Un Amico Comune

Un gracchiare disperato attirò la loro attenzione e, un attimo dopo, Cornelius volò tra le sue braccia, le piume tutte arruffate. Al suo seguito, giunse un uomo elegantemente vestito dall'aria distinta, tra le mani teneva una lunga piuma nera.

<< Scusi, Mio Signore, ma odio chi origlia i discorsi altrui >>
<< Divertente detto da qualcuno in grado di diventare invisibile, Baal. Novità? >>
<< Sì, ha una visita ... >>

Cornelius gonfiò il petto e gracchiò contro Baal, fu così fastidioso da attirare l'attenzione generale e B dovette per forza tappargli il becco con una mano e tenergli le ali ben ferme con l'altra.

<< Quante storie per una spuntatina alle penne primarie >>

Baal rigirò la piuma fra le dita e poi se la portò all'occhiello, sistemandola in modo accurato, come fosse stata il simbolo di un'importante vittoria. B sospirò sentendo l'amico agitarsi ancora di più alle provocazioni ricevute.

<< Cornelius, non abbiamo tempo adesso... Pensavo volessi sapere che cosa ho in mente >>

Il corvo sollevò lo sguardo per un momento e poco dopo si tranquillizzò.

<< Bravo, ottima scelta >>

Sorrise Baal abbassandosi e dando al volatile un buffetto sul capo, ma la sua boria finì in un momento quando, ritratta la mano, si rese conto di aver appena perso due dita. Al posto di esse era rimasto un cumulo di cenere che, alla prima folata, si dissolse nel vento paralizzandolo dal terrore. Il demone sudò freddo quando finalmente ebbe il coraggio di incrociare lo sguardo di B, non ebbe nemmeno la forza di diventare invisibile, il suo istinto lo rendeva ben consapevole di quanto vana sarebbe stata quella decisione. Alzandosi in piedi, B liberò il becco dell'amico e lasciò che si appollaiasse più comodamente sul suo braccio prima di tornare a rivolgersi ad Adramalek.

<< Continua così, resta vicino alla tua famiglia e falla crescere per l'eternità. Dopotutto, presto o tardi, siamo tutti destinati a soccombere e lasciare il posto a chi verrà, ma se almeno a restare saranno i nostri figli, il nostro ricordo non morirà subito con noi >>

Superato Baal, B iniziò ad avviarsi, ma quando si rese conto che l'altro non lo stava seguendo, si schiarì la voce. Ripresosi dallo shock, e per evitare ulteriori danni, il demone lo raggiunse di corsa, lo superò e gli fece strada.

<< Capisco lasciare che Asmodeus tenti gli umani con il peccato, ma Adramalek ha dei figli ora... >>

Rifletté ad alta voce il corvo.

<< Già, un bel passo avanti da semplice guardarobista di Lucifero >>
<< Immagino di sì... ma ancora non capisco come possa far parte del tuo piano lasciare che Adramalek metta su famiglia >>

B fece spallucce.

<< Non ti va di provare ad indovinare da solo ? >>
<< Niente affatto... >>

Cornelius guardò storto Baal.

<< E lui invece ? Lui almeno fa qualcosa di utile ? >>
<< Sa rendersi invisibile >>
<< Anche tu lo sai fare, persino io >>
<< No, non hai capito. Invisibile a lui >>

Fece un piccolo cenno con il capo verso l'alto e sorrise.

<< Oh... Beh, questo è utile >>
<< E pure ai suoi arcangeli, questo non solo lo rende utile, ma fondamentale. A proposito, visto che il trucchetto dell'invisibilità funziona solo quando sei nella tua vera pelle, gradirei che tornassi il solito te in modo da concederci copertura prima del nostro arrivo >>
<< Sì, mio signore... >>

Baal sospirò e perse la forma umana tornando immediatamente al proprio aspetto demoniaco. Il costoso abito che indossava si distrusse completamente nel processo.

<< Bravo, ottima scelta >>

Lo canzonò Cornelius.

<< Me lo sono meritato... >>

Il corpo di Baal si deformò in maniera disturbante. Fu possibile sentire ogni suo osso spezzarsi, i muscoli strapparsi come un tessuto troppo spesso mentre il guscio umano che indossava si apriva come una crisalide rivelando un corpo arachideo dotato di tre teste diverse. Un capo da essere umano, uno da gatto e l'ultimo da rana. Le sue dimensioni si ridussero a quelle di un cane di piccola taglia, una misura confortevole per spostarsi senza dare troppo nell'occhio. Non appena ebbe concluso, il demone si arrampicò lungo il corpo del proprio padrone e, giunto sulla sua spalla, vi si ancorò saldamente. B sentì all'istante lo sguardo onnipresente del Creatore scostarsi dal proprio capo. Non riusciva più a percepire gli occhi del caro suocero su di sé e questo gli tolse un bel peso metaforico dalle spalle, visto che comunque aveva Baal su una di esse.

<< Dovrei farti chiamare più spesso, almeno quando faccio i miei pisolini, non è semplice addormentarsi quando si è sotto controllo >>

B prese un bel respiro.

<< Bene, ora facciamo perdere un po' le nostre tracce... >>

Le tenebre li avvolsero e, seguendo i pensieri di Baal, B cominciò a camminare in esse spostandosi silenzioso ed intangibile nel Creato. Quella sensazione di vuoto, quel silenzio, fu davvero una piacevole distrazione da quel continuo gorgoglio di vita.

<< B-B ! >>

La voce di Cornelius lo riportò alla realtà e solo in quel momento si rese conto di come sia lui che Baal stessero tremando forte, aggrappati con tutte le proprie forze nel tentativo di scampare al totale buio circostante. B alzò il capo e, a poca distanza, vide brillare un flebile raggio di luce e vi si indirizzò. In un lampo, vennero avvolti da quel candore e, infine, tornarono nel mondo umano. A pochi passi da loro, vi era una figura lucente, accucciata sul corpo esanime di un umano, intenta a separarne l'anima dal corpo in un'accurata operazione. Sbattendo le ali, finalmente ripresosi dallo spavento, Cornelius si spostò sulla spalla di B, sapere che i poteri di Baal lo stavano rendendo invisibile agli occhi di quella misteriosa presenza lo fece sentire più tranquillo. Restarono ad osservare la scena fin quando l'altro non ebbe concluso, nel momento stesso in cui lo spirito fu libero, gridò di dolore e prese fuoco sparendo nel nulla. Poco dopo l'individuo si sollevò e fu allora che B schioccò le dita un paio di volte attirandone l'attenzione su di sé. L'altro sussultò e si girò nella loro direzione, gesto che permise finalmente ai tre di vederlo in volto.

<< M-Ma lui è... >>

B chiuse di nuovo il becco a Cornelius. Capelli castani, lunghi fino alle spalle e lisci come fili d'oro, la pelle bronzea avvolta in un drappo candido sorretto alla spalla da un narciso. Non avrebbe avuto più di trent'anni, se solo l'età fosse valsa a qualcosa per la sua specie, aveva le labbra sottili e gli occhi scuri, arguti ed attenti mentre scrutava i dintorni nel tentativo di individuarli senza successo. Abbassandosi di nuovo, lo sconosciuto cominciò a disegnare a terra un cerchio e, dentro di esso, vi pose il proprio nome, gesto che confermò esattamente quanto Cornelius temeva. Concluso il lavoro, intorno all'area circostante scese un velo di bruna. L'arcangelo sollevò le mani e cominciò a compiere una serie di movimenti indistinti, solo quando ebbe terminato Baal si staccò dalla spalla di B per poi sparire al di fuori dell'area sacra.

<< Che sta succedendo? B, perché siamo qui? H-hai almeno idea di chi sia lui?! >>
<< Certo, l'arcangelo Gabriele , anche se preferisce... Gabe >>

B. sollevò la mano e fece un cenno all'altro.

<< C-Che? C-che cosa significa tutto questo?! Aspetta ! Lui è la visita di cui parlava Baal ?! Ma da quanto tempo vi conoscete ?! Come è possibile ?! Perché io non ne sapevo nulla !!! >>

Fece spallucce.

<< Non ho avuto occasione di presentarvi, tutto qui >>

Cornelius tornò subito in forma umana. Era stravolto, sconcertato. Un arcangelo era proprio lì, davanti a loro e B si comportava come se nulla fosse. I due si conoscevano da chissà quanto e sembravano anche in buoni rapporti, avevano perfino collaudato un metodo per incontrarsi e parlare senza che nessun altro ne venisse a conoscenza.

<< L-Lilith? Lei lo sa?! Sono stato il solo che hai lasciato fuori dalle tue macchinazioni!? >>
<< Ma che macchinazioni e macchinazioni ! >>

Rise. La sua reazione fece solo innervosire di più Cornelius, ma, non appena se ne rese conto, tornò serio e sospirò.

<< No, Lilith non sa nulla >>
<< Oh... Si arrabbierà da matti quando saprà che tu e Gabriele siete... >>

Passò lo sguardo da uno all'altro.

<< ... Complici ? >>
<< Amici direi, ormai ci conosciamo da talmente tanto tempo >>

L'arcangelo confermò con un cenno del capo e poi riprese a gesticolare.

<< Che problemi ha ? >>
<< Non è in grado di parlare. Lui è la voce del Creatore, perciò gli è concesso utilizzarla esclusivamente per riportare la parola del "Grande Capo". Quindi di solito usa il linguaggio dei segni per comunicare ... per essere vissuto così a lungo ce ne sono di cose che non sai, Cornelius >>
<< Dimentichi che per la maggior parte della mia vita sono rimasto rinchiuso all'Inferno, nell'Eden ... >>
<< Però, a dire il vero, ora può parlare. Non preoccuparti, Gabe. Terrà il segreto >>
<< D'accordo... Sì, è tutto vero >>

Il corvo sussultò. La voce dell'arcangelo, era del tutto identica a quella di B, tanto che aveva pensato fosse stato quest'ultimo a parlare.

<< Ma meno persone lo sanno, meglio è >>
<< I-Io... Io non... Non capisco... p-perché siamo qui? D-Di che cosa ti deve parlare di così importante? >>
<< Malachia >>
<< Cosa mai dovrà dirti su di lui di cui non potete parlarne a livello onirico tra padre e figlio? >>

Cadde un profondo silenzio, tanto che il corvo sentì il bisogno impellente di interromperlo. C'era qualcosa di strano e di estremamente doloroso in quell'improvvisa quiete, non poteva più sopportarla.

<< I-Insomma, dormi costantemente per poter vedere Malachia, sarebbe assurdo che avessi bisogno di aggiornamenti su di lui da una terza persona, quindi... Aspetta... Vuoi dirmi che... >>

B fece un sorriso amaro.

<< Io non sono mai stato in grado di comunicare con Malachia tramite i sogni. Abbiamo mentito >>

***

Per anni Raffaele era riuscito a ideare stratagemmi sempre migliori per evitare di ritrovarsi in quell'esatta situazione, eppure eccolo lì, intrappolato con la cosa più pericolosa e imprevedibile che il Creato avesse mai visto. Faceva fatica anche solo a guardarlo, ma a rassicurarlo vi era era la certezza che non potesse muoversi e nemmeno parlare. Rendeva tutto più semplice, era come tenere d'occhio un sasso. Voltò di nuovo il capo per un istante e si rese conto che il ragazzo aveva gli occhi chiusi ed il suo respiro si era fatto più lento. Subito si fece coraggio e, allungando la mano, lo scosse fin quando non riaprì gli occhi.

<< M-Michele ti ha detto di riflettere sui tuoi errori! Addormentarti per incontrare tuo padre di nuovo non dimostra grande pentimento da parte tua! >>

Il corvino sorrise e sbadigliò, l'arcangelo non pensava che l'altro fosse in grado di farlo e, spaventato, indietreggiò andandosi a sedere a distanza di sicurezza.

<< Michele ha detto che devi restare fermo lì! N-non provare a fare passi falsi o me ne vado! Sai che se mi allontano verrà qui Geudiele al posto mio e non gli piace venir disturbato! >>

Fu allora che il ragazzo sollevò il braccio destro e sollevò il pollice. Raffaele sbiancò del tutto e aprì le ali terrorizzato.

<< Lo sapevo! Ti puoi muovere! M-ma come ?! Michele ti ha ordinato di restare lì! >>

Mettendosi seduto a propria volta, anche se fece parecchia fatica, Malachia cominciò a muovere la mano nell'aria compiendo vari gesti. Se la portò vicino al capo, alla tempia, indicò il suolo, ma Raffaele non riuscì a capirci un bel niente. Giusto, il ragazzo era ancora senza lingua dopo la punizione ricevuta, così l'arcangelo capì che stava utilizzando il linguaggio dei segni e si fece serio.

<< Non sono Gabriele! Non lo so il linguaggio dei segni! >>

Il giovane sbuffò e fece scivolare il piede verso la sua direzione, gesto che lo spinse ad indietreggiare leggermente, ma dopo che l'altro ebbe superato pochi centimetri, la parte del marchio di Michele sulla sua caviglia prese a brillare e così venne bloccato. Era come se si trovasse dentro una barriera invisibile. Questo fece subito rincuorare Raffaele che ritirò le ali e sospirò.

<< Meno male... >>

Si sedette, aveva ancora il cuore che batteva a mille nel petto. Doveva sapere che il fratello non lo avrebbe mai lasciato in pericolo, ma di Malachia non ci si poteva fidare. Era infido, bugiardo e un vero manipolatore, in un modo o nell'altro sapeva come ottenere la fiducia del prossimo, infatti con Azrael, Uriele e, nelle giornate buone, perfino con Gabriele, ci era riuscito. Lui ci cadeva solo quando l'altro era piccolo, perché in fondo ogni bambino è come qualsiasi altro, purezza istintiva e bontà interiore innata. Peccato che poi i mortali avevano quella orribile tendenza a crescere e rivelare il proprio sangue marcio e Malachia era il caso peggiore di tutti. L'Arcangelo fissò il minore dritto negli occhi.

<< Perché hai fatto di nuovo del male ad Abele?! Lui viene qui, si preoccupa per te, ti tratta con dolcezza ignorando la tua pericolosità e tu lo assali senza motivo! >>

Malachia affondò il viso tra le braccia incrociate portandosi le gambe al petto e, in breve, venne percorso da singulti. Raffaele lo osservò, forse la ragione per cui gli era stato concesso di mettersi quantomeno seduto era che avesse davvero riflettuto sul proprio errore e, almeno in minima parte, si fosse pentito di averlo commesso. Avvicinandosi un po', l'arcangelo cercò di osservarne il volto, Michele sarebbe stato felice di sapere di essere riuscito a piegare il caratteraccio del minore con quelle semplici parole. Era quasi arrivato a fianco del corvino quando questi alzò il capo di scatto. I suoi gorgoglii si rivelarono essere una risata soffocata, doveva star provando parecchio dolore visto il modo in cui si reggeva la gola, ma ciò non gli impedì di continuare imperterrito fino alle lacrime.

<< S-Sei... impossibile! >>

Raffaele arrossì, sentiva il viso andare in fiamme.

<< Smetti di ridere! >>

Malachia riprese fiato e si portò le mani fra i capelli tirandoli indietro, aveva il viso sudato e sporco di sangue, ma non sembrò infastidito più di tanto, finché non lasciò andare le ciocche sporche e queste gli ricaddero sul viso in un'unica massa caotica. Quando era piccolo aveva splendidi boccoli biondi, ma crescendo andavano sempre inscurendosi fino a diventare corvini e intricati come un covo di serpi. Raccogliendo i brandelli del proprio abito, il giovane cercò di rimetterlo insieme come possibile, ma era in parte bruciato da Uriele ed in parte strappato dai suoi precedenti tentativi di disubbidire a Michele così, quando ebbe concluso i rattoppi, il risultato fu davvero penoso.

<< Beh, che ti aspettavi?! Se fossi un po' meno testone a quest'ora potresti avere tutte le tuniche che vuoi e non saresti bloccato qui senza lingua e coperto di sangue! >>>

Raffaele sentì un calore salire dal petto ed espandersi in tutto il corpo, fino alla punta delle orecchie. Il corvino, alzandosi in piedi, aveva lasciato scivolare a terra i brandelli delle proprie vesti ed ora gli stava davanti, completamente nudo. Il ragazzo unì i palmi verso la sua direzione e con il capo, gli fece cenno verso destra aprendo le mani mimando una scodella. Per l'arcangelo non fu facile capirlo inizialmente, anche a causa di quella imbarazzante distrazione ma infine giunse con lo sguardo alla zona e, sotto la coltre di nubi del Limbo, riuscì a scorgere il punto in cui i vari corsi d'acqua del Paradiso giungevano e circondavano quel luogo.

<< Vuoi acqua? Io non so se posso... >>

Malachia avvicinò pollice e indice lasciando fra essi un minimo spazio.

<< Non è una questione di poca o tanta! Per che cosa ti serve?! >>

Il giovane indicò le macchie di sangue ormai semi secco sul proprio viso, i capelli, il corpo. Il suo sguardo gli fece intendere che fosse una domanda stupida con una risposta ovvia. Raffaele odiava essere preso in giro e, ancora di più, essere obbligato a subire la mancanza di pudicizia.

<< Chiedi ad Azrael quando arriva! Non è una cosa necessaria! Perché devo farlo io !? >>

L'altro unì di nuovo i palmi.

<< Smettila, non mi convinci! E-E torna a sederti !>>

Malachia sospirò e, separando le mani, le spinse in avanti. Quando urtò la barriera, questa si sconquassò per un secondo facendo paralizzare Raffaele sul posto. Non vi fu nessun danno e, poco dopo, il ragazzo tornò a stendersi a terra dandogli le spalle, ma l'arcangelo impiegò diverso tempo prima di riprendersi e deglutire.

<< N-non rifarlo più! T-tanto non s-sarai mai in grado di distruggere la barriera di Michele! M-mai ! >>

Il corvino sollevò il braccio e iniziò a mimarlo mentre parlava per prenderlo in giro.

<< Sei impossibile! Ti credi forte perché hai fatto quella scenata da cane rabbioso con Abele, ma ancora una volta Michele ti ha rimesso al tuo posto! Pensi di essere intoccabile solo perché hai il mio sigillo a rimarginarti le ferite! >>

L'altro fece spallucce e, mettendosi di nuovo seduto, si girò e, con la mano, prese a strofinare sul suo marchio. Niente poteva spezzarlo, sin dal giorno in cui Michele li aveva apposti sul suo corpo, avrebbero continuato a legare e sottomettere il ragazzo al volere dei sette arcangeli per l'eternità.

<< Non piace nemmeno a me il dover condividere il dono che il Creatore mi ha dato, ma questo è il suo volere ! Dovresti essermi grato ! Anzi ! A tutti noi ! >>

Il corvino tornò a produrre suoni gutturali e Raffaele intuì che stava di nuovo ridendo.

<< Ora basta! Me ne vado! Te la vedrai con Geudiele ! >>

L'arcangelo aprì le ali e si voltò per andarsene, ma fu allora che sentì una morsa sull'attaccatura dell'ala destra e questa per poco non si spezzò. Raffaele si inginocchiò a terra sotto la pressione e, quando voltò il capo, Malachia era su di lui con un enorme ghigno sul volto. Terrorizzato, il fulvo tirò un paio di strattoni per farsi lasciare andare, ma l'altro non mollò la presa. Sapeva che la barriera non poteva aver ceduto, era un'eventualità impossibile. Gli occhi dorati di Malachia gli scavarono nell'animo mentre tutt'intorno a loro si faceva nero. Stava affondando nell'oscurità e nemmeno sbattendo le ali con tutte le proprie forze riuscì a divincolarsi per alzarsi in volo dalla melma. All'ennesimo tentativo di fuga, il mostro gli spezzò completamente l'ala producendo un suono secco che gli rimbombò nella cassa toracica insieme ad un profondo urlo di dolore.

<< Mal ! Smettila ! >>

Una voce familiare giunse attuttita alle orecchie dell'arcangelo che fu sul punto di perdere totalmente in sensi. Chiuse gli occhi per un istante, era molto stanco, fu tentato di non riaprirli, ma poi vide una luce attraverso le palpebre e si riprese. Azrael gli piovve davanti a tutta velocità. Non appena l'angelo si riassestò dopo il brusco atterraggio, Raffaele capì che era ancora nel Limbo. Sdraiato a terra, l'Arcangelo della Guarigione si rese conto di essere coperto di sudore dalla testa ai piedi. Immediatamente provò a muovere le ali e queste risposero senza problemi. Azrael nel frattempo gli stava parlando, ma non riusciva a sentirlo del tutto, il fischio nelle orecchie era troppo forte.

<< Raf, Raffaele? Va tutto bene ?>>

Aveva i sudori freddi. Alzò il capo e, superato l'Angelo della Morte, si girò verso Malachia. Il corvino gli sorrise e, un istante dopo, gli fece la linguaccia.

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