Compleanno ~ il party
Finisco di prepararmi indossando dei tacchi bassi e prendendo la piccola borsa blu scuro. Aizawa sarà qui tra poco così controllo un'ultima volta che la gonna sia al suo posto così come il maglione stretto a vita alta e mi assicuro che dallo chignon non ricadano troppe ciocche, finendo poi per sistemare la frangia.
Sento il citofono e vado ad aprire «scusa ho fatto un po' tardi. Puoi entrare?» Mento perché ho fatto una piccola sorpresa ad Aizawa e non voglio aspettare.
Quando entra mi saluta con un bacio e poi mi osserva attentamente «sei pronta» afferma apatico. Ignoro la sua espressione accigliata «devo darti una cosa» sorrido entusiasta e vado verso la camera, tornando con la busta di un negozio di vestiti.
Aizawa la prende dubbioso, pescando dal suo interno ed estraendo un pigiama molto semplice, con maglia a maniche corte e pantaloni lunghi.
«Sorpresa!» Esclamo, ma l'uomo si limita a guardarmi confuso «non è il mio compleanno..»
Scuoto la testa ridendo «lo so, non c'entra nulla. È per quando resti qui, ormai inizia a fare freddo e ho pensato che preferissi un pigiama piuttosto che dormire in mutande»
Osservo attentamente la sua espressione e noto una leggera sorpresa, mentre si perde un secondo ad osservare la maglietta con uno sguardo dolce.
Solleva poi lo sguardo verso di me «grazie kitty» mi bacia delicatamente e sento il cuore sul punto di esplodere, con un sorriso che non accenna a voler sparire.
Sì allontana di poco dalle mie labbra «eppure, sono sicuro che ti piaccia quando dormo senza maglietta» il suo sorriso malizioso mi fa arrossire e lo allontanò.
«È tardi!» alzo poco la voce con un leggero risentimento e lo sento ridacchiare mentre infilo il cappotto.
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La settimana scorsa siamo usciti con gli amici di Aizawa e Mic mi ha invitata alla sua festa di compleanno.
Ha detto che ci sarebbero state molte persone e di far venire i miei amici, perché era curioso di incontrarli. All'inizio mi è parso strano pensare ai miei amici in un appartamento con Aizawa (che hanno incontrato solo due volte), i suoi amici ed altri sconosciuti.
Poi però Nemuri mi ha detto che casa sua è molto più grande di quanto ci si aspetti, che nessuno avrebbe fatto caso a noi e per finire mi ha consigliato di "vestirmi bene". Titubante ho accettato, anche perché Aizawa non ha, a differenza del solito, roteato gli occhi e detto a Mic di piantarla con le sue assurdità, quindi è un buon segno.
Forse è una fortuna tuttavia che Denki e Mina non siano potuti venire. Sperando che Kirishima riesca ad impedire a Bakugou di finire in una rissa, non dovrebbero esserci problemi.
Arriviamo in un palazzo verso il centro, al cui lato si trova una delle varie ville di Roma. Non mi sarei mai aspettata che Mic vivesse in un posto tanto imponente ed entro chiedendomi cosa mi aspetta. Già l'atrio, completamente in marmo, emana un lusso particolare, accentuato dal portiere che gentilmente ci chiede il nome.
Osservo ogni cosa basita. Non avrei mai immaginato nulla di tutto ciò e il mio stupore aumenta quando, giunti in ascensore, Aizawa preme il pulsante dell'ultimo piano. Lo fisso incredula, ma anche risentita che non mi abbia detto nulla.
«Perché non mi hai detto che abita in un posto del genere? E nell'attico poi!» Aizawa mi osserva con indifferenza, poi scrolla le spalle «non credevo fosse importante»
Lui non-? Come può non esserlo?
«Certo che lo è!» do voce ai miei pensieri, ancora spaesata.
«Che sarebbe cambiato?»
«Beh io.. sarebbe cambiato!» vengo interrotta dalle porte che si aprono con un tintinnio.
Mi ritrovo in un immenso salone, con un gigantesco divano ad angolo che troneggia al centro della sala. A sinistra c'è un lungo tavolo pieno di cibo, oltre il quale vari camerieri servono le portate raffinate.
La cucina, che anche se si trova in salone è talmente grande che non posso chiamarla angolo cottura, è diventata un bar, dove oltre l'isola si trovano altri camerieri che preparano drink.
Osservo gli ospiti e noto che indossano abiti non eccessivamente formali per mia fortuna, ma evidentemente costosi. Mi guardo, nella mi gonna da dieci euro, il maglione preso in saldo e le scarpe in offerta con il due per uno. Spero solo che nessuno ci faccia caso..
Aizawa è tranquillo e vaga lo sguardo tra la folla, forse alla ricerca del suo amico «mi spieghi che diavolo di lavoro fa Mic?» ho praticamente la mascella aperta, mentre divoro ogni dettaglio della sala, soffermandomi sull'enorme lampadario. Noto anche delle scale in fondo al salone, che conducono al piano superiore. Mi chiedo quanto sia grande questa casa..
«I suoi genitori sono ricchi, molto. Gli hanno comprato casa per non so quale stupidaggine, compleanni o cose così.. Lui in realtà è un dj famoso all'estero, ma continua a vivere qui per non farsi riconoscere in strada»
Ascolto incredula «m-ma.. io credevo insegnasse inglese o cose del genere!»
Aizawa finalmente mi presta attenzione e si volta verso di me «Aria non darci peso ok?» allunga la mano verso di me e mi solleva il mento «e non fare quella faccia, andrà bene» si china per darmi un leggero bacio, che stranamente mi tranquillizza, assieme al suo sguardo dolce.
«So cute ~!» mi volto e noto Mic sorridente, con una camicia sgargiante e pantaloni scuri «Shota you're so sweet~ Non l'avrei mai detto!»
L'occhiataccia di Aizawa lo fa ridere maggiormente, ma interrompe quei commenti che mi fanno arrossire, così lo saluto «tanti auguri Mic!» sorrido e lui ricambia dandomi un leggero abbraccio.
«Auguri» dice semplicemente Aizawa. «Come on man!» si avvicina a braccia aperte «un abbraccio al festeggiato!» il corvino si scansa bruscamente «scordatelo». Nonostante ciò gli lascia una leggera pacca sulla spalla che sembra soddisfare il biondo.
Rimasti soli Aizawa mi porta a prendere da mangiare, che a detta sua è "l'unico motivo per cui vale la pena essere qui". In effetti è tutto delizioso e poco dopo arrivano i miei amici, che sembrano stupiti quanto me.
Passa almeno un'ora credo, in cui saluto Al e Nemuri, le uniche persone che conosco a questa festa, per me assurda. Il resto del tempo lo passo vicino ad Aizawa e a tratti con Kirishima e Bakugou, troppo indaffarati con il cibo per fare conversazione.
Siamo al bar a bere qualcosa, quando Aizawa viene praticamente rapito da Al, che dopo mille scuse nei miei confronti lo porta via per conoscere una persona. Mi ha anche invitata ad andare con loro, ma sinceramente non mi sento a mio agio, così con una scusa resto sul bancone.
Rimasta sola presto di nuovo attenzione al terrazzo, che da quando siamo entrati mi attrae. A lato del salone c'è una lunghissima vetrata, intervallata da porte-finestre che conducono all'esterno. Il terrazzo è ampio e con poche persone, così decido di uscire, nonostante il freddo.
Mi avvicino al parapetto, nel tipico stile di un palazzo romano, con alte colonnine bianche ed una lunga ed ampia lastra a ricoprirle. Sotto di me si scaglia l'enorme parco, dove distinguo le rovine di una villa romana, ed ancora oltre brillano le mille luci della città.
Poggio le braccia sul muretto e mi godo la vista, che per me è così rara quanto unica e penso quando sarebbe bello poterla vedere ogni sera. Per me che vivo praticamente sotto terra quella vista è straordinaria e dell'aria pungente che mi solletica il viso sento solo il profumo e la freschezza, ignorando il freddo che mi fa provare.
Resto qualche minuto nella quiete, felice di come la mia vita sia cambiata grazie a Shota.
«Aria!» una voce ben nota alle mie spalle mi fa voltare di poco la testa, già sorridente «Kiri..» dico come saluto.
«Che fai qui? Starai congelando» protettivo mi avvolge un braccio attorno sulle scapole e poggio la testa sulla sua spalla «guarda che panorama, non potevo perdermelo..» replico sognante.
Lui ride piano annuendo. «Allora..» inizio con una punta di malizia «tu e Baku.. Sembra quasi un appuntamento eh?» lo guardo di sottecchi e lo vedo sorridere, poi scuote la testa e mi da una leggera spallata.
«Non è un appuntamento, siamo alla festa di un conoscente, con un gruppo di amici che non si è presentato, e il "mio cavaliere" mi ha appena lasciato dicendo, testuali parole "vado a pisciare"»
Rido, anche se mi dispiace che non stia facendo progressi «non ti ha detto nulla? Da quest'estate è strano»
«Si, l'ho notato..»
«A fine estate alla festa si è comportato da vero lunatico, più del solito dico»
«mm» pensieroso fissa sotto di sé, ma non aggiunge altro.
«Comparse!» la voce di Bakugou ci fa voltare «perché diavolo vi siete infrattati qui?! Non riuscivo a trovati capelli di merda!»
Alcune persone lo guardano, quasi scandalizzate, ma lui li ignora e ci osserva infastidito.
«Smettila Baku, vado a prenderti da bere per farmi perdonare ok?»
Faccio un passo abbandonando il petto di Kirishima, ma il biondo mi blocca «ci va capelli di merda, è lui che doveva aspettarmi». Il diretto interessato sospira, ma senza aggiungere altro si allontana, lasciandoci soli.
Forse è il momento buono per capire che succede. Bakugou poggia la schiena al parapetto e volta la testa verso di me «avresti dovuto scegliere il biondo, ragazzina. Hai visto che casa?»
Rido scuotendo la testa «molto bella si, ma preferisco comunque Aizawa». Lui sbuffa leggermente, in una specie di risata, tirando fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca ed accendendone una.
Mi porge il pacchetto ma rifiuto. Quando sono con Aizawa nessuno dei due sente il bisogno di fumare, per quanto assurdo possa sembrare.
«Baku?»
«mm?» mi guarda inattesa, illuminato dalla luce soffusa del tabacco che brucia.
«Mi dici che ti succede?» con lui i giri di parole sono inutili. A vederci non si direbbe, soprattutto per come ci rivolgiamo l'uno all'altra, ma ci capiamo in un modo particolare. A volte mi sono sentita più compresa da lui che da Kirishima, forse perché in molte cose siamo simili.
In effetti, quando quest'estate ho rotto con Aizawa, credevo sarebbe stato con Bakugou che mi sarei aperta, invece sono solo scoppiata a piangere davanti a lui e l'ho cacciato di casa.
«Non so di che parli». Sapevo non sarebbe stato facile..
«Baku non mentire. Non hai avuto una ragazza per mesi, poi hai detto di averne una, che è sparita dopo due settimane per non si sa quale ragione. E non provarci, perché "mi infastidiva" non è un motivo valido» lo ammonisco vedendo che sta per dire qualcosa.
«Inoltre» proseguo «quella sera a ostiense non mi hai risposto male, mi hai offerto del cibo, ti sei irritato solo per una battuta spinta sulla tua ex e-» vorrei dirgli di quando, giocando ad obbligo o verità, si è interessato alla vita sessuale di Kirishima, ma il roscio mi ha fatto promettere di non parlare a Bakugou di queste cose.
«E se mi viene in mente altro te lo dico» concludo decisa.
Lui mi guarda sorpreso, poi storce la bocca guardando davanti a sé «non voglio parlarne con te»
«Perché?»
«Perché non posso». Almeno ha ammesso che c'è qualcosa, ma il timore che sia qualcosa di serio e grave si fa strada in me.
«Devo preoccuparmi? Hai problemi di soldi, salute o-» mi poggia una mano sulla spalla per zittirmi.
«No ragazzina solo..» distoglie lo sguardo, fissando davanti a sé «sto cercando di capirci qualcosa» emette un breve e pesante sospiro, come per togliersi un peso di dosso.
Sto per aggiungere qualcosa ma veniamo interrotti da Kirishima, che torna non due bicchieri che ci porge gentilmente.
Non so ancora cosa succeda a Bakugou, la mia unica preoccupazione è che il suo dilemma non sia un'attrazione verso Kirishima e la cosa che temo maggiormente è che si innamori di qualcun altro. Spero solo che vada tutto bene..
Parliamo ancora un po' prima che il freddo ci costringa a rientrare. Io ho del tutto perso le tracce di Aizawa e non lo vedo tra la folla, così resto con i miei amici. Sono costretta ad allontanarmi per andare al bagno, così percorro l'ampio salone in cerca della mia destinazione.
Con difficoltà riesco a trovarlo. Mi sembra assurdo tutto quel lusso, il lavandino raffinato, gli asciugamani tiepidi e soffici posti in una colonna ordinata, le luci che esaltano ogni dettaglio di quella stanza così curata.
Dopo poco esco e mi soffermo sulla soglia, osservando la folla in cerca di qualcuno che conosco. Una mano sulla spalla mi fa sussultare, mi volto e trovo gli occhi neri di Aizawa.
«Finalmente kitty, ti stavo cercando»
«Mi hai spaventata» dico dura, vedendo un leggero sorriso formarsi sul suo viso. «Beh allora devo farmi perdonare, questa festa mi ha stancato sai..»
Non faccio in tempo a fare domande che mi afferra la mano, mi supera ed entra in bagno, trascinandomi con lui e chiudendo la porta. In un secondo mi ritrovo le sue labbra sulle mie, che mi esplorano con delicatezza.
Mi lascio trasportare dal bacio, ma dopo qualche secondo lo allontano «shota.. di là ci sono tutti..»
«Non faranno caso che siamo spariti, ci sono troppe persone» non mi da tempo di rispondere che inizia a baciarmi il collo, trasformando la mia protesta in un debole gemito.
«Q-quindi sei venuto a cercarmi p-per questo?» i suoi baci e una leggera risata rendono incerta la mia voce. Aizawa scuote la testa, percorrendo con mani le gambe velate dalle calze. Si ferma sui miei fianchi, distanziandosi di poco per guardarmi negli occhi.
«No, ma Mic non smetteva di parlare con persone noiose, così sono venuto a cercarti. Poi ti ho vista di spalle, poggiata alla porta..» sorride malizioso «non avresti dovuto mettere questa gonna per evitare questo». Rido e Aizawa con semplicità mi solleva, andando verso il lavandino e poggiandomi sull'ampio ripiano in marmo.
In fine cedo. Non ho mai saputo resistergli..
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