capitolo 11
X:"È book Jumpers?"
Alzo lo sguardo e vedo dietro di me un ragazzo con il ciuffo biondo e degli occhi azzurri più chiari dei miei.
N:"Si, è uno dei miei libri preferiti."
Ritiro le gambe e mi siedo bene, lui si siede accanto a me.
X:"Piacere, mi chiamo William."
E mi allunga la mano.
N:"Io sono Noemi."
E ci stringiamo le mani.
N:"Posso chiamarti Will? Sai, come il personaggio del libro."
W:"Ovviamente. E credo che se tu ti chiamassi Amy sarebbe buffo."
N:"Già."
Entrambi sorridiamo.
W:"Quale altro libro ti piace?"
N:"Principalmente questo e gli altri due della stessa autrice. Come genere... fantasy e romantico insieme direi. Anche le serie tv così sono stupende."
W:"La tua preferita?"
N:"Decisamente Once upon a time."
W:"Davvero? Anche la mia! Siamo molto simili, è una cosa bella."
N:"Si è vero."
W:"Che siamo molto simili o che è una cosa bella?"
N:"Entrambe le cose."
Ma quella è Melissa... Che cosa ci fa qui? Si avvicina.
Me:"Noemi, ciao. E tu da dove esci?"
Chiede rivolgendosi a Will.
W:"Sono nuovo. Farò il terzo superiore qui a partire da domani."
N:"Saremo nella stessa classe allora."
W:"Sul serio?"
Annuisco contenta.
Me:"Scusate se vi interrompo... Posso parlare con te da sola un attimo?"
Chiede rivolgendosi a me e facendo segno a Will di andarsene con la testa. Lui si allontana e lei si siede dov'era lui.
Me:"Allora?"
N:"Cosa?"
Me:"Si può sapere che cosa è successo? Chi è quel tipo?"
N:"Stavo leggendo e lui mi ha interrotta chiedendomi se era il libro che è e poi abbiamo iniziato a parlare."
Me:"Mhh... E Dylan?"
N:"Cosa centra Dylan?"
Me:"Come cosa centra..."
N:"Io non voglio più avere a che fare con lui, e stavolta sul serio. Dopo quello che mi ha fatto prima, umiliarmi davanti a tutti intendo..."
Me:"Mmh... Tu non me la racconti giusta."
N:"Pensa quello che vuoi io ti sto dicendo la verità."
Melissa si gira e squadra Will da capo a piedi.
Me:"Ok... Comunque ero venuta perché credo che il mio braccialetto sia caduto qui da qualche parte..."
E si alza, si inginocchia e prende un braccialetto, uno di quelli di fili colorati.
Me:"Eccolo qui infatti."
Si alza, mi da un bacio sulla guancia e rientra dentro. Will si risiede accanto a me.
N:"Come mai sei venuto qui a scuola e non sei dentro alla festa?"
W:"Inizialmente ero venuto per vedere la scuola, i miei genitori avevano chiesto al preside il permesso, lui aveva detto di sì che tanto la scuola sarebbe stata aperta per i preparativi per una festa ma non mi andava di prenderne parte. Ho visto la scuola e stavo per andarmene ma hanno chiamato i miei per una questione di lavoro e loro mi hanno detto che era una cosa piccola e vicina, di rimanere qui che si sarebbero sbrigati subito solo che poi mi hanno richiamato dicendomi che quel lavoro li terrà lì più del previsto ed ora sono rimasto qui senza le chiavi di casa."
N:"E devi aspettare che tornano?"
W:"Si è l'unica possibilità. Tu invece perché non sei dentro?"
N:"Diciamo che ero andata alla festa ma per me è finita subito."
W:"Cosa è successo?"
Quanto è curioso questo ragazzo...
N:"Mi hanno fatto fare una figuraccia."
W:"Chi? Ed in che senso?"
Certo che vuole sapere proprio tutto...
N:"Un mio compagno di classe. Si stava ubriacando ed anche a cosa fatta continuava a bere. Allora io ho cercato di evitarlo e lui mi ha spinta per terra inzuppando il mio vestito di cocktail. Così quella ragazza che hai visto prima, Melissa, mi ha dato un cambio e mi sono fatta la doccia, poi sono venuta qui a leggere."
W:"Ah ok, mi dispiace per te."
N:"Forse è stato un bene."
Mi guarda con espressione interrogativa.
N:"Non è che io avevo tanta voglia di venire a questa festa, perciò posso dire che per me è finita prima e leggere un buon libro è decisamente meglio."
W:"Si sono d'accordo."
Squilla il suo cellulare.
W:"Scusami, devo rispondere."
Prende il telefono e si allontana ma torna dopo pochissimo.
W:"Erano i miei, hanno finito il lavoro, mi stanno aspettando all'ingresso della scuola."
Si alza.
W:"Ora devo andare, a domani."
N:"A domani."
E ci salutiamo con la mano, poi lui se ne va. Io continuo a leggere e dopo sette capitoli riecco comparire Melissa.
Me:"Ehi Noe, la serata è finita."
N:"Cosa? Di già? Ma che ore sono?"
Me:"È l'una meno dieci."
N:"COSA!?"
Mia madre mi ucciderà, mi aveva detto di non tornare tardi.
N:"Cavolo... Io devo andare. Saluta le altre da parte mia. Bye."
Le do un bacio sulla guancia e mi metto a correre in direzione di casa. Caspita, certo che il tempo è proprio volato. E ce ne vorrà dell'altro per arrivare a casa a piedi. Dopo un quarto d'ora mi lancio addosso alla porta dell'edificio, corro sulle scale e da sotto la porta del mio appartamento viene la luce. Questo vuol dire che mia madre è rimasta sveglia ad aspettarmi, dannazione.
Apro la porta e vedo mia mamma seduta su una sedia del tavolo ed appena metto piede dentro tira un sospiro di sollievo e si avvicina a me. Io intanto chiudo la porta.
mN:"Ma ti sembra ora di tornare? È l'una passata! Mi stavo preoccupando!"
N:"Lo so mamma e mi dispiace."
mN:"Cosa è successo? Perché sei tornata a quest'ora?"
N:"Niente mamma, ho solo perso la cognizione del tempo. E poi la festa è finita un quarto d'ora fa."
mN:"Questo vuol dire che ti sei divertita, giusto?"
Non so cosa risponderle.
N:"Non molto in realtà. Diciamo che il libro mi ha salvato la serata."
mN:"Hai passato tutto il tempo a leggere? Come hai fatto con tutto quel baccano."
N:"Ho letto fuori in giardino."
mN:"Ma se dovevi leggere potevi farlo anche qui a casa."
N:"Non ero andata lì per leggere mamma, ma mi stavo annoiando e..."
Non le posso dire il vero perché.
mN:"Quindi mi stai dicendo che mentre tu leggevi fuori in giardino le tue amiche erano dentro alla festa?"
N:"Si..."
mN:"Ed il vestito?"
Cavolo, il vestito l'ho dimenticato lì, non posso presentarlo a mia madre in quelle condizioni.
N:"Alla fine sono andata così alla festa."
mN:"Mi stai dicendo che non hai trovato nessun vestito che ti piace?"
N:"No..."
mN:"E con i soldi che ti ho dato hai comprato questi?"
Dice toccando la felpa ed i jeans.
N:"Si."
Mi dispiace doverle mentire ma non ho altra scelta. Non posso raccontarle cosa è successo davvero.
mN:"Va bene. Ma ora vai a dormire, prima che mi penta di non averti dato nessuna punizione."
N:"Ok, buona notte."
Le do un bacio sulla guancia e mi precipito in camera mia. Mando un messaggio a Melissa:
"Ehi Meli. Dalla fretta ho dimenticato il vestito a scuola. Mi faresti un favore? Potresti chiedere a tua madre se lo lava e se te lo puoi tenere tu? Ed anche se io posso tenermi i vestiti che mi hai prestato come cambio?"
Poi mi metto il pigiama e dopo essermi lavata i denti vado a dormire.
LUNEDÌ MATTINA.
Ecco il suono che non ho voglia di sentire, specialmente di lunedì mattina: quello della sveglia. Mi preparo, faccio colazione e dopo aver salutato mia mamma vado alla fermata del bus. Li incontro Melissa e le altre.
N:"Ciao ragazze."
Tutte:"Ciao!"
Mi avvicino a Melissa.
N:"Hai letto il mio messaggio?"
Me:"Si ed è tutto apposto."
N:"Grazie mille per avermi aiutata."
Me:"Figurati, è a questo che servono le amiche."
E ci abbracciamo. Menomale che c'è lei. Sento dei passi dietro di me.
X:"Possiamo parlare?"
È la voce di Dylan.
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