Capitolo 19
Lucrezia
Apparecchiai la tavola mentre Mattia friggeva la carne.
- Ma Elena? - Mi chiese a un tratto.
- L'ho sentita prima mentre eri a riposarti, ti saluta, ha detto che in questi giorni passano a trovarti. Devo essere gelosa? -
- Ma scherzi vero? Te l'ho chiesto perché non l'ho vista in ospedale. C'era solo Marco -
- C'era anche Elena, non è entrata ma c'era -
- Ah, pensavo che avessero litigato -
- No, tutto a posto. Almeno credo. Ah! Dimenticavo, ha telefonato Ines.... -
- Hai risposto? -
- Si. Gli ho detto che stavi riposando, ti manda i suoi saluti. Prima o poi faccio irruzione in ufficio per vederla, dalla voce non mi sembrava anziana come mi hai detto -
Spense il fornello e portò il piatto con la carne in tavola sorridendo.
- Ci sei solo tu Lizzy -
- Voglio assicurarmene -
- Allora domani prima di andare a fare la spesa andiamo in ufficio e te la presento, almeno la smetti con le paranoie -
- Va bene..... -
- Non mi credi davvero? - Si stava facendo serio.
- Si. Ti credo - Dissi poco convinta.
- Va bene, hai ragione, devi riacquistare fiducia. Hai pienamente ragione -
- Ti sei arrabbiato? -
- No, non sono arrabbiato. Adesso mangia - Rispose passandomi una fetta di pane.
Mi osservò per tutto il tempo assicurandosi che finissi la mia carne, mi alzai, sparecchiai e iniziai a caricare la lavastoviglie, mi afferrò per i fianchi scendendo ad accarezzare il mio sedere.
- Andiamo di la Lizzy -
- Voglio sistemare la cucina -
- La sistemiamo domani -
Vedendo che continuavo a sciacquare i piatti fece scivolare la mano dentro i pantaloncini.
- Senza slip? - Mi chiese.
Sfiorò il mio sesso e tirai la testa all'indietro, afferrai il suo viso portandomele sul collo e iniziò a baciarlo, allargai le gambe per permettere alle sue dita di toccarmi.
- Stai diventando brava, non devo più dirti cosa devi fare -
In risposta mugolai quando le sue dita entrarono dentro di me risvegliando tutto il mio corpo.
Sentivo le mie gambe diventare sempre più molli, tolse le sue dita, sfiorò i miei seni attraverso la canottiera e afferrò la mia mano portandola dentro i miei pantaloncini.
- Toccati Lizzy.... - Sussurrò baciandomi la spalla.
Iniziai a toccarmi lentamente, la sua mano accompagnava ogni mio movimento, poi spinse dentro le mie dita insieme alle sue, mi sentivo piena e tranquilla stretta tra le sue braccia, mi stava facendo scoprire sensazioni che mai avrei pensato di provare.
- Senti come sei stretta e bagnata.... - Disse strusciando il suo sesso duro sul mio sedere.
- Adesso continua da sola - Tolse le sue dita e abbassò i miei pantaloncini che finirono sul pavimento, abbassai lo sguardo sulla mia mano che si muoveva frenetica sul mio sesso.
Dopo avermi fatta voltare si tolse i boxer, la sua mano scorreva lenta sulla sua asta mentre mi guardava.
- Inginocchiati Lizzy. Voglio la tua bocca - Disse avvicinandosi.
Senza smettere di toccarmi mi abbassai, lui si avvicinò e leccai la punta del suo sesso, poi schiusi le labbra facendo entrare solo la punta.
- Così mi ammazzi Lizzy - Disse guardando le mie labbra.
Spinsi il viso sul suo sesso facendolo arrivare in gola, lo sentivo ansimare mentre reggendomi la testa lo spingeva dentro la mia bocca sempre più velocemente.
- Ancora Lizzy.... sto per venire -
La sua voce era roca, venne nella mia bocca, e nello stesso istante venni anche io, sentivo le mie dita umide dei miei umori. Amavo il suo sapore, amavo fare l'amore con lui.
Mi sollevò da terra prendendomi sotto le braccia, mi voltò di spalle e mi fece piegare sulla cucina penetrandomi da dietro.
Si spingeva velocemente dentro di me e quando stavo per venire rallentava, era una dolce tortura.
- Vuoi venire Lizzy? - Mi chiese fermandosi dentro di me.
- Si, Cazzo, ti prego -
Continuò a torturarmi per mezz'ora buona rallentando ogni volta che ero vicina all'orgasmo, poi afferrò i miei capelli, li tirò spingendosi sempre più a fondo fino a che non venni urlando, dopo poco uscì dal mio corpo e sentii il suo seme caldo scorrermi sulla schiena.
Ero stanca come se avessi fatto una corsa, ogni volta fare l'amore con lui mi spossava, mi destabilizzava, mi stava insegnando tutto lui.
- A che pensi Lizzy? - Mi chiese mentre puliva la mia schiena con uno scottex.
- Che fare l'amore con te è stancante, ogni volta mi sembra di aver corso per cinque chilometri.
- Basta che ti piaccia.... hai tutto il tempo per riposarti -
Tirai su i pantaloncini mentre anche lui si rivestiva e finii di sistemare la cucina.
Prima di andare a letto mi tolse tutti i vestiti, lo guardai stranita.
- Non riesco a dormire senza niente - Mi lamentai.
- Ti abituerai, voglio sentire la tua pelle contro la mia mentre dormo -
La sua stranezza mi fece sorridere, entrai sotto le lenzuola e mi avvicinai a lui che mi strinse a se.
La mattina mi svegliai presto, mi tirai su per poterlo guardare, il suo petto si alzava e si abbassava ad un ritmo regolare, il suo viso era rilassato e la sua mano era appoggiata sulla mia coscia.
Sentii muovere le sue dita che mi fecero il solletico, si mosse voltandosi verso di me, gli occhi ancora chiusi.
- Devi rimanere a fissarmi per molto? - Mi chiese.
- Come fai a saperlo? Non hai neanche aperto gli occhi! -
- No, ma sento i tuoi puntati su di me. Cosa vuoi Lizzy? -
Sorrisi e allungai una mano sul suo petto che lui afferrò subito, la baciò e la strinse; riusciva ad essere dolce quando voleva.
- Vieni qui - Mi disse alzando il braccio.
Andai accanto a lui che appoggiò la testa sul mio seno nudo.
- È meglio di un cuscino. Ma sono vere? O te le sei rifatte? -
- Cosa? - Chiesi offesa facendogli un pizzicotto sul braccio.
Aprì gli occhi, mi sorrise e baciò il mio seno.
- So riconoscere un seno vero Lizzy, stavo scherzando, ma sono così belle e fatte bene... -
- Sei un porco! - Dissi ridendo.
- Si, e a te piace - Tirò su il viso e mi baciò, la sua lingua cercava la mia, la trovò, la morse piano; con lui era sempre così, ogni volta che le sue mani mi sfioravano subito mi bagnavo.
Mi voltai dandogli le spalle, mi cinse la vita tirandomi più vicina a se.
- Prima o poi mi prendo anche il tuo sedere - Disse spingendo la sua erezione mattutina contro il mio fondoschiena.
Mi venne un brivido sentendo quelle parole, non riuscivo a capire se di paura o di eccitazione, ma non volevo privarmi di provare questa emozione, volevo donargli tutta me stessa.
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