Capitolo 33
Mi sento più tranquilla. Sapere di poter contare anche su Martelli, ha decisamente cambiato il mio modo di vederlo.
Il suono di una chiamata in entrata mi distrae dallo svolgimento dell'ultimo compito assegnato da Martelli. Il display per l'identificazione del chiamante, indica un numero sconosciuto. Mi blocco. Non voglio rispondere.
Alessio si avvicina e mi ritrova immobile a fissare il telefono che continua a squillare.
Non ci mette molto a realizzare che la chiamata potrebbe provenire da Pietro, ovunque egli sia.
D'istinto afferra la cornetta, il viso contratto dalla rabbia.
«Pronto?»
Riaggancia dopo pochi secondi. Lo sguardo sconfitto.
«Chiunque sia stato, ha buttato giù.»
Annuisco. Ho i brividi.
«Andiamo, Lisa, ti accompagno a casa.»
Guardo l'orologio sulla scrivania che segna le 16.30, manca un'ora alla fine della giornata lavorativa.
«Ma non è un po' presto?»
«È venerdì. Abbiamo lasciato a tutti un paio di ore libere, che io ho deciso di passare con te.»
Gli sorrido, agguanto la borsa e lo seguo, ma lui mi sorprende prendendomi per mano. Non l'ha mai fatto prima qui, o almeno, non così apertamente. Si sta esponendo per me, ma io non voglio che rischi troppo.
D'istinto, stacco la presa dalla sua mano.
«Vuoi che qualcuno qui scopra quello che c'è tra di noi? Dobbiamo essere discreti.»
Tento di allontanarmi, ma lui mi richiama a sé, per nulla intenzionato a lasciarmi andare via.
«Spiegami...cosa c'è esattamente tra di noi?»
«Beh...noi...»
Deglutisco. Non sono sicura delle parole che potrebbero uscire dalla mia bocca.
«Noi ci amiamo, Lisa. Punto. E ora usciamo di qui.»
Quando si mette a fare il duro non è proprio credibile, o almeno, non lo è per me. E so bene com'è un uomo quando fa realmente il duro, l'ho provato sulla mia pelle.
Scendiamo le scale tenendoci per mano, tra risate e baci rubati. Alessio si blocca, a pochi metri dall'ingresso principale. Punto lo sguardo verso l'esterno, Laura è a pochi metri da noi.
Ci separiamo, quel che basta per non destare troppi sospetti.
Quando Alessio le arriva di fronte, Laura trasalisce. Gesticola nervosa, balbetta.
«Ale... Cosa...hai finito presto...»
Sta arrancando. Diamine è così evidente.
«Abbiamo finito prima, in fondo è venerdì. Tu, che fai qui?»
Il tono di Alessio è polemico e lei se n'è sicuramente accorta dato che continua a guardarlo con aria colpevole elaborando una scusa plausibile per essere dove non dovrebbe.
«Passeggiavo. È forse vietato?»
«Certo che no, ma pensavo dovessimo andare a cena dai tuoi. Dalla parte opposta della città.»
Non dovrei stare qui ad ascoltare. Dovrei andarmene a casa, a parlare con Moira, a telefonare a mia madre e, possibilmente, a godermi una serata tranquilla. Invece sono qui e mi trovo inevitabilmente e involontariamente coinvolta nella loro discussione.
«Cena rimandata. Non te l'ho detto?»
«No, evidentemente no. Peccato, mi ero liberato apposta. Allora non ti dispiacerà se vado a un incontro di lavoro.»
«No, certo che no, ma di venerdì sera?»
«Sai come sono certi clienti, esigenti, pretenziosi e pignoli e non guardano il calendario né l'orologio.»
Non si guardano negli occhi, sembrano due perfetti estranei e paiono tutto meno che una coppia felice. Lei poi continua ad agitarsi e stringersi le spalle nervosa, segno inequivocabile che si sente a disagio.
«Lei verrà con te?»
Laura mi indica, un cenno del capo più per cortesia che altro. Un gesto per far capire che si è accorta della mia presenza.
«Lisa non è stata invitata, ma se vorrà unirsi a me e Rodolfo, è la benvenuta. Potrebbe imparare molto.»
Rimango immobile e in silenzio a fissarli. Parlano di me, ma non con me.
«Lisa, ti trovo molto bene. Hai poi fatto quegli esami in ospedale?»
«Sì, gli esami erano a posto. Comunque, anche io ti trovo molto bene. Sei super in forma.»
«Grazie. Tengo molto alla mia linea. Ma vedrai che appena metterai su peso, anche tu cercherai di limitarti con il cibo. Il detto che si deve mangiare per due non è per nulla salutare.»
Come? Lei crede che io sia incinta?
«Laura, guarda che io non...»
«Potremmo vederci qualche volta. Sai per scambiarci consigli sulla gravidanza.»
«Io credo che non sia il caso. Non...»
«Mi faccio viva io, d'accordo? Buona serata.»
Si allontana di fretta, nemmeno un bacio soffiato ad Alessio. Suo marito.
Cosa dovrei pensare? Che razza di matrimonio è il loro?
***
«Sono convinto che Laura abbia un amante.»
Un sussurro. Alessio arriva all'improvviso, tiene in mano i nostri cocktail mentre mi sfiora l'orecchio con le sue parole.
«Anche tu hai un'amante, Alessio» ammicco.
«Per fortuna.»
Appoggia i bicchieri sul tavolino, mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Davanti a tutti. Fottendosene del mondo circostante.
Si stacca, appoggia la fronte alla mia, mi accarezza il viso. Nel suo sguardo c'è tutto quello che prova per me.
«Laura non era sotto il nostro ufficio per caso e non era da sola. Non ti sei accorta della figura nascosta dietro il muro dell'edificio vicino?»
Scuoto la testa
«È Stefano. Sono quasi sicuro sia lui l'amante di Laura.»
«Ma, Stefano è a Taiwan, non potrebbe mai...»
Mi interrompo non appena mi accorgo che lui scuote la testa deciso.
«È tornato ieri sera. Ho trovato traccia del pagamento nel server aziendale. Mossa decisamente poco furba da parte sua.»
Resto a bocca aperta per un attimo, non sapendo bene come ribattere a questa sua uscita. Però non riesco a capire perché lui e Laura continuino a stare insieme se entrambi hanno un amante e non si amano più. Nemmeno la scusa del bambino è plausibile dato che pare non esserci nessun bambino.
«Alessio, mi spieghi perché tu e Laura continuate a stare insieme? Non vi amate, vi tradite, vi mentite.»
«Senso di colpa, senso di responsabilità, abitudine.»
«Tornaconto economico...» mi lascio sfuggire.
Il suo viso si increspa in una smorfia di disappunto.
«Non è sempre tutta una questione di soldi, Lisa. Ho fatto un patto con qualcuno, un giorno, e ho intenzione di rispettarlo.»
D'un tratto pare incupirsi, come se la cosa lo toccasse in maniera molto più profonda di quanto uno ci si possa aspettare. D'istinto gli prendo la mano e la stringo forte. Io sono qui, nonostante tutto.
«Non devi darmi spiegazioni, Alessio. Io ho accettato il mio ruolo e va bene così.»
«No, Lisa. Non va bene così. Pensi che mi faccia piacere non amarti alla luce del sole? Nascondere a tutti quanti che la donna che amo non è la stessa che ho sposato? Tu meriti molto di più.»
Ci ho provato ad avere quel qualcosa in più e guarda com'è finita. A questo punto preferisco di gran lunga avere un uomo a metà piuttosto che un mezzo uomo.
«Ma tu non puoi darmi sempre quel di più e io lo so questo. Stai già rischiando molto a essere qui con me. Per non parlare della festa di beneficenza organizzata da mia madre. Se ripenso a quanto eravamo appiccicati quella sera...»
«Quella sera tu ci hai rimediato la varicella e io una ramanzina da parte di Martelli. Laura non ha mai nemmeno visto le foto sul giornale. Non si interessa molto a quello che faccio a meno che non sia coinvolta lei.»
«Come sui social.»
«Che c'entrano i social?»
Sospiro.
«Prima di sapere che Laura fosse incinta, ho visto una vostra foto scattata fuori da un negozio per bambini. Entrambi sorridenti. Felici.»
Mi fissa per un lungo istante. In silenzio. Mi prende per mano, accarezza le nocche, se le porta alla bocca.
«Quella foto faceva parte di una campagna pubblicitaria. Laura ha fatto la modella per qualche rivista in passato, è rimasta in contatto con alcuni direttori editoriali e ogni tanto la chiamano ancora per qualche scatto. Come in quel caso.»
«Non eri tenuto a spiegarmelo, Alessio.»
«Invece, sì. Perché spesso quello che si vede non corrisponde alla realtà. E inizio stancarmi di dover fingere che fra me e Laura vada tutto a gonfie vele, giocando alla famigliola felice. Noi, felici insieme, non lo siamo mai stati.»
C'è qualcosa nel suo tono che nasconde una sorta di sofferenza. Sta facendo emergere tutta la sua vulnerabilità e sono felice che si stia aprendo così tanto proprio con me. Ci rende più intimi che mai.
«Ti va di ballare? Ti garantisco che qui nessun fotografo immortalerà questo nostro momento.»
Allunga una mano verso di me e io la afferro. Pronta a buttarmi nel fuoco per lui.
E mentre siamo in mezzo alla pista da ballo, appiccicati come sardine, chiudo gli occhi per assaporare il suo odore e godermi quella sensazione di pace che solo le sue braccia intorno a me sanno dare.
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