capitolo 2

Mmh... Apro gli occhi e vedo mia mamma.
mN:"Tesoro dai, andiamo."
Ma che ore sono? Mi giro verso il comodino e sulla sveglia leggo: 05:15.
N:"Ma mamma è prestissimo!"
mN:"Tesoro molto probabilmente mi faranno lavorare appena arrivo quindi su su, alzati."
Sbuffo e mi alzo dal letto. Scendiamo le scale con le valigie in mano e, dopo di averle posate vicino alla porta, ci sediamo al tavolo per fare colazione. Finito di mangiare ci laviamo i denti e mia madre va a tirar fuori la macchina dal garage, facendomi aspettare davanti alla porta. Io guardo la casa per l'ultima volta: sono cresciuta lì dentro, in quell'edificio ho vissuto i primi 15 anni della mia vita e mi dispiace moltissimo doverla lasciare. Sento un rumore di clacson: è mia madre che mi sta chiamando. Entro in macchina e partiamo, lasciandoci tutto alle spalle.
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mN:"Eccoci, siamo arrivati."
Siamo davanti ad un palazzo enorme, lì ci dovrebbe essere il nostro appartamento. Scendiamo dalla macchina ed entriamo nell'edificio. Saliamo le scale ed andiamo al terzo piano, stanza numero diciassette. Mia madre prende le chiavi ed apre la porta. È un appartamentino non molto grande ma non è per niente male. Un salotto, una cucina, un bagno e due camere da letto. Le guardo e alla fine scelgo quella tra il bagno e la cucina. Entro e sistemo tutte le mie cose nell'armadio e nei cassetti. La testa di mia madre sbuca dalla porta.
mN:"Tesoro io vado ok?"
N:"Va bene, ciao."
Mi avvicino a lei e le do un bacio sulla guancia.
mN:"Ciao"
Ed esce dalla porta dell'appartamento, chiudendomi a chiave dentro. Ok, eccomi qui. Sono convinta che finché sto qui dentro, non c'è nessun problema ma sarà difficile abituarsi alla mia nuova scuola e ai miei compagni di classe. Sono sicura che andrò in panico e farò un botto di fuguracce. Ma vabbè, ci penserò al momento. Mi corico sul letto, accendo il mio amato computer e continuo a guardare once upon a time.
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Passa il tempo ed arriva il tanto temuto primo giorno di scuola. Alla fine è arrivato eh? Che pacco. Ecco che suona la sveglia ma tranquilla amica, non è che abbia dormito più di tanto stanotte. La spengo, mi alzo e scendo sotto. Trovo sotto mia madre che si beve il caffè.
mN:"Ascolta tesoro, io sto andando a lavoro, tu mangia, preparati e poi dovresti prendere l'autobus alla fermata qui. Per oggi ti accompagno io li, per farti vedere dov'è, poi da domani fai da sola."
Quindi dovrei imparare la strada fino alla fermata del bus a memoria ed andarci a piedi?
N:"Ci proverò."
Ma sono una frana nell'orientarmi. Vabbè. Faccio colazione, mi lavo i denti, mi vesto (una maglietta rosa cipria a maniche corte e un paio di jeans) ed io e mia mamma entriamo in macchina. Durante il percorso guardo cosa potrei usare come punti di riferimento. Mmh... Questo negozio di giocattoli, una libreria e un supermercato. Arriviamo e dopo aver salutato mia mamma, scendo dalla macchina e mi metto lì ad aspettare il pullman. Sono le 7:25, il pullman dovrebbe arrivare alle 7:40 e farci scendere a scuola per le 8:00, quando poi suonerà la campanella. Credo che tutte le mattine questa storia sarà un vero e proprio inferno. Guardo tra i ragazzi e le ragazze fermi come me ad aspettare il bus cercando di capire quali siano i miei compagni di classe. Ma ci sono molte persone e non si capisce niente. Ci sono molte coppiette che si baciano, tra cui una in particolare e la scena viene applaudita da altri ragazzi che fischiano anche. Vi lascio immaginare la situazione e la scena, avete capito no? Non mi piacciono i posti molto affollati, c'è troppo rumore e tanto casino. Quanto vorrei ritornare al mio paese, almeno lì conoscevo qualcuno e il primo giorno di scuola non sarebbe stato così complicato. Qualcuno mi tocca un braccio, io mi giro e vedo una ragazza.
X:"Ciao! Tu sei nuova? Non ti ho mai visto qui."
N:"Si sono nuova."
X:"Piacere, io mi chiamo Melissa."
N:"Noemi, piacere."
E ci stringiamo la mano.
M:"Aspetta... Tu sei Noemi Jones?"
N:"Si... Non capisco come fai a conoscere il mio cognome?"
M:"Bhe perché quando ho visto la lista degli studenti della mia classe ho trovato il tuo nome. Quindi saresti tu la nuova compagna!"
N:"Si... Quindi credo di aver capito che siamo in classe insieme."
M:"Si, non è fantastico?"
Questa ragazza è molto allegra, ed ha davvero una gran bella parlantina. Non ha difficoltà ad attaccare bottone con qualcuno, beata lei.
Le faccio un sorriso timido.
Mi prende per il polso.
M:"Vieni, ti faccio conoscere gli altri!"
Oh no, aiuto.
N:"No davvero non serve, non ce n'è bisogno..."
M:"Ma dai non fare la sciocca, vieni!"
Ma ecco che arriva il pullman, giusto in tempo per salvarmi, fiuuu. Appena Melissa se ne accorge, smette di trascinarmi e molla la presa.
M:"Mmh... Ti è andata bene..."
Eh già, finalmente una cosa nella vita mi è andata bene, anche se dovrò conoscerli lo stesso prima o poi.
M:"Ci sediamo vicine sul pullman?"
N:"Va bene."
Saliamo la scaletta del pullman e ci sediamo sui primi due posti liberi che troviamo.
M:"Da dov'è che vieni?"
N:"Diciamo che è un paese piuttosto piccolo, un posto molto tranquillo, con non molta gente."
Per questo mi piaceva.
M:"Bhe questa invece è una città molto grande e caotica, ma vedrai ti ci abituerai presto, non preoccuparti."
N:"Già, speriamo."
Una volta arrivate a scuola, scendiamo dal buss ed aspettiamo il suono della campanella.
M:"Ho deciso, te li presento adesso gli altri."-guarda l'orologio che ha al polso-"Tanto ancora c'è tempo."
Bhe in effetti sono ancora le 7:53, ma io non voglio conoscere gli altri, rideranno di me sicuramente!
N:"Devi proprio?"
M:"Si!"
Mi trascina in mezzo agli altri studenti, fino ad arrivare vicino ad un gruppo di 6 persone.
M:"Noemi, questi sono alcuni dei tuoi nuovi compagni, quelli con cui sono più in confidenza. Loro sono: Rebecca, Martina, Irene, Mirko, Dylan e Alessandro. Ragazzi, lei è Noemi, la nuova arrivata!"

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