Capitolo 2
" Signore si svegli, è in ritardo sulla tabella di marcia"
La voce di Alfred lo risvegliò quasi fosse un allarme, aveva un mal di testa così forte che avrebbe voluto solo rimanere a letto tutta la giornata. Forse avrebbe dovuto evitare di ubriacarsi le sere prima delle giornate lavorative, altrimenti non avrebbe dato mai il meglio di sé in quelle condizioni.
" Alfred portami la colazione e un'aspirina per favore"
Mentre lo diceva si rimetteva tra le coperte di raso cercando di rilassarsi il più possibile prima di un'altra giornata stressante. La fortuna di avere una casa completamente vuota e un maggiordomo silenzioso gli permetteva di godere del canto degli uccellini che proveniva dal giardino. Alla fine decise di alzarsi e andare verso la porta-finestra della sua stanza, cosi da uscire sul balcone e godere del caldo sole mattutino. Subito dopo Alfred tornò con quello da lui richiesto ad interrompere così il suo contatto con la natura.
" Quali sarebbero gli impegni di oggi Alfred?"
" Dovrebbe posare per la rivista On Top, subito dopo apparire in altre 3 trasmissioni televisive. Tutto questo prima di pranzo"
" Bene il resto me lo mostrerai dopo"
" Certo signore"
" Alfred sai benissimo di potermi chiamare Joseph o Jos o Jay ... non utilizzare queste formalità. Sai perfettamente che tu sei più un mio amico che un mio subordinato."
" Preferisco questa forma signore"
Decise di lasciar perdere nonostante la faccia esasperata che non si preoccupò di nascondere. Lavorava nel campo della moda da ormai 4 anni e Alfred era a suo servizio già da 3 anni. Poteva affermare di conoscerlo meglio di tutti quelli che ora chiamava amici ma che in verità non erano. Un mondo difficile il suo: persone che si avvicinano alle celebrità solo per la fama e per il denaro. Più che persone si potrebbero considerare dei cagnolini fedeli o meglio sanguisughe. Lui si era dovuto arrendere alla realtà dopo un anno di continua ricerca di persone sincere.
Dopo essersi lavato e preparato, salì a bordo della sua auto rigorosamente guidata da Alfred e iniziò a provare tutte le espressioni facciali immaginabili. Poteva sembrare anche buffo ma era un esercizio di estrema importanza per il rilassamento dei tratti facciali e la resa migliore sul set fotografico. All' entrata degli Studios dove si sarebbe tenuta la sua sessione lavorativa uno sciame di persone era raccolto in massa per accogliere il suo arrivo. Quella situazione lo faceva sempre sorridere: era strano come lui, una persona normale (come le altre del resto), venisse adorato da qualcuno che neanche conosceva. Però era proprio grazie a quelle persone se ora viveva una vita agiata. Il suo passato non era stato dei migliori, Sicuramente all' inizio della sua carriera da modello non viveva nell' agio che invece conosceva in quel momento, anzi aveva conosciuto anche momenti in cui era stato costretto a sacrificarsi per la sua famiglia. Scacciando via quei ricordi non sempre molto piacevoli scese dall' auto e fu accolto da un grande boato. Per non deludere nessuno si dedicò alla sua usuale sessione di autografi e foto per poi essere richiamato dal suo maggiordomo non altro che manager.
" Ah eccoti Jay ! Sei arrivato! Sai ci stavamo un po' preoccupando"
Quella che gli stava parlando in quel momento era Jessica, una ragazza bellissima, sennonché modella. Alta un metro e settanta aveva delle gambe bellissime che subito saltavano agli occhi e un visino dolce incorniciato da capelli biondi e occhi castani. A quanto pare sarebbe stata lei la sua partner sul set, e a dire la verità a lui non dispiaceva. Jessica era ovviamente attratta da lui ma il sentimento non era ricambiato, certo la sua compagnia non era niente male e lei era anche bellissima, ma non era il suo tipo. Era un ragazzo particolare in quanto a scelte, comunque quello non era il momento giusto per una relazione e non era ancora arrivata la ragazza capace di far breccia nel suo cuore.
" Ciao Jessica come stai ? vedo che sei sempre più bella"
A Joseph non sfuggì il rossore che si propagò sulle guance della ragazza e ne fu felice.
" Tutto bene grazie ..."
" Ragazzi andatevi a cambiare tra 10 minuti si va sul set"
Così finì la conversazione tra i due, che si salutarono con un " a dopo" veloce, per cambiarsi d'abito.
Subito dopo il servizio seguirono i 3 interventi nelle trasmissioni televisive di cui l'ultima si svolgeva nel centro di New York. Quella città era sempre così caotica, con un continuo andirivieni di gente. Non avrebbe mai voluto vivere in centro: troppi rumori, troppo caos, anche se un punto positivo c'era ovvero la presenza di buoni bar-ristorante dove andare a pranzare. Era proprio quello che voleva fare, fermarsi in centro per assaporare un qualcosa che non facesse parte della cucina di Alfred ( non che questa fosse cattiva ma alcune volte bisognava cambiare).
" Alfred vorrei fermarmi in centro, mi hanno parlato di un bar ristorante, sembra sia il migliore della zona."
" Ma signore non sappiamo cosa combinino in quelle cucine! E poi le ricordo che lei segue una dieta ferrea. Parliamo poi di come nascondere la sua identità?"
" Alfred di certo la loro cucina non può uccidere nessuno, e poi ordinerò qualcosa di leggero non c'è nessun problema. Per quanto riguarda la mia identità mi limito a un cappello e a dei baffi finti"
" Baffi finti? Non penso funzionerà ma come sempre l'asseconderò, non si lamenti dopo quando avrà alle calcagna sfilze di ragazzine in calore"
" Me la saprò cavareAlfred" rispose con una risata in risposta all' intervento dell'amico. Nonvoleva ammetterlo solo per avere un po' di libertà da quella sua vitastancante, ma se l'avessero riconosciuto ci sarebbero stati veramente deiproblemi.
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