Capitolo 7
- Non mi sembra di aver ammazzato nessuno -
- Ti sei presentata a casa mia, ti sei fatta scopare da me per la prima volta e te ne sei andata senza dire niente. Perché? - Chiesi alzandomi in piedi.
Si avvicinò buttandomi il fumo sul viso.
- Non era quello che volevi? - Mi chiese.
- O era quello che volevi tu? -
- Ha importanza a questo punto? È successo -
Si alzò in punta di piedi e iniziò a tormentarmi le labbra, la strinsi a me e iniziai a baciarla.
- Non andrai agli allenamenti stasera vero? - Le chiesi tra un bacio e un altro.
Si allontanò da me.
- Non mi farò mai comandare da un uomo Mattia - Rispose convinta.
- Non ti sto comandando -
- Vorresti farlo, ti senti nella posizione di farlo perché abbiamo scopato. Ti sbagli. Io stasera andrò agli allenamenti. Nessuno mi dirà mai quello che devo o non devo fare -
- Non parlarmi così Lizzy -
- Altrimenti che fai? Mi leghi al letto? Mi picchi? -
Non capivo cosa era cambiato dalla sera prima, non capivo perché adesso si comportava in questo modo, ma mi piaceva molto di più quella della sera prima. Pensava davvero che l'avrei lasciata andare? I suoi baci sulle mie cicatrici erano ancora vivi dentro di me, lei era quella giusta, lo sentivo, era quella che poteva farmi diventare un uomo migliore.
- Cosa è cambiato da ieri sera Lizzy? -
- Pensi davvero che sia scema? Pensi che non abbia visto tutti i messaggi che ti hanno lasciato sulla bacheca di Facebook tutte quelle che ti sei scopato fino a ora? -
- Allora, visto che hai guardato tutti i messaggi, guarda anche se c'è qualche mia risposta, perché mi sa che ti è sfuggito qualcosa -
Me ne andai sbattendo la porta, nervoso come non mai, molte ragazze in passato avevano fatto sesso con me e la mattina si erano dileguate, ma mai ero andato a suonare il giorno dopo per saperne le motivazioni, anzi, avevo continuato la mia vita senza problemi.
Entrai in ufficio dopo aver salutato distrattamente la mia segretaria, una signora non più molto giovane ma molto affezionata a me.
Poco dopo entrò come faceva sempre con una tazza di caffè in mano.
- Buongiorno Mattia. Hai passato bene il fine settimana? - Mi chiese.
Ines mi voleva bene, sapeva tutta la mia storia, a lei raccontavo tutto, e capiva subito se qualcosa non andava.
- Poteva andare meglio Ines -
- C'è di mezzo una ragazza? -
Colpito e affondato.
Gli mostrai una delle tante foto di Lizzy che avevo preso dal suo profilo Facebook e le avevo salvate sul mio cellulare.
- È una bella ragazza! La vedo bene accanto a te Mattia -
Gli feci cenno di sedersi.
- Lavora per me, l'ho scoperto solo l'altra sera -
- E lei lo sa? -
- Ricordi quando ti parlai di Serena che mi aveva fatto vedere le foto della sua amica? Beh la sua amica è tornata dal mare. È Lizzy, quella che mi ha tolto il sonno -
- Mattia se ti piace che importanza ha che lavora per te? -
- Non so come fare a dirglielo, ho paura di allontanarla, poi dovrò dirgli anche del mio passato, non è semplice, chi prenderebbe un ragazzo problematico come me? -
- Tu non hai colpa del tuo passato Mattia, eri solo un ragazzino, se ti vuole veramente bene non si allontanerà da te. O lo farà per il tempo di metabolizzare la cosa -
Gli sorrisi, sapeva come spiegarmi le cose, e vedeva del bene anche dove forse non c'era, mi aveva insegnato a voler bene a mia madre, al suo funerale non ero riuscito a versare neanche una lacrima, ma Ines mi aveva fatto vedere le mille sfaccettature che poteva aver avuto quella situazione.
Lucrezia
Mi ero messa a lavorare seduta alla mia scrivania, ma il pensiero che Mattia fosse arrabbiato con me e che probabilmente per qualche giorno non l'avrei visto mi faceva venire l'ansia, avrei potuto mandargli un messaggio, ma lo conoscevo troppo poco per sapere come avrebbe reagito.
Mi alzai dalla sedia, il campanello suonava insistente, aprii la porta sperando dentro di me che fosse lui e mi si presentò davanti una Serena raggiante, perfettamente truccata.
- Già truccata di mattina presto? - Chiesi facendola entrare.
Mi sorrise e andò a sedersi in cucina.
- Sono passata... perché mi è sembrato strano che tu e Mattia ieri sera non ci eravate a casa di Marco -
- Siamo andati a mangiare una pizza - Risposi preparando il caffè.
Me la ritrovai accanto che mi fissava con gli occhi spalancati.
- Che c'è Sere? -
- Cosa aspettavi a dirmelo? -
- Abbiamo litigato -
- Di già? Cosa vuol dire avete litigato? -
- Sere... non ho voglia di parlarne - Dissi demoralizzata. Forse però avrebbe potuto darmi un consiglio, che era la cosa di cui avevo più bisogno in questo momento.
- Abbiamo fatto l'amore -
Serena spalancò la bocca, mi faceva ridere la sua espressione.
- Benvenuta nel mondo dei grandi! - Mi prese in giro sapendo che era stata la mia prima volta. - E poi avete litigato? Perché? - Continuò.
- Stanotte mentre lui dormiva sono tornata a casa mia. Stamani si è presentato incazzato nero -
- Ma perché te ne sei andata? -
Versai il caffè nelle tazzine e mi misi seduta.
- E cosa dovevo fare? Fargli vedere che gli muoio dietro? -
- Gli muori dietro? Sul serio? -
- Mi piace Serena, da impazzire, ogni volta che mi guarda mi sciolgo. Vuole che smetta di giocare a pallavolo -
- Mi sono persa. Per quale motivo? -
- Perché non vuole che veda Tommaso -
- Beh, ci ha provato spudoratamente più volte con te.... -
Sospirai. - Non smetterò di giocare - Dissi.
- Lo farai, nel momento esatto in cui ti accorgerai che lo stai perdendo definitivamente Lizzy -
- Tu con Daniele? - Chiesi maliziosa.
- Tutto bene. Stiamo insieme, non pensavo esistesse un ragazzo così -
- Mi fa piacere che almeno a una delle due va bene -
- Andrà bene anche a te! Secondo me dovresti chiamarlo -
Sentii il suono di una email provenire dal mio PC e andai a vedere di cosa si trattasse; era del mio capo
< Buongiorno,
Mi servirebbe almeno metà della traduzione per domani mattina. So che sei in ferie e mi dispiace, ma so anche che ce la farai.
Attendo risposta. >
- Merda! Ci passerò tutta la notte! - Dissi ad alta voce.
- Che succede? - Domandò Serena vedendomi sbraitare.
- Quello stronzo del mio capo, mi ha chiesto almeno metà libro tradotto per domani mattina! -
- Quindi non esci? Ma scusa non sei in ferie? -
- Sere lascia perdere! Salto anche gli allenamenti! Sembra che tutti si siano messi contro di me -
- Ok, ti lascio lavorare allora -
- Grazie. Ci sentiamo domani Sere -
Chiusi la porta e mi misi subito a lavoro.
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