~ Last night on Earth ~

Yep anche questo capitolo ha il titolo di una canzone ahah. Forse non si adatta del tutto, ma parla della notta e dell'amore, quindi ho pensato fosse carino ahah

In fondo non troverò mai una canzone che ci prende a pieno u.u

Buona lettura C:   - si ormai è il mio 'saluto' standard 😅-


◊ Aria POV ◊

    Dio quanto mi erano mancate quelle labbra, il suo corpo, il suo profumo.

Baciarlo in quel modo, in piedi, tesa per raggiungere la sua altezza, rischiava di crearmi una dipendenza. Potevo toccare ogni muscolo del suo corpo, il suo viso ruvido, intrecciare una mano nei suoi capelli. Inoltre anche Aizawa era libero di vagare su di me, sui fianchi, i glutei, la schiena. Amavo la sensazione delle sue mani sul mio corpo.

    Le nostre lingue danzavano, le labbra si toccavano a volte piano, altre con urgenza. Sentivo sia  la morbidezza delle sue labbra che la barba corta, ispida. L'avrei baciato per ore. 

Si staccò da me solo per baciarmi il collo, dando piccoli morsi che mi facevano gemere. Brividi partivano dal punto in cui si poggiavano le sue labbra, diffondendosi su tutto il corpo. Mi tolse la maglietta e mi afferrò per le cosce, sollevandomi da terra.

Allacciai le gambe attorno alla sua vita ridendo. Finalmente avevo ritrovato la serenità che mi aveva abbandonato settimane prima, la mattina in cui fuggii dal suo appartamento.

Mi portò in camera e si mise seduto sul letto, continuando a baciarmi il collo, le spalle e poi il seno, togliendomi il reggiseno e lasciandolo cadere a terra. La sua lingua scorreva piano, poi mi baciava, tirando poco la carne, provocandomi un piacere che continuava ad accumularsi sul basso ventre.

Aizawa era già praticamente nudo e sentivo la sua erezione, su cui iniziai a muovermi lentamente, riuscendo a strappargli un gemito.

Sorrisi quando le sue mani salirono verso il mio seno, torturando il capezzolo già turgido. Mi era davvero mancato il suo tocco sicuro, le sue mani grandi. Ovviamente non l'avrei mai ammesso, ma credo che lo capisse dai versi che emettevo, anche se cercavo di mascherarli baciando le sue spalle ed il suo corpo.

Mi fece alzare per sfilarmi i pantaloni, così li calciai lontano, per poi poggiare le ginocchia a terra, guardandolo con malizia. Mi rivolse un altro dei suoi sorrisi perversi e non lo feci attendere oltre.

Calai i boxer, mostrando la sua erezione, e non esitai neanche un istante. Lo baciai lentamente, leccando la punta con movimenti circolari. Iniziò a gemere piano e posò una mano sulla mia nuca, delicatamente.

Continuai ancora, leccando e succhiando interamente la sua asta, finché dopo qualche minuto non sentii la sua erezione tendersi maggiormente.

«Ngh.. Aria.. io..». Lo guardai; non avevo alcuna intenzione di smettere e lo capì dai miei occhi. Lo vidi gettare la testa all'indietro e venne dentro di me.

Intanto fuori il cielo era diventato nero, preannunciando un temporale estivo. Io invece ero del tutto incurante di ciò che accadeva all'esterno, del vento che avrebbe distrutto alberi, nidi, fiori. Dentro di me era di nuovo primavera.

◊ Aizawa POV ◊

Si alzò, leccandosi le labbra. "Provocatrice" pensai, mentre la guardavo ipnotizzato sedersi su di me. La baciai di nuovo, mentre prese il mio membro e si calò piano.

Non riuscii a trattenere gemiti rochi sentendo come il suo corpo avvolgeva il mio. Era così calda e soffice all'interno. Non ne avrei mai avuto abbastanza. Amavo il modo in cui gemeva piano, emettendo solo piccoli versi vicino al mio orecchio, causandomi dei brividi.

Quando iniziò a tendersi, segno dell'imminente orgasmo, spostai una mano dalla sua coscia al suo ventre, raggiungendo con il pollice il suo punto più sensibile e stimolandolo velocemente.

La baciai ancora e ancora, mentre si stringeva a me, afferrandomi le spalle. Poi la sentii rilassarsi e mi sorrise, appoggiando la testa sull'incavo del mio collo e ridacchiando piano, felice.

    Mi alzai tenendo saldamente il suo bacino, senza uscire da lei. Ribaltai le posizioni facendola stendere sul letto e mi mossi di nuovo in lei. La desideravo ancor più della prima volta.

«mm.. shota aspetta un mo-» la interruppi baciandola, e mi allontanai lentamente.

«Bene, ma ti do due minuti» dissi, scendendo verso la sua femminilità ed iniziando a leccarla.

«H-hai detto due minuti.. non sono passati neanche due secondi!» mi disse, tra il sorpreso ed il divertito.

«Non ho detto che sarei stato fermo..» risposi, guardandola maliziosamente.

Dopo poco la sentii spingere piano il bacino verso di me, segno che voleva di più, che era pronta. Mi avvicinai di nuovo a lei e la penetrai lentamente, godendomi ogni centimetro, osservando la sua espressione. "È stupenda" pensai, intrecciando di nuovo le nostre lingue, le nostre mani e i nostri corpi.

----

◊ Aria POV ◊

Non avevo idea di che ora fosse ormai. Eravamo abbracciati nel letto e sembrava essere passata un'eternità da quando stavo per andare via in lacrime da casa sua.

Continuavo a sorridere, godendomi tutti quei baci e le carezze che già la prima notte mi avevano resa così felice. La sua mano sulla mia guancia era calda e rassicurante.

«Secondo te che ore sono?» chiesi, alzando lo sguardo. Aizawa aveva di nuovo la sua faccia assonnata.

Quel suo cambio di espressione era strano quanto adorabile. Era come se ci fosse un lato di lui che mostrava solo a me. "Sicuramente non sono l'unica ad averlo visto" pensai amareggiata, ma in quel momento c'ero solo io - o almeno così credevo - e mi bastava.

«Non ne ho idea..» disse, voltando la testa per guardare fuori, cercando un indizio, ma il cielo era ancora nero e diluviava. «Però so che avrei dovuto lavorare oggi pomeriggio, e che ora sono fottuto».

Risi «la prossima volta non ti disturbo allora».

«Finché sei tu va bene. Sei la mia distrazione preferita»

«E chi sarebbero le altre distrazioni scusa?» chiesi, alzando un sopracciglio

«Intendevo unica, sorry» disse dolcemente. «E guarda che potrei farti la stessa domanda» aggiunse, senza celare il disappunto nella sua voce.

«Non ci sono altri, o altre» precisai sorridendo «la ragazza che hai visto l'altro giorno.. beh dubito che la rivedrò». Sorrisi pensando all'ultima volta.

«E perché?» domandò curioso, continuando a passare le dita tra i miei capelli.

«Beh.. mm..» non sapevo se ammetterlo o meno, mi avrebbe presa in giro di certo. Decisi di essere sincera, ma lo dissi velocemente, imbarazzata.

«Quando stava.. sai.. lì sotto insomma. Ho detto il tuo nome mentre venivo. Mi ha chiesto di te.. poi mi ha insultata ed è andata via..»

Silenzio.

Alzai timidamente lo sguardo, perché non diceva nulla? Vidi poi che gli brillavano gli occhi e cercava di trattenere una risata.

Quando incrociò il mio sguardo iniziò a ridere. Aveva una risata stupenda, grave e melodiosa. Sarebbe stata più bella se non fosse che rideva di me.

«Ma la vuoi piantare? Non è divertente!» dissi, ma ridevo anch'io, vedendo la sua espressione divertita.

----

Mi svegliai serena, rilassata. Non ricordavo neanche quando mi fossi addormentata. Per un secondo temetti di aver sognato tutto, poi aprii gli occhi e vidi che ero nella stanza di Aizawa, nuda, ma lui non c'era.

Guardai fuori dalla finestra ed era buio, ma il cielo era sereno. Era notte ormai, e le luci dei lampioni ne erano la prova. Mi stiracchiai, rotolandomi tra le coperte, e sentii che sotto il cuscino c'era una maglietta. La presi.

Era il pigiama di Shota, una semplice maglia bianca. Aveva il suo odore, come tutto in quella stanza, così la infilai contenta.

Lo trovai seduto sul pavimento, la schiena poggiata al divano e una coda disordinata a raccogliere i capelli. Davanti a lui lo schermo del computer, poggiato sul tavolino assieme a decine di fogli sparsi.

    Mi poggiai allo stipite della porta, osservandolo bere da una tazza arancione. Quando si accorse di me sorrise: «buongiorno. O buonanotte.. non so cosa sia giusto in realtà». Parlava piano, come se non volesse disturbare un addormentato.

In quella casa c'eravamo solo noi in realtà, ma il resto della città dormiva. Si sentivano solo poche macchine in lontananza dalla finestra socchiusa, da cui entrava l'aria pungente e profumata lasciata dalla pioggia. Neanche io volli disturbare quella quiete.

«Che ore sono?» chiesi. Non avevo ancora trovato la borsa ed ero senza telefono.

«Le 2:20» rispose, guardando il pc.

«Cosa?» spalancai gli occhi «e perché lavori? E da quanto?.. Poi non ti fa bene ber caffè di notte»

Rise a tutte quelle domande «lavoro dalle 7, ora in cui ti sei addormentata profondamente, perché sono indietro con i tempi. E il caffè è necessario».

Sospirai avvicinandomi a lui e sedendomi al suo fianco «mi dispiace.. è colpa mia se devi farlo di notte» mi diede un bacio sulla nuca «sono più che felice di lavorare di notte, se il motivo è aver fatto l'amore con te tutto il pomeriggio».

Sentii il cuore iniziare a batter più forte "fare l'amore? Quant'è che non lo sentivo?.. wow..". Sorrisi. Ero davvero felice in quel momento, come non lo ero da anni, forse da tutta la vita. Avrei quasi pianto, ma mi limitai ad abbracciarlo forte, poggiando la mia testa sul suo petto.

Per un attimo sembrò sorpreso, poi ricambiò, stringendomi a sé.

Sembrava tutto così perfetto. Avrei voluto fermare il tempo per sempre, sapendo che quello stronzo avrebbe portato via quella sensazione. Dopo anni non sentivo più quel vuoto dentro che mi corrodeva, a volte talmente doloroso da farmi mancare il respiro.

    «Aria tutto ok?» mi chiese, leggermente preoccupato.

Mi staccai da lui e lo guardai con un gran sorriso «benissimo». Sorrise di rimando, anche lui sembrava sereno.

«Beh direi che posso fare una pausa. Vuoi prendere un po' d'aria?» annuii, così si alzò, porgendomi la mano per aiutarmi.

Uscimmo sul terrazzo e ci poggiammo con le braccia sulla ringhiera, guardando la strada.

«Sai non ti ho svegliato perché eri davvero tenera mentre dormivi, ma sei sicura di poter passare le notte fuori? Per il gatto intendo..»

«Oh no Artù starà bene. Prima di uscire gli riempio sempre la ciotola. Ho pensato che se dovesse succedermi qualcosa mentre sono fuori potrebbe passare un po' di tempo prima che qualcuno se ne accorga. Non volevo morisse di fame» risi, ma lui sembrava turbato.

"In effetti l'idea che se sparissi passerebbero un paio di giorni prima che qualcuno lo notasse non è il massimo". Tuttavia non disse nulla su ciò e gliene fui grata.

«Mi sembra logico. E così l'hai chiamato Artù eh?» disse sorridendo. Arrossii leggermente, era un nome idiota in effetti.

«Si..sai.. è che sembra un principino a volte..» dissi imbarazzata.

Lo sentii ridere piano «è un bel nome. Ce l'hai da molto?»

«Si, da 9 anni ormai, quando l'ho preso era una palla di pelo, poco più grande della mia mano. Adesso occupa metà letto» dissi ridendo. «Lo trovò mia madre, stava per finire sotto delle macchine. Però è sempre stato affezionato a me, così quando sono andata via di casa l'ho portato con me». 

«Tu invece hai mai pensato di prenderne uno?». Aizawa annuì.

«Si, ma non mi piace l'idea di lasciarlo solo tutto il giorno. Se avessi il giardino magari.. o se ne trovassi uno per strada, senza nessuno a prendersi cura di lui.. »

Sorrisi, pensando alla prima volta in cui mi aveva parlato. Forse vedeva anche me come un randagio per strada a cui serviva aiuto.

    Iniziai a sentire freddo, l'aria era fresca mentre io ero scalza ed avevo solo una maglietta indosso. Notai che le braccia erano piene di brividi. D'istinto infossai leggermente la testa tra le spalle.

«Vuoi rientrare?» mi chiese, ma io scossi la testa. «Tra due minuti, mi piace l'aria di notte».

Si avvicinò a me e poggiò il busto sulla mia schiena, abbracciandomi e cingendo le mie braccia con le sue.

«Ok, allora sarò la tua felpa finché non entriamo».

La sua voce risuonava dentro di me grazie al nostro contatto. Il suo calore mi avvolgeva completamente, la forza del suo abbraccio mi rassicurava.

«Dopo ti faccio compagnia mentre lavori, non ho sonno»

«Come vuoi» rispose, baciandomi la nuca, poi l'orecchio e la guancia. Mi voltai e lo baciai dolcemente. Forse era il nostro primo bacio privo della passione che non eravamo riusciti a trattenere.

Mi baciò di nuovo, poi sorrise e tornò a poggiare la testa sulla mia. Io ero serena come non lo ero da anni, del tutto priva di preoccupazioni. Solo una frase continuava ad echeggiare nella mia mente: "credo sia la notte più bella della mia vita.."




∂ Angolo autrice ∂

Lo so questo capitolo doveva uscire ieri, scusate! Anche questo è stato più lungo del previsto però ed ho dovuto descrivere una scena a cui tenevo molto, quindi l'ho riletta molte volte ahah

P.S.: grazie mille dei commenti e dei voti, li apprezzo moltissimo!😁

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top