By the Order of the King

Chat Noir era giunto alla conclusione che alcune cose non sarebbero mai cambiare: Kim era sempre stato un idiota impulsivo, Nino un ingoia due bottiglie di rum sin dal giorno che si erano incontrati, e Chloé una che urlava più forte di una banshee.

Almeno, questa volta, era per una buona ragione.

Dopotutto, non è una cosa da tutti i giorni che il pirata più temuto dei sette mari irrompesse nella vostra cabina.

«Prendi lei, non me!» continuava a gridare Chloé mentre si spingeva la cugina di fronte a lei come uno scudo.

Si chiamava Sabria, se si ricordava correttamente.

Chat Noir alzò gli occhi al cielo alle buffonate della sua vecchia amica; ignorando le sue grida, andò direttamente all'enorme scatola piena di gioielli, prendendo i diversi pezzi contenuti.

«Questo sembra che sia stato fatto da un fabbro, non un orafo. Nettuno, chi ha fatto questa cosa ed ha pensato che era una buona idea?» derise mentre continuava gettare i gioielli che trovava insoddisfacenti da sopra la spalla.

Sapeva molto bene che Nino era vicino alla porta, prendendoli al volo con una piccola borsa mentre sorseggiava del rum, molto probabilmente. «Questo è... mmh... decente, non importa, mi fa sanguinare gli cocchi. Chi paga per questo pugno nell'occhio?»

Chloé continuava ad urlare, però, se doveva essere sincero, ora sembrava più come se fosse offesa dai loro commenti sul suo gusto per i gioielli, piuttosto che urlare per la paura.

«Oh, questi sono carini. Li prendo io.» annunciò, mettendo il paio di orecchini in tasca. «È stato molto bello fare affari con voi, signora.»

Le diede un saluto due dita e uscì dalla cabina, lasciando Chloé ancora mentre urlava.

Si era vendicato di tutte quelle volte che lo comandava quand'erano bambini.

«Sta andando tutto bene.» osservò Nino mentre si guardavano intorno sulla piattaforma; la maggior parte dei soldati che erano di guardia erano morti e quello che era rimasto di loro stavano combattendo una battaglia già persa. «Non posso credere che abbiamo avuto la fortuna di rubare la nave sulla quale risiede la principessa.»
Chat alzò gli occhi e sbuffò. «Se l'idiota che ha pensato di mettere l'unica sua erede al trono su un Bilander con l'idea che i pirati non avrebbero attaccato è anche il responsabile del programma generale delle rotte e delle tattiche navali della flotta reale, non mi stupisce che noi viviamo in un periodo così prospero per la pirateria.»

I suoi occhi scansionarono la nave, poi si spostarono verso l'orizzonte giusto in tempo per notare tre ombre in lontananza.

Alzando la voce, ordinò: «Tutti un ritirata!»

I pirati si mossero rapidamente, prendendo il bottino e lasciando una nave quasi deserta con un ponte allagato di sangue.

«Cambiate le vele e prendete il vento occidentale, dobbiamo muoverci in fretta!»

L'equipaggio fece come gli era stato ordinato, mentre Chat si guardò alle spalle: sembravano essere tre brigs.

Alzò gli occhi; era una stupida strategia mandare tre navi da guerra nella coda di una piccola imbarcazione mercantile per assicurarsi che non venga attaccata dai pirati.

Per favore.

Il capitano sapeva che c'era qualcosa di importante a bordo di quella nave quando aveva visto la bandiera reale volare alta e fiera.

Come se qualcuno potrebbe pensare che era una nave mercantile piccola semplice quando quella cosa svolazzava al vento.

Chat si rilassò appena la velocità de La Coccinelle aumentò.

Era sicuro che il brigantini non cercheranno di seguirlo o impegnarsi in combattimento: avevano di meglio da fare, ad esempio, prendersi cura di un'urlante principessa e portarla a casa al sicuro.

Il capitano Noir batté sulla tasca dove aveva messo gli orecchini.

"Speriamo che piacciano a Marinette."

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I suoi occhi azzurri brillavano; non credeva di poter rivedere questo posto.

Lo considerava uno scherzo del destino, se doveva essere onesta.

Quando Chat aveva annunciato che si sarebbero fermati su una piccola isola per una notte, lei non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata quest'isola in particolare.

L'equipaggio scese dalla nave e, stabilendosi su una piccola spiaggia sul lato occidentale dell'isola, fecero falò, cantando e bevendo.

Cantare insieme all'equipaggio era diventato uno dei suoi hobby preferiti, ma aveva altri piani per quella stasera; soprattutto quando guardò fuori dalla finestra della cabina e vide l'isola.

Chat Noir rimase piuttosto sorpreso quando insistette che dovevano andare anche loro sull'isola.

Aveva già in mente di portarla, ma non capiva da dove veniva tutto quell'entusiasmo.

Non fino a quando raggiunsero una piccola radura con una piccola cascata e un'amaca di fortuna.

My Island, è così che Marinette l'aveva chiamata.

Il pirata guardò la piccola radura, il luogo che Marinette usava come suo rifugio da decenni, ogni notte da quando le apparvero le gambe.

La ragazza stava giocando con alcune cose in una piccola cassa nascosta dietro la cascata: il suo piccolo tesoro, raccolto quand'era bambina.

Giocherellava con una piuma colorata.

Tante cose di quel piccolo cofanetto le sembravano banali dopo aver letto i libri dal mondo umano.

Il suo cuore quasi desiderava riavere l'alone di mistero di quei semplici oggetti di quando lei li aveva trovati nei relitti.

Solleticò giocosamente Chat con la piuma, facendolo starnutire, e ridacchiò quando lui le diede un'occhiataccia, per poi rimettere la piuma nella scatola

Marinette gli tese la mano. «Cammini con me?» chiese; il marito subito le prese la mano e si alzò in piedi.

Era tranquillo su quel lato dell'isola.

Solo loro due, gli uccelli notturni ed il suono delle onde che si infrangevano contro la riva.

Marinette sospirò, godendo della pace.

«Non ho mai ho pensato di condividere questo luogo con qualcuno. È stato il mio piccolo paradiso sicuro, dove non doveva esserci nessun altro oltre a me. E quest'isola era l'unica cosa che conosceva il mio segreto.» Un sorriso morbido apparve sulle labbra. «Ma ora è diverso.»

Il biondo sorrise, stringendole la mano.

La luce della luna diede ai suoi capelli scuri un riflesso blu come l'oceano; come i suoi occhi.

Oh, come amava i suoi occhi.

Ed il suo sorriso.

E ... tutto di lei, veramente.

Sembrava che realizzasse ogni giorno, ancora e ancora, quanto amava quella ragazza.

Poi, Marinette, si fermò bruscamente e cominciò a tirarlo per la mano verso l'oceano.

«Vieni in acqua con me. Per favore.»

Lui annuì, seguendola.

Che ironia, no?

Seguire una sirena in acqua.

Era un pensiero divertente, soprattutto da quando non pensava a lei come "sirena" da parecchio, ormai.

Marinette.

Sua moglie.

Il suo amore.

Il suo amore che era appena saltata in braccio a lui, facendo cadere entrambi sott'acqua.

Il pirata cercò di tenere l'aria nei polmoni, fino a quando non sentì la risatina della corvina.

«Apri la bocca, stupido.» aveva detto, lasciandosi galleggiare in acqua, i capelli scuri che la circondavano come un alone. «Non lo sai? Baciare una sirena ti permette di respirare sott'acqua.»

Chat aprì la bocca per rispondere, realizzando un secondo troppo tardi il suo errore.

Ma non c'era la sensazione di annegare, e non sentiva i suoi polmoni come se stessero bruciando.

Si sentiva perfettamente, anche con tutta l'acqua che stava inghiottendo in quel momento.

Guardò Marinette, insicuro di cosa dire.

Lei scosse la testa e nuotò verso di lui, baciandolo.

Chat avvolse le braccia intorno alla sua vita, tirandola più vicino.

E anche se l'acqua era calda, il capitano sentiva ancora più caldo con le labbra della moglie sulle proprie.

Potevano restare così per un po'.

La notte era giovane e, per una volta, sembrava che tutto il mondo fosse in pace.

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La camera era buia, perché, anche se fuori era ancora giorno, il sole del pomeriggio filtrava a malapena attraverso le spesse tende dell'ufficio.

Una figura alta sedeva su una sedia, con i freddi occhi azzurri che scansionavano il documento che aveva in mano.

Con un sospiro stanco, mise il pezzo di carta verso il basso.

Non aveva il tempo di leggere in modo corretto in ogni caso, se i forti passi che rimbombavano dalla sala significavano qualcosa.

Le porte del suo ufficio si aprirono di scatto e Re André marciò all'interno seguito da sei guardie.

«Vostra Altezza.» L'uomo si alzò in piedi, inchinandosi.
Il re non ebbe nemmeno la briga di rispondere. «È inaccettabile! Inammissibile! Umiliante! Come hanno osano attaccare la mia figlia e derubarla?! Mia figlia!»

L'uomo più alto rimase in silenzio, lasciando che il re finisse col suo attacco isterico, soffocando la voglia di alzare gli occhi.

L'incompetenza di quest'uomo era esattamente ciò che aveva portato il regno nello stato miserabile in cui si trovava ora, con quelle imbarcazioni che navigavano per i mari senza nessuna preoccupazione nel mondo.

E sembra ha preso solo una posizione quando era stato influenzato dalla sua piccola marmocchia.

Tipico.

Se quel sciocco incompetente di un monarca lo avesse ascoltato fin dall'inizio, ora non sarebbe in quella situazione.

«Voglio che Chat Noir venga catturato! Voglio vederlo impiccato con i miei occhi per aver osato attaccare mia figlia!» il re finì il suo sproloquio, mettendosi sulle punte per affrontare l'uomo più alto.

Un debole sorriso apparve sulle labbra dell'uomo, ma qualcosa di crudele brillò nei suoi glaciali occhi azzurri.

«Agli ordini, Maestà.»


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Bene, ora sparate teorie su chi possa essere quest'uomo alto dai glaciali occhi azzurri.

Io opto per Gabriel

A voi lascio il resto dei personaggi lel.

Sono una madre generosa U^U

Comunque, lo dico solo a titolo informativo (anche perché non credo interessi a nessuno, ma lo dico allo stesso ahahahaha), ma non potrò usufruire di Whatsapp per un po', come molte persone presenti nel gruppo di Miraculous –per chi volesse partecipare, mi scriva in messaggio privato che, appena posso, lo aggiungo. Il gruppo è sempre aperto :3– hanno potuto notare.

Vi manca la vostra mamma? :'3

Era solo per dire T^T

Al prossimo aggiornamento :3

FrancescaAbeni

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