6. 1 - Sui fastidi e le fantasie (ma soprattutto i fastidi)
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Si sveglia con tre fastidi e per iniziare la giornata sono tre di troppo: un cerchio di ferro arroventato alla testa, lo stomaco ridotto a un cencio zuppo e un'erezione impudente.
Avendo, per dispetto evolutivo, solo due mani, si premura di piantarle sui due estremi più urgenti, pur sapendo che una semplice pressione non può né far da analgesico né restringere i vasi sanguigni: si schiaffa così la sinistra sulla fronte e la destra in mezzo alle gambe, emettendo un lamento da moribondo che, lo ammette pure a se stesso, è un poco melodrammatico.
Si gira sul fianco, con lo stomaco che, in barba a qualsiasi peritoneo, gli sciacqua nella cavità addominale come una spugna imbevuta – no, quello è il fegato, si corregge, intento a smaltire le quantità insalubri d'alcol assunte la sera prima.
La sera prima.
Sbatte le palpebre, con una stilla di sole che s'infiltra molesta oltre le ciglia. Prende solo adesso coscienza d'essere vestito sul letto, con ancora la camicia mezza sbottonata e i pantaloni indosso. Un gancio delle bretelle calate gli si infigge nella cresta iliaca. Una chiazza umida sul cuscino gli suggerisce, impietosa, d'aver russato a bocca aperta.
Ha pure sudato come un porco, con quel caldo, e si sente il tessuto appiccicato alla schiena. Neanche l'odore è dei migliori – arriccia il naso alla nota dolciastra dell'alcol sulla pelle che gli ricorda il fenolo in ospedale. Non ha le scarpe, né la giacca: individua le prime appaiate ai piedi del letto e la seconda ben adagiata sullo schienale di una sedia.
Come ci sono arrivate lì?
Serra di nuovo gli occhi, sotto l'impeto dell'ondata mnemonica che gli investe le sinapsi, impietosa.
Cristo.
Stringe la mano destra, come a rimproverare il proprio pene arzillo di quell'alzabandiera fuori luogo: c'è poco da stare allegri, dopo la figura 'e mmerda che ha fatto con Ricciardi.
Si prende un minuto buono tutto per sé, così da calarsi per bene nella pozza di vergogna lavica che gli si apre nello stomaco. La nausea, stavolta, non c'entra col cognac. E nemmeno il bollore al basso ventre che gli incendia i lombi, presume frutto di qualche sprazzo di sogno erotico emerso nel dormiveglia – non ha troppa voglia di rievocarlo.
Infine, con gesti lenti e la bocca impastata, si tira su a sedere sul bordo del materasso, piantando i piedi sul pavimento fresco – è un po' molle, ma stabile. Non sta poi così male, in effetti. È stato di certo peggio.
Si sbottona camicia e calzoni, ad alleviare caldo e fastidio mattutino. Poi si spalma una mano in faccia, sfregandola sulla barba bisognosa di una passata di rasoio. Affonda le dita tra i capelli, tirandoseli indietro con forza.
Sospira, e sembra più un rantolo.
Gli serve una doccia. Gelida, possibilmente.
Il punto è che ricorda quasi tutto.
Sarebbe più semplice, se potesse passare uno straccio umido sulla lavagna della memoria e cancellare ogni singolo ricordo di gesso che vi è labilmente inciso. Ma, no, il suo cervello non è così benigno – e ci sarà pure un motivo se s'è laureato in medicina col massimo dei voti – e gli ripropone bobine su bobine di frammenti a scelta, come in un cinematografo gestito da un folle.
Folle ci si sente davvero, a ritrovarsi certi dettagli piantati nel cranio. Gli odori e i profumi, soprattutto – tiglio e cognac una nota più calda, più intima. Mani addosso, una pressione ora morbida, ora più decisa. Il fruscio dei vestiti e il cigolio del materasso – gli accende le viscere, quel dettaglio, gli rovescia tramestii di sangue verso il basso e si lascia trascinare.
Pensa a Marisa, nel toccarsi, ci pensa con un'intensità tale che potrebbe averla lì in doccia con lui, premuta contro il muro ad accogliere le sue spinte: sfociano a forza in un'eiaculazione meccanica, priva d'orgasmo, che lo lascia frustrato, a denti stretti come il suo pugno stretto attorno al nulla e allo sfacimma asettico che s'è sversato addosso. Asettico, sì, ma prova d'esser normale; di essere lo stesso Bruno Modo d'ogni altro giorno prima di questo.
Rivolge il viso contro il getto d'acqua. Il cigolio fantasma del materasso gli solletica i timpani a tradimento – aumenta il getto del soffione, a svuotare la cisterna e a ripulirsi corpo, cervello e occhi di tutto ciò che li insozza e li rende meno limpidi.
Pensieri, solo pensieri che scivolano via dalla mente assieme ai rivoli d'acqua sotto la doccia e poi rientrano dalla porta di servizio – e che s'impegna a cacciar via di nuovo.
Infine, esasperato da quella manfrina, si risolve a cacciarli via del tutto e a barricare la porta col metodo più efficace che conosce, sebbene non ne abbia la minima voglia.
Si lava i denti due volte per scacciare il saporaccio d'alcol e si rade con cura, pur lasciandosi la solita ombra di barba che dà nell'occhio al pari del non indossare mai la cravatta. Mette la camicia buona di lino, il gilè leggero, a dispetto del caldo, il completo tanné appena stirato e si lucida le scarpe come di rado fa.
Due gocce di colonia, di quella raffinata ai sentori d'ambra, bergamotto e non sa cos'altro, un tentativo poco riuscito di sistemarsi i ricci ancora umidi e il cappello tortora calcato a coprirli – ed è pronto a uscire.
Visto così per strada, di domenica mattina, trae in inganno lo sguardo: pare diretto di buona lena alla messa di mezzogiorno, tra comari e timorati ansiosi di assembrarsi sotto le volte d'una chiesa. Invece, lui punta controcorrente e dritto verso il bordello, con lo stesso allure di chi va a un appuntamento galante – e, conclude, gli fa ben piacere di peccare agli occhi di Dio o chi per Lui solo così; che lo vedesse pure, se tanto lo diverte giudicare.
Note dell'Autrice:
Cari Lettori,
innanzitutto, da qui in poi troverete sempre i trigger warning segnalati a inizio capitolo, in un mio commento a margine sull'asterisco.
In secondo luogo, io ho poco da aggiungere in questo capitolo, se non che la permanenza nella testa di Bruno potrebbe iniziare a essere spiacevole o imbarazzante – ed è cosa assolutamente voluta.
Grazie a chi legge e continua a leggere questa storia un po' folle 💙
-Light-
P.S. Sono una polla, perché non avevo messo la splendida fanart di Cossiopea come banner di questo capitolo ♥ Bruno, in tutta la sua bellezza dopo essersi dato una sistemata post-sbornia XD
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