Capitolo 35
Enrique
Oggi parto per l’Italia, dovrò accompagnare Lola personalmente fino a casa sua. Sono molto dispiaciuto per lei, sta soffrendo troppo per questa perdita terribile. Non so come aiutarla se non stando in silenzio e ascoltando la sua sofferenza, purtroppo non posso fare altro. Mi sono ricordato che Nicholas mi aveva accennato di una sua carissima amica in Italia che si chiama Luna e l’ho contattata per avvisarla di quanto è successo e del rientro. Ho evitato di disturbare i genitori per non mettere agitazione prima del suo arrivo, per fortuna Luna mi darà una mano a comunicare tutto l’accaduto quando saremo in Italia.
Dopo un respiro profondo decido di aprire la porta della stanza dove si trova Lola. Entro e la ritrovo rannicchiata nel letto avvolta dalla giacca, che suppongo sia di Nicholas, ed è almeno due taglie in più per lei. Non vuole più toglierla.
«buongiorno. Sei pronta a partire?» le domando.
«no, non voglio partire, prima devo passare da Nicholas.» annuncia.
Spalanco gli occhi quando udisco la sua affermazione.
«cosa intendi con “devo passare da Nicholas”?» le chiedo.
«devo vederlo un’ultima volta. Devo andare alla sua tomba.» risponde.
«Lola mi dispiace, ma Nicholas non ha una tomba, almeno non ancora. Si trova all’obitorio e lo terranno lì fino a quando non saranno chiarite le dinamiche dell’incidente. Dobbiamo andare o perderemo il volo.» crolla nell’ennesimo pianto e mi si stringe il cuore vederla cosi. La abbraccio per le spalle per aiutarla a rialzarsi. Usciamo per prendere il taxi che attende fuori per portarci all’aeroporto.
Finito con il check-in ci accomodiamo in sala d’attesa, visto che manca un’ora alla partenza del nostro aereo.
Lola si siede su una sedia con lo sguardo fermo come se stesse guardando qualcosa di importante, che io non vedo, accenna un mezzo sorriso, si porta la mano destra alle labbra e poi scoppia a piangere.
Non so se è il flashback di un ricordo con Nicholas, forse la signora Stewart ha ragione a farla allontanare da qui quanto prima, ci sono troppi ricordi che la circondano e soffrirebbe di più. È meglio che vada via. Spero che si riprenderà quanto prima.
Giunto il momento di salire sull’aereo ci incamminiamo verso il metaldetector. Un agente ci comunica di liberarci degli oggetti metallici. Io passo per primo e poi tocca a Lola. Al suo passaggio suona l’allarme, lei si guarda intorno non capendo come mai.
«signorina si deve togliere tutti gli oggetti metallici.» ripete l’agente.
«ho tolto tutto!» afferma lei mostrando in aria le braccia. Fa un passo indietro.
«ha mica qualcosa in tasca?» le domandano. Lei mette le mani in tasca ed estrae una scatola blu di velluto.
«era la terza sorpresa!» esclama in lacrime. Non capisco a cosa esattamente lei si riferisca, ma Nicholas aveva intenzioni molto serie nei suoi confronti.
Attraversa il metaldetector in lacrime la avvolgo in un abbraccio e ci avviamo verso l’aereo.
Si blocca e mi dice «Enrique non posso partire. Io devo costruire il puzzle.»
«quale puzzle?» domando.
«quello che mi ha regalato Nicholas, devo scoprire il messaggio. Non posso Enrique.» ho capito a cosa si riferisce, era tra le cose che ho preso all’ospedale.
«tranquilla è in valigia. Appena arriverai a casa potrai farlo.» accenna un mezzo sorriso e mi abbraccia.
Dopo due giornate di viaggio, tra scali e jet lag siamo distrutti, ma finalmente siamo arrivati a Genova, città natale di Lola. Usciamo dall’aeroporto e una bellissima ragazza, capelli biondi, lunghi lisci e occhi verdi ci corre incontro. Si unisce in un abbraccio con Lola. Suppongo sia Luna. Nel frattempo ci raggiunge anche un ragazzo moro con i tratti simili a Lola, immagino sia suo fratello.
«ciao, io sono Justin, il fratello di Lola. Grazie per tutto.» esclama porgendomi la mano che prontamente stringo.
«piacere di conoscerti sono Enrique.»
Le ragazze si staccano, Lola si abbraccia con il fratello e la ragazza, che scopro essere Luna, si presenta.
Ci avviamo in direzione dell’abitazione di Lola, dove ad attenderci sono i suoi genitori.
Una volta in casa lei si chiude in camera, immagino a riposare, il viaggio ci ha stancati parecchio, mentre io decido di andare in albergo, i suoi genitori hanno insistito che rimanessi ma non voglio disturbare.
Ho giusto due giorni di riposo e poi riparto per ritornare a casa.
Riprenderemo in mano le nostre vecchie vite con qualche cicatrice in più, non siamo più quelli di prima. La storia tra Nicholas e Lola ha cambiato l’esistenza di tutti quanti. Lei non sarà mai più la ragazza che ho conosciuto circa due anni fa, ingenua, buona e ottimista, non so se riuscirà a superare questa perdita, ma me lo auguro con tutto il cuore. Ero l’unico a sapere di loro e ci speravo davvero che potessero vivere il loro amore anche se avevo parecchi dubbi, in fondo credevo che c’è l’avrebbero fatta. Nonostante tutto speravo che il loro amore potesse trionfare.
Spazio autrice.
Ecco qui il penultimo capitolo.
Grazie per le vostre letture, voti e commenti.
Al prossimo e ultimo capitolo.
😘
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