Bread?
Marinette si sorprese quando udì dei passi avvicinarsi alla cabina.
Il capitano era tornato così presto?
Al solo pensiero le sue pinne si contrassero nervosamente in acqua.
Quei pirati non le avevano ancora fatto nulla, e Chat Noir le aveva detto che sarebbe stato così per molto tempo, anche se non significava che stesse dicendo la verità.
La sirena trattenne il respiro appena la porta si aprì; non era il capitano, ma l'uomo alto che l'altro giorno l'aveva portata lì dentro.
Ivan. Si ricordava fosse quello il suo nome.
Marinette inclinò la testa, osservando il pirata sulla soglia che sembrava riluttante ad avvicinarsi.
«Sì?» chiese lei, vedendolo sussultare; sembrava essere preso alla sprovvista quando parlò.
«Il capitano Chat Noir mi ha mandato con del cibo per te.» rispose a bassa voce Ivan, sollevando di poco il vassoio.
La ragazza inspirò profondamente, cercando di capire di che cosa si trattava con l'olfatto; odorava di pesce, ma il resto degli odori le erano sconosciuti.
L'uomo non si mosse di un millimetro, era come se fosse... Oh giusto.
«Non cercherò di ucciderti, se è questo quello di cui hai paura.» gli disse, cercando di fargli capire che stava dicendo la verità.
Ivan strinse gli occhi, ma si mosse verso di lei, lentamente.
«Non so se lo mangi.» esclamò, continuando a camminare.
«È pesce?» chiese la sirena strizzando gli occhi, prendendo lo strano cibo in mano. «Che cosa gli hai fatto? Anche il suo odore è strano.»
«L'ho cucinato.» rispose Ivan, ma continuò quando la vide ancora alle prese con il pesce. «Noi non lo mangiamo crudo. Lo friggiamo e ci aggiungiamo delle spezie.»
«Ma è più buono crudo, si sente meglio il sapore.»
«Beh, se non lo vuoi tu allora lo ruberà lui.» esclamò il pirata, fulminando la creatura dietro la corvina.
Plagg se ne stava in panciolle, guardando male l'uomo, poi, con un balzo, saltò sopra la spalla di Marinette, mantenendosi in perfetto equilibrio malgrado la zampa di legno e iniziando a strofinare la testa sulla guancia della ragazza.
«Plagg? Non chiamarlo ladro, è così dolce.» disse, difendendo il gatto nero mentre gli grattava dietro le orecchie.
Ivan guardò incredulo la scena davanti ai suoi occhi: Plagg era considerato un gatto maledetto perché rubava il cibo a tutti, nemmeno il capitano avrebbe dato una seconda occhiata a quel pesce.
La ragazza, però, decise di prenderne un po', facendo sorridere Ivan quando il suo viso s'illuminò di gioia.
Ad uno dei più temuto mostri marini era piaciuto il suo pesce, e questo contava per lui.
«Che cos'è questo?» domandò Marinette, indicando ciò che era rimasto sul vassoio.
«Quello è pane.» dichiarò Ivan con cipiglio, facendole inclinare la testa incuriosita.
«Cos'è il pane?»
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«Capitano, nave commerciale a ovest. Quali sono gli ordini?»
Poche cose al mondo erano in grado di far venire i brividi alle persone velocemente, ma mai quanto il ghigno di Chat Noir.
«Issate le vele.»
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Chat Noir fischiettava allegramente mentre rientrava in cabina.
L'attacco alla nave era andato alla perfezione: nessun morto della sua ciurma e le celle erano tutte piene di nuovi prigionieri.
Era anche felice perché poteva vedere la sua sirena, siccome doveva tornare in cabina per cambiare la camicia sporca di sangue.
«Hai passato una bella giornata, tesoro?» chiese una volta entrato nell'abitacolo. «Ho sentito che ti è piaciuto il cibo che ti ho fatto mandare.»
Il biondo si levò la camicia, sostituendola con una pulita e s'infilò il cappotto nero.
Lanciò un'occhiata alla sirena, rannicchiata come una palla mentre guardava tristemente nulla in particolare.
Cosa c'era che non andava? Aveva bisogno di un cambio d'acqua? Più cibo?
«Mi hai ingannata.» sussurrò, ma nella stanza vuota si udì forte e chiaro.
Chat sollevò un sopracciglio. Cosa aveva ora?
«Mi hai fatto pensare che non eri un bruto senza cuore.» lo fissò. «Ho sentito i rumori. Quante persone hai ucciso oggi?» domandò, guardando la camicia insanguinata sul pavimento.
«Tesoro, non sei esattamente nel posto giusto per giudicare il conteggio dei corpi.» sottolineò, incrociando le braccia al petto.
«Io non ho ucciso nessuno!» sbottò lei, guardandolo.
«Ti prego, dolcezza, dimmi in che situazione ci siamo conosciuti?»
«Non ti ho ucciso. Ed è la millesima volta che mi ripeto che avrei dovuto farlo. Avrei potuto salvare quelle persone innocenti e avrei ottenuto la libertà.»
Chat la fissò incredulo.
Poteva crederle per quando riguardava la libertà, ma davvero avrebbe voluto salvare la vita di quei marinai?
«Sei troppo dolce per il mondo, tesoro.»
«Come se tu ti preoccupassi per il mondo.» sbuffò lei, roteando gli occhi.
Il pirata strinse gli occhi, camminando verso di lei.
Poteva vedere il suo corpo irrigidirsi e le sue mani stringersi a pugno mentre si avvicinava.
Lui la fissò solo per incontrare il suo sguardo beffardo.
Se era una gara per lo sguardo più glaciale, sicuramente avrebbe vinto lui.
Chat le sfiorò la guancia con le nocche, per poi sollevarle delicatamente il mento, costringendola a guardarlo negli occhi.
«Hai capito bene, tesoro. Io sono un pirata e non me ne frega un cazzo del mondo. Ma sei fortunata che io ti tratti così bene: ti assicuro che se quelle persone ti avessero catturata avrebbero scorticato una ad una le tue belle scaglie e poi ti avrebbero uccisa lentamente. Se fossi in te non scommetterei la tua coda su di loro.»
"Ha le lentiggini." pensò Chat, notando distrattamente.
Non se n'era accorto la scorsa notte, ma era troppo occupato a pensare al fatto che le erano spuntate le gambe.
Era carina, e ad un certo punto gli venne in mente una piccola idea.
Forse era una cosa stupida, ma non poté fare a meno di sorridere al solo pensiero; si chinò verso di lei e le baciò il naso.
«Dormi un po', tesoro. Il tempo passa velocemente.» detto ciò, lasciò la stanza ammiccandole, lasciando una sirena piuttosto arrabbiata che gli urlava dell'assassino.
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Poor Chat Noir che gli da dell'assassino...
PERÒ TI HA DATO UN BACIO SUL NASO, ACCONTENTATI, DONNA!
Anyway, un capitolo tenerino, con tanto di Plagg ruba-pesce, Ivan cuoco e Mari curiosa.
A sabato prossimo :D
FrancescaAbeni
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