Capitolo 5
Lucrezia
Avevo lavorato tutto il pomeriggio al nuovo libro da tradurre, mi ero fermata soltanto 5 minuti per parlare con Serena che mi aveva telefonato, mi sentivo gli occhi stanchi.
Andai a fare la doccia e mi preparai per uscire a cena con Mattia, alle 19:50 vidi dalla finestra la macchina di Mattia in doppia fila, lui era in piedi con indosso un paio di jeans sbiaditi e una camicia nera di lino a maniche corte, nonostante fossi già pronta aspettai le 20:10 per scendere.
- Ce l'hai fatta! - Mi disse venendomi incontro.
Fece per baciarmi sulle labbra ma all'ultimo spostai il viso permettendogli solo un casto bacio sulla guancia e salii in macchina.
Rimasi in silenzio fino a che non parcheggiò in un piazzale.
- Siamo arrivati - Mi disse spegnendo la macchina. Avvicinò il suo viso al mio, chiusi gli occhi inspirando il suo profumo buono aspettando un bacio che non arrivò.
Scesi e afferrai la mano che mi porgeva che mi tenne fino a che non entrammo al ristorante.
Aveva prenotato, un cameriere giovane ci accompagnò al nostro tavolo, mi sedetti di fronte a lui che mi guardava insistente.
- Che pensi? - Chiesi.
- Penso a quanto sei bella -
Arrossii. Il cameriere si avvicinò di nuovo al tavolo.
- Posso portarvi qualcosa da bere? - Chiese educato e mi sorrise.
Mattia sospirò. - Vino. Bianco, il meglio che c'è, e una bottiglia di acqua naturale per favore - Rispose.
- Ve lo porto subito -
- Se non la smette di guardarti e di sbavare faccio un casino - Disse quando il ragazzo se ne fu andato.
- Ma tu hai le allucinazioni! -
- No tesoro, ci vedo benissimo. Da quando siamo entrati non ti ha staccato gli occhi di dosso -
Mangiammo del pesce conversando come vecchi amici, mi fece assaggiare delle pietanze che mai mi sarei sognata di assaggiare scoprendole buone, mi piaceva la sua compagnia, mi faceva sentire a mio agio, e poi era bello da rimanere senza fiato.
- Vuoi il dolce Lizzy? - Mi chiese.
- No, soltanto un caffè -
Il ragazzo si avvicinò di nuovo.
- Ci porteresti due caffè e due limoncelli per favore? - Chiese cercando di essere educato nonostante la vena sul collo gli si gonfiasse ogni volta che il ragazzo si avvicinava.
Pagò il conto, si alzò, mi prese la mano e uscimmo dal ristorante.
- Cosa ti va di fare? - Mi chiese mentre guidava.
- Non saprei. A te? -
- Se lasci decidere me ti porto subito a casa mia Lizzy - Disse ridendo.
- O mio Dio Mattia! Ma non pensi ad altro! -
- È l'unico pensiero da quando ti ho conosciuta. Non ti va? -
- Mi sembra... un po' presto - Risposi imbarazzata.
- Tra un po' allora, beviamo qualcosa e poi andiamo? -
- E dai! Sai cosa intendo! -
- Vuoi andare dagli altri? -
Guardai il suo viso nella penombra mentre guidava.
- No -
Prese una strada che portava nel posto più bello di Firenze, spesso le coppie andavano lì per fare l'amore e non essere disturbati da nessuno per poi guardare il panorama che mostrava Firenze tutta illuminata, spense il motore e mi guardò.
Mi voltai verso di lui e mi avvicinai, avevo voglia di sentire di nuovo le sue labbra.
Presi l'iniziativa e lo baciai, le sue mani si spostarono nei miei capelli provocandomi un senso di intorpidimento alla testa.
- Se continui ti spoglio adesso Lizzy - Mi disse mordendomi il labbro inferiore.
Mi allontanai ricomponendomi sul sedile e lo sentii ridere.
- Mi stai prendendo in giro? - Chiesi.
- No, mi fai ridere perché ti imbarazzi -
Si fiondò sulle mie labbra e con la mano abbassò la leva del mio sedile, in un attimo mi ritrovai sdraiata, la sua lingua accarezzava il mio collo mentre un calore che non avevo mai sentito prima divampava in mezzo alle mie gambe.
Appoggiò una mano sul mio seno iniziando a massaggiarlo attraverso la stoffa della maglietta, con l'attrito del reggipetto di pizzo sentii i miei capezzoli indurirsi fino a farmi male, gemetti nella sua bocca quando tornò a baciarmi le labbra, poi si alzò di scatto.
- Ti porto a casa Lizzy, sto diventando pazzo in questo modo -
Rimasi in silenzio, non avevo mai avuto un fidanzato e non sapevo come comportarmi.
- Domani ci vediamo? - Mi chiese una volta sotto casa mia.
- Dopo le 22:00, ho gli allenamenti -
Sospirò. - Non potresti smettere? -
- Cosa? - Domandai senza capire.
- Odio il tuo allenatore, se lo vedessi prenderti di nuovo in braccio potrei commettere una pazzia -
- Sei geloso di cosa? -
- Di te, del tuo corpo, di tutto quello che ti riguarda -
- Buonanotte Mattia - Dissi sorridendo.
Feci per scendere ma la sua mano afferrò il mio braccio.
- Mi lasci il numero del tuo cellulare? -
Gli lasciai il numero, gli diedi un bacio leggero sulle labbra ed entrai nel portone.
Iniziai a girare in camera come una leonessa in gabbia, mi piaceva sentire le sue mani sul mio corpo, lo desideravo almeno quanto lui desiderava me, accesi il PC sperando che si collegasse anche lui e dopo qualche minuto mi scrisse un messaggio.
" Stavi aspettando me o c'è qualcosa che dovrei sapere? "
" Aspettavo soltanto te. Mi manca sentire le tue mani addosso "
" Vuoi che venga da te? "
" Lo faresti? "
" Se tu lo vuoi si "
" Meglio se vado a dormire "
" Sogni d'oro Lizzy "
Non volevo dormire, non ci sarei riuscita, indossai un vestitino corto e mi arrivò un messaggio su WhatsApp.
" Questo è il mio numero 😘 "
Il suo modo autoritario, la sua gelosia fondata sul niente mi piacevano, avevo voglia di stare con lui, ma dovevo andarci cauta de non volevo rimanere scottata, lo conoscevo troppo poco ancora, ma ogni volta che gli stavo vicino era impossibile rinunciare ai suoi baci e alle sue carezze, specialmente quelle che mi aveva fatto in macchina.
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