Capitolo 2

30 settembre

Dopo cinque giorni di maltempo incessante, inizia la noia, ho pubblicato sui miei profili social tutto ciò che ho fotografato in questi giorni.
Justin è ripartito per l'Italia.

Visto che Nico non ha tempo per parlare oggi ho deciso di andare alla Chicago Dance Academy.

Le sensazioni della scorsa volta sono impresse nella mia mente e voglio capire come mai.
Magari ritornando riesco a chiarirmi qualche dubbio.

*****

'Chicago Dance Academy'

Mi avvicino alla sala prove di Nicholas e sento una musica famigliare, è "Total Eclipse of the Heart", la adoro!
Lo so che è una canzone datata, è dell'epoca di mia madre, ma lei mi ha cresciuta ascoltandola e io non posso farne a meno ora.

Nicholas sta improvvisando un passo a due da solo. Rimango a fissarlo per un' po'.
Ma quanto è bello?
Perché ho questi pensieri dico io?
Sto impazzendo veramente!

È incantevole quando balla!

«mi stai spiando?» domanda mentre balla «ehh? Io?»

«no quella dietro di te.» mi volto per notare chi ho dietro e non ce nessuno.

«sei molto simpatico lo sai?» rispondo.

«grazie.Tu sei bellissima.»

«bella la canzone.» preferisco cambiare discorso

«la conosci?» è stupito.

«si. la adoro! Mia madre da piccola me la faceva ascoltare sempre ed ho ballato tante volte con questo pezzo.» ci piace la stessa musica.

«ma dai? Pensa che dopo averti incontrata mi è venuto in mente un passo a due che avrei voluto provare con te.» annuncia sorridente.

«proprio con me?» questa volta sono io ad essere stupita da questa sua affermazione.

«si! Trasmetti danza in tutto quello che fai senza accorgerti. In ogni tuo movimento, quando ti imbarazzi se ti fisso negli occhi o quando mi avvicino a te. L'ho notato sai?» ops lo ha notato.

«addirittura? Beh hai notato male. Perché dovresti farmi questo effetto?» mento spudoratamente.

«Quindi dici che se adesso mi avvicino ti fisso negli occhi non ti fa differenza?» forse qualcosina

«E ehmm» la mia voce è tremante e non voglio farglielo notare.

«Nessuna differenza» dico tutto d'un fiato.

«Sicura?» Dice avvicinandosi sempre di più.

«Sicurissima. Balliamo?»

Rimette la canzone da capo, io mi pongo al centro della sala, si avvicina dietro la mia schiena, poggia la sua mano sul mio fianco mi volta verso il suo viso, ci fissiamo occhi negli occhi,  il mio nocciola che svanisce nel suo ghiaccio. Ho i brividi, ma cosa mi sta succedendo? È come se il mondo si fosse fermato, ci siamo io e lui, i passi vengono spontanei, ho visto qualcosa prima ed ho capito esattamente la coreografia che aveva in mente, è come se ci conoscessimo da sempre.

"forever's gonna start tonight" mi sussurra nell'orecchio questo pezzo della canzone.
Mi domando cosa sta succedendo?
Sto sognando o è reale?
Ho sempre adorato questo brano ma mai come ora, mai come adesso, ogni parola acquisisce un significato, un significato troppo importante.
Finisce il pezzo con lui che mi fissa e io mi sento imbambolata.

«Nessuna differenza eh?? Comunque complimenti.» esclama.

«grazie. Complimenti anche a te.» riesco a dire con un filo di voce.

«sei bravissima davvero è stato un piacere ballare con te. Fai parte di qualche compagnia importante immagino.»

«magari. No per ora ballo nella scuola di quartiere nella quale sono entrata a tre anni e non ci sono più uscita. La danza è la mia grande passione ma non ho mai provato ad andare oltre a quello che ho già.»

«dovresti invece. Sei fantastica»

«ti ringrazio.» ballare con lui è stato emozionante  «Ora è meglio che vado.»

«tornerai?» il suo sguardo pieno di speranza mi sorprende.

«tornerò.» si lo so che ritornerò. Lo devo fare per me stessa. Devo ancora capire.

9 ottobre

Chicago mi sta proprio piacendo!!!

Alla scuola di ballo ho fatto diverse prove in questi giorni con Nicholas.
Lui ci tiene che vado e io amo ballare e anche se sono in vacanza la mia nutrizione è sempre la danza.

Stasera andrò a cena con alcuni dei ragazzi dell'Accademia, devo dire che si è creato un bel legame anche con loro.

Non ho mai avuto problemi a socializzare con le persone.

Ho legato con tutti, Melanie la simpaticissima NewYorkese, Ellen e John inglesi che sono venuti a studiare danza qui e così anche Alizée e Pierre dalla Francia, io turista per caso e ovviamente Nicholas.

Passerà a prendermi Nicholas.

«Lola quel vestito è troppo corto.» esclama mio padre.

«Papà non ricominciare per favore.»

«Lola tuo padre ha ragione è troppo corto e anche troppo stretto.» dice mia madre dall'altra stanza.

«Mamma non ti ci mettere pure te senza avermi nemmeno vista.» lo fanno sempre tra di loro si sostengono a vicenda.

«Lola c'è un certo Nicholas che chiede di te al portone.» annuncia papà.

«Sì vado.»

«Chi è questo Nicholas?» mi domanda.

«Un amico. Vado. Ciaooo» dico correndo per salvarmi da un interrogatorio di mio padre.

«Non fare troppo tardi. Mi raccomando.» aggiunge mia madre mentre esco.

«ok. Ciao.»

Scendo al portone e rimango incantata.
Eccolo lì Nicholas Ryan in tutto il suo splendore, occhi di ghiaccio, capelli castano chiaro, indossa una camicia nera sbottonata fino al petto dove intravedo i lineamenti perfetti dei suoi pettorali e le gambe fasciate da un paio di jeans chiari.
Mi fissa negli occhi con un sorriso unico.

«Dove vai così bella?» domanda.

«Scusa?» rispondo.

«Non ti scuso affatto. Se non fosse che esci con me ti farei cambiare abbigliamento. Sei troppo bella per farti vedere dagli altri.» annuncia.

«Siamo gelosi Mr. Ryan?» in effetti si comporta come un fidanzato geloso.

«No Miss Parodi non è gelosia.»

«E che cosa è?» sono curiosa di scoprirlo.

«È semplice protezione.» inevitabilmente sorrido alla sua risposta.

«Da cosa?» cerco di essere seria.

«Dagli occhi indiscreti e dalle mani troppo lunghe.»

«Ma nessuno mi sta guardando o toccando.» affermo. Non so perché ma mi piace troppo stuzzicarlo.

«Ti stai divertendo? Andiamo su che ci aspettano gli altri.»

Arriviamo al ristorante e ci sono già tutti.

«Eccoli i piccioncini sono arrivati.» esclama Melanie, ma Nicholas la riprende subito.

«Mel cosa stai dicendo?» domanda lui.

«Ohhh Nick come se non si notasse il tuo interesse per Lola.» risponde decisa lei.

«E che interesse avrebbe?» Domando io facendo finta di niente, in realtà mi sono accorta che mi guarda in un modo diverso, diverso da come guarda Melanie, Ellen o Alizée.

«Lasciala stare Lola, devi sapere che Melanie parla a vanvera.» mi risponde Nicholas.

«Nick lo sai che non parlo a vanvera. Almeno non in questo caso. Ma ti consiglio di darti una mossa perché la ragazza non rimarrà molto qui. A breve parte.» gli occhi di Nicholas si spalancano.

«Dove vai?» Mi domanda con uno sguardo preoccupato.

«Torno a casa. Sai non mi sono trasferita mica qui. Questa per me è una vacanza.» confermo quanto accennato da Melanie.

«Ah sì certo a casa. Lo sapevo già Melanie grazie per la tua premura nei miei confronti.» cerca di fare il tranquillo, ma lo noto che non lo è.

«Non c'è di che.»

Mi avvicino al suo orecchio e con voce dolce gli dico «Te lo eri dimenticato?» non so perché ma mi piace provocarlo.

E lui fa altrettanto «non dimentico nulla di quello che ti riguarda è solo che vorrei passare tutti i giorni della mia vita con te non solo una vacanza.» a questa affermazione il mio cuore manca un battito.

«Non esageriamo Mr. Ryan.» rispondo. Cercando di rimanere tranquilla e impassibile.

«Non esagero. Sono sincero.»

Finito con il primo piatto Nicholas si avvicina a me dicendo «qualsiasi cosa io dica tu conferma ok?» annuisco e lui aggiunge.

«Ragazzi ho appena realizzato che si è fatto troppo tardi. Ho promesso al papà di Lola che l'avrei riportata presto.» non ricordo avesse parlato con mio padre.

«Ma dai sono solo le dieci Nick non penso si arrabbierà per un'altra oretta.» esclama Ellen.

Lui mi fissa e con gli occhi chiede il mio aiuto.

«Invece si Ellen è molto fiscale sugli orari. Scusate ragazzi ma Nicholas ha ragione.» mi sento una stronza a mentire, ma me lo ha chiesto lui, non potevo dirgli di no.

Lo fisso negli occhi.

«Grazie Nicholas, grazie per esserti ricordato.» dico.

«Non c'è di che. Andiamo.»

Salutiamo tutti e usciamo.

«Dovresti fare l'attrice sai?» afferma appena siamo fuori dal ristorante.

«Io? Allora dovremmo fare gli attori insieme.» confermo.

Mi abbraccia e mi ritrovo appoggiata al suo collo.

«Non sarebbe una brutta idea saremmo una bella coppia.» mi blocco all'ultima parola.

Coppia. Io e lui. Non sarebbe male.

«Come mai questa recita?» domando

«Volevo passare un po' di tempo con te. Visto che si avvicina la tua partenza.»

«Ma siamo quasi sempre soli.» dico. Mi fa piacere stare sola con lui, ma non lo voglio ammettere.

«Hai detto bene quasi. Ho tolto il quasi stasera siamo io e te.»

10 ottobre

Bellissima serata ieri sera e oggi mi aspetta una giornata da turista con Nicholas.
Dopo aver scoperto che tra cinque giorni tornerò in Italia ha insistito per farmi girare Chicago a modo suo, esattamente cosi ha detto: «devo farti conoscere Chicago a modo mio.»

«Buongiorno splendore.» esclama appena apro la portiera dell'auto.

«Buongiorno anche a te. Dove andiamo di bello?» domando accomodandosi sul sedile del passeggero accanto a lui.

«Facciamo colazione poi ti mostrerò un po' di posti a cui sono molto affezionato.»

Mi piace questo tipo. Inizia la frase parlando di cibo. Ha già vinto il mio stomaco. E vuol dire tanto. Ma non glielo dirò.

15 ottobre

Oggi si torna a casa.

Sono passata a salutare i miei amici americani e ora stiamo per salutare la nostra casetta di Chicago è volato il tempo.

Scendo nell'atrio del palazzo ed il portiere mi consegna un pacchetto con un bigliettino.

Apro il biglietto e c'è scritto
"ciao bellissima, ti chiedo di aprirlo in Italia quando sentirai tanto la mia mancanza! Nick."

Che noia!  Se la mancanza si sente già ora come si fa?
So che la distanza che si andrà a creare tra di noi sarà immensa quindi decido di mollare le mie valige ai miei genitori e corro all'Accademia, entro nell'atrio e trovo la receptionist.

«ciao Marie. dove posso trovare Nicholas?» domando.

«oggi non c'è. Ha detto che aveva un impegno importantissimo.» mi risponde.

«ah ok. Grazie.» un pizzico di tristezza si fa spazio dentro di me.

«devo dirgli qualcosa quando torna?» aggiunge Marie.

«no! non era niente di importante. Grazie. Ciao» esco a passo svelto per raggiungere i miei genitori.

«ciao.» mi saluta Marie.

Forse è meglio così, ci siamo già salutati ieri e anche lui ha una vita fatta di impegni.

Arrivati in aeroporto, ci mettiamo comodi in sala d'attesa, i miei genitori decidono di prendersi qualcosa al bar io invece preferisco stare da sola, mi sento un po' giù di morale, ho cercato un posto il più appartato possibile eppure un genio del male si è seduto dietro di me, che noia!

Si ascolta la musica a un volume esagerato.

Siamo nel XXI secolo e per lui le cuffie non esistono, ora ha messo una canzone troppo familiare per me. "Total Eclipse of the Heart", questo essere vuole farmi del male, devo chiedergli di toglierla non posso farcela, mi giro e «Nicholas?? Che ci fai qui??» domando sorpresa.

«Aspettavo te bellissima.»

«Davvero? Sei qui per me?» chiedo meravigliata.

«Certo! Da stamattina. Volevo essere il ricordo dei tuoi ultimi istanti a Chicago »

Lo stringo forte e vorrei dargli un bacio ma mi trattengo, ho un fidanzato e devo essere corretta già sono andata troppo oltre, anche se il cuore vorrebbe fare altri passi, mi avvicino al suo orecchio e gli sussurro «sono passata in Accademia per poterti dare questo abbraccio.» e lui mi prende il viso tra le mani mi fissa dritto negli occhi per un attimo poi gli chiude e mi bacia, chiudo gli occhi e spengo la ragione, dopo questo meraviglioso bacio pieno di tante emozioni e sensazioni mi abbraccia e mi sussurra «volevi dire che eri passata per questo, giusto?» non aggiungo nulla ma lo stringo più forte di prima.

D'altronde chi tace, acconsente!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top