Quattro incontri e un'emozione
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Hola! Sinceramente questo capitolo non mi convince molto, perciò se lo trovate noioso o altro fatemelo sapere, ci tengo molto a migliorarmi!
Per l'immagine ho cercato qualcosa di simile a come immagino la protagonista, ma sono tutte troppo perfette 😅 Alla fine ho scelto questa, per gli occhi e qualcosa nella sua espressione, ma i capelli ad esempio sono del tutto diversi.
Questo testo è la traduzione di "One more time", colonna sonora del un film giapponese "5 centimetri al secondo". Anche se ho pianto ogni volta che l'ho visto credo sia un bel film ahah
I'm always searching for you, always searching for even a fragment of you
At the shop I'm going to, in the corner of a newspaper
Even thought I know you can't be there.
If my wish were to come true, I would be at your side. I want to show you right now the new dream, who I'll be from now on,
and the words "I love you" that I never said.
I always end up looking somewhere for your smile
At the railroad crossing, waiting for the express to pass
Even thought I know you can't be there.
◊ Aria POV ◊
Mi sembra di vivere la vita di un'altra. Passavo le giornate come sempre, studiando e lavorando, ma mi sento vuota. Da quando uscivo con Aizawa la mia vita sembrava diversa, migliore.
Vorrei solo tornare alla mia vita, com'era prima che conoscessi Aizawa.
Non ero certo felice, ma ormai era normale per me quella sensazione di vuoto. Riuscivo a conviverci, ma perché adesso non posso tollerarla?
Quando ripenso a quella scena sento il sangue ribollire sotto la mia carne e l'unica cosa che vorrei fare è andare da lui e dirgli quando lo odio.
Si è insinuato nella mia vita ma non ha fatto altro che prendermi in giro, illudendomi del contrario.
Vorrei urlargli tutte quelle cose che non sono riuscita a dire quel giorno, il girono in cui non sono riuscita a reagire e sono semplicemente fuggita, come non avevo mai fatto.
L'unica cosa che vorrei davvero chiedergli è perché. Perché tra tutte prendere in giro proprio me, quando di sicuro avrebbe potuto trovare una ragazza più bella e meno complicata.
A volte ho il forte impulso di andare a parlare con lui. Magari c'è una spiegazione migliore, visto che non gli ho dato l'opportunità di parlare. Magari è sempre stato sincero con me.
Poi però mi blocco, se penso a come potrebbe finire. Io e lui non saremmo mai dovuti uscire, unirci, scoprirci a vicenda.
Ammettiamo anche che io gli interessi davvero e che c'è una spiegazione, anche divertente, dietro la scena che ha popolato i miei incubi.
Ammettiamo anche che potessimo frequentarci come persone normali, ignorando il fatto che, se lo scoprono, come minimo verrebbe licenziato.
Anche sotto queste ipotesi, non ci sarebbe alcun lieto fine.
Io voglio viaggiare, studiare all'estero e lavorare, libera da ogni costrizione; nei miei piani non c'è mai stata una famiglia.
Lui invece ha più di trent'anni, un lavoro stabile, una carriera; quanto ci vorrà prima che si renda conto di volere qualcosa in più?
Io non voglio sposarmi né voglio figli e non cambierò idea. Non voglio che un giorno, senza accorgersene, possa odiarmi per avergli imposto le mie scelte.
Mentre ripenso alle stesse identiche cose che occupano la mia mente da settimane, guardo distratta un telefilm, davanti un piatto di pasta che non tocco da ormai venti minuti.
Per quanto io mi sforzi, ogni volta che provo a mangiare mi si chiude lo stomaco e un senso di nausea mi assale, facendomi passare la poca fame che avvertivo.
Mi sforzo di mangiare qualcosa, prendendomi minuti tra i vari bocconi, in cui non faccio altro che toccare il cibo con la forchetta, cercando il coraggio di portarlo alla bocca. Alla fine però non riesco a mangiare più di metà di ciò che ho preparato, riempiendo il frigo di avanzi.
Voglio solo tornare alla mia vita..
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Non rispondevo quasi più ai messaggi preoccupati dei miei amici. Non volevo dirgli cosa è successo, cosa avevo visto.
Soprattutto non avevo il coraggio di fissare Kirishima, dopo avergli detto apertamente quanto mi piacesse Aizawa.
Il telefono squilla per l'ennesima volta, lo raggiungo annoiata e attacco.
I miei contatti con loro erano il minimo necessario per fargli sapere che ero viva, ma uscire era fuori dai miei piani.
Stavo bene in questo letto enorme a giocare al PC.
Guardo la chat di gruppo distrattamente e blocco il telefono. Mi guardo attorno, pensando a quante volte mi sono svegliata, con accanto Aizawa e i suoi capelli scuri, con le braccia possenti che mi avvolgevano.
Un rumore improvviso alla mia porta mi spaventa. Qualcuno sta bussando con forza, così mi alzo in allerta, quando sento una voce familiare.
«Aria apri» dice imperativo. Perché Bakugou è qui, e perché non ha suonato?
Apro la porta infastidita e lui subito si rivolge a me con la calma e la gentilezza che lo contraddistinguono.
«Aria adesso usciamo. Hai rotto il cazzo, non puoi murarti qui dentro!»
Alzo gli occhi al cielo e gli chiudo la porta in faccia. Non voglio uscire, che c'è di male?
Lo sento sfogare la sua frustrazione bussando con forza, praticamente prendendo a pugni la porta e urlando diversi "apri" e altre parolacce sconnesse.
Spazientita apro di nuovo, permettendo a Bakugou di entrare, sapendo che non se ne andrà presto altrimenti. Lo fisso con le braccia conserte, invitandolo a parlare.
«Sono due settimane che non esci con noi. Mi spieghi che cazzo stai facendo?!»
«Assolutamente nulla, solo non ho voglia di uscire»
«E quando mai hai passato le tue serate a piangerti addosso ah?? Ogni cazzo di cosa che ti è successa l'hai sempre affrontata senza scoraggiarti, ma adesso ti comporti come una femminuccia!!»
Se il mio sguardo potesse uccidere, lui sarebbe già cenere.
«Che cazzo hai detto?!» urlo «quindi secondo te non ho il diritto di stare un po' per conto mio?!»
«Un po' Aria, non ogni fottuto giorno! Ho sempre ammirato come reagivi, ma guardati adesso! Sempre una maledetta comparsa!»
«Sai cosa? Vaffanculo! Tu non sai assolutamente nulla, perciò lasciami stare e risparmiati tutte queste stronzate!!» lo spingo fuori, incontrando stranamente poca resistenza e sbatto la porta.
Pensava che venendo qui a urlarmi quanto sono patetica sarebbe cambiato qualcosa? Poggio la schiena contro la porta e mi rendo conto solo ora che sto piangendo, chissà da quando, così mi abbandono ai singhiozzi, anche se mi ero ripromessa di non farlo.
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Sono sul divano a studiare, quando il rumore insistente del citofono mi obbliga ad alzarmi.
«Chi è?»
/«Sono Denki!»/. Preferivo i tizi dell'Acea piuttosto..
Svogliatamente apro e mi vesto in fretta, indossando i calzoncini di una tuta.
Apro la porta e il biondo si tuffa in casa, afferra le chiavi e mi trascina di peso all'esterno, sbattendo la porta alle sue spalle.
«Ma che cazzo Denki!!» urlo furiosa.
«Scusa Aria, non c'era altro modo» mi dice con dolcezza. Fa pure il carino dopo avermi buttata fuori da casa mia?
«Quindi tu vorresti farmi uscire in tuta, senza cellulare né documenti?» chiedo nervosa e vagamente sarcastica «mi sembra tanto un rapimento. Devo preoccuparmi?»
Ride e sembra sollevato, forse si aspettava che reagissi peggio di così.
«Tranquilla, so che non vuoi uscire, ma voglio farti vedere una cosa»
Lo guardo confusa, non sapendo dove voglia arrivare. Lui si dirige verso le scale e lo seguo, avendo poche opportunità di scelta.
Sale sull'ascensore e preme il pulsante dell'ultimo piano, così capisco che, a meno che non abbia progettato un'irruzione domestica, vuole portarmi sul tetto del palazzo.
«Lo sai vero che se avete organizzato una festa vi uccido? Sono piuttosto certa che non sia il mio compleanno»
«Sì lo sospettavo, ma tranquilla non c'è nessuna festa». Almeno un po' mi rassicura, così lo seguo senza aggiungere altro.
Apre la porta ed esco. Mi guardò attorno e non c'è assolutamente nulla. Il solito tetto dal pavimento rovinato e i muri bassi dall'intonaco sbiadito. Un gabbiano vola via quando sente il rumore della porta, ma a parte quell'uccello non c'è altra forma di vita.
Mi volto verso Denki, annoiata da tutto quel mistero. «Allora? Qui non c'è nulla..»
«Guarda bene» mi risponde enigmatico, prendendo lo zaino e tirando fuori un lenzuolo, che stende sul pavimento.
Si sdraia e mi invita a fare lo stesso.
Nonostante tutto ciò sia ridicolo, dopo aver sbuffato sonoramente e roteato gli occhi, lo raggiungo, stendendomi di fianco a lui.
«Ok, ora vedo il cielo. Fantastico..» dico sarcastica.
«Avevi bisogno di uscire da quelle quattro mura per fare altro che non sia lavorare. Da quanto non ti godi un po' il sole?»
Ci rifletto un attimo e non riesco a dargli torto.
Il sole tiepido del primo pomeriggio mi riscalda il viso e il corpo, mentre l'aria calda mi accarezza la pelle, facendo volare qualche ciocca di capelli.
Osservo il cielo azzurro, senza nuvole, vuoto come una tela bianca. Solo ora mi accorgo di quanto mi sia mancato.
Restiamo in silenzio per diversi minuti, poi Denki, anche se in buona fede, spezza quella pace che era riuscito a farmi percepire.
«Perché avete rotto?» chiede voltando la testa verso di me.
«Qui non c'è niente da vedere, è solo il cielo..»
«Sì certo, come vuoi..» dice rassegnato.
«Senti Denki, apprezzo il tentativo, ma non vedo come fissare una cupola azzurra possa aiutarmi. Fa caldo e sono piuttosto sicura che prima o poi passerà un piccione che ci cagherà addosso. Possiamo andarcene?»
Sembra leggermente deluso, ma alla fine acconsente e, dopo essersi autoinvitato a casa mia, dopo circa mezz'ora ci salutiamo perché devo andare a lavoro.
Penso che ormai manca solo Kirishima, e sinceramente mi preoccupa cosa sta progettando..
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È passato un mese e di Kirishima neanche l'ombra, mi chiedo se vada tutto bene. Inizio ad essere io a preoccuparmi per lui..
Sono stata una pessima amica in effetti, considerando quello che starà passando per accettare i suoi sentimenti verso Bakugou, che non solo è un ragazzo, non solo è etero, ma è anche il suo migliore amico. Di sicuro avrei dovuto stargli più vicino e parlarne con lui, per quel che ne so non ha nessun altro con cui confidarsi su tutta questa storia.
Poi però penso che dovrei affrontare una conversazione anche sui miei, di sentimenti. Sicuramente mi chiederà perché sono dimagrita, se i miei problemi di insonnia sono peggiorati e altre domande a cui non voglio rispondere.
Sto quasi per scrivergli quando desisto un'altra volta, magari domani..
«Hei, io sto morendo di fame» dice la ragazza dai capelli rosa seduta al mio fianco «andiamo a pranzare?» chiede sorridendo.
«Si certo, andiamo alla mensa?». Lei annuisce e ci alziamo dal tavolo pieno di libri, quaderni e penne, dinanzi al quale soffriamo da ormai tre ore.
Ho conosciuto Mina a metà estate, durante un esame. È sempre molto allegra e gentile, e mi piace la sua compagnia. Da allora ci siamo viste qualche volta per uscire un paio d'ore, o per studiare insieme. La prima cosa che mi ha incitato a stringere amicizia con lei è il suo stile originale e la sua chioma di capelli mossi, tinti di rosa. Semplicemente adorabili.
Arrivate al bar prendiamo un tavolo lontano dalla folla e parliamo serenamente. Nonostante si sia accorta che non me la passi bene ultimamente, non è mai stata troppo invadente a riguardo. Inizio a considerarla un amica e credo di potermi fidare di lei, ma di sicuro non così tanto da raccontarle che ho avuto una storia con un insegnante.
Dopo poco vedo Aizawa e mi gelo, continuando a seguire la sua figura con lo sguardo. Non lo vedo da più di un mese e il cuore sta per esplodermi, mentre fisso quei capelli neri tanto desiderati e il modo in cui la camicia si adagia alla perfezione sulla sua schiena definita.
Poi mi rendo conto che è con una donna e, se prima il petto martellava, sul punto di scoppiare, adesso il cuore si sta attorcigliando su se stesso, così come il mio stomaco.
Lui non mi ha neanche notata e in breve si siede al tavolo, continuando ad ignorare la mia presenza. Un'indifferenza che mi riduce in cenere.
La donna accanto a lui è stupenda. Alta, snella, capelli neri lucenti e acconciati alla perfezione, le labbra larghe e il naso dritto, la carnagione abbronzata e le mani curate smaltate di nero. I suoi vestiti sono semplici ma di classe. Un pantalone a vita alta ed una camicia colorata che ricade nei pantaloni esaltano la sua corporatura impeccabile.
Anche il suo portamento non è da meno. Il modo discreto in cui sorride ad Aizawa, la schiena dritta, il collo lungo, mentre lo guarda con i suoi occhi nocciola; a malapena ci si accorge che ci sta provando con lui.
C'è una sola parola per descriverla: elegante. Sembrano una coppia regale.
Li guardo e non riesco a smettere di pensare che dovrebbe essere una come lei a stare al suo fianco. Lei certamente può prendersi cura di lui, in un modo di cui io non sarei mai capace.
Una come lei è perfetta, mentre io sono semplicemente inadatta.
«Non ho più fame» dico, spingendo il vassoio dinanzi a me, sotto lo sguardo preoccupato di Mina.
«Stai bene? Sembra che hai visto un fantasma..»
Mi volto cercando di abbozzare un sorriso, anche se credo mi sia uscita più una smorfia «si certo, solo un po' di nausea..».
Senza neanche accorgermene i miei occhi tornano su Aizawa, e incrocio il suo sguardo. Anche da lontano quelle iridi ossidiana mi trasmettono uno tsunami di emozioni, troppo forti da sostenere, così dopo pochi istanti, che sembrano decenni, distolgo lo sguardo dal suo.
Quando lo cerco nuovamente, vedo che sta guardando quella donna. La mano di lei è sul braccio di Aizawa, lo stesso che tante notti mi stringeva forte contro il suo petto. Le sue dita premono con leggerezza sull'avambraccio e io non riesco a tollerarlo.
Mi alzo di scatto ed esco velocemente dalla mensa, ignorando la voce confusa di Mina, sperando che non mi segua.
Percorro il corridoio a passi lunghi, fino a raggiungere il bagno più vicino. Mi chiudo dentro e le lacrime non smettono di scendere, mentre cerco di non fare rumore. Quand'è che smetteranno?
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Sono di nuovo nel mio letto, quando il mio non far nulla è distratto dal rumore del citofono, così mi alzo per rispondere, stranamente curiosa.
/«Sono Kirishima!»/ urla entusiasta il mio amico. Mi è mancato molto, anche se non glielo dirò.
Quando apro la porta mi ritrovo il suo enorme sorriso davanti e non resisto. Mi sporgo verso di lui e l'abbraccio forte, sentendolo pian piano rilassarsi e ricambiare quel gesto inusuale. Mi sembra una vita che non vengo stretta così da qualcuno. L'ultimo è stato Aizawa e, a quel pensiero, mi allontano da lui.
Lo osservo meglio e vedo che tiene qualcosa in mano, continuando a sorridere. Osservo i due oggetti stretti tra le sue dita e mi rendo conto che sembrano sigarette, ma sono qualcosa di molto più dolce.
Sorrido e mi scanso per farlo entrare «ora si ragiona». Tra miei amici, Kirishima ha avuto decisamente l'idea migliore.
«Beh visto che né urlarti contro né farti uscire ha funzionato, ho pensato che questa potesse tirarti su il morale»
«Mi conosci proprio bene» rispondo ridendo, e il suo sorriso mi riscalda il cuore ancora una volta. Noto poi che ha anche uno zaino con sé, perciò gli chiedo spiegazioni.
«Dormo qui stasera» dice convinto.
«Come scusa?» chiedo, inarcando un sopracciglio, ma senza riuscire a trattenere un sorriso.
«Mi sei mancata in questo tuo periodo da eremita, ti ricordi quando dormivamo insieme al liceo?» dice dolcemente.
«Beh potevi anche venire a trovarmi scemo, Denki non l'ho cacciato..»
«Lui ti ha rapita» scherza lui, e non posso dargli torto.
Dopo cena ci stendiamo sul letto a guardare il soffitto, io lui e Maria, ritrovandoci come vecchi amici.
«Perché non sei venuto prima?» chiedo all'improvviso. Per quanto sembri strano e ipocrita da parte mia, mi ha ferita che non abbia cercato di parlarmi in questo mese, se non qualche telefonata veloce.
«Avevo paura.. ormai sono sicuro di amarlo ma.. Bakugou non vuole saperne di me. Un paio di settimane fa stavo per venire, ma poi ho parlato con lui e mi ha detto che si è fidanzato e.. non ce la facevo a raccontartelo, ma non so mentire per cui ti ho evitata»
Si volta e mi guarda intensamente «scusami, non volevo lasciarti sola».
Scuota la testa «non preoccuparti. Io ho fatto lo stesso, non volevo pararti di Aizawa, dopo tutto quello che ti ho raccontato quel pomeriggio.. mi sento così stupida»
«Non lo sei!» afferma. «Puoi dirmi però perché avete rotto?»
Espiro profondamente e, forse anche per colpa del fumo, gli racconto ogni cosa, compreso quel giorno in mensa. Quando ho finito sento il suo sguardo su di me, ma mi vergogno troppo per voltarmi.
«Mi dispiace Aria..». Detto ciò spegne il mozzicone e si avvicina a me, abbracciandomi. Faccio lo stesso e ricambio la sua stretta.
«E a me dispiace che quell'idiota di Bakugou si sia fidanzato.. e anche di non esserti stata vicina in questa storia. Però promettimi che non ci eviteremo di nuovo.. mi sei mancato»
«Certo»
Senza che riesca a controllarmi nuove lacrime scendono a bagnarmi le guance e spero che Kiri non lo noti, ma è inutile.
«Hei..» sussurra «va tutto bene, non fare così.. ti prometto che supererai anche questa ok?»
«Ma io sono stanca Kiri!» dico tra i singhiozzi, alzando la voce «non me ne va bene una e.. sono così stanca!»
Sento la sua presa farsi più forte e sfogo tutto quello che trattengo ogni giorno, lasciandomi confortare dalle braccia del mio amico che mi circondano affettuosamente.
Lentamente, riesco a calmarmi. «Perché deve essere così difficile.. perché deve fare così male. Mi sento così sola a volte..»
«Non lo so Aria, mi sento così anch'io..»
Restiamo in silenzio ancora un po', finché lui non si scosta da me e si offre di prendere acqua e fazzoletti. Quando torna mi tiro su e Kirishima si siede al mio fianco, porgendomi il bicchiere.
«Sono venuto anche per chiederti una cosa..» inizia titubante, così lo guardo invitandolo a proseguire.
«Sai della festa a Ostiense no? Per la fine dell'estate.. beh ecco noi ci andiamo e vorrei che ci fossi anche tu. Non solo ci manchi moltissimo e pensiamo che ti farebbe bene uscire, ma devo chiedertelo anche come favore»
«Perché?» chiedo confusa.
«Bakugou ha detto che verrà la sua ragazza e.. non so come reagirò. Ho paura di dire stupidaggini, di urlargli che mi piace o altro.. ti prego vieni con noi»
«Perché non parli a Denki di tutto questo? Si comporta come un cretino ma lo sai che è un ottimo amico»
«Non lo so, non ci riesco. Sei l'unica con cui ne ho parlato, l'unica di cui vorrei i consigli»
«È per questo che mi hai fatto drogare?» domando ridendo. Vedo il volto del mio amico illuminarsi di nuovo.
«Certo, volevo farti abbassare la guardia»
«Beh ha funzionato» rispondo, pensando anche a tutto ciò che ho raccontato «va bene ci vengo, credo anche che sia ora si uscire ormai..»
Sorride felice e mi ringrazia con entusiasmo. Scivolo lungo la testata del letto sdraiandomi di nuovo e lui fa lo stesso.
«Dormi con me stanotte?» chiedo senza guardarlo. Non voglio restare sola di nuovo.
«Certo. Sembrerò stupido, ma non voglio stare sul divano da solo.. penserei solo a Bakugou e alla sua ragazza».
Dopo poco ci mettiamo sotto le coperte, in un abbraccio colmo d'affetto ma privo di ogni forma di malizia. Mi è davvero mancato il mio amico e, finalmente, quel costante vuoto interiore inizia a sciogliersi.
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Hola!! Che ne pensate? Temo che questo capitolo risulti leggermente noioso, ma lo ritengo comunque importante.
Non so se avete notato, ma la festa di cui parlo è la stessa nei due capitoli. Che succederà nel prossimo?? 😁 Ho tante sorprese, belle o brutte è ancora da capire ahah
Grazie a tutte per il supporto!! 😄Non lo dirò mai abbastanza LOL
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