Capitolo 13

L’ufficio di Sebastian è alquanto spoglio. Sulla scrivania ci sono solo montagne di fogli posti uno sopra l'altro. Mi chiedo come può capirci qualcosa? Ricordo, che quando lavoravo per Will, la mia scrivania era sempre perfettamente in ordine. Dovevo sempre avere ogni oggetto o foglio al proprio posto. Soprattutto per quanto riguardava le pratiche, ognuna con la propria cartellina e la propria ditta di corrispondenza. Ero alquanto logorroica, me ne rendo conto; ma mi rendeva più tranquilla nel vedere ogni cosa nel giusto ordine. La mia vita ai miei occhi appariva come la mia scrivania, perfetta.

Avevo la sensazione che ogni tassello fosse nel giusto ordine, ma non era così.

Poi sono arrivata a Londra e Christopher è entrato nella mia nuova vita, come una pioggia estiva in piena tempesta. Lui ha riportato il sole che ormai in me non riscaldava da tempo. Mi ha finalmente illuminata, portandosi via il grigio di nubi, di cui il mio cuore era ormai colmo.

Anche se per poco ero di nuovo felice.

<< Ehi, Jess come va? >>

<< Tutto bene. Grazie mille, Mr Anderson. >>

<< Chiamami pure Sebastian. Come ti trovi qui al Dream Cafè? >>

<< Ok. Sebastian. Comunque, sono felicissima. Adoro lavorare qui con voi. Grazie ancora, per l'opportunità. >>

<< Figurati, Jess. In realtà la prima volta che ti ho visto, mi sembravi spaurita e confusa. Almeno è quella l’impressione che a me davi. Però con il passare del tempo, ho conosciuto una ragazza piena di entusiasmo e capacità nell’imparare il mestiere e ne sono alquanto felice. >> E mi sorride dolcemente.

<< La ringrazio infinitamente. Inoltre sono felice di averle dato una buona impressione, almeno fino ad oggi. Comunque, sono venuta qui da lei, cioè da te perché volevo chiederti delle informazioni riguardo una persona. Sinceramente non so nemmeno se puoi aiutarmi, però sei la mia unica speranza. L’unico che può dirmi dove posso trovarlo. >>

<< Chi è questa persona? >> Mi guarda incuriosito.

<< Il suo nome è: Christopher. Christopher Nolan Wright. >>

<< Wright? …. Ma certo. Ho capito adesso.Dice, sorridendomi. Cosa vorresti sapere?>>  Mi guarda incuriosito.

<< Sam… Mi ha detto che siete buoni amici. Forse, sai dirmi dove vive? >>

<< Perché lo cerchi, Jessica? >> Il suo viso è completamente cambiato, al punto che rimango spiazzata e spaurita al tempo stesso.

<< Dovrei parlare con lui per questioni personali. L’ ultima volta che ci siamo visti, abbiamo avuto una specie di discussione e vorrei chiarire le cose. Avresti per caso il suo indirizzo? >> La mia richiesta è quasi una supplica, ma non ho scelta è l’unico che può aiutarmi a rintracciarlo.

<< Capisco. Ci tieni molto e lo vedo dai tuoi occhi  color nocciola che brillano, solo nel nominarlo. Si alza dalla sua postazione e si avvicina a me con passo felpato e mani in tasca. Avrai il mio sostegno e ti aiuterò. >>

<< Davvero? Il mio cuore è colmo di gioia. Vorrei quasi saltare e abbracciarlo per quanto sono felice. Aspetta, a quale condizione? >> Chiedo perplessa.

<< Voglio un appuntamento al buio, con Sam.Puoi organizzare qualcosa? >>

<< Con Sam? >> Rimango a bocca aperta e scoppio a ridere. Sinceramente non mi aspettavo un interesse nei suoi confronti. Specialmente perché è sempre molto serio e professionale. Nonostante ci diamo del tu.  

<< Ti faccio ridere? >> Dice, impermalosito dalla mia reazione.

<< No, anzi. Non me l'aspettavo. Sei sempre molto serio e professionale. Persino con lei. Perciò sono solo stupita tutto qua. In ogni caso, avrai anche tu il mio aiuto, capo. >>

<< Ci conto. >> E ci stringiamo la mano, per concludere la promessa data.

Pochi minuti dopo torna con un fascicolo tra le mani e me lo porge.

<< Questo è tutto quello che ho sul suo conto. In realtà abbiamo legato da poco, solo perché acquista bottiglie di vino tramite il mio fornitore. Poi successivamente è diventato cliente abituale e così ci siamo conosciuti meglio. Però non so di cosa si occupa. Nel fascicolo non è identificato e inoltre non era necessario a me, per quanto mi riguardava.>>

<< Però il suo indirizzo è questo, no? >>

<< Immagino di si. Dato che per le consegne era necessario. >>

<< Grazie mille, Sebastian. Mi sdebiteró molto presto, stanne certo. >>

<< Ci conto. Ciao piccoletta e buona fortuna. Se hai bisogno sono qui. >> E mi sorride.

<< Si. Ti sono grata per tutto. Buona serata. A domani, capo. >>

<< A domani. >>

È ormai buio. Mentre corro come una pazza, per le vie più esclusive di Londra.

Il freddo si insinua nella mia pelle come l’acqua quando si trasforma in ghiaccio.

Mi sento il viso di marmo al tal punto che mi  stimola brividi di freddo. Cerco di accelerare, in maniera da poter dare calore al mio corpo e riattivare la circolazione del sangue per far scorrere il calore nelle vene.

Non voglio tornare indietro adesso, almeno fino a quando non l'avrò trovato.

Cercando di scansare le miriadi di persone che via via scanso nella corsa. Il mio unico pensiero torna per la millesima volta, a lui. Desidero vederlo di nuovo.
Nonostante mi abbia lasciato così, senza nemmeno un confronto, voglio potergli parlare.

La mia vocina interiore è ancora arrabbiata nei suoi confronti. Però voglio spiegazioni, ormai è un ossessione.

Il solo pensare a quell’ultima mattina mi si stringe il petto, fino a non riuscire più a respirare; ma ho bisogno di sapere che stia bene. Solo questo. A quel punto, potrò lasciarlo andare e ritornare a dove ero rimasta.

Una ragazza, la sua valigia, e l’inizio di un viaggio; con una vita fatta di problemi e di  oscuri incubi.

°°°°


“ Christopher il tuo angelo custode sta arrivando. Aspettami ti prego, ovunque tu sia.Io ti troverò, liberandoti dall'oscurità che io stessa porto. Insieme affronteremo tutto questo. “

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