In the Lair of the Turtle
Il grido di agitazione di Marinette sovrastò il rumore della pioggia.
Corse attraverso il ponte, colpendo con i pugnali chiunque cercava di fermarla; poi cadde sulle ginocchia, lasciando cadere i pugnali al suo fianco e appoggiandosi a lui.
«Adrien, Adrien, mi senti? Per favore.»
La pioggia nascondeva le lacrime che cadevano sulle guance, ma non riusciva a nascondere i singhiozzi.
La guardò con la vista annebbiata, sforzandosi di tenere gli occhi aperti.
«Ma... ri... nette.»
Il suo cuore si spezzò ancora di più quando lo bisbigliare.
Prese la sua mano è la appoggio sulla propria guancia. «Andrà tutto bene. Abbiamo già superato questa cosa. Starai bene, Adrien.» lo rassicurò, facendo del suo meglio per nascondere i singhiozzi.
Le fece un sorriso debole, con le dita che le accarezzavano il viso. «Ti amo.»
E con queste parole, i suoi occhi si chiusero e la sua mano cadde sul fianco.
Marinette si sentiva come se qualcuno le aveva appena strappato il cuore dal petto: faceva male, tutto faceva male.
Prese il suo volto tra le mani, singhiozzando in maniera incontrollabile. «Per favore non andate. Adrien, Chat, amore mio, per favore! Me l'hai promesso. Non devi morire, non è così che questa storia deve finire. Adrien, per favore, non posso aspettare un altro secolo. Non sarò in grado di superare la cosa. Troverai un guscio vuoto. E tu, gatto sciocco, hai appena vinto la tua felicità. Dopo tanto dolore, te lo meriti. Tu meriti di essere in pace e non morire. Per favore non morire!»
Non ci fu alcuna risposta da parte sua.
Marinette cercò di accumulare i suoi poteri curativi.
Poteva mantenerlo in vita.
Aveva bisogno di tenerlo vivo fino a quando Max non poteva prendersi cura di lui.
Lo avevano già fatto prima e potevano farlo ancora.
Assente, udì Nino gridare dietro di lei: «Buttate i nostri morti in mare.»
Stava parlando degli altri morti, non di Adrien. No, naturalmente no, il suo Adrien era vivo. Sarebbe stato bene.
Marinette gli tenne la mano mentre cercava di guarirlo.
«Che Nettuno abbia pietà.» Max guardò il corpo di Adrien in puro orrore.
«Puoi aiutarlo, vero?» chiese disperatamente Marinette, guardando il pirata.
«Io... posso fermare l'emorragia...» disse, mettendosi subito al lavoro. «Ma... non lo so... La spada ha trafitto il suo stomaco, e... non credo di poter fare niente.»
«Allora lo porteremo a qualcuno che lo possa guarire.» decise, accarezzando i capelli di Adrien con amore, tenendogli ancora la mano.
Max afferrò il polso della mano libera. «Ha ancora battito. Questo è buono, ma è molto debole. E ha perso troppo sangue... Io... Marinette, dubito che ci sia un medico che possa fare qualcosa. Stiamo solo aspettando l'inevitabile, ma non possiamo salvarlo. Abbiamo bisogno di un miracolo.»
Marinette strinse i denti.
Un miracolo? Come poteva... Poi ebbe un'idea.
Si avvicinò a Nino, che stava accanto a lei con gli occhi che non avevano tracce di divertimento e felicità.
Gli afferrò il braccio, ma sembrava quasi intorpidito esattamente come lei; scosse violentemente la manica.
«Nino, vai a prendere il libro. Quello sulla scrivania nella cabina del capitano.»
Il nostromo sembrava confuso alla sua richiesta.
«Per favore, Nino. Possiamo salvarlo. So che possiamo. Il libro ha coordinate per la tana di Turtle.»
«Che diavolo è?»
«È un potente stregone. Per favore, Nino. Se abbiamo bisogno di un miracolo per salvare Adrien, allora ci serve lui.»
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Fu un viaggio di tre giorni.
Marinette si rifiutò di allontanarsi di un passo da Adrien.
Mangiò –quando Ivan la costringeva– accanto a lui, dormì –quando l'esaurimento era troppo forte– accanto a lui e continuava a tenere la sua mano.
Plagg era seduto lealmente accanto al fianco di Adrien, la testa appoggiata sul petto del padrone.
Marinette non si era mai sentita più speranzoso e spaventata come quando navigarono lungo la laguna verso la tana di Turtle.
«Non è quello che mi aspettavo.» disse Nino dopo aver raggiunto una piccola casa di legno.
«Non è ciò che la maggior parte delle persone si aspetta.» esclamò una voce da dietro.
Le sette persone si sono voltarono di scatto.
Quando si sente udire del grande warlock dei mari, Turtle, non si aspettavano di certo un uomo piccolo e fragile, con una barba lunga e occhi a mandorla.
Eppure era proprio colui che stava davanti a loro.
Marinette cercò di muovere qualche passo avanti, senza lasciare la mano di Chat. «Ti prego, ti prego, devi aiutarlo.» si lamentò, risolvendogli lo sguardo. «Lui... sta ancora respirando. Il suo cuore sta battendo ancora... Lui...»
«Marinette...» si voltò per vedere Max con due dita sul collo di Adrien. «Il suo cuore ha smesso di battere.»
E tutto in un momento, Marinette sentì tutto ciò che era rimasto della sua anima rompersi.
Era finita.
Erano arrivati troppo tardi... No... No!
Non si sarebbe arresa tanto facilmente, non quando c'era in gioco la vita di Adrien.
Si voltò indietro lo stregone e unì le mani in un gesto di supplica. «Per favore, per favore, c'è qualcosa che puoi fare, ti prego. Vero?»
«Anche la morte può essere annullata, giovane sirena.» disse l'anziano, accarezzando la barba mentre guardava lei ed il corpo di Adrien. «Ma ha un prezzo.»
«Abbiamo uno scrigno pieno di monete d'oro e di qualche gioiello.» disse Nino. «Ma credo che non sia il tipo di pagamento che ti serve.»
«Temo di no, giovane pirata. Per una riportare qualcuno in vita, c'è bisogno di un grande sacrificio.»
Ci un momento di silenzio e poi Marinette fece un passo in avanti.
«Lo farò io.»
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Buontonno a tutti :D
Per quelli che nello scorso capitolo mi avevano detto di non far morire Chat: IO TRADUCO SOLO! NON È COLPA MIA!😂
Per tutti gli altri: il prossimo è l'ultimo capitolo🌚
Quindi sì, preparatevi che magari aggiorno prima di venerdì :3
A presto :D
FrancescaAbeni
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