Spiegazioni
L'acqua era perfetta. Lambiva il suo corpo da ogni lato, come un abbraccio, accompagnata dalle tenui carezze di Lilith sul suo capo. Gabriele si lasciò sfuggire uno sbadiglio e scosse la testa, non era proprio il momento di addormentarsi. Doveva restare vigile, finire di ripulirsi e poi prepararsi a guidare B nel mondo onirico. Scuotendo le ali, si strofinò il viso. Lilith rise per gli schizzi e si spostò indietro.
<< Attento, Gabe! >>
<< Scusa! >>
Le ritrasse e rise a propria volta. La demone gli nuotò intorno e, avvicinadosi alle sue ali, vi passò la mano sistemandogli le piume arruffate. Osservandola, l'arcangelo incontrò lo sguardo di B, seduto sulla riva e, arrossendo, si immerse fino alle spalle. Perfino nell'acqua fresca si sentiva bruciare.
<< Mi chiedo come tu faccia a nuotare così bene con queste ali enormi, non sono pesanti da bagnate? >>
<< N-Non sono vere ali... sono solo... ecco... non hanno peso per me >>
<< Rispetto alle tue le mie sono davvero imbarazzanti >>
Lilith gli si portò davanti e gli diede la schiena in modo che potesse vedere le sue ali. Erano piccole, simili a quelle di un pipistrello e partivano dalle scapole. Gabriele vi avvicinò la mano e ne toccò la membrana con delicatezza, la demone sussultò per la sorpresa e si girò, il blu del suo viso era diventato molto più scuro e vivido.
<< Io le trovo carine >>
<< G-Grazie! Sei troppo gentile, Gabe >>
<< Inoltre, se un animale ha ali piumate è quasi scontato che sappia volare, le membrane sono più originali >>
Sorrise e, senza poterlo evitare, lasciò sfuggire un altro sbadiglio. Lilith lo abbracciò e gli accarezzo i capelli scendendo poi lungo la schiena. L'arcangelo sentì il corpo di lei premere contro il proprio, le forme morbide, i lunghi capelli rossi solleticargli il viso e divenne paonazzo. Osservò B oltre la spalla dell'altra e questi lo salutò con un cenno della mano, il che lo mise ancora più in imbarazzo. Non sembrava affatto disturbato da quello scambio affettuoso il che fece sentire Gabe un po' più tranquillo. C'era qualcosa in quell'abbraccio, qualcosa di dolce e profondamente materno che portò l'arcangelo a rilassarsi al punto che, per un istante, rischiò di crollare addormentato fra le braccia dell'altra. Si separò da lei poco a poco e sbadigliò di nuovo.
<< C-Credo dovremmo uscire adesso... Io e B abbiamo del lavoro da fare e... >>
Si strofinò il viso.
<< Sicuro di esserti ripulito come si deve? >>
L'arcangelo guardò il proprio corpo e annuì.
<< Penso... penso di sì >>
<< Intendo anche... sai... >>
Lilith abbassò lo sguardo verso il suo sedere e Gabriele si immerse coprendolo con le ali.
<< S-Sì! I-io! C-Credo di... >>
<< Devi essere sicuro, se quello... >>
E indicò con il pollice B alle proprie spalle.
<< ... sentirà il suo odore su di te, anche solo una piccola traccia, non ci sarà modo di togliergli il pensiero di esserti venuto dentro. Vorrà prenderti di nuovo, subito, solo per sentire di nuovo quella sensazione >>
Gabriele si sentì mancare il respiro.
<< N-Non dirlo così!!! >>
<< E come dovrei dirlo? >>
<< Non dirlo e basta!!! >>
Lilith sorrise.
<< Come fai a non renderti conto che, se potesse mettere piede qui dentro senza problemi, per te non ci sarebbe scampo? >>
In effetti, da quando era entrato in acqua, Gabe aveva la costante sensazione di essere osservato e, soprattutto, bramato famelicamente. Una preda corcondata da predatori. Ecco perché si sentiva andare a fuoco in quel modo.
<< Quando sei entrato nel fiume con me per ripulirti, l'acqua è stata benedetta. Per quello B non è entrato o si sarebbe ferito e sa perfettamente quanto ciò ti avrebbe fatto star male >>
Mortificato, Gabriele attenuò la propria luce.
<< E tu stai... stai bene? >>
<< Benissimo, sarò anche stata deformata dalla corruzione, ma è solo una questione estetica, non fisica >>
<< Q-Quindi se io... >>
Aprendo le ali, Gabriele la illuminò. Sotto la sua luce, la pelle di Lilith apparì bianca come il latte ed i suoi capelli rosso fuoco tornarono color ambra, proprio come i suoi occhi. Sorpresa, la donna osservò il proprio riflesso per un istante e, senza poterlo evitare, lasciò sfuggire un paio di lacrime. L'arcangelo, preoccupato, le si avvicinò e questa, sorridendogli, portò le mani alle sue ali e lo portò dolcemente ad abbassarle tornando la solita sé.
<< S-Scusa, Lilith >>
<< Grazie, Gabe. Ma penso di essere più originale così come sono. Tu non credi? >>
Annuì subito e, questa volta, fu lui ad abbracciarla. Quando lei infine rispose alla stretta, Gabe si sentì subito meglio e, di nuovo, si ritrovò a sbadigliare. La vista gli si annebbiò per un momento e, infine, chiuse gli occhi. Era stanco, davvero, come non gli era mai capitato prima. Sapeva di dover restare lucido, era lì per fare il proprio dovere, non per prendersi una vacanza, lasciarsi amare da B alla faccia di Lucifero e poi farsi un bel bagnetto con Lilith. Aveva sempre cercato di essere saldo nel proprio dovere, eppure venir coccolato e ricevere tutte quelle attenzioni, lo aveva distratto. Era felice. Quando infine riaprì gli occhi, tutto era bianco intorno a lui. No, non era di certo all'Inferno. Chiaro, si era addormentato. Si guardò intorno e fece un paio di passi avanti. Metro dopo metro, qualcosa cominciò ad apparire all'orizzonte. Una figura, di spalle. Inconfondibile.
<< B! >>
Si sentì più leggero. Perfetto, erano insieme nel mondo onirico, la loro ricerca di Malachia poteva avere inizio. Finalmente li avrebbe fatti incontrare, avrebbe reso B felice, gli avrebbe dato ciò che aveva desiderato così tanto a lungo. Iniziò a correre.
<< Ehi, B! Sono qui! >>
Mano a mano che si avvicinava, l'altro gli parve un po' più basso rispetto al solito, ma non era insolito che nei sogni le proporzioni si sballassero.
<< B?! Mi senti!? Sono Gabe! >>
Presa velocità, gli strinse la mano proprio nel momento in cui si voltò. Paralizzato, l'arcangelo rimase ad osservare le iridi in tempesta dell'altro ed i suoi lineamenti familiari, credette di star vivendo una strana allucinazione e, senza che il proprio cervello avesse il tempo di riportarlo alla realtà, avvampò e, con labbra tremanti, parlò.
<< M-Malachia!? >>
Il giovane sgranò gli occhi.
<< Gabe?! T-tu hai parlato! Hai appena parlato! >>
Lasciando la mano del ragazzo, Gabe si coprì le labbra e, imbarazzato, scosse la testa. Malachia fece un passo avanti, aveva tagliato i capelli, ora assomigliava molto di più a B piuttosto che a Lucifero. Si sarebbe sotterrato, non aveva idea di come uscire da quella situazione.
<< Non ci provare! Ti ho sentito! Puoi parlare! Parla! Cosa centri tu con B!? >>
Il corvino iniziò a guardarsi intorno. Era evidentemente agitato.
<< Lo stavi chiamando poco fa! Mi hai scambiato per lui! C'è anche B!? >>
Gabriele si guardò intorno, erano soli, non c'era dubbio. Prese un bel respiro e guardò Malachia.
<< N-No... cioè, doveva venire con me, ma... Non lo so, non l'ha fatto >>
Fu il turno di Malachia di emettere un sospiro di sollievo. Recuperata la calma, il ragazzo incrociò le braccia al petto e si fece serio. Per qualche secondo l'arcangelo venne ispezionato dalla testa ai piedi, il che fu piuttosto strano per Gabriele, ora che il giovane assomigliava così tanto a B non era in grado di assumere un tono più austero davanti a lui.
<< Allora? Rispondimi! Cosa c'è tra te e B!? >>
<< Noi, ecco... >>
Poi l'illuminazione.
<< Michele ha chiesto aiuto a tuo padre per scoprire chi ti ha fatto uscire dal Limbo e B ha chiesto che lo affiancassi nella ricerca >>
L'altro non sembrò convinto del tutto.
<< Questo non spiega niente. Non sembri nemmeno lo stesso Gabriele che conosco. Fosse una questione di semplice collaborazione non sembreresti così... non impostato? Sei emotivo! Sei imbarazzato! Non avevo mai visto le tue orecchie diventare così rosse! Sembri Sam quando... >>
L'arcangelo si coprì subito le orecchie. Malachia perse la verve di poco prima e guardò l'altro sempre più sconvolto. Gabriele provò a sostenere il suo sguardo il più a lungo possibile, ma infine cedette ed abbassò gli occhi a terra. La vergogna ebbe la meglio su di lui.
<< Tu... e B? >>
Gabe lasciò che le ali scivolassero a terra. Non ebbe il coraggio di alzare il capo. Chissà cosa stava passando per la testa del minore in quel momento. Scoprirlo in quella strana e confusa relazione con suo padre, doveva starlo disgustando parecchio. L'arcangelo sentì una fitta al petto, non c'era niente fra lui e B, era solo un sogno, un momento insignificante che presto sarebbe sparito. Era quella la verità.
<< N-Non è niente di... insomma... importante... >>
<< Non sembra... >>
Strofinandosi i capelli dietro la nuca, Malachia scoppiò a ridere. Gabriele lo osservò intristito, gli occhi del giovane si riempirono di lacrime e il suo sorriso si piegò in una smorfia di dolore.
<< Prima Lucifero... Adesso anche B... >>
Accucciandosi a terra, Malachia iniziò a singhiozzare.
<< P-Piuttosto che cercare un modo per stare con me... P-Preferiscono farsi una nuova vita c-con altre persone... >>
Il corpo del giovane prese a deformarsi. Aprendo le ali, Gabriele lo avvolse in un abbraccio. La sua luce rallentò la trasformazione, ma l'arcangelo era ben consapevole di non essere abbastanza forte da poterla trattenere a lungo.
<< Ti sbagli! La sola ragione per cui ho avvicinato B la prima volta, è stato per dargli notizie di te! Non gli importa nulla di me! Lui vuole riaverti, riavere Lucifero! E presto ci riuscirà! Tornerete una famiglia! >>
I singhiozzi del minore si calmarono e, quando alzò di nuovo il capo, una nuova espressione gli attraversava il volto. Gabriele non riuscì a decifrarla, ma fu felice che le proprie parole avessero tranquillizzato l'altro almeno un po'.
<< Da... Da quanto ... conosci B? N-Non... sembra poco tempo >>
Gli asciugò il viso e ci rifletté. Inutile continuare a tenere nascoste cose a Malachia, non era nemmeno giusto farlo. Sarebbe stato meglio che fosse B a parlargliene direttamente, ma inutile domandare al giovane di aspettare ancora. Era ora delle spiegazioni.
<< Credo... dalla tua prima vita >>
Malachia sorrise tra i singhiozzi.
<< Magnifico... >>
<< Lui voleva tue notizie, l'ho cercato nei sogni dopo aver saputo che saresti stato reincarnato. Gli ho raccontato tutto di te... è un padre orgoglioso, poi ti ha visto nel mondo umano e gli si è spezzato il cuore quando non è riuscito a stringerti, ho dovuto aiutarlo con la mia luce o avrebbe assorbito mezza città! E poi c'è stato l'accordo con Michele e... >>
Il ragazzo gli posò una mano sulla spalla.
<< Aspetta! Aspetta! >>
Gabriele si bloccò, aveva iniziato a straparlare di nuovo.
<< B mi ha visto nel mondo umano? >>
<< Sì, ha eseguito lui l'altra metà del rituale. Quando sei arrivato, era davanti a te >>
Malachia sembrò rifletterci bene e poi scosse la testa.
<< N-No... Non c'era... Nessuno davanti a me... Non mi pare... Io ricordo solo che mi sono risvegliato a casa di... >>
Si zittì e Gabriele ricevette un'occhiata circospetta. L'arcangelo alzò le mani e si fece un poco indietro.
<< Non, non voglio sapere niente di chi ti sta aiutando. B non mi ha dato indicazioni, quindi non serve che tu mi dica nulla. Però sì, non solo c'era tuo padre, c'ero anch'io e non mi hai visto >>
<< Che cosa strana... >>
<< A dire il vero non è così strano, probabilmente dovevi prima raggiungere il contraente dell'accordo >>
Il corvino annuì.
<< Vero! Giusto! >>
Un enorme sorriso gli illuminò il viso.
<< B c'era! Era venuto a prendermi! Mio padre era venuto a prendermi! >>
Gabriele venne catturato dall'abbraccio del corvino, vi rispose e il cuore tornò a battergli nel petto, era da quasi un secolo che aspettava di potersi togliere quel macigno dal petto con Malachia. Fargli sapere che non era mai stato solo, che al suo fianco c'era chi gli stava dando una mano, chi informava suo padre e teneva che si ricongiungessero, anche a costo di perdere ogni cosa. Il corvino iniziò a brillare, più i secondi passavano, più la sua aura si faceva accecante.
<< Grazie, Gabriele! Non sai quanto mi hai reso felice! >>
<< Lo posso vedere >>
Rise e, quando si separarono, Malachia sembrò alleggerito quanto lui.
<< Quindi... Ti piace B? >>
Ed ecco le orecchie tornare in fiamme.
<< E-Ecco... >>
Non riuscì a trovare le parole. Il ragazzo fu divertito dalla sua impacciataggine.
<< Peccato che tu non ci fossi nel mio sogno precedente. Almeno non avrei dovuto affrontare Lucifero da solo >>
<< Giusto! Hai detto di averlo incontrato! >>
Nessuno a parte Michele era autorizzato a raggiungere Lucifero sulla cima del Paradiso, nemmeno lui stesso, nemmeno attraverso i sogni, la luce del fratello sarebbe stata comunque troppo intensa perché potesse anche solo avvicinarvisi senza bruciare davanti ad essa.
<< N-No, non proprio. Non era lui, l'ho sognato... Non è stato piacevole >>
<< Immagino... Mio fratello non ha un carattere facile >
<< Vero! Siete fratelli! Lo hai incontrato di persona! >>
Rifletté per un momento.
<< Se tu incontrassi il Lucifero del mio sogno... Sapresti dirmi se assomiglia a quello vero? >>
<< Oh... Sì, penso di sì. Cioè, è da molto che non parlo direttamente con Lucifero, però noi arcangeli non siamo bravi a cambiare... Se vuoi possiamo provarci, però ti avviso che non è facile da gestire... >>
<< Se mi è permesso, ho avuto molte occasioni di testare personalmente quanto il carattere di voi arcangeli sia difficile da gestire... >>
Gabriele si ritrovò a sorridere, ovvio, avevano preso tutti da loro padre. Malachia continuava a studiarlo con lo sguardo, tanto che il castano iniziò a provare un certo imbarazzo, sarebbe stato mille volte più semplice se B fosse stato lì.
<< La tua voce, più la sento più mi sembra quella di B... >>
<< Già... Me l'ha data lui... >>
<< Hai detto che dovevate entrambi essere qui adesso, perciò, se aspettiamo, lui potrebbe arrivare? >>
<< Non ne sono sicuro >>
Sbuffando, il ragazzo si sedette a terra.
<< Tanto vale provare ad aspettarlo allora... Anche se, dopo Lucifero, prevedo un altro fallimento... >>
Per un po' restarono ad osservare l'infinito spazio bianco tutt'intorno. L'arcangelo aprì le ali appoggiandone poi una lungo la spalla di Malachia. Dopo qualche minuto il corvino sbuffò annoiato.
<< Un po' monotono. Sembra quasi il Limbo... pensavo che, una volta visto il mondo dei mortali, anche i miei sogni sarebbero stati più colorati... che delusione... >>
<< Ci penso io >>
Schioccando le dita, il maggiore fece apparire intorno a loro un immenso prato verde ed un cielo azzurro punteggiato da nuvole bianche.
<< Carino, come mai non hai mai fatto questo trucchetto quando entravi nel mio sogno ricorrente? >>
<< Michele non voleva che manomettessi i tuoi sogni, dovevano essere creati solo dal tuo subconscio, in modo che, se tuo padre avesse tentato di permearvi, ce ne saremmo accorti subito >>
<< Giusto, giusto... Accidenti, se avessi saputo che darti una voce ti avrebbe reso così loquace te ne avrei data una io >>
In lontananza, comparve poco dopo una solitaria casetta e Gabriele la osservò incuriosito. Alzando le mani, si rivolse al ragazzo utilizzando questa volta il linguaggio dei segni.
<< Quella non è mia >>
<< Lucifero... Lui è lì dentro adesso... >>
<< Vuoi che andiamo? >>
La luce di Malachia si fece ancora più intensa. Se non lo avesse conosciuto in precedenza, Gabriele avrebbe pensato di trovarsi davanti ad uno dei suoi fratelli. Brillava come un arcangelo.
<< Una sola cosa prima... Sam. Come sta Sam? >>
<< Non lo vedo dalla tua fuga >>
Il minore soffocò un singulto.
<< Senti... Gabe. Posso chiederti un favore? >>
<< Certo >>
<< Potresti assicurarti che Sam stia bene? Non sono sicuro di quando lo rivedrò, spero presto, ma, nel frattempo, potresti controllarlo e poi riferirmi tutto nel prossimo sogno? Un po' come facevi per B con me >>
L'arcangelo annuì.
<< Nessun problema >>
Malachia si alzò in piedi e gli sorrise.
<< Per caso stai usando il linguaggio dei segni per non straparlare? >>
Gabriele si stropicciò le mani e sospirò.
<< Sì >>
<< Comincio a capire perché piaci a B >>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top