Again
Holaaa!
Volevo chiedervi che ne pensate della storia, se ci sono cose che potrei migliorare - e di sicuro ci sono ahah- o altri commenti/suggerimenti. Accetto tutto davvero :3
Vi adoro, grazie del supporto!
P.S.: so che metto quasi solo canzoni in inglese, se vi interessa/preferite la traduzione dovete solo chiedere ^^
∂ ∂
I'm standing in front of you
I'm trying to be so cool
I do not know why I would go
In front of you and hide my soul
'Cause you're the only one who knows it
And I will hide behind my pride
Don't know why I think I can lie
'Cause there's a screen on my chest
◊ Aria POV ◊
Le labbra di Aizawa sono ancora premute sulle mie in un bacio che sembra voler durare in eterno, mentre le sue mani percorrono i miei fianchi possessive tanto quanto le mie, che afferrano le sue spalle, nel tentativo di avvicinarmi a lui maggiormente.
Di colpo, come se mi svegliassi da uno stato di ipnosi, lo spingo piano, cercando di allontanarlo anche se sono consapevole di non esserne in grado.
«Stasera.. eri con la tua ragazza?..» chiedo con voce tremante, spaventata dalla risposta.
Lui mi guarda incredulo, come se solo ora realizzasse cosa ho pensato quando l'ho vista attaccata al suo braccio.
«Emi.. la mia ragazza?» chiede inarcando un sopracciglio. Non capisco se mi sta prendendo di nuovo per il culo.
«Si perché, che c'è di strano?»
Lui sorride, anche se non vedo cosa ci sia di divertente «no, non lo è mai stata. Mi stava attaccata perché ho perso una specie di scommessa..»
Crede che sia stupida? Poteva inventare di meglio.
«E quella del bar?»
Ci pensa un attimo, come se non capisse di chi parlo «oh.. è solo una collega» risponde glaciale.
Non mi dà tempo di formulare un'altra domanda che si getta di nuovo sulla mia bocca, come se fosse l'unica fonte di ossigeno. Inizia poi a baciarmi il collo, risalendo lentamente e leccando il lobo sensibile, causando brividi con il suo respiro caldo.
Premo di nuovo sul suo petto, senza successo, così senza attendere che si allontani continuo le mie domande, anche se la mia voce è spezzata da gemiti dovuti alle sue labbra e alle mani che avvolgono la mia schiena.
«La ragazza nel bagno-aah.. ci sei stato?»
Forse capisce che ho bisogno di risposte, perciò si allontana dal mio collo, espirando profondamente per la frustrazione. Poggia la fronte al muro e mi ritrovo all'altezza del suo petto, immobile.
«No, non l'avrei mai fatto»
«Aria, tutto quello che hai detto, su di noi.. pensi davvero che non possiamo.. stare insieme?»
Le ultime parole sono poco più di un sussurro. Tutto ciò che respiro è il suo odore, tutto ciò che sento è il suo cuore che batte. Vorrei dirgli di no, che sono solo sua, ma quelle cose le penso ancora. Non posso legarlo a me, privandolo di ogni cosa.
«Si..» sento gli occhi bruciare, ma li ignoro mentre continuo a parlare.
«Io.. cucino cose che solo io riesco a mangiare, non so stirare, quando faccio la spesa compro il necessario per sopravvivere. Non voglio figli né li vorrò mai, non mi voglio sposare, non voglio un mutuo, una casa con giardino, pranzi domenicali..»
Sento lo sguardo confuso di Aizawa su di me, tuttavia proseguo, nonostante le lacrime ormai scendano incontrollate.
«Tu dovresti avere una donna come quella del bar: alta, elegante, radiosa. Non una che si sveglia di notte piangendo, che ha il muro dello stanzino ricoperto di testi di canzoni. Sto frequentando l'università alla cieca, senza sapere se faccio le scelte giuste, senza sapere se sarò mai qualcosa in più che una barista e-»
«Hai mai pensato che non me ne importa assolutamente nulla?» la voce dolce di Aizawa interrompe i miei dubbi e la sua mano sulla mia guancia frena le lacrime, mentre sollevo lo sguardo per cercare le sue iridi.
«Ti sembro uno che cerca qualcuna che sistemi la casa e cresca i miei figli? Stiro da solo da quando andavo al liceo, so cucinare anche se sono troppo pigro per farlo e legarmi a qualcuno con un contratto è l'ultimo dei miei desideri, così come non ho mai voluto figli»
Mi fissa intensamente e non posso fare a meno di sollevare poco le braccia per afferrare la sua camicia all'altezza del ventre, per sentirlo più vicino a me, mentre la sua voce profonda continua ad attrarmi.
«E odio che tu ti sminuisca così, che non abbia fiducia in te stessa, che tu mi metta su un piedistallo dicendo che debba avere una donna perfetta, quando quella donna non sei tu. Sono io ad essere troppo egoista per lasciarti andare, per vederti felice con qualcuno meno contorto di me..»
«Non voglio nessun altro» affermo decisa «..ma-»
«Basta "ma" Aria. Voglio stare con te, l'ho deciso dalla prima volta che ti ho vista. Possiamo smettere di discutere? Non cambierò idea e non mi interessa avere una famiglia se tu non ne fai parte»
Assorbo quelle parole come fossero acqua di mare e io sabbia. Le imprimo nella mia mente, sapendo che da Aizawa non avrò altre dichiarazioni, non che mi interessi.
Nessuno dei due sa dire ciò che pensa, né riesce a mostrare le proprie emozioni come una persona equilibrata. Io urlo se sono triste, lui si allontana se è arrabbiato. Chissà quanti altri difetti abbiamo, quante volte non ci capiremo, se davvero ha avuto senso preoccuparci per il futuro o se tra qualche mese sarà tutto finito.
Metto a tacere ogni dubbio sollevandomi sulle punte, mentre i miei occhi corrono tra la sua bocca e le sue iridi. Aizawa azzera ogni distanza facendo combaciare nuovamente le nostre labbra.
Sento un calore familiare diffondersi dallo stomaco in tutto il corpo mentre le nostre lingue si intrecciano, i nostri sapori si scambiano e le mie mani corrono ai bottoni della sua camicia, aprendoli velocemente.
Aizawa spinge il suo corpo contro di me, rendendo evidente l'eccitazione ancora sigillata nei jeans, divenuti troppo stretti. Inizia a sfilare la mia canottiera aderente dalla tuta, ma improvvisamente si blocca e fa un piccolo passo indietro, poggiando le braccia al muro e distanziandosi da me.
Mi lascia lì, con la maglietta sollevata, le labbra e le gote arrossate, il respiro accelerato e gli occhi colmi di desiderio.
Chiude le palpebre, raccogliendo profondamente l'aria, poi le riapre fissando la parete «non posso»
«Perché?» chiedo piano, mentre continuo ad aprire la sua camicia, lasciandogli baci lenti sul petto e le clavicole. Sento che sta per cedere di nuovo, poi velocemente mi afferra i polsi, impedendomi di proseguire e bloccandoli contro il muro. Lo guardo, con il cuore minaccia di scoppiare, in attesa di una spiegazione.
«La prima volta ho rovinato tutto, pensando solo a quanto ti desiderassi. Stavolta ti farò capire quanto conti per me prima di.. beh prima di questo»
Capisco dai suoi occhi velati dall'eccitazione quanto sia difficile per lui.
«Stavolta farò il bravo» dice sorridendo. Cazzo quanto mi è mancato quel sorriso appena accennato.
«Ma io l'ho capito» replico, sincera. Mi fido di lui, delle sue parole; non ho intenzione di aspettare altro tempo.
«Due mesi sono tanti anche per me sai?» insisto. Inoltre, questa posizione ha uno strano effetto su di me.
«Aria ti prego..» dice piano, con la voce roca «non sai quanto è difficile. Se dici un'altra parola non so se saprò fermarmi»
Cerco per quanto possibile di avvicinarmi a lui, con scarsi risultati. «Shota..» lo chiamo.
«Fanculo» lo sento imprecare, un istante prima di spingersi nuovamente sul mio corpo, baciandomi ancora con passione, introducendo la lingua nella mia bocca senza trovare alcuna resistenza.
🔞
Allenta la presa sui miei polsi facendo scivolare le mani lungo le mie braccia, accarezzando con decisione le clavicole e soffermandosi con una mano sul seno, mentre l'altra prosegue lungo la mia schiena.
Gemo per quelle carezze e, appena le mie mani tornano libere, finisco di aprirgli la camicia, scoprendo gli addominali definiti che accarezzo senza esitazione.
Lo sento sorridere per i miei versi di eccitazione, mentre le nostre labbra si staccano per poi riunirsi dopo un istante. Come per vendetta gli mordo leggermente il labbro inferiore e subito dopo lecco quello superiore.
Lo sento gemere e si affretta a togliermi la canottiera, lanciandola con noncuranza sul pavimento. Si avventa sui miei seni, scostando la stoffa morbida e tirandoli piano con i denti, facendomi istintivamente mordere il labbro per non gemere al suo tocco.
Continua a baciarli e leccarli mentre le mani si insinuano nei pantaloni morbidi, raggiungendo facilmente il fondoschiena, su cui si sofferma, facendo pressione e scontrando così i nostri bacini.
Anche se con difficoltà riesco a raggiungere i suoi jeans e li sbottono, imprecando per la chiusura troppo stretta e facendo ridere piano Aizawa, che per aiutarmi raddrizza la schiena, prestando attenzione al mio collo esposto e lasciando piccoli segni rossastri.
Finalmente riesco a calare quella trappola infernale che gli ricopre i boxer. Con un ultimo calcio Aizawa spinge via i pantaloni, mentre piano scopro il suo membro ed inizio a massaggiarlo, incitata dai versi rochi che risuonano direttamente nel mio orecchio.
Mi allungo per baciargli il collo le spalle e il petto, assaporando quel gusto muschiato che mi ha fatto perdere la testa.
Aizawa si rilassa sotto le mie carezze, continuando a gemere e far scorrere le mani sul mio corpo.
Sto per scendere lentamente verso i suoi addominali tanto desiderati, consapevoli entrambi che la mia discesa non si bloccherà lì, quando la sua voce mi stoppa.
«Aria ferma.. non ora. Devo farmi perdonare giusto?» sorride malizioso, facendomi arrossire.
Mi aspetto che mi conduca in camera tra i baci, o che mi sollevi senza difficoltà per dirigersi sul letto, invece i suoi piedi restano fermi, mentre le mani si introducono nuovamente nei pantaloni.
Con un unico gesto li fa scendere agevolmente, mentre le sue labbra lasciano una scia di baci che passa per il mio ombelico, dove introduce maliziosamente la lingua.
È in ginocchio davanti a me e, capendo dove voglia arrivare, arrossisco ancora di più.
«S-shota-mm» gemo per le sue dita che iniziano a sfiorarmi l'intimo, ignorando i miei richiami.
«Non sarebbe m-meglio.. andare sul letto?»
Mi rivolge un ghigno sfrontato, carico di perversione.
«Qui va benissimo. E non chiamarmi così, altrimenti mi è difficile non prenderti su questo muro»
Distolgo lo sguardo, imbarazzata oltre ogni limite, cercando una maggiore stabilità che pare impossibile, visto che d'improvviso le mie gambe sono divenute gelatina.
Lasciandomi piccoli baci sulla pancia percorre con le mani i miei fianchi, portando via anche il sottile strato di stoffa.
Le sue dita divaricano leggermente le grandi labbra, permettendogli di avvicinare la lingua per farla scorrere con decisione sul mio clitoride.
Mi scappa un verso acuto a quel contatto e, abbassando lo sguardo, noto gli occhi pieni di passione con cui mi osserva, mentre il suo dito scorre lentamente tra le pareti interne, già indecentemente bagnate.
Aizawa mi invita gentilmente ad aprire di più le gambe, facendo pressione sull'interno coscia ed io rispondo ai suoi comandi, come una bambola di cera.
Mi tengo alle sue spalle per paura di cadere, sentendo la lingua ruvida percorrere velocemente il mio sesso, mentre due dita si fanno strada in me con poca delicatezza.
Rapidamente la sua lingua si sostituisce alle dita, portandomi ad inarcare la schiena per quella sensazione rara.
Il suo muscolo caldo e ruvido, dolce e forte al tempo stesso entra in me con decisione, mentre le sue dita premono sul clitoride.
Spalanco gli occhi, incapace di formulare pensieri sensati, mentre l'unica cosa che esce dalla mia bocca sono gemiti soffocati e un'unica parola: Shota.
Mi mordo le labbra, avendo vergogna dei miei versi incontrollati. A volte esce da me, solo per succhiare e mordere il mio clitoride, portandomi sempre più vicina ad esplodere.
Proprio quando sento i miei muscoli contrarsi prossimi all'orgasmo, Aizawa rallenta i movimenti, fino a fermarsi. Stringo le sue spalle emettendo un verso di disappunto, ma l'unico effetto è l'allargarsi del sorriso del corvino.
Mi bacia e inevitabilmente sento nella sua bocca il mio stesso sapore. Mentre le sue mani tornano sulle mie curve non riesco più ad attendere, così mi tengo salda al suo collo e mi do una spinta, allacciano le gambe attorno a lui.
Sento i nostri sessi a contatto divisi solo dai suoi boxer e capisco quanto anche lui sia eccitato ed impaziente.
Pochi passi e mi adagia piano sul letto, seguendomi e senza staccarsi dal mio collo, ricoperto di segni che difficilmente potrò giustificare.
Finisce di togliersi la camicia e i boxer, il tutto molto, troppo lentamente, senza staccare i suoi occhi da me. Io d'altronde fisso ogni suo movimento, ogni muscolo che viene scoperto, fino a soffermarmi sul membro teso.
Aizawa si avvicina con il solito ghigno, che se possibile aumenta la sensazione di calore che provo in tutto il corpo.
I suoi capelli ricadono su di me mentre mi bacia il petto, risalendo sul collo e, quando è a pochi centimetri dalle mie labbra, si spinge dentro di me senza preavviso.
Inarco la schiena e mi spingo sulle sue labbra, muovendo il bacino per assecondare il suo ingresso.
Non posso crederci che dopo tutto quel tempo siamo di nuovo uniti, che l'unica a causargli gemiti rochi sono io, che l'unico a causarmi brividi con morsi e baci passionali è lui.
Sorrido a quel pensiero, mentre le spinte si fanno più decise, più forti e veloci.
Stringo le braccia attorno a lui, tentando di seguire i suoi movimenti, ormai troppo frenetici per essere assecondati.
Mi abbandono alla sensazione del suo membro che sfrega le mie pareti strette, al calore del suo respiro, alla vista dei suoi muscoli.
Accarezzo le spalle e poi i bicipiti, lasciando infine cadere le braccia sul cuscino, cercando la sua bocca che si fa raggiungere facilmente.
Le nostre lingue stanno danzando quando le sue braccia passano sulle mie, bloccandomi i polsi.
«Aria..» geme sulle mie labbra, continuando a torturarle di baci.
Sento nuovamente il mio piacere esplodere, ma stavolta Aizawa non si ferma, anzi si spinge in me ancora di più.
Lo chiamo, trasportata da quel vortice di piacere e Aizawa ringhia il mio nome, mentre il suo membro di riversa in me, rilasciando liquido caldo.
🔞
Restiamo immobili, uniti, vicini come dobbiamo essere. Poggia la sua fronte sulla mia, lasciando la mia mano per carezzarmi la guancia dolcemente.
Sorrido, leggera come mai prima d'ora, sicura del nostro legame, dei suoi sentimenti. I suoi occhi neri ora mi trasmettono calma, così come il suo respiro, che lentamente torna regolare, e il suo battito che risuona in me.
Mi bacia delicatamente, solo con affetto, mentre la passione ci ha già consumato. Lo abbraccio un'altra volta, felice, poi sono costretta ad allontanarlo piano.
«Shota» rido «sto soffocando». Il suo peso mi schiaccia i polmoni, impedendomi di respirare adeguatamente.
Ride piano mentre esce da me cautamente, stendendosi di lato e trascinandomi con sé, tenendomi stretta al suo fianco.
Mi carezza i capelli e sento gli occhi farsi pesanti, mentre il sonno inizia a trionfare.
«Mmm» mugolo «così mi addormento..». Lo avviso, consapevole che farlo solo una volta non ci è mai bastato.
«Dormi kitty, continuiamo domani» mi bacia la fronte e copre entrambi con il piumino soffice.
Rido per quel soprannome inaspettato. Ci penserò domani a chiedere il motivo, ma già so che mi farà arrossire con una delle sue frasi sfacciate.
Non ci vuole molto affinché il suo respiro profondo e il suo calore mi cullino, facendomi sprofondare in un sonno sereno e privo di preoccupazioni.
∂ ∂
Eccoci alla fine di questo capitolo -spero- tanto atteso ahah
Ho paura di risultare ripetitiva a volte, soprattutto con le scene erotiche, ma vi giuro che è difficile, visto che neanche ricordo bene cosa ho scritto mesi fa ahaha
Vi invito di nuovo a dirmi che ne pensate. Grazie di avermi sopportata finora! \^3^/
P.S.: mi scuso se nei prossimi giorni riceverete notifiche di aggiornamento, ma rileggendo i vecchi capitoli ho visto mille cose da sistemare, quindi li revisionerò tutti😅
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