Capitolo 16
Lucrezia
Il campanello suonava insistente, erano già passati quattro giorni, quattro giorni lontana da Mattia, dopo il primo giorno non mi aveva mandato neanche più un messaggio, forse era andato avanti con la sua vita, forse avrei dovuto farlo anche io. Quando sentii Serena rispondermi dal citofono aprii la porta.
- Lizzy devo dirti una cosa importante - Mi disse una volta in casa.
- Del tipo? -
- Mattia -
Il mio cuore cominciò a battere veloce, il suo viso non prometteva niente di buono.
- Parla! Cosa è successo a Mattia? - Dissi nervosa.
- È in ospedale -
- Cosa vuol dire? Che ha fatto? - Dissi mentre una lacrima cominciò a scendere sul mio viso.
- Non lo so! Ieri sera i ragazzi hanno provato a chiamarlo diverse volte, ma non ha mai risposto, poi Daniele all'una stanotte si è alzato dal letto, si è vestito ed è andato da lui perché non era convinto del fatto che non gli rispondeva. La luce era accesa ma nessuno gli apriva, ha chiamato i pompieri e l'hanno trovato sdraiato in terra -
- Merda! È colpa mia. È tutta colpa mia! Mi aveva chiesto di aiutarlo e io l'ho lasciato - Dissi piangendo.
- Lizzy! Non c'è tempo per i sensi di colpa. Dobbiamo andare da lui! -
- Si. Si -
Corsi in camera, indossai il primo vestitino che trovai e uscimmo.
Gli altri erano tutti seduti nella sala d'aspetto, appena mi videro si alzarono e vennero a salutarmi, Elena mi abbracciò. - Andrà tutto bene Lizzy - Mi disse asciugandomi una lacrima.
Le ore passavano senza che nessuno venisse a dirci niente, io tenevo le mani sul viso asciugando le lacrime di tanto in tanto. Daniele si mise seduto accanto a me e mi abbracciò obbligandomi a tirare su la testa che mi fece appoggiare sul suo petto.
- Se mi vedesse Mattia abbracciato a te ci sarebbe sicuramente da litigare - Mi disse sorridendo.
Sospirai, volevo vederlo, volevo sapere come stava e soprattutto sapere se mi avrebbe mai perdonata.
Marco mi portò un caffè, lo ringraziai e lo bevvi prima che si facesse freddo, poi presi le sigarette dalla borsa e uscii a fumare.
Fissavo il cielo mentre aspiravo avidamente la mia sigaretta, era una giornata splendida e calda eppure mi mancava qualcosa.
Sentii la porta alle mie spalle aprirsi ma non mi voltai neanche.
- Lizzy! È uscito il dottore, Mattia ha chiesto di vederti -
Mi si illuminarono gli occhi, buttai la sigaretta nel posacenere e corsi dentro, il dottore mi stava aspettando per farmi strada.
- Si sta riprendendo, ancora qualche giorno e lo rimanderemo a casa -
- Cosa ha avuto dottore? -
Si fermò davanti alla camera 210 e appoggiò gli occhiali da vista sopra la testa.
- Aveva bevuto, e c'erano tracce di cocaina nel sangue, deve aver avuto una reazione strana, fortunatamente siete arrivati in tempo, potevano esserci conseguenze gravi -
Annuii asciugandomi gli occhi.
- Non lo faccia agitare. È ancora debole - Disse prima di andarsene.
Entrai in camera, aveva una flebo attaccata al braccio, si voltò, la barba stava crescendo veloce, aveva gli occhi incavati e lo sguardo triste.
- Non vieni a salutarmi? - Mi disse a bassa voce.
Mi avvicinai velocemente al letto e mi chinai dando un bacio leggero sulle sue labbra.
- Mi dispiace Mattia. Sono stata una stupida - Dissi ricominciando a piangere.
- No Lizzy. Ho sbagliato tutto nella mia vita. Poi ho trovato te e ho fallito di nuovo -
Strinsi la sua mano sedendomi accanto a lui su una sedia.
- Soltanto adesso che ho rischiato di perderti per sempre mi sono accorta di amarti - Dissi baciando la sua mano stretta alla mia.
La sua mano si staccò dalla mia e mi accarezzò il viso. - Stai dicendo sul serio? - Mi chiese.
- Si Mattia. Quando me l'ha detto Serena stamani ho pensato di morire -
- Lizzy non vedo l'ora di uscire per ricominciare tutto da capo con te. Niente più segreti -
Ero felice di vederlo e di sentire quelle parole, ognuno di noi aveva le sue colpe, io per averlo lasciato, lui per non avermi detto la verità fino in fondo.
- Lizzy -
- Dimmi -
- Hai l'aria stanca. Da quant'è che non dormi? -
- Non preoccuparti per me! -
- Quando esco da qui dobbiamo recuperare il tempo perso. Devi rimetterti in forma -
Mi misi a ridere. - Anche dentro la stanza di un ospedale pensi a questo? - Dissi.
- Mi sei mancata, mi è mancato il tuo sorriso, la tua voce, il tuo corpo e il tuo sapore -
- Adesso sono qui amore mio -
- Amore mio.... mi piace, suona bene. Chiamami sempre così! -
- Vuoi salutare gli altri? Sono tutti qui fuori -
Annuì, lo baciai e uscii per permettere agli altri di entrare.
- Come sta Lizzy? - Mi chiese Daniele venendomi incontro mentre Marco stava entrando da Mattia.
- Meglio Daniele. Grazie a te che sei andato a vedere - Dissi abbracciandolo.
- Avete chiarito? - Mi chiese Serena.
- Si -
- Allora adesso niente più cazzate? - Continuò.
- No. Basta cazzate! In due settimane ne abbiamo fatte troppe -
Entrarono tutti uno alla volta, erano quasi le 8 di sera.
- Lizzy vai a riposarti un po' - Mi disse Marco.
- No. Ho chiesto al dottore se posso stare qui. Dormirò sulla sedia in camera -
- Ma dai! Adesso sta bene, domani o domani l'altro lo fanno uscire! -
- Non mi importa, non voglio lasciarlo -
Annuirono, li accompagnai al parcheggio per prendere una boccata d'aria e tornai in ospedale, prima di entrare presi un altro caffè ed entrai nella camera 210; Mattia si era addormentato, avvicinai la sedia al letto, gli strinsi la mano e mi addormentai anche io svegliandomi qualche ora dopo quando l'infermiera venne a cambiare la flebo.
- Ti portò una coperta. Sentirai freddo - Mi disse gentile.
- Grazie - Risposi.
Mattia mi guardò e mi sorrise.
- Non vai a casa? - Mi chiese.
- No. Resto qui con te -
- Non importava. -
- A me importava -
- Lizzy - Mi chiamò
- Dimmi -
- Ho voglia di fare l'amore -
Sorrisi. - Mattia per favore! Siamo in un ospedale! -
L'infermiera entrò con la coperta interrompendo la nostra discussione.
- Passerò domani mattina prima di staccare il turno a controllare la flebo. Se avete bisogno premete quel bottone - Ci disse prima di uscire.
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