Papà mi odia
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Cap.18
'papà mi odia'
Avevo affermato con presunzione di essere assolutamente capace nel badare a Virginia.. beh falso, solo non volevo dare ragione a Maddy.
«Harry! - la stretta che mamma fece sul mio collo nonostante dovesse stare sulle punte avrebbe potuto uccidermi - Allora? Dov'è l'ospite misterioso?» muoveva la testa curiosa a destra e sinistra.
«Mamma» richiamai la sua attenzione verso la mia mano.
«Oddio! E tu chi sei piccolina?»
«Virginia..» rispose stringendosi alla mia gamba.
«Ciao Virginia, io sono Anne.. - sorrise - Entrate»
Un uomo appostato all'angolo di casa con un flash mi accecò. Se mi aveva seguito fin qui, sicuramente aveva anche immortalato Madison, magari davanti casa mia, magari con la bambina. Gli lanciai una brutta occhiata, ma lui rise, consapevole di star facendo solo il suo lavoro.
Mia madre non smetteva di muovere gli occhi tra me e la piccola, seduta troppo timidamente sulla poltrona. Atteggiamento tipico di sua madre, ammutolirsi quando non era a suo agio.
Quella creatura riusciva ad unire al massimo me e Maddy, in tutto e per tutto.
Aspettai che anche Gemma e Robin fossero presenti e decisi di condividere con loro quel macigno che mi stava schiacciando.
«Giuro che non so come dirvelo. Sto cercando ancora di capirci qualcosa ma i fatti parlano. - mi assicurai che la piccola fosse distratta dalla tv - La ragazza con cui mi avete visto sui giornali è Madison, Madison Evans»
Gemma sbarrò gli occhi «Evans? Quell'Evans? Adolescente esile, timida, insicura, all'ombra di quello stronzo del fratello?»
Di sicuro non era più 'esile, piccola, insicura' e non era decisamente sotto l'ombra del fratello.. visto che aveva portato avanti tutta questa storia senza mai condividerla nemmeno con lui.
«Della tua descrizione credimi, non è rimasto nulla.. ma sì, è lei. Comunque dicevo, è Madison ed è la mamma di Virginia. Io.. io ecco, ho scoperto che-»
«Virginia è tua vero?»
Signore e signori, mia madre e il suo tatto! Annuii.
«Uguali» affermò.
Raccontai della notte di quattro anni fa, delle parole di Maddy, spiegai come io avevo vissuto la cosa, del numero perso in lavatrice, del destino.
«Harry tesoro, non fartene una colpa. Eravate ragazzini.. e tu non potevi sapere. Madison ha fatto un gran lavoro con lei.. devi riconoscerglielo, chissà che vita ragazza mia. Me la ricordo sai? La piccola degli Evans» sorrise.
Anche loro adesso sapevano tutto, ed erano sconvolti da quello che aveva potuto passato Madison. Piansero guardando Virginia con occhi diversi stavolta.
«Io voglio vedervi tutti e tre insieme»
«Mamma.. non succederà»
Tornammo tutti con lo sguardo su Virginia, e quando mia madre le porse un pezzo di cioccolato, lei mormorò un impercettibile ma educato 'grazie', con le guance rosse di imbarazzo e le labbra sporche del primo morso.. esilarante. Scoppiammo tutti in una grossa risata.
«Ridete uguali!» esclamò guardandoci sorridere.
«Siamo mamma e figlio, per questo ci somigliamo» spiegò mia madre.
Lei ci pensò un po' sù. «Io però non somiglio alla mia mamma»
Già, a parte alcuni dettagli, non aveva nulla di Maddy. Era me, totalmente me in versione femminile.
«Vuol dire che somigli al tuo papà» sorrisi per non farla sentire in difficoltà.
Si strinse nelle spalle, non dandomi risposta.
«Cosa sai del tuo papà?»
Fece spallucce nuovamente.
«Mamma non ti ha mai raccontato niente?»
Aveva detto di amarmi, quattro anni fa. Doveva averle parlato di me, in qualche modo.
«Harry.. - mia madre mi riportò alla realtà - Non farle queste domande»
Ma io volevo sapere, volevo capire quanto sarei stato importante da adesso per lei, quanto Madison avesse dovuto sopportare senza di me.
«Io non ho un papà» ammise Virginia normalmente.
Il mio cuore s'infranse in una miriade di piccole parti.
'Sono qui, sono io amore' avrei voluto dirle. La presi tra le braccia e la strinsi, forte, finchè non sentii nuovamente gli occhi pizzicare.
«Hai fame? Prendo la pizza?» sviai.
Lei annuì. Così ingenua.. come me.. e se ero lì adesso era proprio per quello.
Coglione! Come ho fatto a non riconoscere la ragazza che quattro anni prima mi aveva segnato così tanto? Mi diedi un colpetto sulla fronte, ma quel piccolo dolore era nulla in confronto a ciò che stava provando lei, sicuramente in lacrime mentre tornava negli abissi del suo passato a Cambridge. Abisso di cui io ero forse il punto più profondo.
E io non volevo che piangesse. Solo una volta avevo visto una lacrima uscire dai suoi occhi.. sempre per colpa mia, la prima volta che mi univo a lei.
#Madison
Mia madre nel suo serio tailleur, mio padre col doppiopetto da grandi questioni d'affari, io e Kevin nei nostri soliti jeans, ma non meno adulti.
«Signorina Evans, ricapitolando i fatti.. era ancora minorenne quando in seguito alla sua gravidanza non gradita alla sua famiglia, lei è stata affidata al signor Kevin Evans, ai tempi già maggiorenne. Siamo qui perchè, i suoi genitori, vorrebbero riprendere i rapporti con lei, e con la sua bambina, recuperando ovviamente anche i loro doveri. Se lei è d'accordo»
Pensai un paio di minuti.
**
«Che vuol dire che non vuoi dirci chi è il padre? Madison ti rendi conto?»
«Papà ascolta.. posso fare da sola»
«Andiamo in ospedale e risolviamo questa questione. Siamo in tempo. Nessuno lo saprà e saremo tutti al sicuro»
«Mamma ma al sicuro da cosa? Non sono una criminale!»
Non voglio credere a quello che stanno dicendo.
«Preferirei una figlia ricercata che incinta a quindici anni! Di chi poi? Di qualche ragazzetto in vacanza! Cosa diremo alla gente eh? Madison cosa diremo?»
Guardo Kevin, non può lasciarmi lui, non mi abbandona. Vero?
«Credo che stiate esagerando» afferma lui.
«Kevin non ti intromettere o ce ne saranno anche per te capito?» minaccia mio padre.
«Sono maggiorenne non potete farmi nulla» afferma fiero mettendomi un braccio intorno al collo.
Mi vuole dare forza lo so ma sento le lacrime arrivare.
«Ma lei è minorenne. Quindi andiamo in ospedale a cancellare questa cosa. O può andarsene da questa casa»
E' troppo. «Me ne vado»
«Io con lei. Non la meritate» Kevin mi trascina su per le stanze, prendiamo i primi due borsoni con il necessario.
«Se uscite da questa casa non vi entrerete mai più. Tutti vi considereranno fuggitivi, incoscienti, immaturi, pazzi. Ogni porta vi sarà chiusa. Non sarete mai capaci di crescere un bambino. Siete la nostra vergogna.. e tu - il dito puntato verso me - Sei una delusione»
E il tonfo del cancello principale di Villa Evans rimbombò per il quartiere.
**
Mi voltai verso mio fratello, e nei suoi occhi trovai un amore incondizionato.
«Non voglio avere a che fare con loro, ne con i loro soldi. Non sono stata la figlia di cui tutti parlavano bene è vero, ma riscelgo la mia bambina»
L'occhiata di mia madre non mi toccò. Solo ora da mamma mi rendevo ancora più conto dell'enorme assurdità che avevano fatto sbattendomi fuori a 15 anni, incinta.
Dovevo dire grazie a Kevin.
«Sei stata grande Maddy!» mio fratello mi strinse pronto a raccogliere le lacrime che iniziarono a scorrere come cascate.
«Non sono grande per niente... con i loro soldi avrei potuto iscrivere Virginia a lezioni di danza, avrei potuto comprarle quella bici che guarda esposta da mesi, avrei potuto darle tutto quello che vuole!»
«Virginia ha già tutto quello che le serve Madison. Adesso ha anche un papà! E che papà! C'avevi visto bene! - rise - Le cose si sistemeranno, lei starà bene, come sempre!»
Adesso aveva un papà. Che mi odiava, ma che amava lei.
Sapevo quanta poca voglia avesse Harry di sentirmi, ma avevo bisogno adesso come non mai di sentire la mia bambina. E l'unico mezzo purtroppo era lui.
In casa nessuna risposta. Pensai di cercarli in tutti gli ospedali in città.
Poi pensai che bastava sforzarsi e comporre il numero del suo cellulare.
«Pronto?»
«Dio mio! Dove siete?»
«A casa mia» freddo.
«Ma ho chiamato lì tre volte e non rispondevi e mi sono preoc-»
«A Holmes Chapel.. casa mia, da mia madre»
Virginia era a Holmes Chapel, con Anne, Robin, magari con Gemma. Bene.
«Perchè?»
«Se fa pipì, cacca.. cose così, è necessaria una donna»
Sorrisi pensando ad un Harry imbarazzato per "cose così".
«Puoi passarmela?»
Non rispose ma lo sentii chiamare la piccola e poi rimproverare Anne per il troppo cibo che le aveva messo nel piatto. Assurdo detto proprio da lui che appena voltavo le spalle le dava tutto quello che chiedeva.
«Mamma!»
«Amore mio! Come stai?»
«Bene! Anne mi ha preparato tantissime cose da mangiare!»
Era felice, si sentiva dalla voce. Stava vivendo quello che per anni le avevo negato.. dei nonni, una zia.. un papà.
«L'hai ringraziata vero? E fai la brava!»
«Sì ho detto sempre 'Grazie Anne'! Ora vado a mangiare.. tu parla con Harry!» e si allontanò.
Dopo di lei però dall'altra parte fu netta l'interruzione di chiamata.
#Harry
«In che rapporti sei adesso con Madison?» chiese mamma.
«Siamo in rapporti... legali. Seguiamo le indicazioni che ci hanno dato. Lo faccio per Virginia eh, perchè paradossalmente l'ho amata appena ho incontrato il suo faccino.. - sorrisi ricordando - ..lei è l'ultima persona che deve soffrire per questa situazione. E poi è mia figlia, ci mancherebbe altro! Dio, se penso a come sono andate le cose con Maddy.. all'inizio ci divertivamo solamente.. e parecchio.., sai come sono fatto, no? - mia madre annuì - Poi mi sono reso conto che lei mi fa sentire a mio agio, libero di fare lo stupido, come se fossi il ragazzino di una volta, quello di quattro anni fa! Però.. non posso credere che abbia organizzato un piano così crudele contro di me»
Wow bravo Harry, un pensiero logico e messo in chiaro.
«Ci tieni ancora a Maddy.. forse anche più di prima. E non negarlo Harry, si vede da come ne parli. La delusione è forte, lo so, ma io non riesco ad avercela con lei. Pensa alle cose belle che avete condiviso.. pensala nei vostri momenti.. so che sei capace di riconoscere la sua sincerità»
Mi mancava, quella stronza, mi mancava.
«Harry.. Virginia si è addormentata sul divano. La porti tu di sopra?»
La presi in braccio e la portai in camera mia. Avevo paura di farla dormire da sola, quindi mia madre mi cedette la sua stanza per avere un letto più grande e non schiacciarla. Avremmo attrezzato casa.
Sul materasso, la piccola prese una posizione curiosa: solo mia figlia poteva trovare comodo dormire a pancia in giù, con un braccio compresso sotto il cuscino e l'altro buttato così a caso!
Mi risvegliai con la sua manina poggiata sul mio petto, in cerca di contatto.
'Oh piccola mia.. come abbiamo fatto tutti questi anni?'
L'accarezzai, teneramente. Era così affettuoso quel cupcake di boccoli.
«Harry..»
Avrei voluto sentir chiamare 'papà'.. ma sarebbe arrivato anche quel momento. Un passo alla volta.
«Buongiorno principessa.. - la baciai - Hai dormito bene?»
«Sì.. quando viene mamma?» stropicciandosi gli occhi. Quelle labbra così rosa.
«Presto»
La portai di sotto, dove fece colazione e mia madre l'aiutò a lavarsi e vestirsi. Io non ne sarei stato capace. Maddy in questo aveva ragione.
#Madison
«Si dovrebbe andare a prendere Virginia a casa sua»
Kevin si voltò ridacchiando «'Si dovrebbe'? Si deve andare a prendere Virginia!»
Ormai ero incerta anche nel parlare di questa storia. Era terreno minato ovunque, persino nelle parole.
«Ad Holmes Chapel no? Fammi fare una doccia, nel caso ci sia Gemma!»
Annuii sorridendo, ma dentro stavo morendo.
Ormai avevo perso tutto, avevo perso Harry, e quando Virginia avrebbe capito avrei perso anche lei.
Più ci avvicinavamo a quella casa, più i pensieri si accavallano, annodandosi, e presi atto del fatto che non ne sarei mai più uscita. Ormai non ero più padrona delle mie azioni, quello che avevo fatto mi si era ritorto contro, e sarebbe andato solo peggiorando. Vedevo nero ovunque.
«Non scendi?» chiese Kevin una volta fermata la macchina nel vialetto.
Per essere guardata ancora in quel modo? Con la possibilità che anche sua madre mi disprezzasse per aver mentito al suo bambino?
«No. Come non l'ho fatto fino ad ora»
«Lo affronto io quel cattivone riccio!» mi scompigliò i capelli.
Lo intravidi tra le piante arrivare alla porta, bussare; Gemma, prima confusa su chi fosse quel bellissimo biondo, poi sorridente lo baciò sulle guance. Almeno loro si erano ritrovati.
Il cattivo della storia non era di sicuro Harry, la stronza ero io, la strega cattiva che voleva far fuori il buono.
Stronza e masochista, con lo sfondo del mio cellulare a ricordarmi quanto fossero belli vicini i miei amori. Vicini loro e lontana io. Insomma, prima io e Virginia, senza Harry; adesso lui e Virginia senza di me. Doveva per forza mancare un pezzo nel puzzle che era la mia vita.
Aspettai minuti interminabili, poi eccola la mia bambina, sorridente, una mano a mio fratello e una mano nella sua.
Lo vidi sollevare la piccola da terra, baciarle il collo e solleticarla con i capelli; la risata di Virginia era rumorosa tanto quanto la sua. Musica per le mie orecchie.
Scivolai piano sul sedile, voltandomi verso il nulla del suo vialetto, sperando che non guardasse, non vedesse, sperando che il fumo invece di arrivarmi ai polmoni mi intossicasse il cuore.
Poi lo sportello aperto, Kevin di nuovo al mio fianco.
«Non c'erano armi pronte a fucilarti.. solo due belle donne in formissima più di quattro anni fa» sorrise.
«Non avrò a che fare con loro»
Un pugno mi arrivò sul braccio «Sei legata a loro, lo sai»
Lo sapevo. Forse Gemma ed Anne no, ma lui con quello sguardo poteva uccidermi ogni volta.
«Mamma! Mamma! Mi sono divertita tantissimo con Harry!» l'entusiasmo in persona si arrampicò su di me per darmi due baci.
Il suo profumo impregnato sulla magliettina rosa, mi arrivò fino al cervello. Evidentemente erano stati a stretto contatto per parecchio tempo.
«Sì? Bene sono contenta!»
«Anne ha cucinato tante cose buone e Robin ha mangiato un piatto gigante! E Gemma mi ha messo lo smalto, guarda! - disse mostrandomi le unghie fucsia - Perchè non sei rimasta con noi?»
'Non sono rimasta perchè papà mi odia'.
Angolo darkryry
Beh, credo che il capitolo si descriva da solo XD
Lascio a voi la parola ;)
darkryry
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