Una Via d'Uscita
<< Cornelius, non essere arrabbiato, su... >>
B osservò l'amico mentre se ne stava appollaiato in un angolo arruffando le piume. Non aveva più pronunciato nemmeno una parola da quando aveva finito di rivelargli la verità. Poteva capirlo, non si sentiva di biasimarlo, ma allo stesso modo il pensiero di perdere il suo amico e mentore per una questione così insignificante lo stava innervosendo. Sedendoglisi accanto, seguito da Gabriele, fece per sistemargli il piumaggio, ma questi gli beccò le dita seccato. Non era abbastanza forte da fargli del male, nemmeno perché una goccia di sangue venisse versata, ma B istintivamente si ritrasse. Osservando la propria pelle vi scorse attraverso solo una pallida illusione a celare la verità, di lui altro non era rimasto che un mostruoso cuore di oscurità. Non era più umano, doveva ripeterselo e smettere di comportarsi ancora come tale.
<< Come mai fa così? >>
Sentire la propria voce uscire da Gabe lo divertì parecchio. Era come se i pensieri gli fuggissero fuori dalla testa, come quelle riflessioni chiassose che si hanno nella notte e ti fanno dubitare di non star parlando davvero rischiando così di svegliare chiunque altro in casa.
<< Non ti permettere di rivolgermi la parola! Non con la sua voce! >>
Gracchiò il volatile contro l'arcangelo che però non si scompose affatto. Non sembrava importargli nulla dell'opinione di Cornelius, ma era bravo a nascondere le proprie emozioni, lo faceva da un'eternità. B gli posò una mano sulla spalla.
<< Scusalo, Gabe, è solo offeso perché era convinto che non avessi un piano per riprendermi Malachia ed ora ha scoperto che ho agito alle sue spalle >>
<< Biasimami! >>
Spalancate le ali, il corvo si rimise in piedi sollevando anche le piume della coda ed agitandole stizzito.
<< Credevo fossimo una squadra! Senza di me non saresti riuscito a liberarti dal lavaggio del cervello di Lucifero! E nemmeno ad ideare un piano per ingannare sia lui che il Creatore! Senza di me e Lilith tu adesso saresti... >>
<< Una pedina, lo so... Ma a volte dimentichi che non siamo stati in grado di fare nessuna di queste cose... Io vivo ancora della mia ossessione per Lu. Io sono diventato ciò che il Creatore voleva da me >>
La rabbia del demone scemò leggermente ed abbassò il capo.
<< M-ma... Tu sei libero ora... Hai anche Malachia adesso! >>
Salvare il proprio bambino, la sola cosa che avesse deciso di avere per sé. Pur di mettersi contro il volere del Creatore e del suo disegno imperscrutabile, era arrivato a marchiare Lucifero possedendolo con la forza, tutto per avere un'unica scelta in quella fitta trama in cui tutto era già stato posto ed intrecciato con cura.
<< Se avessi saputo che non eri in grado di parlare davvero con Malachia ti sarei stato più vicino... Invece di sgridarti ed accusarti di star buttando via il tuo tempo, ti avrei aiutato a trovare una via d'uscita... >>
<< Io l'ho già trovata, ma perché funzioni non posso avere troppe variabili nel piano >>
<< Variabili... è questo che siamo ora per te? >>
Suonava male, faceva male, ma era la verità.
<< Compreso me, ed io sono la peggiore di tutte perché, se riuscirò davvero a riavere mio figlio, non avrò mai la razionalità necessaria a mantenere il controllo quando me lo porteranno via di nuovo... >>
<< Non lo permetteresti mai! >>
B sorrise e si rimise in piedi. Non avevano più tempo.
<< Allora, Gabe? Quali sono le novità? >>
<< Manca poco al mio prossimo tentativo, ma potrebbero esserci delle complicanze. Malachia se l'è presa di nuovo con Abele e Michele non gliela farà passare liscia >>
Sentendo il resoconto, B provò una spiacevole sensazione scorrere in tutto il corpo, come una repulsione tremenda che ricacciò indietro. Quel serpente strisciante di Abele gironzolava intorno al suo bambino sin dalla sua prima vita. A lungo B aveva tentato di convincersi che si trattasse di un ennesimo, disperato tentativo di tornare nelle grazie di Lucifero mostrandosi vicino a suo figlio, diventando una figura paterna sostitutiva, ma da come le azioni del figlio di Abramo gli venivano descritte da Gabriele era chiaro che vi fosse qualcosa di ben più profondo nelle attenzioni che riservava a Malachia.
<< Fammi vedere >>
Allungando la mano verso l'arcangelo, ne notò le orecchie farsi rosse dietro le ciocche castane. Vedendolo indugiare per la presenza di Cornelius, si fece avanti e, presa la sua mano, se lo portò vicino. Con la destra lo tenne a sé per la vita, con la sinistra gli spostò i capelli indietro e fece incontrare le loro fronti. Spesso si chiedeva se la pelle di tutti gli arcangeli fosse così fredda, dalle numerose esperienze con Gabe e quelle più rare con Uriel, sì. Erano gelidi come il ghiaccio e, la maggior parte di loro, sia dentro che fuori.
<< Pronto? >>
<< S-Sì! Scusa! >>
Quando le loro labbra si incontrarono, milioni di immagini si specchiarono nella mente di B. Vide Malachia con gli occhi di Gabriele e si ritrovò al suo fianco, come se stessero parlando davvero insieme. Ascoltò con piacere tutti i piani orditi da Michele per provare a torchiare il loro detestabile prigioniero e ricavarne finalmente informazioni che, però, non avrebbero mai ottenuto perché del tutto inesistenti. Rimase particolarmente colpito da come il legame tra l'angelo Azrael e Malachia si fosse trasformato in una splendida complicità. L'amore, era incredibile quanto terribile potesse rivelarsi, eppure così prezioso da diventare il solo appiglio alla vita che ci resta prima di ricadere in una completa follia. Ogni immagine sparì nella nebbia del Limbo. Gabriele, come da sua richiesta, si era portato al di sotto della bruma circostante per mostrargli l'orda di anime. Nessuna era sfuggita al suo sguardo, B prese nota mentale di ognuna di esse, concedendosi tutto il tempo necessario e, quando ne ebbe a sufficienza, riaprì gli occhi e si separò dal bacio.
<< H-Hai visto quello che ti serviva? >>
<< Sì, grazie. Hai fatto un ottimo lavoro, Gabe >>
Cornelius volò sulla sua spalla e strusciò la testa contro la sua. Fu allora che si rese conto di avere il viso bagnato di lacrime.
<< Mi dispiace, B... Sono pronto ad ascoltarti! Dimmi... perché mi hai voluto dire proprio ora tutto questo? >>
<< Perché presto farò il botto e, quando accadrà, voglio che tu e Lilith siate al sicuro. Ciò che sono ora, la Corruzione che è dentro di me, non conosce amici o nemici, quindi, quando sarà il momento, ho bisogno che almeno uno di voi due sappia a cosa stiamo andando incontro e salvi entrambi da me >>
<< Q-Quando ? >>
B fece spallucce e sorrise.
<< Presto >>
<< C-Capisco... E non... Non c'è niente che io possa fare o dire per evitare di... >>
Dando all'amico un colpetto con la spalla, lo rilassò, era così teso da esserglisi avvinghiato nella carne con gli artigli. Distratto da una nuova presenza in avvicinamento, B sollevò il capo. C'erano problemi in arrivo. Tornato in sé, diede una sistemata a Gabriele, l'arcangelo era ancora frastornato dopo il bacio ricevuto, fremeva di adrenalina ed era rosso come un pomodoro, per non parlare dello sciocco sorriso che gli increspava adorabilmente le labbra.
<< Gabe, datti una raddrizzata! >>
L'altro scosse il capo.
<< C-che succede? >>
<< Sta arrivando qualcuno per te, annulla la barriera e riassumi il tuo solito tono serioso >>
Sistemando la toga, l'arcangelo cancellò il simbolo ai propri piedi con il piede. In un lampo, Baal uscì dalle tenebre e recuperò il proprio ruolo di copertura mentre B si spostava nella parte più buia del vicolo dalla quale avrebbe potuto assistere a quanto stava per capitare senza essere individuato.
<< Che cosa... >>
Chiuse il becco di Cornelius giusto in tempo. Poco dopo, avvolto nel proprio manto bruno, l'angelo Azrael discese nel regno dei mortali portandosi accanto a Gabriele, sembrava di corsa. Inginocchiandosi davanti ai piedi del proprio superiore, scostò il cappuccio e ne incontrò lo sguardo, un vassallo al cospetto del proprio signore. Era come nei ricordi che B aveva visto, davvero un bel faccino per essere il terribile guardiano della morte, ma furono i suoi pensieri a colpirlo. Malachia era in ognuno di essi e, anche non fosse stato un comune angelo, leggerli sarebbe stato altrettanto semplice.
<< G-Gabriele! C-Che cosa ci fai qui tra i vivi?! >>
L'arcangelo mosse le mani senza esitazione, le labbra serrate. B percepì chiaramente quanto disperatamente avrebbe voluto parlare, prima o poi avrebbe potuto essere libero di far sentire a tutti la propria voce, ma non ancora.
<< Dovrei domandarlo io a te. Non ho chiesto un cambio. Dovresti essere nel Limbo >>
<< U-Uriel mi aveva detto che tu... >>
L'angelo sbiancò, Gabriele si fece serio.
<< Mi stai disturbando durante il mio lavoro. Senza nemmeno avere una buona ragione per farlo. Tornatene subito nel Limbo e non farmi perdere altro tempo >>
Azrael spalancò le ali, per un istante B le vide spiegarsi molto più alte di quelle che effettivamente possedeva, anche se retrocesso, restava sempre un arcangelo dopotutto. Un cenno del capo e l'angelo se ne andò, molto più rapidamente di quand'era arrivato. Non era un buon segno. Sperò solo che, trattandosi di Malachia, il guardiano arrivasse in tempo per evitare il peggio.
***
<< Miki, non essere arrabbiato, su ... >>
Sorrise il corvino guardando il maggiore dritto in faccia. Samael lo osservò incredulo mentre girava intorno all'arcangelo dandogli un paio di sonore pacche sulla spalla, spavaldo come se non avesse appena subito una vera e propria seduta di elettroshock.
<< Ti andrà meglio la prossima volta, se sarai abbastanza gentile forse papà ti farà entrare nella mia testa e vi farete una lunga chiacchierata... >>
Fece spallucce e iniziò ad asciugarsi il misto di sangue, lacrime e sudore che gli attraversava il volto. Malachia sembrava appena uscito da una pozza d'acqua, tremava e straparlava, ma ogni sua parola era carica di ironia. Samael non riuscì a capire se il minore stesse cercando di alleggerire la situazione o di far innervosire ancora di più Michele, ma poi, quando si voltò nella sua direzione e gli fece un sorriso tirato ed un occhiolino, capì. Stava facendo entrambe, ma per una sola ragione, concentrare la situazione su di sé ed evitare che anche a lui venisse inflitta una punizione. Non appena ebbe finito il giro intorno al maggiore e fu a portata di quest'ultimo, l'arcangelo lo afferrò per il collo e strinse lasciandolo senza fiato.
<< Mal! >>
<< Michele, adesso basta ! >>
Quella voce. Furibondo, Abele giunse nel Limbo accompagnato da Geudiele. Michele lasciò subito la presa. Il figlio di Abramo si affiancò a Malachia appoggiandogli una mano alla spalla per cercare di farlo sollevare e controllare le sue condizioni, ma il ragazzo lo scacciò con una manata e ringhiò nella sua direzione.
<< Stammi alla larga! Quante volte te lo devo ripetere?! >>
Samael trattenne il corvino mentre tutti gli arcangeli presenti si posizionarono in difesa di Abele. Il ragazzo tossì pesantemente, enormi ematomi neri gli solcavano ora il collo nel punto in cui Michele lo aveva strangolato, la loro rimarginazione era lenta e Raffaele non sembrava affatto intenzionato ad aiutarlo a guarire.
<< N-Non voleva fare del male ad Abele! L'ha solo colto di sorpresa! Tutto qui! >>
L'angelo osservò i presenti, la situazione era davvero tesa. Geudiele scoppiò a ridere.
<< Smettila di scusarlo, Azrael! Ogni volta che sta per raggiungere i diciotto anni esce completamente di testa! >>
Raffaele scosse il capo.
<< Lascia stare, Geudiele, è chiaramente colpa del sangue marcio che si ritrova! Reincarniamolo di nuovo e basta, chissà che la quinta volta sia quella buona... Inoltre, non vedo l'ora di vederlo tornare bambino! Con quei boccoli biondi sembra proprio un cherubino! >>
Il corvino sbiancò e Samael con lui. Abele distolse lo sguardo affranto, ma prese amaramente la parola.
<< Forse hai ragione, Raffaele... Sembra che davvero non ci sia altra soluzione a questo punto >>
Sam si inginocchiò sommessamente davanti ai propri fratelli.
<< No! Vi prego! N-Non è ancora il giorno del suo compleanno! C'è ancora tempo prima di decidere! >>
Il volto di Geudiele venne attraversato da un ghigno crudele.
<< Non è riuscito nemmeno a passarlo la prima volta, quando non ne sapeva nulla, figurati adesso. Per quanto mi riguarda, non credo ci sia molto di cui discutere. Io, Michele e Raffaele siamo chiaramente della stessa idea, Gabriele e Barachiele non hanno mai espresso disaccordo e Lu non si è mai presentato una solo volta per dire la sua >>
L'arcangelo fece comparire la propria frusta nella mano.
<< Che ne pensi, Michele? Possiamo iniziare anche subito? >>
Malachia strinse le labbra e si lasciò sfuggire un singhiozzo prima di tornare a sorridere di nuovo. Samael sussultò quando il ragazzo lo prese per mano e lo fece rialzare tenendolo a sé.
<< Non me ne frega niente, sono pronto a reincarnarmi di nuovo, ma non ve la renderò facile se non mantenete la vostra parola fino in fondo... >>
Il corvino fece un passo avanti, i simboli di Michele sul suo corpo iniziarono a brillare.
<< Mi reincarnerò il giorno del mio diciottesimo compleanno! Come al solito, senza storie, senza nemmeno muovere un muscolo, rispettando la vostra decisione! Ma fino ad allora non voglio più dovermi sorbire le vostre facce del cazzo! >>
Indicò Abele furibondo.
<< Lui per primo! E voglio dividere la mia maledetta torta con Sam! >>
Geudiele scoppiò a ridere e si dovette sorreggere lo stomaco per lo sforzo fino a quando Michele fece un cenno con il capo.
<< Accordato >>
<< Che?! Seriamente?! Gliela lasci passare così?! >>
Il maggiore aprì le ali ed il corvino smise di brillare.
<< Perché infierire su chi è già condannato ? Andiamo, lasciamogli godere questi ultimi giorni con la consapevolezza di aver fallito, ancora ... >>
Appoggiò una mano sulla spalla di Abele.
<< ... andrà meglio la prossima volta >>
Detto ciò, l'arcangelo circondò il gruppo con la luce delle proprie ali e, quando infine il fascio si affievolì, erano tutti spariti.
<< Certo! >>
Rise Malachia.
<< Come no! Alla prossima!!! >>
Il ragazzo rivolse loro un saluto ironico dopodiché si voltò verso Samael. L'angelo aveva il viso coperto di pianto, il corvino gli si avvicinò per rincuorarlo, ma quest'ultimo, in un impeto di rabbia, gli tirò una sonora sberla, dritta in faccia, e lo gelò sul posto.
<< Ahi... >>
Caricò un secondo schiaffo, Malachia chiuse gli occhi, pronto a riceverlo e, quando infine arrivò, per quanto ne fosse stato consapevole, fu tanto doloroso da spezzargli il cuore.
<< S-scusa Sam... >>
Ne ricevette un altro, ancora più forte.
<< S-scusa... >>
Non provò nemmeno a rimarginarsi, lasciò che il dolore restasse lì. Quando si rese conto che non ne stavano arrivando ancora, riaprì gli occhi poco a poco e, vedendo che l'altro si stava allontanando, gli corse dietro.
<< S-Sam! Sam! >>
Provò a prendergli la mano o a metterglisi davanti, ma l'angelo si era ormai reso intangibile.
<< Sam! Sam, ti prego! N-Non ignorarmi! A-Abbiamo poco tempo e... T-Tra poco arriverà anche la torta e... >>
Gli occhi dell'angelo brillarono di verde per un momento.
<< E, per la quinta volta da quando ti conosco, dovrò assistere impotente mentre ti reincarni! >>
<< S-scusa... Mi dispiace... io ... >>
<< Smettila di scusarti! Ormai so che non ci provi nemmeno più! Tu non vuoi crescere! Non vuoi uscire di qui! >>
Il Limbo tremò.
<< Sam... vuoi così tanto che io me ne vada? >>
<< N-Non... non rigirare la questione su di me! >>
<< Allora non farlo nemmeno tu! Non sei tu la ragione per cui quei maledetti non mi lasciano crescere! Non è colpa tua! >>
<< Invece sì! Se solo fossi stato più severo... se ti avessi cresciuto meglio... >>
Malachia lo afferrò saldamente e lo baciò a tradimento. Aveva ragione, fu un bacio terribile a causa di quel sapore tremendo di cenere nella sua bocca, ma, grazie ad esso, Samael si sentì improvvisamente più calmo. Almeno uno poteva concederglielo, anche se non troppo spesso, lo viziava già abbastanza.
<< Loro non vogliono che io cresca >>
<< Lo so... Hanno paura di ciò che potresti diventare. Tuo padre compì il rituale quando aveva diciassette anni, dopo di esso la sua vera natura ha cominciato a risvegliarsi... lo stesso potrebbe capitare a te... >>
La presa del giovane si fece più salda.
<< Ti sbagli! Non è per questo... >>
L'angelo lo sentì alleggerire la stretta e, quando furono di nuovo separati, Malachia si strofinò il viso e scompigliò i capelli, il suo battito era diventato feroce ed ogni suo muscolo fremeva rilasciando adrenalina. Samael gli si avvicinò appoggiandogli una mano lungo la schiena mentre tentava disperatamente di incrociarne lo sguardo.
<< Mal? Che ti succede? >>
<< N-niente, tutto bene >>
Prese un bel respiro e tirò indietro i capelli.
<< Il pensiero della reincarnazione... Adesso non riesco più a cacciarlo via! Ogni centimetro di me mi grida di scappare, ma la mia testa sa che non c'è via di fuga... >>
Scoppiò a ridere, un suono amaro che sfuggì dalle sue viscere come un grido di aiuto, una richiesta inascoltata di disperata pietà. Samael non seppe cosa dire, niente sarebbe servito a far sentire l'altro meglio. Far reincarnare un essere vivente che, in effetti, non era morto, significava scinderne il corpo dall'anima forzatamente, un processo estremamente doloroso che richiedeva molto tempo. Per Malachia la situazione era anche peggiore, sulla sua carne erano stati incisi i marchi di tutti gli arcangeli ed essi andavano riportati intatti nel processo, quindi, durante la scissione, essi dovevano essere rimossi. Fossero stati tutti piccoli non ci sarebbe stato problema, ma quello di Michele lo ricopriva dalla testa ai piedi. Alla fine dei conti, il corvino doveva essere praticamente scuoiato vivo perché il rito fosse completato, ed era già la quinta volta che lo subiva. La prima volta era rimasto paralizzato dal terrore e dal dolore, non sapendo cosa aspettarsi, aveva subito passivamente, ma le tre reincarnazioni successive aveva tentato in ogni modo di evitare quella tortura, combattendo, tentando la fuga, ma purtroppo era stato inutile. Non era abbastanza forte per contrastare gli arcangeli e non c'erano uscite da quella prigione. Dalla rinascita precedente sembrava aver semplicemente accettato che fosse un evento inevitabile, ma ciò non gli impediva di esserne atterrito al solo pensiero.
<< F-Forse... Lu potrebbe venire! Magari si farà vedere al concilio e parlerà in tuo favore! >>
Una flebile speranza, non c'era altro che potesse offrirgli, ma ottenne solo di incupire Malachia ancora di più.
<< Già... sarebbe carino... >>
Il corvino osservò i marchi sul proprio corpo. Strinse i denti.
<< Così potrei ringraziarlo per avermi affidato a Miki... >>
Samael sospirò.
<< Non penso immaginasse che Michele ti avrebbe marchiato. Era sicuro che, affidandoti a lui, saresti stato al sicuro. Nessuno nel Paradiso è più temuto e rispettato... >>
<< Infatti ci ha tenuto a sincerarsi della cosa di persona visto che, l'ultimo ricordo che ho di lui, risale alla mia prima vita, quando ha deciso di tornare ad essere la Stella del Mattino rinunciando alla propria forma fisica >>
Mal si sedette a terra e l'Angelo della Morte gli si mise accanto. Il ritorno di Lucifero al fianco di suo padre era davvero stato un giorno memorabile per le schiere del Creatore. Una simile luce a rischiarare il Creato non si era più vista sin dai tempi della prima Caduta ed ora, se al di fuori del Limbo si sollevava il capo verso la volta celeste, era impossibile non cogliere quel bagliore irradiare l'anima ed innalzare il cuore.
<< Te lo ricordi ancora? >>
<< Non posso dimenticare nulla... Né il suo abbandono, né la promessa di mio padre... >>
Affondò il viso tra le braccia.
<< Solo uno dei miei genitori sta effettivamente facendo qualcosa per tirarmi fuori da qui e, presto, so che ce la farà >>
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