Capitolo 8

Alle 18:00 il campanello suonò di nuovo, andai ad aprire.
- Ciao - Mi disse Mattia una volta in cima alle scale.
- Non pensavo di vederti. Entra -
- Non pensavi di vedermi perché stamani abbiamo discusso? -
- Più o meno - Tornai a sedermi alla scrivania.
- Che stai facendo? -
- Lavoro. Quel grandissimo stronzo del mio capo mi ha chiesto metà traduzione per domani mattina -
Sorrise urtandomi il sistema nervoso.
- Perché ridi? -
- Niente, Pensavo soltanto che salterai l'allenamento - Rispose buttandosi sul divano soddisfatto.
- Non uscirò neanche con te -
- Fa niente, starò qui con te. Ti preparerò la cena -
- Non finirò prima di stanotte -
- Ti aspetterò di la in camera. Quando avrai finito mi sveglierai  e faremo l'amore fino a che non farà giorno. Poi io andrò a lavoro e tu ti riposerai per il resto della giornata -
- Tu sei pazzo! - Non era più arrabbiato per la discussione? Gli era bastato sapere che avrei saltato gli allenamenti per tornare di buon umore?
Continuai a lavorare senza considerarlo, dopo un po' mi voltai e mi accorsi che si era addormentato. Gli appoggiai sopra una coperta e andai in cucina a preparare la cena.
- Matti.... Mattia - Dissi scuotendolo appena.
I suoi occhi mi fissarono. - Che c'è - Mi disse.
- È pronta la cena -
Si lamentò e poi si tolse la coperta di dosso e si alzò dal divano barcollando fino alla cucina dove si mise seduto.
Avevo preparato la cena subito dopo aver finito di pranzare; melanzane alla parmigiana, le avevo messe nel forno e adesso eravamo a cena. Stappai una bottiglia di vino rosso appoggiandola sul tavolo.
- Avresti dovuto svegliarmi - Mi disse.
- Dormivi così bene -
- Le hai fatte tu? - Chiese ingoiando il boccone.
- Certo che le ho fatte io! Perché? -
- Sono buone, non pensavo sapessi cucinare -
- Ho imparato guardando mia nonna quando era piccola, poi ho messo tutto in pratica quando sono cresciuta -
Accennò un debole sorriso, qualcosa non andava, era strano, non mi aveva mai parlato della sua famiglia, e quelle cicatrici sulla schiena mi davano di che pensare.
- Qualcosa non va Mattia? -
- No.... va tutto bene -
Mi aiutò a sparecchiare e a sistemare la cucina, poi io tornai al mio PC.
Mattia
- Ti dispiace se faccio una doccia? - Chiesi entrando in salotto.
- No, aspetta ti do un accappatoio -
- Posso usare il tuo, non ci sono problemi -
Le diedi un bacio leggero sulle labbra e uscii dal salotto.
Mi piaceva l'idea di tornare a casa e trovare Lizzy ad aspettarmi, l'idea di lei che mi preparava la cena invece del silenzio che trovavo ogni sera a casa; un silenzio assordante.
- Lizzy hai una maglietta da prestarmi? - Chiesi quando tornai in salotto.
Alzò il viso dal suo PC e arrossì guardandomi dalla testa ai piedi.
- Lizzy! Hai sentito quello che ho detto? - Le dissi di nuovo.
- Si.... ho quella che mi hai prestato ieri -
- Aspetta, con cosa sei andata via? Avevi il vestito! -
- L'ho messa in borsa -
- Perché? -
Abbassò lo sguardo fissando il pavimento.
- Aveva il tuo odore - Disse piano.
Mi avvicinai, la presi per mano e la feci alzare, solo in quel momento i suoi occhi azzurri mi guardarono.
- E perché allora te ne sei andata? -
- Non sono la tua ragazza! -
- Quindi è questo il problema? Vuoi essere la mia ragazza? -
Non mi rispose ma continuava a fissarmi.
- Mi hai fatto arrabbiare, stamani quando mi sono svegliato pensavo di trovarti addosso a me - Continuai.
- Non sono adatta a uno come te -
- Perché? Cosa te lo fa pensare? -
- Tutti i segreti che hai. Non voglio stare con qualcuno senza sapere niente di lui -
- Ti dirò tutto Lizzy, ho solo bisogno di tempo -
- Perché? -
Sospirai, a volte sapeva essere davvero esasperante.
- Perché non è il momento, ancora non me la sento. È una cosa più grande di te e non voglio metterti in mezzo -
- Allora non staremo insieme. Tu per la tua strada e io per la mia -
- È questo che vuoi? Ci conosciamo da tre giorni Lizzy! -
- Se ho scelto te per la mia prima volta forse c'è un motivo! Ma evidentemente tu non mi dai la stessa importanza che io ho dato a te -
- Non dire stronzate! -
- E allora parla! -
- Ti ho soltanto chiesto un po' di tempo! -
Si liberò dalla mia presa e si rimise al PC senza più calcolarmi per il resto della serata.
La guardavo lavorare, quella mattina nel l'e-mail gli avevo chiesto l'impossibile eppure ero sicuro che non si sarebbe alzata da quella sedia fino a che non avesse finito.
- Ti aspetto a letto - Le dissi verso 00:00 alzandomi dal divano.
Annuì e la lasciai da sola.
La mattina mi svegliai e Lizzy non era nel letto. Mi alzai, la trovai con la testa appoggiata sulla tavola che dormiva, sullo schermo c'era la pagina delle email inviate. Ce l'aveva fatta, aveva tradotto metà libro e l'aveva inviata alla mia casella postale. Guardai l'ora dell'invio; le 6:50.
Mi sentii subito in colpa, la presi in braccio, pesava poco più della gommapiuma, la portai sul letto e dopo averla coperta mi vestii.
Non mi feci neanche il caffè per paura che i rumori la svegliassero, le scrissi solo un biglietto che lasciai sul tavolo.
" Chiamami appena ti svegli " e uscii di casa.
Arrivai in ufficio in perfetto orario e Ines entrò con il caffè .
- Sono uno stronzo Ines - Dissi.
- Che è successo? -
- Ieri gli ho mandato un email dicendogli che avevo bisogno di metà libro tradotto per stamani. È stata sveglia fino alle 7 -
- E perché? -
- Perché non volevo che andasse agli allenamenti di pallavolo. Il suo allenatore gli ronza troppo intorno -
- Dovresti almeno dirgli che sei il suo datore di lavoro -
- Abbiamo discusso anche ieri sera, non vuole stare con me perché dice che gli nascondo tutto della mia vita -
L'espressione di Ines mi fece capire che dava ragione a Lizzy, il mio cellulare cominciò a squillare e lei uscì dal mio ufficio.
- Daniele - Dissi rispondendo.
- Buongiorno! Allora? Ci sono novità? Ci hai parlato con Lizzy? -
- Non ci sono riuscito. Ma ieri sera mi ha detto che non starà con me fino a che non gli racconterò della mia vita -
- Senti Mattia, perché non dici tutto a Serena e ci fai parlare lei con Lizzy? Chi meglio di lei può spiegargli le cose? -
- E passare da uomo senza palle? Che non ha il coraggio di prendersi le sue responsabilità? Non lo farò mai Dani -
- Più fai passare tempo e peggio sarà -
- Lo so Dani, ma per adesso non posso fare diversamente -
- Stasera esci? -
- Sento Lizzy, semmai ci vediamo al bar -

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