Legame paterno

BETTY
Restiamo abbracciati sotto le stelle ad ascoltarci in silenzio. Jug mi stringe a sè mentre tengo la testa sul suo petto.
Dopo aver saputo di più sulla sua vita,lo sento più vicino a me.
È quasi mezzanotte quando decide di accompagnarmi a casa, fermandosi qualche isolato prima affinché i miei non sentano il rumore del motore della moto.
A mia madre potrebbe venire un infarto sulla porta.
"Va bene allora io vado" gli dico scendendo dalla moto e togliendomi il casco.
"Stai scherzando? Pensi che ti lascerei tornare da sola a quest'ora di notte?"
Lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Scoppio a ridere
"Jug sono solo pochi isolati"
Scende dalla moto mettendola in equilibrio sul cavalletto e poggiando il casco sulla sella.
"Mi dispiace signorina Cooper ma dovrà sopportare la mia presenza ancora per un po' " e mi porge il suo braccio con modi cavallereschi.
È così dolce in questo momento. Non potrei desiderare nulla di meglio
Mi prende la mano e ci incamminiamo verso casa dove arriviamo dopo appena 2 minuti.
Vorrei fossero stati di più.
Mi volto mettendomi di fronte a lui.
Improvvisamente sembra nervoso, come se volesse dirmi qualcosa e non trovasse le parole giuste.
"Betty io... volevo ringraziarti per stasera... per essermi stata vicino e "
Gli metto un dito sulle labbra, bloccando il suo discorso.
"Jug siamo in due ora. E qualsiasi cosa tu voglia fare io ti sarò vicina e ti supporterò"
Il suo sguardo è pieno d'amore e di gratitudine per queste parole.
Non aggiungiamo altro, non serve.
"Buonanotte Jug"
"Notte Betts"
E prima di voltarmi per entrare in casa, gli do un bacio veloce per salutarlo

La mattina dopo
Non ho dormito molto stanotte. Pensavo a Jug, e a quello che avrebbe dovuto affrontare una volta tornato nella roulotte. A quello che deve affrontare tutti i giorni.
Non dovrebbe essere cosi.
Jughead è un ragazzo fantastico, intelligente, determinato, coraggioso. Non dovrebbe vivere all'ombra di suo padre rimediando ai suoi casini.
Gli ho detto che ci sarei sempre stata per lui ed è quello che ho intenzione di fare.
Scendo le scale e, sapendo di non trovare i miei che sono usciti prima per andare a lavoro, esco di casa diretta alla roulotte.

Quando arrivo davanti alla porta della roulotte esito un po' prima di bussare.
So per certo che Jug è già a scuola perché prima mi ha inviato un messaggio

Amore sono in aula studenti.. ti aspetto 💕

Amore.
Leggere questa parola e ripeterla nella mia mente mi ha dato maggiormente la forza di fare quello che sto facendo.
Busso alla porta ma nessuno mi risponde nè sento movimenti all'interno.
Busso nuovamente ma la situazione non cambia quindi decido di entrare.
"Signor Jones?" grido dall'atrio, guardandomi intorno.
Entro in soggiorno dove il divano disfatto prova la scorsa notte passata dal padre di Jughead ubriaco.
"E tu chi sei?"
Mi giro di scatto, in agitazione.
Fp è davanti alla porta della camera da letto, dove ieri io mi nascondevo vedendolo ubriaco sul divano mentre suo figlio era disperato.
È in canottiera con una camicia celeste a riga sbottonata e i capelli arruffati.
Sembra essersi appena svegliato ma almeno oggi sembra lucido. Da una parte sarei rimasta sorpresa del contrario: sono appena le 7.30 di mattina. Dovrà ancora smaltire la sbornia di ieri.
" Salve signor Jones.. io sono Betty. Un'amica di Jughead"
Decido di non definirmi ancora la sua ragazza. Dubito che Fp abbia mai sentito parlare di me e, anche se fosse, non se ne ricorderebbe.
"E perché sei qui?"
Il suo tono è seccato. Quasi come se l'avessi disturbato e lo stessi distogliendo da impegni ben più importanti.
"Sono qui per... parlare di Jug"
"Che è successo a Jughead?" Mi chiede voltandosi bruscamente e , per un attimo, giurerei di aver letto preoccupazione nei suoi occhi.
"Nono non è successo nulla... il fatto è che..."
Mi blocco, cercando le parole giuste da usare. Non voglio essere fraintesa nè ferire nessuno. Voglio solo che capisca quanto il suo comportamento ferisca Jug.
"Jug sta male.. per questa situazione"
Mi guarda sorpreso per la mia schiettezza mentre indico le bottiglie vuote in giro per la casa, a sostegno della mia accusa.
"Betty questi non sono affari tuoi"
Cammina a passi larghi verso la porta che apre invitandomi ad uscire.
Ha smesso di guardarmi negli occhi dopo le mie parole. E sto per andarmene ma poi mi ricordo dello sguardo di Jug ieri sera. Di quanto fosse ferito e deluso. E non posso deluderlo anche io. Mi rifiuto di farlo.
"Io non capisco Signor Jones. Perché ignora così suo figlio? Ha lasciato la sua famiglia per seguirla e lo ripaga così?"
"Betty tu non sai nulla della mia famiglia" urla tenendo ancora aperta la porta.
In realtà so cosa è successo ma non voglio insistere su questo.
"So che Jughead ha seguito lei sperando che avendolo vicino, si sarebbe messo in riga. Ma così non è stato"
Nessuna reazione. Continua a fissare il vuoto facendomi dubitare delle mie intenzioni. Così decido di andarmene.
Ma non prima di aver detto un'ultima cosa
Mi avvicino a lui e guardandolo fisso negli occhi gli dico:
"Un padre che continua a stare con gli stessi delinquenti che hanno picchiato suo figlio non merita di essere definito tale"
Sembra sconvolto da queste parole ma ormai non gli do peso, perché il pensiero di Jughead picchiato da Tall Boy mi invade improvvisamente la mente e mi fa stare troppo male. Mi volto e corro lontano dalla roulotte e dal mondo dei serpents.

JUGHEAD

Sono appena le 9 quando la campanella ci avvisa, finalmente, della fine della lezione di biologia.
Non ho sentito una parola di quello che ha spiegato la prof. Ero e sono troppo preoccupato per Betty
Le ho mandato un messaggio più di un'ora fa e ancora nessuna risposta.
Non è da lei... come non è da lei saltare le lezioni senza avvisare.
Prendo lo zaino ed esco dal laboratorio precipitandomi in corridoio dove scorgo Archie alle prese con il suo armadietto e mi avvicino a lui.

"Hey Archie hai visto Betty?"
"Ciao Jug, buongiorno anche a te" mi risponde sarcastico ma non ho tempo per questo.
"L'hai vista o no?" replico in un modo un po' troppo brusco che sorprende Archie.
Ieri Betty ha saputo da me tutta la verità sui serpents. E oggi è scomparsa. E se Tall Boy ci avesse seguiti e poi fosse andato da lei per farmela pagare?
Mi manca il respiro. Sembra che mille pareti si stiamo avvicinando attorno a me e mi stiano per schiacciare.
"Jug.. che succede? "
Si avvicina a me tenendomi per un braccio.
La mia agitazione si placa dopo pochi secondi quando il telefono mi vibra nella tasca.
Lo prendo immediatamente e tiro un sospiro di sollievo leggendo il nome di Betty sullo schermo:

Amore scusami ma non sono riuscita a svegliarmi presto stamattina. Sarò lì per la terza ora di lezione.😉
Ti amo

Mi appoggio all'armadietto cercando di riprendere fiato dopo lo spavento di poco fa.

Ti amo anche io

Le rispondo velocemente per poi accorgermi che Archie è ancora lì, che mi fissa.
"Amico scusami... è che ieri ho raccontato a Betty la verità sui serpents e non vedendola stamattina mi sono preoccupato ... sai...di una vendetta di Tall boy"
Archie sa tutto della mia vita. Non ha mai detto a nessuno dei miei segreti, nemmeno a Betty. Mi ha dato prova che di lui mi posso fidare molte volte da quando mi sono trasferito. E in poco, pochissimo tempo è diventato mio fratello.
Non sembra sorpreso dalla mia confessione.
"Hai fatto bene Jug... Betty merita di sapere la verità. Vedrai che andrà tutto bene" mi rassicura con una pacca sulla spalla.
Lo spero davvero Archie.
Dopo circa un'ora raggiungiamo Veronica in aula studenti dove ci sta aspettando anche Betty.
Stanno parlando tra di loro e Betty sembra... imbarazzata. Magari stanno parlando di me.
Questo pensiero mi sfiora la mente e mi fa sorridere.
Quando Betty mi vede corre verso di me, gettandomi le braccia intorno al collo e abbracciandomi.
Faccio lo stesso stringendola ancora più forte e respirando davvero per la prima volta da stamattina.
Nel sottofondo i commenti sarcastici di Archie e Veronica si fanno sentire.
Scoppiano a ridere e mi accorgo di quello che ho adesso. Quest'atmosfera mi è sempre mancata. Ora mi sento davvero felice.
Il telefono vibra nuovamente nella mia tasca.
Lo prendo e resto a bocca aperta leggendo il nome Papà sullo schermo di chiamata.
Rispondo subito
"Papà?"
"Devo parlarti"
Rabbrividisco. Che cosa è successo stavolta?
"Papà che è successo?"
"Sono fuori scuola"
E stacca la chiamata.
Guardo i ragazzi, preoccupati quanto me, e mi preparo al prossimo disastro che dovrò affrontare.

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Penso che questo sia il capitolo più lungo finora. Vi sta piacendo la storia? 🙃🙃
Se riesco aggiorno stasera ❤❤

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