Punishment
N.d.A. SORPRESA! :D
Ho deciso di aggiornare due volta alla settimana anziché una, visto che mi sembrava troppo poco.
Nel caso arrivo allo stesso punto dell'autrice aspetto che pubblichi e dovete solo darmi il tempo per leggere, farmi godere il capitolo e tradurlo (cosa che molto probabilmente accadrà parecchio più avanti, siccome lei è al capitolo 22).
Ora vi lascio al capitolo, ci vendiamo in fondo ;)
-------------------------------------------
Marinette non sapeva cosa pensare del capitano Chat Noir: rappresentava totalmente l'opposto di quello che sapeva sui pirati.
La cosa peggiore che aveva fatto era imprigionarla, ma oltre quello era beneducato e gentile; anche con la sua sfrontatezza ed il suo sarcasmo.
Ma se lei fosse stata abbastanza fortunata, allora non avrebbe più dovuto pensarci: ha aspettato due giorni, imparando a memoria il suo programma –che era praticamente inesistente–, ora doveva soltanto aspettare il momento giusto per scappare, e quel momento era finalmente arrivato.
O almeno così sperava.
La ragazza guardò fuori dalla finestra, notando le tonalità d'inchiostro del cielo notturno che iniziavano già a schiarirsi.
L'alba stava arrivando e aveva bisogno di usare le gambe finché ne aveva la possibilità.
Il capitano non era rientrato in cabina per la notte, facendole pensare che non sarebbe rientrato ancora per un po'.
Doveva soltanto salire sul ponte, più precisamente quel lato da dove sarebbe riuscita a saltare in acqua quando sarebbe riapparsa la coda, così avrebbe nuotato via e nessuno sarebbe stato in grado di fermarla.
Marinette fece un respiro profondo.
Poteva riuscirci.
Lentamente, aprì la porta della cabina: la via era libera.
Sorrise a trentadue denti, correndo velocemente per il corridoio, pur mantenendo alta la guardia, ascoltando ogni minimo rumore che percepiva.
Non poteva permettersi di venire catturata proprio ora.
Voltò bruscamente alla prima sala, sentendo le urla provenienti dall'alto.
Eccola, la sua via d'uscita.
Marinette svoltò l'angolo velocemente e...
Urtò contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
L'impatto la fece cadere a terra e appena alzò lo sguardo vide subito un paio di occhi verdi.
La ragazza venne colta alla sprovvista quando lo sguardo del capitano cambiò dalla sorpresa alla freddezza; sentì un brivido percorrerle la spina dorsale: non l'aveva mai guardata in quel modo.
«Ti avevo solo chiesto una cosa, tesoro.» la sua voce era la più dura che Marinette avesse mai sentito. «Era così difficile per te rispettare la mia richiesta?»
Qualunque risposta che la giovane stava per dare venne bruscamente interrotta dal chiarore rosa della sua coda.
Fantastico.
Non era stata molto fortunata in quei giorni.
«Una punizione t'insegnerà a rispettare l'ospitalità data.» non c'era nessuno sorriso, nessun luccichio malizioso negli occhi e, in quel momento, Marinette rivoleva lo stronzo arrogante di sempre. «Kubdel!» ruggì qualche istante dopo.
Il pirata che arrivò poco dopo ricordava alla sirena il genere di pirati che sentiva dalle storie di Alya: sorriso crudele e... sangue sui suoi vestiti.
La ragazza sentì un tuffo al cuore.
«Kubdel, mostrale l'albero maestro.»
Il suo sottoposto sorrise maliziosamente, afferrandola per la coda e trascinandola su per le scale.
-------------------------------------------
Era sempre estate in fondo all'oceano.
Almeno era ciò che dicevano, ma Marinette non lo capì mai pienamente come in quel momento.
Sapeva che quando sulla terra era inverno, in mare era appena percettibile.
Il che era fantastico, perché aveva sentito storie da Tikki che raccontavano di mari in cui la superficie si congelava.
Marinette disprezzava il pensiero; non aveva mai sentito freddo prima d'ora.
Durante il giorno faceva caldo e la temperatura era piacevole, ma durante la notte delle correnti d'aria gelida la investivano.
Era troppo per la pelle nuda della ragazza.
L'unico motivo per cui non stava tremando molto era per Plagg: il gatto si era accoccolato contro di lei, cercando di scaldarla; le portava anche del pesce, del formaggio e un po' di pane.
Era tutto ciò che aveva mangiato negli ultimi tre giorni.
Aveva rifiutato qualunque cosa che Ivan le portava; sentiva un po' d'orgoglio a rifiutare ciò che quel mostro dagli occhi verdi le faceva mandare.
Vide il capitano Chat Noir solo un paio di volte sul ponte da quando era legata e non prese nemmeno la briga di guardarla.
Per la prima notte era più preoccupata che il suo segreto venisse a galla, ma sembrava che l'equipaggio rientrava nelle proprie cabine prima che il sole tramontasse.
Solo Nino, il pirata che aveva conosciuto, aveva cercato di parlare con lei, ma Marinette lo fulminava con lo sguardo.
Con la terza notte, la ragazza voleva che tutto finisse: era stanca, dolorante e aveva freddo.
Plagg non c'era, così i suoi brividi peggiorarono.
Marinette sentì dei passi dietro di lei e si voltò, aspettando di trovare Nino, invece vide un paio di occhi verdi.
L'espressione di Chat Noir era qualcosa che la giovane non distinse.
I suoi occhi indugiarono per qualche secondo e la ragazza gli lanciò lo sguardo più glaciale di cui era capace.
Lui, prontamente, la ignorò, andando verso il timone e guardando altrove.
I venti erano abbastanza deboli negli ultimi due giorni, tant'era che gonfiavano a malapena le vele, ma erano abbastanza per far rabbrividire la corvina.
Marinette cercò di calmare i suoi tremiti, non volendo far la soddisfazione al capitano nel vederla dimenarsi, ma era impossibile.
Gli occhi di Chat si spostarono su di lei, ma la ragazza non riusciva a dare un significato a quello sguardo; poi lasciò il timone e si avvicinò a lei.
Marinette si preparò a ricevere uno schiaffo e serrò le palpebre, invece si sentì venire coperta con qualcosa di caldo.
La ragazza riaprì gli occhi solo per vedere Chat che sistemava il suo cappotto nero attorno a lei.
I loro sguardi s'incrociarono e solo per un secondo qualcosa balenò negli occhi del ragazzo, poi prese un coltello dalla tasca.
La giovane trattenne il respiro; tuttavia, non venne attaccata, anzi, Chat tagliò le corde legate attorno ai polsi.
Marinette si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, strofinandosi i polsi doloranti.
Il capitano Noir la guardò ancora una volta, per poi prenderla tra le braccia e portandola sotto il ponte, nella sua cabina.
La mente della corvina le stava urlando di allontanarsi, ma il suo corpo le stava chiedendo di premere contro il suo, che emanava calore e un profumo inebriante.
Dio, aveva un odore così buono!
E dopo essere stata per tre giorni legata ad un palo, aveva vinto il corpo.
Faticò persino a capire quando la strinse a sé o quando l'adagiò sul letto.
Sembrava di essere in paradiso.
«Perché l'hai fatto?» domandò infine.
«Qualcuno che non era Nino stava venendo sul ponte, ed io non posso permettere che qualcuno venga a sapere che la sirena non è una sirena.»
Marinette socchiuse gli occhi: «Stai mentendo.»
«Non è vero.»
«Sì che è vero. Riesco a fiutare le bugie.»
«No, non puoi e non puoi nemmeno dire che sto mentendo.»
«Dimmi la verità!»
«Perché me l'ha detto il mio istinto, questo è il cazzo di motivo!» rispose seccato. Le sue spalle si rilassarono, accarezzandole la guancia con il dorso della mano. «Ora vai a dormire, tesoro. Devi essere esausta.» disse con voce più bassa e paziente.
Marinette non fu mai così felice di udire tali parole.
--------------------------
Chat da severo ha ceduto all'amore che prova per la ragazza dopo tre giorni.
Tenero lui.
...
Ma pure bastardo nel profondo!
È normale che lei voglia scappare!
Ma mi sa che ora non lo farà più🌚
A sabato :D
FrancescaAbeni
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top