Al pub

∂ Angolo autrice ∂

Purtroppo non ho trovato un'immagine con anche Midnight, altrimenti sarebbe stata perfetta😫

Comunque in questo capitolo introduco dei nuovi personaggi -tratti da mha-. Se li ho stravolti troppo per nomi, origini o altro ditelo tranquillamente, so benissimo che potrei aver fatto una cagata ahaha

Spero che la storia vi stia piacendo C:

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◊Aizawa POV◊

Passò qualche giorno dal mio ultimo incontro con Aria.

Fu piacevole parlare con lei in tranquillità, come se non ci fosse nulla di sbagliato tra noi. Soprattutto fu divertente stuzzicarla, vederla arrossire per le mie parole. Non so bene cosa mi prende quando sono con lei, né da dove nasca questa voglia di provocarla. Mi sento diverso quando le parlo.

La sua immagine ormai era ben definita nella mia mente. L'avrei contemplata per ore, poggiata su quella ringhiera. Avevo immortalato ogni dettaglio del suo corpo.

Partendo dalle Vans a scacchi bianchi e neri e dalle sue gambe lisce e pallide, passando poi per le cosce e i fianchi formosi, risalendo verso il seno sodo, non troppo abbondante, e finendo sulle sue labbra carnose, da cui uscivano soffici nuvole di fumo. Dio quanto avrei voluto saggiarle, farle mie..

Eppure, non potevo toccarla. Più quei pensieri si insinuavano in me, tanto più mi detestavo, ripetendo come un mantra "sei il suo professore, ha 10 anni in meno di te".

L'estate sembrava aver fermato il suo arrivo fortunatamente. Di giorno la temperatura era nella media, mentre le serate erano ancora fredde e piacevoli.

Mi trovavo in un pub con tre miei amici di infanzia. In realtà erano gli unici che consideravo tali, nonostante non l'avrei ammesso neanche sotto tortura, soprattutto a Mic, la persona più entusiasta che abbia mai conosciuto.

Mic era stato il primo a rivolgermi la parola alle superiori e si era imposto a forza nella mia vita, facendomi conoscere gli altri compagni di classe che ora sedevano accanto a me.

Quel casinista biondo era australiano e si chiamava Michael, ma si è sempre fatto chiamare Mic.

Poi c'era Al. È fissato con l'America e tutti i suoi stereotipi, fa il militare e passa il suo tempo libero ad allenarsi, ripetendo in continuazione "Plus Ultra!", qualunque cosa questo voglia dire.

Un giorno cercò di spiegarmi che per lui significava  spingersi oltre i limiti e idiozie del genere, ma io non sono mai riuscito a capirlo.

Infine c'era Nemuri, anche lei giapponese. Era una donna formosa, ritenuta da tutti molto attraente, ma il suo lato sadico mi metteva i brividi. Tuttavia era piacevole, ignorando quei suoi scatti d'ira, che riuscivamo a contenere non nominando mai la sua età, ormai superiore a 30.

Bevevo tranquillo quando il discorso prese una piega pessima dal mio punto di vista, ma che sembrò divertire tutti gli altri. Parlavano della ragazza di Al, quando Nemuri si rivolse me.

«Allora Shota, sembra che tu ti sia trovato la ragazza..» disse maliziosa. Amava quei discorsi.

Per poco non mi strozzai «come scusa?».

«Beh qualcuno-» disse facendo un cenno verso Mic «mi ha raccontato di quella mattina.. sai che intendo.. a Trastevere».

Lanciai un'occhiataccia verso Mic, che con uno scatto infossò la testa tra le spalle, spaventato ma divertito.

«Sorry Shota!» urlò, come suo solito «sai che non sarei mai riuscito a tenerlo per me!».

Maledetto. Sbuffai, ormai parlarne era inevitabile. Non mi avrebbero lasciato stare finché non avessi raccontato tutto.

Al infatti si mise seduto compostissimo, le mani sulle ginocchia, portando con 3 saltelli il sedere verso la fine della sedia, come per imitare una ragazzina. Sorrideva a 32 denti «racconta racconta. Che è successo?».

Alzai gli occhi al cielo «non è successo nulla. Mic si è fatto strane idee perché mi ha visto una domenica mattina uscire da un palazzo a Trastevere, ma si sbaglia» dissi guardandolo male.

«Non mi sbaglio! Avevi una camicia elegante, e te le vedo solo in 2 occasioni. Uscire la sera o università. Di certo quel palazzo non era la tua amata facoltà ed era mattina!».

Al sembrò illuminarsi «finalmente il serioso Shota si diverte eh! Che rarità-»

«Adesso basta» dissi innervosito «non è così raro che io abbia una ragazza e di certo non è successo nulla con lei!».

A Nemuri brillarono gli occhi «quindi c'è una Lei. E chi sarebbe?».

"Dannazione. Avrei dovuto inventare una scusa".

Sbuffai di nuovo, messo alle strette «Si chiama Aria» poi li guardai di traverso, vedendo i loro volti divertiti «ma davvero non è come pensate. Non c'è stato nulla e mai ci sarà».

Intervenne Mic, che sembrava deluso «e perché?»

«È una mia studentessa» dissi tutto d'un fiato, quasi sussurrandolo.

Loro furono esaltati dalla notizia e molto, troppo divertiti «sembrate dei quindicenni» dissi esasperato «non è affatto divertente».

«Oh si invece!» disse Al « sei sempre così serio e annoiato, mentre poi te la spassi con una ventenne-»

«Non me la spasso!» affermai ad alta voce, poi tornai calmo «l'ho incontrata per caso, stava male, così l'ho aiutata e ho finito per dormire lì, ma non c'è stato nulla. Abbiamo solo dormito».

Smisero di ridere e mi guardarono, seri. Vidi un "oh" stampato sui loro visi. Li guardai dubbioso, che volevano dire quelle espressioni?

Nemuri ruppe il silenzio «Shota si è innamorato» disse piano, portandosi una mano davanti la bocca, falsamente shockata.

«Non mi sono innamorato» sentenziai. Eppure, sentii il mio viso arrossire leggermente e sperai che non lo notassero.

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Fortunatamente decisero di lasciarmi stare, così dopo un paio d'ore ci salutammo e io tornai a casa a piedi con Mic, che abitava nella mia stessa direzione. Sfortunatamente saremmo dovuti passare a Trastevere.

«Possiamo fare un'altra strada?» chiesi a Mic.

«Why? Dobbiamo prendere il tram, non c'è un'altra strada»

«Aria abita da quella parte»

«Lo so, e quindi?»

«E quindi-» dissi, iniziandomi ad innervosire. Non può dire solo si?

«Sono già due volte che la incontro davanti casa sua. Non voglio che mi prenda per uno stalker»

Mic sembrò divertito come al solito «magari non le dispiace vederti. Ti ha fatto dormire da lei no?»

«Si ma.. io non posso Mic» dissi guardandolo negli occhi, sperando cogliesse il mio turbamento.

«Listen man, io non cambio strada, probabilmente non ti vedrà neanche. Poi non dovresti prendere tutto così sul serio. Ok, sei un professore, e allora? Hai 32 anni, sei giovane. Dovresti vivere la vita!»

«Magari fosse così facile.. Poi non le interesso, di sicuro pensa solo che sono un pervertito.. in più si arrabbia quasi ogni volta che parliamo. L'ultima volta sembrava furiosa».

«Allora le piaci» disse Mic con sicurezza. Ma è scemo?

Proseguì «se ti credesse un maniaco non ti avrebbe fatto dormire da lei, e ti ignorerebbe. Quando le donne se la prendono con te vuol dire che gli piaci. Hai avuto abbastanza ragazze da doverlo sapere»

«È una stupidaggine. Poi le è diversa.. si arrabbia spesso. L'ho anche vista dare un pugno a un tizio..»

Mic rise moltissimo. Almeno lui si sta divertendo..

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Passammo davanti al suo palazzo, prendemmo il tram e non la incontrai. Tirai un sospiro di sollievo, ma una parte di me avrebbe voluto vederla. Tuttavia ero consapevole che il terzo incontro casuale sarebbe stato difficile da spiegare.

Scesi dal tram continuammo a camminare, finché non vidi una figura familiare poggiata su un palazzo.

Mi saltò un battito: Aria era lì. Indossava calze leggere, scarpe nere con la piattaforma, dei shorts strappati a vita alta e una maglietta dalla scollatura a cuore pronunciata. Una linea di eye-liner esaltava i suoi occhi, mentre i capelli, di solito lisci, avevano varie onde che si adagiavano sulle sue spalle.

Era indubbiamente nervosa. Continuava a muovere la gamba poggiata al muro e si mordeva il labbro, fissando il telefono.

Che fa da sola, di notte, vestita così? Ma non sa che è pieno di maniaci?

Un'altra voce precisò: come te intendi, ma la ignorai.

Non ero sicuro se parlarle o meno, poi lei si girò verso di noi e la salutai.

Rispose con distacco «ciao».

Ci guardammo qualche secondo. Temevo di dire la cosa sbagliata.

Mi ero quasi dimenticato della presenza di Mic, quando lui si presentò con la sua solita energia, tendendole la mano.

«Piacere! Io sono Mic. Shota evidentemente non è bravo con le presentazioni».

Lei accennò un sorriso e gli strinse la mano.

«Piacere, io sono Aria»

Mic fece un'espressione sorpresa, esagerata come al solito «Oh!» urlò quasi «"quella" Aria!».

Lo fulminai con lo sguardo. Perché non riesce a tenere la bocca chiusa?!

Guardandomi capì della figura del cazzo che mi aveva appena fatto fare.

«Sorry Shota» disse quasi sincero e con un tono normale. Poi tornò a parlare come suo solito.

«I've gotta go!! È stato un piacere Aria! Bye bye!!» disse salutando con la mano e andando via, senza darci tempo di rispondere.

Mi mette nei casini e poi scappa. Scemo pensai sorridendo.

«Ciao!» disse Aria, cercando di essere educata. Poi mi guardò con uno strano sorriso.

«E così parli delle tue conquiste con gli amici?»

Sorrisi. Non le conviene fare questo gioco con me, ho già vinto.

«Quindi ti ho conquistata?».

Non l'avevo mai vista così in imbarazzo «no beh.. È lei che lo pensa!» disse ad alta voce.

Poi aggiunse, tornando calma «e.. si sbaglia».

Mi limitai a ridere, per poi tornare serio.

«Posso chiederti che fai qui? Sembri nervosa». Nervosa era un eufemismo in realtà.

«Ho lasciato le chiavi a casa. Ho chiamato un mio amico, avrei dovuto passare la notte da lui visto che ormai è tardi».

«Ha un duplicato delle chiavi a casa, così sarei potuta tornare  domani mattina. Ci saremmo dovuti vedere 20 minuti fa, invece quel deficiente non risponde al telefono».

Sentii una stretta allo stomaco quando disse che voleva dormire da un amico, ma finsi indifferenza.

«Allora le faccio compagnia, se non le dispiace»

«Grazie. Comunque può darmi del 'tu', ormai è inutile essere formali temo»

«Bene, allora puoi chiamarmi Shota»

«Shota..» ripetè dolcemente, quasi sottovoce «mi piace!» disse con entusiasmo. Le sorrisi di rimando.



∂ Angolo autrice ∂

Ci terrei a ringraziare chi vota sempre le mie storie, mi fa davvero piacere!😁

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