Feverish
«Questo è tutto ciò che ho potuto fare per ora.» disse stancamente Max, mentre Nino lo guardava mettere via tutte le bende e gli strumenti medici. «Avrà la febbre, ma se riuscirà a superare la notte starà bene... È possibile che avremmo bisogno di un nuovo capitano. Vuoi annunciare–»
«Non annunciamo un cazzo, amico.» lo interruppe Nino in tono cupo. «Supererà la notte. Chat Noir è troppo testardo per morire.»
Max annuì, poi si voltò verso la sirena dai capelli scuri, seduta dall'altra parte del letto mentre le sue pinne si contorcevano nervosamente; il pirata si schiarì la voce, catturando la sua attenzione.
«Volevo ringraziarti per fermare l'emorragia, anche se non capisco come tu abbia fatto. Se non fosse stato per te ora saremmo senza capitano e non so il perché tu l'abbia fatto, ma io e l'equipaggio ti siamo grati. Comunque, come funziona esattamente il tuo potere di guarigione?»
«Max!» esclamò Nino esasperato.
«Giusto. Me ne vado dagli altri. Non abbiamo nessun'altra emergenza, ma Kim ha cercato di prendere a pugni una spada, ancora.» sospirò il dottore. «Se c'è qualcosa che non va con il capitano chiamami.»
Nino annuì e guardò l'altro pirata lasciare la stanza, per poi sedersi stancamente sulla sedia accanto al letto.
Spostò lo sguardo sulla sirena, mentre lei prese la mano del suo migliore amico e gliela strinse dolcemente.
Il nostromo era curioso: sapeva che il suo capitano e amico era innamorato di quella ragazza, non importava quanto lo negasse, ma lui non sapeva cosa provasse lei.
Doveva per forza esserci almeno una simpatia perché abbia usato il suo abracadabra su di lui per guarirlo.
Nino fece una smorfia al ricordo.
Chat non si era mai ferito così gravemente, mai, nemmeno quando stava imparando a diventare un pirata qualche anno fa; anche perché aveva più anni di formazione per il combattimento con la spada rispetto a tutto l'equipaggio.
Gli altri non lo sapevano, ma Nino lo vide saltare davanti al nemico per prendere lui il colpo e proteggere la sirena.
Non lo avrebbe lasciato morire così, non finché continuava a negare il suo amore per la ragazza.
L'attesa era dolorosa e Nino non riusciva più a guardare il suo migliore amico che guariva senza poter fare nulla.
Poteva guarire. Doveva guarire.
Se c'era qualcosa da dire riguardo Chat Noir, era che lui era uno stronzo testardo e che non si sarebbe arreso tanto facilmente.
Nino alzò lo sguardo, intanto Plagg entrò e iniziò a coccolarsi contro il fianco della sirena.
Stava per chiederle se volesse qualcosa da mangiare quando un gemito strozzato lo interruppe.
Tre paia di occhi si posarono su Chat, mentre gemeva di dolore e si sforzava di aprire gli occhi.
Il capitano girò la testa verso destra, notando Nino; il moro quasi saltò giù dalla sedia quando il suo amico gli strinse dolorosamente il polso.
«D-Dov'è?» domandò con voce roca, sforzandosi parecchio per parlare. «Dov'è la mia principessa? Giuro che li ammazzo, Nino, li torturerò e mi pregheranno di essere uccisi.»
Invece della risposta di Nino, Chat sentì Plagg sedersi sul suo petto.
«Questo stupido gatto mi vuole morto.» gemette lui, mentre il felino faceva le fusa contro il suo petto.
«Non parlare così di Plagg, è l'animale più dolce che abbia mai conosciuto.»
La testa del pirata si spostò verso sinistra, vedendo Marinette per la prima volta dopo essere svenuto.
«Sono contenta che stai bene.» disse lei, notando uno strato di sudore sul suo corpo ed il viso arrossato.
«La mia principessa.» sussurrò il capitano, stringendo la mano della corvina. «Tesoro mio, sei salva. Grazie a Nettuno sei salva.»
Nino non sapeva chi dei due fosse il più sorpreso, se lui o la sirena.
Beh, certamente non era Plagg; il gatto scese dal petto del suo amico, ed il moro lo vide come se fosse compiaciuto di qualcosa.
Cercando di mettere un po' di distanza tra lui e la piccola scenetta dei due piccioncini in corso, si alzò e andò a bagnare un panno nella bacinella di acqua, per poi poggiarlo sulla fronte del suo amico.
Chat stava bruciando per via della febbre, ma non se ne preoccupava nemmeno, tenendo il suo sguardo fisso sulla sirena.
«Tesoro, non sai quanto sia felice che tu sei sana e salva. Ho quasi fallito nel proteggerti, mi dispiace tanto.»
La sirena sorride dolcemente, accarezzandogli le nocche con il pollice. «Mi hai protetta, mio capitano. Se non fosse stato così, sarei io quella cucita e bendata.»
«Dovranno passare sul mio cadavere, Principessa. Non avrei mai permesso a nessuno di farti del male, mai. Significhi molto per me. Sei il mio sole, le mie stelle e la mia luna, sei la luce splendente nel buio della mia vita. Sei la mia ragione di vita. Maledizione, vivrò solo per proteggerti.» disse con fatica, con il respiro affannato e pesante.
Marinette mise delicatamente il palmo della mano sulla fronte del ragazzo, guardando Nino.
«Penso che abbia perso il senno.» disse la corvina, cercando di ignorare lo sguardo di Chat, come se lei fosse il tesoro più bello che avesse mai visto. «Pensi che sia impazzito?»
Nino sembrava quasi del tutto indifferente. «Io non credo che sia impazzito, ma solo si sta comportando normalmente.» rispose, continuando quando vide lo sguardo crucciato della ragazza. «Lui ti adora ed ora si sta comportando normalmente.»
Marinette tornò a guardare il capitano ferito, che continuava a sorriderle dolcemente.
Sicuramente non stava bene: sudava, era caldo ed il suo respiro era irregolare, ma lui non sembrava per nulla preoccupato.
«Sei un angelo, lo sai?» mugugnò lui.
«Sono una sirena, sciocco. E che cos'è un angelo?» chiese lei confusa rivolgendosi a Nino, visto che il capitando non le rispose.
«È un essere sacro che aiuta l'anima delle persone ad andare in Paradiso, o qualcosa del genere.» spiegò goffamente il nostromo.
«Tu sei il mio angelo-sirena, allora.» sussurrò Chat, tornando ad avere l'attenzione della ragazza.
Lei gli sorrise tristemente, accarezzandogli la guancia con delicatezza.
«Le tue parole sono veramente dolci, mio capitano, ma non sono tue.» osservò con tristezza, poggiando la mano sulla fronte. «Sei ancora il mio Chat?»
Non rompendo lo scambio di sguardi, il capitando le prese dolcemente la mano, poggiandola sul suo petto, all'altezza del cuore.
«Sarò sempre il tuo Chat.» rispose facendola arrossire.
«Sapete, io sarei ancora qui. Ma certo, fare come se non ci fossi. Continuate pure.» disse Nino più a se stesso che ai due, visto che sembravano persi nel loro piccolo mondo.
Plagg, seduto accanto alla sua gamba, gli diede un sibilo di avvertimento, come a dirgli di stare zitto, per poi tornare a guardare la scena facendo le fusa.
Sospirando, Nino uscì dalla cabina pensando che ci volle una febbre dopo un colpo mortale per fargli confessare i suoi sentimenti per la sirena.
Marinette, invece, stava cercando di capire cosa non andava con il suo capitano.
Era malato e probabilmente era diventato matto, eppure c'era un luccichio negli occhi che diceva che era sincero, e lei non sapeva come comportarsi.
«Sei così dolce.» riprese, stringendole la mano. «Così gentile, così indulgente. Le parole non bastano per descriverti. Sei compassionevole. Mi hai perdonato e mi hai salvato la vita, mentre io non ho fatto nulla per meritarmi tutto ciò. Ti sarò per sempre debitore.»
Marinette si morse il labbro inferiore.
Non poteva dire sul serio, era la febbre a parlare.
Non poteva essere così dolce, ma poi si ricordò di un paio di notti fa, quando ballò con lei al chiaro di luna e le fece una corona di fiori.
Marinette fu presa alla sprovvista quando le mani di Chat Noir le presero delicatamente il viso, portandola più vicino a lui.
«Sei la ragazza più bella sulla quale abbia mai posato gli occhi.» sussurrò, e la corvina era in grado di sentire il suo caldo respiro sulle labbra. «In ogni senso della parola.»
«Chat...» sospirò lei.
«Marinette.» disse, pronunciando il nome come ad assaporare ogni lettera. «Tu sei mia. La mia Marinette. Nessuno ti porterà via da me, lo prometto.»
«Non fare promesse che non puoi mantenere, Chat.»
Sapeva che il giorno in cui l'avrebbe venduta sarebbe arrivato presto.
«Non è una promessa, mia dolce Marinette, ma è un giuramento. Giuro su tutti gli dèi là fuori che ti proteggerò contro ogni cosa.»
La corvina sapeva bene che non doveva credere a quelle parole date dalla febbre, ma lui la teneva così dolcemente e la guardava con tanta onestà.
Sentì il suo petto colmassi di uno strano calore piacevole ed in quel momento la ragazza non osava immaginare cosa ci sarebbe stato di bello.
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Aaawwww il nostro Chat che finalmente si è dichiarato! :'D
Ma, Dio, TI È SERVITO RISCHIARE LA VITA PER DIRGLIELO?! CEH! TESTA BACATA!
Ma sei troppo tenero T^T
Rischiare la propria vita per la sirena che vuoi portare a letto... mi commuovo *si asciuga una lacrima*
Anyway, il prossimo è il capitolo è quello che alcune hanno spoilerato *coff coff* Essa *coff coff* e voi sapete che accade🌚
Eeeeeh volete leggere, neh?🌚🌚
Aspettate sabato😘
Alla prossima :3
FrancescaAbeni
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