Manipolazione

Una carezza gentile lungo il viso, un respiro a fior di labbra, poi un altro bacio. La bocca calda, la pelle che formicola e un disperato bisogno, una fame insaziabile a spingere ogni gesto. Gabriele sollevò di poco le labbra, tentò di muoversi, anche di poco, per riprendere fiato, fu inutile. B diede un nuovo colpo di bacino e non riuscì ad impedire alle proprie gambe di stringerglisi alla vita e tenerlo ben saldo per impedirgli di fermarsi ancora. Si odiava così tanto in quel momento, non era in sé, non si riconosceva, nessuno dei suoi fratelli lo avrebbe mai potuto immaginare in una situazione simile. Eppure eccolo, più felice che mai, più amato di quanto avrebbe mai potuto sperare. Nel sogno poteva ancora fingere che quel rapporto proibito fosse solo frutto della propria mente, ma ora no, era tutto vero, meravigliosamente vero. Un flebile incanto che presto si sarebbe spezzato. Quello non era il suo posto, stare accanto a B era il destino di Lucifero e lo sarebbe sempre stato. Il dolore lo riportò alla lucidità per un istante. Singhiozzò e B lo strinse forte.

<< Va tutto bene, Gabe. Non piangere >>

Annuì mortificato e posò il volto nell'incavo del collo dell'altro. Non avrebbe voluto piangere, non poteva gettare il peso dei propri sentimenti sull'altro e, soprattutto, non voleva che quell'istante finisse, ma era troppo ferito e non riuscì ad evitarlo. 

<< S-sto bene... Non... Non smettere... >>

B sorrise e, sollevandolo senza uscire dalle sue carni, si posò contro il tronco dell'albero sotto cui si erano appartati e si sedette. La nuova posizione fece sì che Gabe lo sentisse entrare ancora di più dentro di sé. Restò senza fiato. Sistemandogli i capelli, B gli riempì il viso di baci e rapì le sue labbra catturando quell'ultimo respiro. L'arcangelo stirò le ali e brillò intensamente, stava cercando di evitarlo in tutti i modi per non rischiare di ferire l'altro, ma era mortalmente difficile restare abbastanza concentrato da riuscirci. Allungando una mano, B accarezzò le sue piume facendole arruffare.

<< Credevo non volessi smettere, Gabe... Coraggio, se mi vuoi così tanto, muoviti e prendimi >>

Si posò contro il suo petto, più per evitare che notasse il suo viso farsi rosso, ma non servì a molto. Non appena gli si fece vicino, B si abbassò e gli posò un bacio contro l'orecchio, gesto che lo fece gemere di nuovo. Ciò che riusciva a nascondere sulle proprie guance, l'altro l'avrebbe sempre riportato alla luce. Abbassando le ginocchia e sorreggendosi alle sue spalle, l'arcangelo si sollevò di poco, lentamente. Sentì la testa farsi leggera. Ogni centimetro delle proprie interiora bruciò per lo sfregamento e lo fece tremare di piacere quando infine si abbassò di nuovo. Muovendo i fianchi, Gabe cercò i punti di maggior frizione e si lasciò guidare dai sospiri dell'altro per capire come muoversi al meglio per soddisfare pienamente entrambi. Era meraviglioso, voleva di più, sempre di più. Quando il castano gli venne dentro lo colse alla sprovvista e Gabe lo seguì immediatamente liberandosi fra i loro corpi. L'arcangelo chiuse gli occhi e si lasciò scivolare. Era sfinito, ma ogni istante che passava immerso nei loro odori mescolati, lo riaccendeva di desiderio. B lo accarezzò lungo la schiena e si concentrò nel punto in cui nascevano le sue ali solleticandole.

<< Grazie per essere qui con me... >>

L'arcangelo ridacchiò quando l'altro lo solleticò sull'ala con la punta dell'indice. Arrossì per l'imbarazzo e fletté le ali per evitare che l'altro continuasse. Era di nuovo eccitato. 

<< S-Scusa >>

Si coprì l'intimità con le mani.

<< Di cosa? Sei Adorabile... >>

Allungando il braccio e tenendolo stretto a sé per evitare che potesse muoversi di nuovo, B tornò a solleticarlo e Gabe iniziò presto a ridere di gusto.

<< S-Smettila, B! >>
<< Solo se tu smetti di piangere >>

Asciugandosi il viso tra le risate, l'arcangelo lo strinse.

<< S-Scusa, perdonami! B-Basta ora! >>

Tirando delicatamente a sé l'ala, B vi posò sopra un bacio e poi lo lasciò tornando a ghermirgli la pelle sull'incavo del collo. Gabriele mugolò e, scostandosi di poco, incontrò il suo sguardo.

<< D-Da quanto noi stiamo... ecco... >>
<< Ha importanza? >>
<< I-Insomma... noi non... non dovremmo metterci a lavoro? >>

B mise il broncio.

<< Sono ancora dentro di te e tu pensi al lavoro? >>
<< N-No! I-Io! E' solo perché, sai, Michele... >>
<< Ed ora nomini anche tuo fratello... Forse non ti è ben chiara la delicata situazione in cui ti trovi >>

Una spinta secca verso l'alto, la spina dorsale di Gabe fremette vertebra per vertebra.

<< Sei nel mio regno, Gabe, a casa mia >>

Spinse di nuovo.

<< Tra le miei braccia, coperto dei miei morsi, dei miei baci >>

Lo tenne per la vita e mosse i fianchi ancora ed ancora.

<< Il mio cazzo è dentro di te, il mio seme è dentro di te >>

Gemendo, l'arcangelo venne di nuovo e si sostenne alle sue spalle. 

<< Perciò, il minimo che pretendo da parte tua, è di essere al centro dei tuoi pensieri. Puoi fare questo piccolo sforzo, Gabe? Per me? >>

Annuendo disperatamente, l'arcangelo chiuse le ali e lo baciò profondamente. Vennero di nuovo, Gabe tremò, preda degli spasmi di piacere e prese dei respiri profondi.

<< S-Scusa, B... S-Scusa... Scusa... >>
<< Scuse quasi accettate >>
<< Q-Quasi? >>

B rise guardando la sua espressione preoccupata.

<< Ok, accettate... Sei talmente carino che mi fai sentire in colpa >>

Gabe sorrise e mosse di poco i fianchi cercando di mettersi più comodo ed evitare di continuare a strusciarsi ad ogni minimo movimento. Portando le mani alle sue natiche, B lo fece sussultare, per un attimo l'arcangelo sentì il cuore balzare nel petto al pensiero che avrebbero ripreso ancora una volta, ma poi l'altro lo sollevò poco a poco e, infine, uscì lasciando dietro di sé un terribile e gelido vuoto.

<< Per il cielo, Gabe, non fare quell'espressione triste >>
<< N-Non sto facendo nessuna espressione... >>
<< Invece sì e se non la smetti immediatamente non risponderò delle mie azioni >>

L'arcangelo distolse lo sguardo e si morse leggermente il labbro. Non doveva. Se voleva smettere non ci sarebbe stata un'altra occasione per chissà quanto. Se solo avesse voluto smettere. 

<< Non... non voglio... che tu risponda delle tue azioni... >>

B lo guardò intensamente, Gabriele avrebbe potuto giurare di aver visto le sue iridi farsi nere. Un attimo dopo B gli fu sopra, pronto a ghermirlo.  

<< Te la sei andata a cercare... >>

Aprì le cosce, poteva sentire il seme dell'altro colare lungo le natiche. 

<< Lo so... >>
<< Avrei dovuto invitarti molto tempo fa >>

Erano così vicini a perdersi di nuovo, quando qualcuno si schiarì la voce a poca distanza. Gabriele non ci fece troppo caso, la sua mente era annebbiata, da tutt'altra parte, ma B si ritrovò a sospirare seccato. 

<< Lilith, cosa vuoi? >>
<< Me lo avevi chiesto tu di venire ad interromperti >>

L'arcangelo si sollevò con la schiena quel tanto che bastava a posare all'altro un bacio sul mento. B rispose baciandolo sulla fronte. 

<< Ti avevo detto di venire solo se non sentivi mie notizie dopo due giorni >>
<< Ed infatti, eccomi qui... >>

Continuando a scendere sul corpo di Gabriele, B si posò lungo il suo viso, il collo, dirigendosi inesorabilmente verso i capezzoli. Quella pelle liscia e candida era ormai diventata un campo innevato coperto di fiori rosso fuoco. L'arcangelo sorrise e sollevò il petto, invitandolo a soffermarvisi più a lungo. 

<< Torna fra altri due giorni, sono molto occupato... >>
<< Mi hai detto di non ascoltarti se l'avessi detto >>

La demone si avvicinò e, scorgendone il movimento, B portò a sé Gabriele e si allontanò mentre l'altro ancora procedeva a strusciarsi su di lui in cerca di quella connessione dei loro corpi ormai perduta. 

<< B, non mi costringere >>
<< Ancora un paio di giorni... >>
<< Non esiste >>

La demone aprì le ali e, avvicinandosi di più, raccolse il peplo di uno dei due. 

<< Coraggio, non mi obbligare a ricorrere alle maniere forti >>

B sospirò e, accarezzando i capelli di Gabriele, lo baciò di nuovo sulla fronte, dopodiché, con non poco sforzo, guidò l'arcangelo fino alle braccia della demone. Non appena persero il contatto l'uno dell'altro, il loro ospite scosse il capo e la sua luce iniziò ad affievolirsi poco a poco sino a tornare come al suo arrivo. 

<< Proprio adesso che si stava lasciando andare... >>

Coprendo il corpo di Gabriele, ci volle qualche secondo prima che l'arcangelo si riprendesse appieno. In un primo momento sentì la testa farsi pesante e poi, mano a mano che i secondi si susseguivano, iniziò a percepire più chiaramente tutti i segni lasciati dall'altro durante i numerosi amplessi che si erano concessi da quando era arrivato. Quando infine si fu effettivamente ripreso, divenne tutto rosso e, stringendosi il tessuto intorno al corpo, guardò prima Lilith e poi B pieno d'imbarazzo. 

<< Gabe, ti senti bene? >>

Ci rifletté un momento. Non aveva idea di come rispondere. Era stato come tornare sulla terra ferma dopo essersi fatto trascinare dalla corrente. Scoprì una delle mani e si rivolse a B tramite il linguaggio dei segni, aveva emesso troppi gemiti, troppe grida di piacere, faticava a parlare.

<< C-Cosa è successo? >>

B arrossì e curvò le labbra in un tenue sorriso. 

<< Ci siamo distratti un po' >>

Lilith aiutò Gabriele a darsi una sistemata, ma l'arcangelo si incupì, non era affatto soddisfatto della risposta ricevuta.

<< Il buio cerca la luce e la luce cerca il buio. Più vicino sei a B più sei protratto verso di lui e viceversa. Ma non preoccuparti Gabe, B mi ha dato il compito di separarvi se tendete ad arrivare al punto di prima >>

Si sgranchì le ali e poi gettò uno sguardo al proprio corpo, le tracce lasciate dall'altro, il suo passaggio, si stavano già affievolendo. Non era arrabbiato per ciò che era successo, anzi, una parte di sé avrebbe voluto che non fosse finito affatto, ma ora che era di nuovo in sé stava rapidamente salendo la vergogna. Ogni suono emesso, ogni supplica pronunciata, ogni gesto spinto a cui quell'unione travolgente lo aveva portato. Era stato come un folle sogno. B si mise in piedi e gli si avvicinò di un passo, Lilith fu pronta e si portò fra di loro. 

<< Tranquilla, tranquilla, voglio solo assicurarmi che stia bene. Sei arrabbiato con me, Gabe? >>

Arrossì e scosse la testa. 

<< No! Non lo sono. Mi-Mi dispiace di aver perso il controllo >>
<< A me no >>

Incrociarono gli sguardi ed entrambi sentirono l'irrefrenabile bisogno di tornare in contatto, fu allora che Lilith, avvolgendo un braccio intorno alla vita di Gabriele, lo trascinò via.

<< Ok, ok, rinfrescate i bollenti spiriti voi due! Vieni Gabe, ti porto a darti una ripulita e tu... >>

Indicò B il quale alzò le mani divertito in segno di resa. 

<< Alla larga o lo porto sulla Terra e lavorate da lì >>
<< Sì, signora, agli ordini >>

L'arcangelo avrebbe voluto voltarsi di nuovo verso l'altro, ma poi sentì un brivido lungo la schiena, quello sguardo in tempesta gli stava bruciando le scapole, se si fosse voltato gli sarebbe corso incontro. 

***

<< Quindi... Cos'è successo esattamente? >>
<< Te l'ho già spiegato, Febo! Sì è trasformato! D'improvviso! >>

Malachia voltò leggermente lo sguardo verso Febo. L'uomo stava controllando la faccia gonfia di Gordon, su tutta la guancia aveva un gigantesco ematoma nero e faticava a parlare. Da quanto quest'ultimo aveva detto, a causa della meditazione, aveva perso il controllo ed era tornato un abominio, ma se fosse stato vero, niente nella stanza sarebbe stato integro a quel punto. Non c'era nemmeno un graffio sul divano che lasciasse intendere che fosse capitato qualcosa. Eppure qualcosa era accaduto, qualcosa di grave che per niente al mondo avrebbe sperimentato di nuovo. Il ragazzo strinse nella mano il bordo del cuscino del divano, si rivolse di nuovo alla finestra e vi si perse. 

<< Gli ho spiegato come meditare. Non... voleva dormire. Avevamo cominciato poi, di colpo, quattro o cinque braccia in più e... >>
<< Sì, erano cinque, senza dubbio. Corna? >>
<< Corna sì! >>
<< Allora come mai non ci sono tracce? Quando si trasforma Malachia diventa enorme. Avrebbe distrutto il soffitto! >>
<< N-Non è che... Era come se... come se la sua anima si fosse espansa e diventata tangibile per me e... >>

Il corvino sospirò e, sentendo una pressione sul cuscino, si ritrovò Febo accanto. L'uomo gli si fece più vicino, il suo sguardo bruciava e così, ben presto, non poté più ignorarlo e gli si rivolse direttamente fronteggiandolo senza paura. Dopo quel maledetto incubo con Lucifero, niente avrebbe più potuto ferirlo altrettanto. L'altro gli sorrise.

<< Come ti senti? >>

Si fece serio.

<< Non mi ricordo niente >>
<< Ti pensavo più bravo a mentire >>

Incrociò le braccia e poggiò la testa al cuscino.

<< Mai detto di essere un bravo bugiardo >>
<< Già, non lo sei per niente >>

Sollevando le gambe, Febo gli parve molto più tranquillo di quanto in realtà avrebbe dovuto essere dopo aver visto ciò che aveva fatto a Gordon, ma in effetti non era sembrato preoccupato nemmeno al loro primo incontro. Era totalmente privo di paura, e ciò lo preoccupava leggermente.

<< Potresti dirmi cosa hai sognato? >>
<< Perché me lo chiedi? Leggimi nella testa e basta! >>

Strinse i denti. Bastava non opporre resistenza, di sicuro sarebbero stati più delicati di Michele.

<< Non lo sappiamo fare >>

Lo guardò incerto.

<< Davvero, Mal. Se lo voglio sapere te lo devo chiedere >>
<< E se mentissi? >>

Rilassò le spalle.

<< Oh, giusto... Sono un pessimo bugiardo... >>
<< Infatti. E se non vuoi dirmelo tu, mi basta farti le domande giuste per capirlo >>
<< In che senso? >>

Ora era curioso.

<< Sono poche le cose che potrebbero averti turbato al punto da farti trasformare, una di sicuro sarebbe Michele, ma a questo punto saresti in panico e ci avresti già avvisato della cosa oer tentare di metterti al sicuro. Quindi deve essere qualcosa che ti ha fatto infuriare. Oserei dire... tuo padre? >>

Malachia sbiancò.

<< Lucifero, giusto? >>

Annuì, impressionato.

<< C-Come hai... >>

Allungando una mano, Febo cominciò ad accarezzargli la spalla e fu allora che il corvino si rese conto di star tremando.

<< P-Perché eri così sicuro che fosse Lucifero? E non B? >>
<< Lucifero è molto simile a Michele, se non sopporti Michele difficilmente sopporterai Lucifero. Sono entrambi molto appiccicosi con ciò che amano, ma non ne rispettano né i limiti né i sentimenti. Probabilmente ti è saltato addosso, ti ha fatto mille promesse e nemmeno si è reso conto di quanto ti stesse facendo male, nemmeno gli interessava a dire il vero >>

Sedendosi dritto, Malachia guardò l'altro.

<< Febo, tu parli come se li avessi conosciuti entrambi. Come sai tutte queste cose della mia famiglia? Come sapevi come farmi uscire dal Limbo? Perché mi hai portato qui? >>

Febo si ritrasse di poco, rifletté incerto qualche secondo e poi sorrise.

<< Ok, risponderò a tutte le tue domande, ma a una condizione >>
<< Quale? >>
<< Medita di nuovo e fammi vedere esattamente ciò che è successo prima >>

Il corvino tornò nell'angolo del divano.

<< No, non se ne parla >>
<< Bene, le mie condizioni le sai, quando vorrai, saprai come avere le tue risposte >>

Alzandosi, l'uomo andò al frigorifero, né tirò fuori un pacchetto di surgelati e lo posò sulla guancia di Gordon il quale mugolò dal dolore. Malachia lo osservò circospetto, in attesa della sua prossima mossa.

<< Dovresti andare a stenderti, hai preso un bel colpo, amico >>

L'altro annuì e, barcollando, un po' per il dolore, un po' per l'adrenalina, si avviò verso il piano superiore. Febo lo tenne d'occhio fino a quando non superò anche l'ultimo gradino, dopodiché tornò sul divano ed accese il televisore. Malachia rimase ad osservarlo.

<< Intendi stare accartocciato in quell'angolo per sempre? >>

Diede un paio di pacche accanto a sé.

<< Mettiti comodo >>

Il ragazzo distese le gambe. Febo soffiò una risatina e si concentrò sullo schermo.

<< Fe... >>
<< Shh! >>

Lo zittì. Malachia sussultò e si voltò verso il televisore. Sgranò gli occhi. Quanti umani c'erano oltre quella finestra, quanti luoghi e cose assurde. Mano a mano che le immagini si susseguivano, era come se la sua mente si rilassasse dall'accaduto, si spegnesse silenziosamente. Il respiro del giovane si fece lento e profondo, poi accelerò, poi di nuovo si calmò. Provò fame, sete, freddo, caldo, desiderio per cose di cui neppure conosceva l'utilizzo, tristezza e divertimento.  

<< Ti piace? Si chiama, pubblicità >>

Annuì.

<< Con questa gli umani ne spingono altri a prendere decisioni >>
<< Decisioni? >>
<< Cosa mangiare, bere, come vestirsi, cosa pensare... >>

Malachia si voltò verso l'altro.

<< Vuoi convincermi a meditare con la pubblicità? >>
<< No no! >>

Rise.

<< Non è così che funziona! >>

Rise ancora più forte. Malachia arrossì imbarazzato.

<< Vorrei solo... che tu sapessi com'è pensare da umano. Hai sempre vissuto con gli arcangeli, pensi come loro, come se le mie richieste fossero indipendenti dalla mia volontà perché parte di un piano superiore, articolato. Gli umani sono molto più semplici. Alla base di tutto ciò che fanno c'è solo una cosa. Vivere. Del tutto egoisticamente, io voglio vivere, Malachia >>
<< Ed io cosa centro con la tua voglia di vivere? >>
<< Beh, perché vorrei che anche tu volessi vivere >>
<< Lo... Lo voglio >>
<< No, non lo vuoi. Quando sono andato via, hai almeno deisderato alzarti dal divano e provare qualcosa di nuovo senza di me? >>

Il corvino scosse il capo.

<< Perché avrei dovuto disubbidire?! >>
<< Perché è ciò che gli umani fanno! Sono curiosi! Hanno desideri più grandi e straordinari di quanto le loro fragili vite potrebbero mai realizzare! Disubbidiscono! Innovano! Reinventano! Cambiano! >>
<< Se faccio un passo falso mi riporteranno indietro! >>
<< Questo non è vivere, Mal. Ti ho detto che non corri pericoli finché rispetti quel paio di regole che ti ho detto all'inizio! Sei umano e, tra le due, ti assicuro, è la parte migliore di te! Per questo non vorrei che la perdessi... e ti trasformassi contro la tua volontà... ferendo le persone a cui voglio bene... compreso te stesso >>

Malachia si incupì, aveva ferito Gordon e nemmeno se ne era reso conto. Se fosse ricapitato in giro, avrebbe potuto uccidere qualcuno. Sospirò e buttò indietro la testa.  

<< Se mi trasformo mi riporterai indietro prima che ti faccia del male? >>
<< Non mi farai alcun male, te lo assicuro >>
<< Sei un manipolatore, lo sai? >>

Chiuse gli occhi.

<< Ovvio, sono umano >>

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