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Di cosa sta parlando?
Quella che se la sentirà di più di scoprire la verità?
«A chi devo consegnarla?» Farfuglia il notaio notando il nostro silenzio. Non ci penso due volte, sono io quella persona. Sembra che le mie sorelle pensino lo stesso.
«Può dare a me» mormoro, piegandomi in avanti in procinto di prendere tra le mani quella misteriosa busta.
«Potrebbe spiegarci che cos'è di preciso?» Chiede Luna, precedendo la mia domanda.
«Purtroppo non posso rispondere alle vostre domande. Amanda mi ha consegnato questo plico sigillato, dicendomi solamente cosa riferirvi. L'unica cosa ovvia è che sono pagine di un qualcosa, tante pagine» Noto la sottile ed amara tristezza nella sua voce.
«Tuttavia credo sia qualcosa di davvero importante» mormora, ricomponendosi. Sono sorpresa di tale coinvolgimento emotivo. Credo che deve essere stata molto dura per lui sapere cosa stava accadendo senza poter fare nulla per fermarla.
«Ora purtroppo ho un altro appuntamento, posso accompagnarvi alla porta?» Tutto d'un tratto veniamo come liquidate dal notaio. Annuiamo, ci alziamo dalle poltrone dove eravamo sedute, e frettolosamente usciamo dal suo studio.
In un attimo ci troviamo fuori da quel vecchio edificio.
Sono molto confusa, non vedo l'ora di tornare a casa per aprire immediatamente questa grossa busta. In men che non si dica arriviamo alla macchina.
«Credo che siamo tutte convinte che il plico debba tenerlo tu» mormora Luna.
«Assolutamente» aggiunge Marie di soprassalto. Sono lusingata dalle loro parole, non pensavo avessero questa considerazione di me. Sembra quasi debbano scusarsi di qualcosa.
«Beh grazie» sussurro.
«Sbaglio, o il notaio ci ha praticamente scaricate?» Mormora Luna mettendo in moto, cambiando di proposito discorso. Credo sia arrivata al suo massimo di espansività.
«Ha detto di aver un altro appuntamento, no?» Controbatte Marie.
«Non penso avesse un appuntamento. Credo che semplicemente iniziasse a sentirsi a disagio. Tuttavia come dargli torto, dai i suoi veloci racconti sembravano molto amici» mormoro.
«Magari era la sua amante» sussurra Marie dal suo posto sul retro.
«Perché devi essere così dannatamente fuori luogo? Ne dubito» Luna sta tentando evidentemente di non perdere la calma, non che sia una novità. Credo si senti come se il mondo tentasse di innervosirla.
«Marie, sai quanto noi che Amanda è sempre stata single» solo alla fine della frase, penso che, Amanda ci ha nascosto così tante cose. Non sarebbe un caso se dovessimo scoprire il contrario.
«Mh, non ne sono sicura» sussurra Marie, dubbiosa. Sono contenta che il discorso si sia chiuso.
«Prima di tornare a casa dobbiamo passare al supermercato» Luna rompe il silenzio cambiando discorso, di nuovo.
«Non abbiamo già tutto in casa?» Mormoro, non credo ci serva altro. Luna ci è già andata un paio di giorni fa ad ha comprato un container di cibo.
«Ah, lei non lo sa» afferma ridacchiando Marie.
«Cosa non so?» Mi giro verso di lei.
«Meglio se è Luna a dirtelo. A lei è venuta l'idea!»
«Luna?» Mi giro nuovamente, questa volta dal lato di Luna, che fa finta di nulla.
«Luna?!» Chiedo di nuovo, alzando il tono della voce.
«Okay okay. Allora» mormora, come fosse infastidita dalla mia pressione.
«Continua, grazie» sussurro, fingendo uno spudorato sorriso.
«ho deciso di invitare Noah a cena. Sai, in onore dei vecchi tempi»
«Tu?! Cosa?!» Grido sconvolta.
«Ascolta, sarà divertente!»
«Divertente Luna?! Non ci siamo già messi in imbarazzo abbastanza?!»
«Io rimarrò della mia tesi. Secondo me siete fatti l'uno per l'altra»
«Ecco, hai appena svelato il reale motivo della cena. Accoppiarmi con il lunatico!»
«Sembri una bambina isterica, secondo me ha ragione Luna» mormora Marie.
«Qualcuno ha chiesto il tuo parere Marie?» E se fossi io quella pazza? No, non è così. Luna ha appena invitato Noah a casa dopo che ci sono volute due settimane per tentare di dimenticare la vergogna.
«Ascolta, ma non sarai sola! Ci siamo anche io e Marie al tavolo» Luna continua imperterrita nel suo tentativo di convincermi.
«Questo mi tranquillizza un sacco, grazie mille» mormoro, prendendo in giro il suo tentativo.
«In ogni caso ormai è già deciso. Quindi ora accetta il fatto che in realtà dentro di te sei pazza dalla gioia, ma troppo orgogliosa per ammetterlo. E accompagnami dentro. Avremo bisogno di due carrelli» Afferma mentre parcheggia l'auto. Le sferro uno sguardo infuocato. Io dovrei essere meno orgogliosa e accettare che in realtà sono pazza della gioia? Mh, non credo affatto.
«Ascolta, non volevo farti arrabbiare» mormora Luna, mentre è intenta a scrutare ogni singolo prodotto nella corsia delle salse.
«E allora cos'è che volevi?» Sussurro con tono accusatorio, sotto voce, mentre dei signori passano per la nostra corsia.
«Semplicemente tirarti su di morale. Sei molto giù ultimamente» mi sorprende che abbia fatto tutto ciò per farmi stare meglio, ma avrebbe potuto fare ciò che le persone normali fanno. Comprare del gelato e dei dvd per esempio.
«Beh, sono stata tradita e mia nonna è scomparsa. Non potrei aver altro umore. Sono passate solo un paio di settimane» mentre parlo arriviamo alla corsia accanto, quella dei surgelati. Luna si ferma, e si gira verso di me. Ho in mente cosa sta per dire. «Ascolta forse sono stata un po' azzardata. Ma apprezza almeno la buona volontà» non posso far altro che perdonarla, in fin dei conti non potrà essere una tragedia. È solo una cena.
«Preso tutto?» Chiede Marie ironicamente, vedendo l'enorme quantità di roba portata fuori da me e Luna.
«Ha comprato tipo tutto il supermercato quindi credo di sì» mormoro guardandola, mentre finiamo di posare le ultime cose nel bagagliaio.
«Non prendetemi in giro, sapete che adoro cucinare!» Afferma Luna raccogliendo le ultime cose.
«Peccato tu debba cucinare solo per quattro persone e non per quaranta» mormoro, guardando Marie complice.
«Smettetela voi di fare comunella! Andiamo, sono in ritardo con la preparazione della cena» mormora mentre apre la portiera dell'auto.
«Ma se mancano ancora quattro ore»
«Appunto Marie. Mancano solo quattro ore!»
«Ragazze, prendete dei grembiuli e datemi una mano» afferma appena entrata dalla porta di casa.
«Un momento, vado a posare il plico in camera mia» mormoro, mentre con il plico tra le mani mi avvio per le scale. Non vedo l'ora di aprirlo, peccato non poter iniziare ancora. Ma mi sono ripromessa di pensare in positivo.
'È solo una cena' mi ripete la vocina nella mia testa.
«Lana!» Grida Luna dalla cucina. Non mi lascerà andare fino a quando non l'aiuterò a cucinare. Non rispondo ma mi appresto velocemente a scendere. «Come posso aiutare?» Mormoro mentre prendo un grembiule azzurro dal bancone.
«Sbuccia queste» sussurra mentre mi porge delle patate.
«Agli ordini. Marie dov'è?» Mi aspettavo fosse già qui alla mercé dell'executive chef.
«È in camera sua. Presto scenderà anche lei» mormora emettendo un ghigno, ha capito cosa stavo pensando.
«Eccomi!» Marie è arrivata in cucina.
«Qual'è il mio ruolo?» Sussurra indossando anche lei uno dei grembiuli sul bancone.
«Sbuccia queste, poi vi lascio andare. Promesso» mormora Luna, avvicinando il cesto con le patate a Marie.
«Siamo state fortunate» sussurra Marie sottovoce mentre Luna si allontana dalla penisola.
«Puoi dirlo forte» sussurro io a mia volta.
Poco dopo tutte le patate che erano nel cesto sono completamente sbucciate. In men che non si dica io e Luna ci dileguiamo lontane dalla cucina.
Manca solo un'ora prima dell'arrivo di Noah, che lo voglia o no devo decidere cosa indossare.
Mentre salgo le scale mi viene in mente di andare nel guardaroba di Amanda e indossare qualcosa di suo.
Sarebbe come se ci fosse anche lei qui. Mi appresto ad arrivare alla porta del suo guardaroba, lentamente muovo la chiave verso sinistra. Ed entro in quello che definisco il mio tempio personale. Il tramonto è già ampiamente iniziato, decido di non accedere le luci, e lasciare che la stanza si illumini di quei toni aranciati. Mi avvicino a una delle grandi vetrine dove sono contenuti tutti gli abiti da sera. Conosco a memoria la posizione di ogn'uno, non mi ci vorrà molto prima di scegliere quello giusto. Apro una portiera, e lascio che le mani sfiorino i tessuti di ogni abito. Scelgo che siano loro a scegliere dove andare, arrivando fino a lui. Corto sopra le ginocchia, e di un lilla accecante. Ricoperto di altrettanti strass del medesimo colore, che colpiti dalla luce del tramonto si riflettono alle mura della stanza. Lo indosso senza pensarci quasi, mi scivola addosso. In un attimo mi trovo all'interno di quell'abito. Una bella ragazza in un abito lilla di quasi cento anni fa.
Vado in camera mia per completare l'opera, apro la porta ed entro nel mio bagno in camera. Prendo la prima spazzola che trovo e tento di dare una forma ai miei foltissimi capelli. Dopodiché apro il cassetto dei cosmetici, e mi sbizzarrisco in colori e texture con cui non avevo mai osato prima. Devo ammettere che è stato divertente. In men che non si dica le otto di sera arrivano alle porte. Mi infilo all'ultimo il paio di décolleté nude che avevo lasciato in camera, e decido di darmi un ultima fugace controllatina allo specchio. E, proprio mentre decido di cambiare colore di rossetto che inconfondibile arriva il suono del campanello della porta. Ora sarò costretta a vivere una di quelle scene da film. La bella ragazza che scende le scale di casa sua con il cavaliere in fondo che l'aspetta. Bleah, non per me. Mentre mi avvicino alle scale sento appena ciò che si dicono Noah e Luna. 'Si, è quasi pronta' 'Tranquillo, non si aspetta nulla'
Aspetta, cosa? Cos'è che non mi aspetto? Oddio credo di aver capito. E se questa cena l'avesse richiesta Noah e non Luna. Il pensiero che lei gli abbia detto che mi vede triste mi fa andare su tutte le furie. Sto per avere letteralmente un'attacco d'ira. Ma non posso mandare a quel paese l'ennesimo incontro con Noah. Ora scendo, prendo informazioni e capirò la dinamica delle cose. Mi avvicino alle scale, in men che non si dica ho il tuo sguardo posato su di me.
«Oh» sussurra sottovoce, sembra meravigliato. Quasi mi sembra di aver immaginato quel suono. Cammino lentamente, se proprio devo fare quest'uscita trionfale devo farla bene. La vocina nella mia testa mi dice 'Vai sorella, stiamo andando alla grande'.
«Ciao» mormoro, alzando la mano per salutarlo. Sembra come se l'avessi risvegliato da un sogno. Ed è anche lui elegantissimo. Indossa un completo color cachi, mi chiedo dove abbia preso tutto quel gusto. «Sei bellissima» mormora a sua volta, mentre mi porge la mano. Aspetta, cosa? Sto parlando con la stessa persona che mi ha scaricata due settimane fa?
«Grazie, lo so» Ops, mi è scappato. Mi sfoggia un sorriso complice, decido di prendergli la mano. A questo punto è tutto così strano che non mi faccio più domande. E, irrimediabilmente la scossa torna di nuovo. Decido di non parlagliene, e, ci avviamo verso la sala da pranzo. Marie e Luna si sono come volatilizzate.
«Nel caso te lo stia chiedendo, la sento anch'io» mi sussurra, in un orecchio. Rabbrividisco all'istante. Non mi ero mai avvicinata tanto a lui. Le narici mi vengono inondate da quel profumo che non sentivo da tempo. Non rispondo, non ne avrei il coraggio.
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