorare e chi no? E se quella entità fosse stata
contro gli omosessuali lui come avrebbe fatto?
Così quando per i corridoi della Meanville High School incrociò lo sguardo con un emo di prima categoria e sembrò che un fulmine si schiantasse sul suo cuore, decise che quella reazione così strana e improvvisa fosse solo solo frutto della bellezza di quel ragazzo.
Lì per lì non ci diede molto peso, non solo perché probabilmente era solo una crush temporanea, l'altro motivo era che si trovava in ritardo.
Lui non era mai in ritardo, così denominò quella giornata come "il giorno peggiore della mia vita".
Quando arrivò in classe col fiato grosso, la professoressa gli lanciò solo un'occhiataccia prima che scoppiasse il finimondo.
"Blake, in ritardo! Vada subito dal preside!"
Lui si fermò, le mani ancora nello zaino, gli occhi strabuzzati.
"Mi scusi?" Le rispose subito.
"Ha sentito bene, vada!"
"Non può fare questo! Sono sempre in orario e prendo buoni voti e la campanella non sarà suonata da neanche cinque minuti."
Lei ebbe la faccia tosta di alzare il mento e lanciargli uno sguardo di sfida.
Cass sapeva che in realtà la professoressa durante ogni lezione cercava una scusa per mandarlo in presidenza, la ragione era che il suo modo di vestire:
Aveva sempre adorato i colori sgargianti come il rosa, il viola e l'azzurro, si metteva spesso maglioni di quel colore abbinati con pantaloni o jeans aderenti.
Tutto questo però da lei veniva considerato sbagliato, perché 'solo le ragazze possono indossare cose come quelle'.
Alla fine, però, cedette; uscì dalla classe sbattendo la porta, aveva recuperato tutte le sue cose velocemente, ovvero lo zaino con i libri, il suo telefono con la cover rosa e un bricco di caffè ghiacciato dello starbucks.
Non guardando dove camminava, accecato dalla rabbia, andò a sbattere contro qualcuno, rovesciando il contenuto della grande tazza completamente sul pavimento.
Alzò la testa pronto a urlare contro a chiunque avesse trovato di così alto da superarlo di mezza spanna.
Quando i suoi occhi però incrociarono un viso maschile con del trucco, si bloccò, era bellissimo, il trucco gli donava proprio, come una sottilissima striscia di drag.
"Ehi, perché sei così arrabbiato, biondino?"
"Non sono fatti tuoi."
Cassidy continuò a camminare, ma si fermò quando una mano gli si appoggiò con delicatezza sulla spalla.
"Che ne dici se ti offro un caffè, avrei dovuto guardare dove andavo."
"Io...dovrei andare dal preside, in realtà..."
Il corvino alzò gli occhi al cielo e poi tornò a guardarlo con un ghigno in volto.
A quel punto Cass abbassò lo sguardo per l'imbarazzo e solo allora, notando l'abbigliamento dell'altro capì chi era:
Era il ragazzo emo che aveva notato quella stessa mattina nei corridoi.
"Nessuno se ne accorgerà!"
Poi, senza aspettare una sua eventuale risposta lo prese per la mano e iniziò a trascinarlo.
"Dai, seguimi! Conosco un bar italiano che fa un caffè migliore di quella cosa dozzinale!"
Disse riferendosi alla povera bibita rovesciata.
Il biondino piantò i piedi a terra, punto numero uno: come osava insultare la sua bevanda preferita?
E numero due: cavolo, non lo conosceva nemmeno e se lo stesse portando in una sorta di cimitero super spaventoso con altre persone emo che lo avrebbero usato come persona sacrificale!?
Sfortunatamente però, sarà stato per i loro quindici centimetri di differenza o dal fatto che il ragazzo emo andava in palestra tutti i giorni, non potè fare altro che continuare ad essere trascinato ad oltranza.
Arrivarono a un bar non troppo lontano dalla loro scuola, fino ad allora nessuno dei due aveva aperto bocca e Cass sperava che continuasse ad essere così: nutriva un odio profondo verso le persone che parlano troppo.
Si sedettero ad un tavolino posto all'esterno della struttura e l'altro ragazzo ordinò due caffè.
"Quindi....che ti è successo, biondino?" Iniziò lui, cordiale.
"Non mi chiamo biondino!" Gli rispose acido.
"Allora facciamo le presentazioni! Io mi chiamo Jason, ma puoi chiamarmi Jass. E tu sei...?"
"Cassidy Blake."
Vennero interrotti dal cameriere che portava due piccole tazzine ripiene di un gustoso liquido scuro.
"Ora ricominciamo: che ti è successo, Cassidy?"
"Perché mi dovrei fidare a dirtelo?"
"Sei sempre così scontroso?"
"Tu sei sempre così emo?"
Nell'aria risuonò una risata fragorosa e cavolo....che risata.
Cass rimase incantato ad ascoltarlo mentre rideva e non sapeva perché, ma gli ispirava fiducia.
"La professoressa mi ha mandato fuori dalla classe perché mi piace vestirmi con cose che secondo lei sono 'da femmina'."
Jason si fermò di colpo, la faccia sconvolta, Cass pensava già al peggio e si maledisse per essersi fidato.
"Non può farlo! È ingiusto da tutti i punti di vista! Un'insegnante dovrebbe preoccuparsi di aiutare i suoi studenti, non della loro stile di vestirsi."
"W-wow."
Solo a quel punto il moro si accorse di avergli letteralmente urlato in faccia e si scusò velocemente, arrossendo.
"No, tranquillo e poi non è proprio così drastica, solo cerca in ogni modo di buttarmi giù."
"Fammi indovinare....è stata la Tompson, vero?"
"Come hai fatto a-"
"Anch'io l'avevo l'anno scorso e faceva lo stesso con me."
Per il biondino fu come se il mondo si fermasse di colpo, rimase un paio di secondi con la bocca aperta e gli occhi sgranati.
"Perché anche a te?! Sai, sembri un ragazzo abbastanza...nella norma. A parte il trucco e i vestiti da emo per lo meno.... "
"Beh...visto che tu ti sei fidato di me, io mi fiderò di te: sono pansessuale "
Guardandosi un po' in giro mentre ascoltava a Cass era caduto l'occhio sull'orologio di Jass, notando l'orario.
"Oh, no."
"Che succede?"
"È stato bellissimo stare con te e spero di rivederti, ma tra poco inizia la prossima lezione e devo andare!"
In tutto questo buttò il caffè giù in un sorso solo, e iniziò a prendere lo zaino.
"Grazie per il caffè!"
"Aspetta!" Gli urlò dietro Jason.
"Tieni! È il mio numero....chiamami ok?"
"C-certo!"
Poi Cass scappò via, diretto nuovamente verso la scuola.
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