Come all ye, pretty Fair Maids

"Swampy Cove" era il nome più stupido con cui si potesse chiamare l'isola su cui nascondevano le munizioni, ma avevano lasciato che un Ivan ubriaco decidesse il nome.

Era pur sempre meglio di "Shrimp's Lagoon".

Beh, poteva andare peggio.

Per quanto riguardava le munizioni, era un'abitudine di Chat: nel mentre che viaggiavano in mare e trovavano piccole isolette disabitate, il capitano le usava come piccoli depositi per munizioni, cibo e medicine, segnandole sulle mappe ogni volta che ne trovavano una poiché, dopo una battaglia, erano molto lontani da qualunque porto.

«Dove vai?» chiese Marinette alzando gli occhi dal libro che stava cercando di leggere.
«Dobbiamo fare rifornimento.» rispose il capitano infilandosi il cappello, poi gli venne in mente un'idea: «Vuoi venire anche tu? È da un po' che non esci.»
La sirena sorrise e le pinne le si contrassero di gioia. «Sì, mi piacerebbe.»

Chat increspò le labbra in un sorriso, ma si spense subito dopo.

Sospirò quasi infastidito. «Devo legarti le mani però, tesoro. All'equipaggio non piacerà se io porto una sirena parecchio vicino all'acqua senza alcuna precauzione.»

Non gli piaceva l'idea di legarla ancora, ma non aveva altra scelta se voleva farla uscire.

«Va bene.» disse alzando le spalle, mettendo da parte il libro.

Voleva davvero uscire e sentire la brezza marina tra i capelli.

«Allora, Principessa, che ne dici di un nastro di seta?»

-------------------------------------------

La roccia di granito non era molto grande, così le sirene non poterono fare altro che sbirciare da dietro una alla volta.

«È la nave più impressionante che abbia mai visto.» disse Alya tornando sott'acqua. «E ne ho viste tante.»
«Ho contato più di trenta cannoni. Una nave così grande deve avere un equipaggio equamente grande.» aggiunse Dusuu.
«E sono pirati.» ringhiò Tikki.
«Perciò non attaccheremo direttamente.» esclamò Juleka.
«Forse dovremmo cantare. Se cantiamo tutte e sei avremmo un effetto più forte.» chiese Rose.
«No.» ringhiò Alya in risposta. «Non voglio che siano incoscienti. Voglio vederli tremare di paura quando affonderò i denti nelle loro carni per aver catturato Marinette.»
«E poi non funzionerà molto viste le capacità della nave.» aggiunse Tikki. «Dobbiamo salvare Mariners nel momento in cui è più sicuro.»
«Allora dobbiamo...»
«Ragazze, venire a vedere.» le interruppe la voce di Emilie, che proveniva da sopra la superficie.

Le altre cinque sirene nuotarono fuori dall'acqua e diedero una sbirciata.

Barche. Tantissime barche a remi. E da una di esse si intravedeva una coda rosa.

Le sei sorelle sorrisero non appena la riconobbero.

Sembrava che la fortuna fosse a loro favore.

«Lasciateli andare. Si stanno dirigendo verso la palude, giusto?» domandò Juleka.
«Sì, seguiamoli. Voi due –Tikki si voltò verso Emilie e Rose– rimanete qui.»
«Cosa?!» esclamò Emilie, mentre Rose si lasciò sfuggire un gemito indignato.
«Non è giusto. Vi vogliamo aiutare.» protestò la più giovane.
«Lo sappiamo.» sospirò Juleka abbracciando la ragazzina dalla coda rosa. «Ma voi due non siete ancora sirene complete. Non possiamo rischiare di perdervi.»

Le due bionde di guardarono e annuirono sconfitte.

La discussione era finita.

Le altre quattro sirene nuotarono verso il loro obiettivo, ma senza un commento di Duusu su quanto erano disgustose le paludi.

«Non posso restare qui.» obiettò Rose una volta che le sue sorelle furono abbastanza lontane.
«Ma hanno detto...»
«Lo so.» rispose seccata la più giovane. «Ma Marinette è anche mia sorella ed io voglio aiutarla. Vado.»
«Rose, aspetta!» esclamò Emilie cercando di fermarla, ma la ragazza era già andata.

-------------------------------------------

Nino, molte volte, si interrogava con un "e se" riguardo vari avvenimenti della sua vita.

E se non fosse stato un pirata? E se non fosse stato così dipendente dal rum? E se Ivan non si fosse addormentato ma l'avesse aiutato a vogare quella stramaledetta barca a remi nelle acque paludose?

Beh, l'ultima domanda se l'era fatta solo ora.

Una barca a remi era già difficile da comandare, ma con su due pirati, di cui una era più alto di due teste, era quattro volte più pesante del primo e dormiva, era ancora più complicato.

«Yo oh oh ed una bottiglia di rum.» mormorò Nino, cercando di sincronizzare la sua melodia con il ronfare di Ivan.

Una risata lo interruppe.

Con una smorfia, guardò in basso a sinistra; il suo monocolo quasi gli cadde.

Appoggiata sul lato della barca, come se fosse la cosa più normale di sempre, c'era la donna più bella che avesse mai visto: i suoi capelli brillavano di una tonalità tra il moro ed il rosso ed i suoi occhi marroni scintillavano di pura malizia.

«Che bella voce che hai, bell'uomo.»

Nino non ebbe mai sentito così tanta attrazione per qualcuno finché non la udì parlare.

Cercò di dire qualcosa, ma riuscì solo a dire frasi senza senso, facendola ridere.

«Qual è il problema? Puoi fare frasi coerenti solo quando canti?»
«No.» rispose, scuotendo la testa. «È solo che la tua bellezza mi ha lasciato senza parole.»

La ragazza scoppiò a ridere e Nino fece una smorfia.

«Dai, non era così male.»

Questo era ciò che succedeva ad imparare a flirtare da Chat Noir.

«Lo era.» disse la mora, ma le sue labbra si curvarono in un sorriso. «Ma lascerò perdere, questa volta.»

La ragazza appoggiò il mento sul palmo della mano, muovendo l'altra verso la caviglia del nostromo.

Il pirata deglutì alla vista dei suoi seni nudi.

«Sto cercando mia sorella.» esclamò, inclinando la testa di lato. «L'hai vista per caso?»
«Sorella? Mi ricorderei se avessi mai visto una ragazza...» gli occhi di Nino intravidero ciò che sembrava una coda arancione. «come te.»

Porca puttana, era una sirena!

Un'altra!

Istintivamente, il ragazzo allungò la mano per prendere una bottiglia di rum, ma si accorse solo più tardi che non l'aveva portata.

Aveva bisogno di una buona dose di alcool per affrontare quella splendida ragazza dagli occhi maliziosi e... oh.

Oh no.

Beh, sembrava che la vergogna ora lo avesse invaso.

Il destino gli dovette tirare un tiro mancino per aver giudicato in quel modo il suo migliore amico?

«Qual è il problema, pirata?» domandò la sirena. «Lo squalo ti ha mangiato la lingua?»
«La sirena l'ha fatto.» sbottò lui senza pensarci.
La ragazza in questione raddrizzò la schiena. «Sei davvero carino. Potrei tenerti ancora un po'. Non voglio mangiarti troppo presto.»
«Ehm, ciao... di nuovo. Sirena. Signorina. Siregnorina.» ridacchiò nervosamente il moro. «Ti sarei grato se quel "presto" equivalesse a "mai".»

La creatura marina chiuse gli occhi ed il suo dolce sorriso si fece sinistro. «Hai paura? Posso farlo.»

Nino lanciò un grido di terrore.

Davanti ai suoi occhi, quella splendida ragazza si era appena trasformata in un essere mostruoso: aveva la pelle blu, alghe per capelli e zanne affilatissime al posto dei denti.

«Mi piacevi molto di più com'eri prima!» urlò il nostromo, colpendo la sirena con una pagaia. «Staccati dalla mia cazzo di barca!»

Le sue urla allettarono l'equipaggio e si svegliò pure Ivan.

«Che cosa sta succedendo?» domandò assonnato il pirata, soffocando uno sbadiglio quando Nino gli lanciò due remi.
«Rema! Rema questa cazzo di barca lontana da questi fortuitissimi mostri marini!» urlò il moro mentre colpì nuovamente la sirena.

Da qualche parte più avanti, Chat ordinò a gran voce di raggiungere la riva.

E fu così che si scatenò l'inferno.

-------------------------------------------

Uno non ama mai abbastanza le paludi, ma quando un gruppo di sanguinari mostri marini decide di attaccare allora consideri ogni lembo di terra la tua salvezza.

Chat fece una smorfia mentre tagliò con la sciabola una delle sirene, ma per suo più grande orrore, la ferita ferita si rimarginò in pochi secondi, come se non fosse stata mai lì

Il capitano imprecò sottovoce.

Brutta giornata per lasciare le armi a bordo.

Una giornata davvero di merda.

Avevano già perso tre uomini ancora prima di raggiungere la riva e un altro mentre la lotta proseguiva a terra.

Sembrava una battaglia persa, se doveva essere sincero; era un gioco, e perdeva chi si stancava prima.

Ma anche con undici pirati contro quattro sirene, le probabilità di vittoria erano molto basse.

Pigramente, Chat pensò che, se fosse stato solo lui, le avrebbe lasciate vincere.

Se fosse stato solo lui, si sarebbe lasciato uccidere e gli avrebbero fatto prendere Marinette in pace.

Sarebbe stata libera, anche perché un solo pirata non avrebbe mai sconfitto un gruppo di sirene.

Ma non era solo.

Non avrebbe sacrificato i suoi uomini ed il suo migliore amico per nulla.

Non era compito suo decidere il loro destino.

Per il momento doveva soltanto combattere e sperare in un miracolo.

Dietro di lui, Marinette tremava.

Sembrava che le sorelle si fossero dimenticate di lei, ed una piccola, egoista, parte di lei era felice che l'avessero fatto.

Era un po' delusa, dopotutto.

Era colpa sua se aveva fallito la prova e si era fatta catturare.

Era riuscita a non farsi uccidere per farsi catturare; non si aspettava che le sue sorelle venissero in suo aiuto.

Ma tutta quella situazione stava per finire nel caos se non avesse agito in qualche modo.

Eppure, lei non sapeva che fare.

Le sue grida sarebbero state inutili e non riusciva nemmeno a muoversi; non finché le sue mani erano ancora legate e lei era confinata al centro dell'isola circondata da pirati.

I suoi occhi scivolarono alla riva, dove Alya era riuscita a prendere un altro membro dell'equipaggio de La Coccinelle e trascinarlo in mare.

Sembrava veramente felice, pensò la corvina.

L'acqua verdastra della palude prese una sfumatura rossa, facendo rivoltare lo stomaco di Marinette.

Diede un'altra occhiata alla riva, dice Chat aveva recuperato la spada da un suo compagno morto, non accorgendosi che le sirene si dirigevano verso di lui.

Con un guaito, la ragazza si lanciò in avanti, afferrandogli la caviglia e trascinarlo indietro al meglio che poteva.

Il pirata saltò all'indietro, sfuggendo da quella che pensava essere la stretta mortale di una sirena.

I loro sguardi si incontrarono.

"Stai attento." lo pregavano i suoi occhi azzurri.

Non sapeva come sarebbe finita questa battaglia, ma di una cosa era certa: non voleva che Chat Noir morisse.

Non voleva che fosse morto nessuno, ma era troppo tardi per questo.

Il capitano annuì per poi correre ad aiutare Nino, che sembrava essere occupato in una lotta senza speranze con Alya.

Con la coda dell'occhio, Marinette vide qualcosa muoversi; girò la testa ed i suoi occhi azzurri ne incontrarono un altro paio grigi.

La gente non poteva capire i sentimenti delle sirene, ma la corvina sì.

Erano le sue sorelle, dopotutto.

Lo sguardo di Tikki era penetrante e Marinette sapeva che stava analizzando qualcosa.

Il suo sguardo si spostò da sua sorella a Chat, poi tornò sulla sirena.

Tikki sibilò, facendo sobbalzare la corvina all'indietro, prima di scomparire sott'acqua.

Marinette iniziò a mordere il laccio attorno ai polsi; doveva fermare questa battaglia e non poteva farlo se non riusciva a muoversi correttamente.

Maledetti nodi.

Era sera, ma legata troppo bene.

Dai, dai, dai.

«Pst. Marinette.»
«Rose?!» domandò incredula.

Che cosa diavolo ci faceva Rose lì?

Non era nemmeno una sirena completa!

«Sì. Sono così felice di vederti!» rispose la più giovane. «Aspetta, ti aiuto.»

La bionda strisciò sulla sabbia, riuscendo a raggiungere Marinette e iniziando a sciogliere i nodi attorno ai polsi.

«Rose torna in acqua, è troppo pericoloso!»
«Torneremo in acqua insieme, aspetta solo un secondo.» disse tirando fuori la lingua, fino a che i nodi vennero sciolti. «Ecco.»

Marinette si strofinò i polsi, felice di essere finalmente libera.

Era ora di fermare questa follia, ma prima, doveva fare in modo che Rose tornasse in acqua.

Voleva che fosse al sicuro.

«Dai, Mari, andiamo.»
«Oh, no. Voi non andrete da nessuna parte.»

La prossima cosa che Marinette sentì fu un forte calcio alla schiena e la faccia nella sabbia; appoggiandosi sulle mani, si morse la lingua per non gridare alla scena raccapricciante che aveva davanti.

Le sue sorelle si fermarono e anche i pirati guardavano in stato di shock.

Marinette riconobbe il pirata: era la stessa che la legò all'albero dopo che Chat la punì.

«Va bene, donne di mare, ascoltatemi.» ruggì il pirata, rompendo il silenzio che era venuto a crearsi.

Alya scoprì i denti, le pinne di Juleka si contrassero per l'ansia ed il cuore di Marinette batteva forte nel petto.

«Fate un'altra mossa e la biondina perderà la testa!»

Le dita della corvina scavarono nella sabbia; non poteva muoversi, non poteva fare nulla.

I suoi occhi cercarono Chat Noir, sperando in silenzio che desse l'ordinare al pirata di liberare Rose.

Quando lo vide, sembrava pronto a dire qualcosa.

Ma Juleka parti all'attacco.

Tutto, agli occhi di Marinette, apparì come se fosse stato al rallentatore.

Il pirata gettò Rose a terra e la trafisse con un pugnale nel petto.

Le sue sorelle gridarono e le urla di Marinette si unirono alle loro.

Si sentì appena Chat dire: «Che cazzo hai fatto, Kubdel?»

Confusamente, Marinette sentì gli stridii intensificarsi ed i pirati la circondarono, ma la sua concentrazione era su Rose.

Strisciò verso sua sorella, poggiandole la testa in grembo.

I bellissimi occhi azzurri di Rose, ora erano vuoti.

La corvina voleva piangere, ma nessuna lacrima cadde.

«Rose...» sussurrò, sperando che, con un miracolo, la sorella sarebbe riuscita a guarire se stessa.

Dolce Rose.

Lei non meritava di restare lì, morta in una pozza di sangue, ed era tutta colpa sua.

Se solo fosse stata più veloce a spingerla di nuovo in acqua in tempo.

Se solo non fosse stata catturata dai pirati, per cominciare, Rose sarebbe ancora viva.

«Scusami...»

Il suo sussurro si perse nella carneficina in corso attorno a lei, ma non le importava.

Lei voleva solo restare con Rose.

Voleva portarla in mare, dove l'acqua era limpida.

Meritava molto di più che l'acqua verde di palude, sporca e insanguinata.

Un urlo fece eco in sottofondo e poi si sentì un suono forte.

Marionette si coprì il volto e ha cercò di proteggere Rose con il suo corpo.

Quando alzò lo sguardo vide le acque muoversi e le sue sorelle riorganizzarsi; Juleka sembrava più micidiale di prima.

Lei voleva tornare all'attacco, ma Tikki la fermò; le sussurrò qualcosa, poi tutti si rivolsero verso di lei.

Marinette trattenne il respiro.

Le quattro sirene la guardarono con gli occhi freddi come il ghiaccio e poi ci fu un coro minaccioso: «Traditrice! Non dovevamo venire salvarti!»

Si voltarono verso il mare e nuotarono via, lasciando le due sorelle morte sulla spiaggia.

«Se ne sono andate?» domandò Chat
«Sì.» Marinette si ritrovò a dire. «Se ne sono andate per sempre.»

-------------------------------------------

Marinette era intorpidita.

Aveva capito a malapena la domanda di Chat sul come dovevano seppellire Rose, rispondendo con sussurro rotto.

Le lacrime sembravano congelate da qualche parte dentro di lei quando il corpo di sua sorella era stato delicatamente riposto in acqua, macchiando di sangue l'acqua attorno a lei.

Era di nuovo in mare, dove viveva.

Non riusciva nemmeno a ricordare come era arrivata nella cabina del capitano, sul letto.

Non riusciva ancora ad elaborare il tutto.

La sua dolce sorellina Rose, colei che giocava con i delfini, colei che intrecciava i capelli e con cui cercava insieme doni per le loro sorella da piccoli tesori trovati nei naufragi.

Se n'era andata per sempre.

Tutto per colpa tua.

Era stata stupida. Stupida.

Doveva farsi catturare.

Perché era stata così ingenua e idiota?

Ed ora, la sua ingenuità aveva portato a ciò.

Erano pirati, dopotutto, cosa si aspettava da loro? Misericordia?

«Marinette?»

Chat sembrava interessato.

No, no.

Lui non era interessato.

Doveva smettere di ingannare se stessa con quest'idea.

«Non ti azzardare a dire il mio nome!» disse in un sussurro freddo. «Non avrei mai dovuto dirti il mio nome.»

La rabbia iniziò a riempire il suo cuore.

Come aveva fatto ad essere così stupida a fidarsi di un pirata del genere?

La corvina strinse i denti non appena una mano si posò sulla sua spalla.

«Levami le tue mani di dosso. Ora.»

La sua voce era tremolante e Marinette era pienamente consapevole che stava tremando, ma sperava ancora che lei sembrasse abbastanza spaventosa per farlo indietreggiare.

«Io... mi dispiace.»
«Ti dispiace?» La sirena scoppiò a ridere. «Certo che ti dispiace. Oh, il pirata così premuroso prova pietà per il povero mostro marino, non è vero?»

Sembrava che lei lo avesse appena schiaffeggiato.

Bene.

Voleva fargli vedere che non era così stupida come credeva che fosse.

«Guarda, io vorrei solo...»
«Smettila!» gridò, girandosi verso di lui completamente. «Smettila di mentire! Credi che sia una completa idiota?»

Se prima le lacrime erano bloccate, la rabbia aveva certamente aiutato a farle uscire.

«Lasciami in pace!» continuò. «O uccidimi, così non ti darò più fastidio. Prendi tutte le scaglie ed i capelli che ti servono e smettila di fingere che ti interesso.» Lei lo fissò, felice del fatto che era turbato. «Dai, pirata, dimostrare quanto sei cattivo uccidimi!»

Non lo fece; invece, si voltò e uscì dalla stanza.

No, non era cattivo.

Era molto di più.


-------------------------------------------
Il capitolo più triste che abbia mai tradotto...

Fino ad ora.

Le lacrime di tristezza le verso io Mari T^T

Povera Rose. Povera Mari.

Ceh. POVERE! T^T

A sabato :'(

FrancescaAbeni

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top