1. Non si (bar)a!
"Allora, prossima domanda: descriva tre qualità che ritiene fondamentali per questa professione. Mh, determinazione, abilità comunicative e... Disperazione?"
Scoppiai a ridere da sola per poi ricordarmi che la segretaria era ancora lì, di fronte a me, in attesa che le ricosegnassi i moduli. Cercai di mascherare la mia reazione con un colpo di tosse e di proseguire con la compilazione.
Probabilmente fu proprio la disperata necessità di indipendenza a spingermi a presentarmi per quel posto di lavoro, un lavoro in realtà piuttosto banale e per il quale si saranno presentati al massimo tre o quattro candidati.
In realtà era particolare anche il dover rispondere a tutte quelle domande, dato che la professione per la quale mi stavo proponendo consisteva solo nel distribuire volantini e provare a invogliare i clienti a prendere parte alle iniziative organizzate dal club.
Il club in questione era stato creato dalla figlia del sindaco e principalmente aveva come scopo quello di radunare persone interessate all'arte per discutere di opere o per partecipare a mostre esclusive che si tenevano all'interno di un'ex scuola elementare, che era stata ristrutturata e concepita proprio con lo scopo di ospitare gli eventi organizzati.
Ovviamente l'occupazione non si basava sul distribuire volantini nel senso stretto del termine ma sul partecipare ad alcuni eventi mondani in incognito per coinvolgere più persone possibili senza che questa intenzione risultasse troppo palese.
Il lavoro di per sé era ben pagato, non richiedeva chissà quali competenze e non occupava neanche così tanto tempo, così mi sembrava la scelta perfetta per guadagnare in modo semplice e veloce.
Dopo aver completato tutte le richieste, restituii il foglio alla segretaria e me ne andai dall'ufficio, senza grandi aspettative.
Uscita da lì controllai rapidamente l'orologio, rendendomi conto di essere in ritardo per la cena con Julia e il suo nuovo ragazzo. Io non ero molto entusiasta di dover essere il terzo incomodo della situazione però le avevo promesso che gli avrei dato una possibilità.
Arrivare un po' dopo l'orario che avevamo accordato era comunque in linea con le mie solite abitudini, solo che sapevo che la mia amica non avrebbe apprezzato. Proprio mentre stavo pensando a quanto sarebbe potuta essere arrabbiata in una scala da uno a dieci, ricevetti una chiamata dalla ragazza. <Pronto?> chiesi per abitudine <Rebecca! Posso sapere dove sei e quando hai intenzione di raggiungerci?> replicò una voce falsamente amichevole dall'altra parte della cornetta. <Sono praticamente dietro l'angolo, ho avuto un piccolo imprevisto quando sono andata a presentare la mia domanda per quel lavoro di cui ti avevo parlato, ma tra cinque minuti sarò lì > risposi io, sperando che comprendesse che, almeno questa volta, il mio ritardo non era intenzionale. <Ti aspettiamo, ma se non arrivi entro dieci minuti iniziamo a ordinare senza di te> ribatté lei, chiudendo la chiamata.
Insomma, non esattamente la disponibilità che mi aspettavo, ma conoscendo il suo caratterino e l'importanza che aveva per lei quella cena immagino fosse giustificata.
Premetti sull'acceleratore mentre con la mano destra iniziai ad applicare il mascara sulle ciglia guardandomi ogni tanto di sfuggita nello specchietto.
Dopo un paio di minuti ero già al ristorante, ma non potevo certo presentarmi con la maglietta e i jeans strappati, così pensai alle mie alternative: cambiarmi in macchina o cercare un bagno in uno dei locali vicini.
Optai per la seconda scelta, uscendo di fretta e furia dall'auto per dirigermi verso un piccolo bar.
Entrai rapidamente nella toilette dopo aver preso una bottiglia d'acqua e mi cambiai indossando l'abito di emergenza che tenevo sempre nel mio bagagliaio.
Uscendo, un ragazzo mi si avvicinò ammiccando <Buonasera, sbaglio o sei fin troppo bella per essere in questo tipo di bar a quest'ora da sola? >. Io lo squadrai un attimo ma non prestai molta attenzione alla sua figura perché ero già troppo in ritardo <Scusami ma sono di fretta, buona serata> replicai, spostandomi rapidamente verso l'uscita del locale.
<Ah, quelle carine sono sempre di fretta... > aggiunse lui, tornando verso il bancone.
Aprendo la porta del locale mi scontrai con una persona che era evidentemente ferma davanti all'entrata <Ma cosa diavolo... > esclamai prima di rendermi conto di chi avevo davanti.
------- angolo scrittrice ----------
ehyyy, innanzitutto grazie a tutti coloro che hanno letto questo primo capitolo, vi ringrazio davvero di cuore❤️❤️
detto questo, spero la storia vi stia piacendo e che io sia riuscita a stimolare un po' la vostra curiosità!
fatemi sapere con una stellina e un commento cosa ne pensate💓
al prossimo capitolo!
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