Ho bisogno di parlare
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Cover by @september199six
Cap.16
'Ho bisogno di parlare'
Con la speranza di aver indovinato la misura, avevo comprato a Virginia un paio di All Stars come le mie. Saremmo stati belli con le stesse scarpe: le mie grandi e sbiadite vicine alle sue piccole e bianche. E poi.. sì, mi vergognavo ad ammetterlo anche a me stesso, ma era pure una piccola scusa per avvicinarmi... cercare di parlare civilmente con Maddy e chiarire la nostra relazione; se relazione si poteva definire.
Non aveva risposto alle mie chiamate e le possibilità erano due: o non aveva voglia di sentirmi, cosa quasi certa, oppure stava ancora dormendo sepolta dal suo piumone e niente, nemmeno io, l'avrebbe spostata da lì.
Adesso che avevo leggermente sbollito la rabbia, e mi sentivo sufficientemente pronto ad affrontare Maddy, volevo chiedere motivazioni valide per la sua scelta di finirla con me; mi meritavo una risposta concreta e non la stronzata del "non sento niente"; magari mi avrebbe ribadito le stesse cattiverie dell'altra volta.. o magari ci saremmo baciati, baciati, e baciati ancora.
Parcheggiai davanti al cancello, e andai a citofonare. 'Smith' diceva la targhetta.
Suonai. Nulla. Lasciai il dito sul campanello più a lungo. Nulla.
«Harry?» chiamò una voce maschile alle mie spalle.
Mi voltai ed un ragazzo sorridente sembrava parecchio felice di vedermi. Scesi gli scalini fino a trovarmelo davanti.
«Ciao!» sorrisi stringendogli la mano.
«Sei cresciuto dall'ultima volta ma.. la tua faccia è sempre la stessa!»
«Oh.. ci conosciamo?»
«Sono invecchiato tanto da essere irriconoscibile?! Brutta cosa.. - rise - Sono Kevin!»
Spostò un po' più in alto il cappellino da baseball ed effettivamente la sua espressione socievole e sfacciata non mi era del tutto sconosciuta.
«Kevin.. amico scusa, mi prendi alla sprovvista! Dammi qualche indizio!» chiesi ora seriamente incuriosito.
Rise «Mmm.. vediamo.. Isole Vergini, circa quattro anni fa.. ti dice qualcosa?»
«Isole Vergini..» riflettei a voce alta. Mi diceva molto quel posto.
Non di un omone alto e biondo, ma di una ragazzina dolce ed esile.
Poi un lampo nella mia mente. «Dio, Kevin Evans! Mia sorella ha pianto un autunno intero per colpa tua lo sai?!» gli diedi una forte pacca sulla spalla seguita da una risata generale.
«Scusati con Gemma da parte mia! Anzi, se posso lo farò personalmente con piacere! Ero solo un coglione con gli ormoni a palla!»
Chi poteva capirlo meglio di me?
Parlammo un po' del più e del meno, mi disse di essere un PR nei locali londinesi dopo essersi trasferito da Cambridge.
«Harry ti ho fatto perdere un casino di tempo chiacchierando, scusami!»
«Ma no mi ha fatto piacere! Ero venuto per.. un'amica... ma evidentemente dorme!» dissi dando ancora un'occhiata al palazzo davanti a me.
«Sei qui per la signora Smith? - rise seguendo il mio sguardo - 50 anni ma li porta malissimo!»
Signora di cinquant'anni? Ma chi Maddy?
«Io abito qui accanto.. sali così ti offro un caffè? Mia sorella sarà felice di vederti!»
MADISON.
«M.M.Madison? Lei.. lei è qui?» balbettai.
«Ah ma te la ricordi ancora! Sì, abitiamo insieme! Dai vieni!»
Cazzo era nella mia stessa città. Finalmente.
Il cuore iniziava a stringersi; era passato così tanto tempo. Madison era stata la mia prima volta con una base di.. emozioni vere.
#Madison
Avevo sentito il cellulare vibrare sul comodino, ma m'imposi di rimanere sotto il piumone, anche sapendo fosse Harry. Lo stesso nelle prime ore del giorno.. tre brevi vibrazioni, segnalavano l'arrivo di un messaggio - Non puoi decidere di finirla così. Ho bisogno di parlare. H. - ..niente più baci alla fine del messaggio, non c'era niente ormai. Giusto.
Fumai la mia sigaretta mattutina. Ero nervosa, da quando avevo messo fine a quella storia, quest'ansia non mi aveva mollato un attimo.
Ma era meglio così.. Harry se ne sarebbe fatto una ragione in fretta, alla prossima serata in un nuovo locale avrebbe rimorchiato qualcuna; ma soprattutto era meglio per Virginia.. l'avrebbe dimenticato in qualche mese, bastava distrarla e non nominarlo.
L'obiettivo era stato raggiunto. Questo era l'importante.
Io e la piccola facemmo colazione sole solette, poi con forza infilai quella pigrona riccioluta sotto il getto dell'acqua.
«Mi bruciano gli occhi! Mamma! Mi bruciano gli occhi!» si lamentava di una schiuma che ancora era solo tra le mie mani. Furba lei.
«Non fare la bambina capricciosa!»
«Harry non mi fa mai piangere» sottolineò.
«Harry ti vizia!»
Anni di indipendenza gettati al vento, tutto grazie alla capacità del riccio di sciogliersi davanti a due occhioni tanto simili ai suoi.
Era lui il pezzo mancante. Ma avremmo trovato il modo di sostituire quel pezzo.
Finalmente il getto d'acqua colpì anche il mio corpo, tentando di sciogliere i muscoli tesi. Virginia stava mischiando i mille bagnoschiuma in giro per la stanza, e non potendo farla stare da sola per casa fui costretta a non avere privacy nemmeno in quei minuti.. rilassante fare una doccia con gli occhi aperti fissi su di lei.
Sentii la porta principale chiudersi con poca delicatezza: mio fratello e i suoi segni distintivi.
Abbassai di poco il volume della radio accesa a tenerci compagnia.
«Kevin!» urlai.
«Madison renditi presentabile e passa in cucina!» urlò di rimando lui.
L'esperienza mi diceva che aveva sicuramente portato a casa qualche suo amico, secondo lui perfetto per me. Da anni mi proponeva egocentrici PR che pretendevano di trovare in me una delle loro ragazze immagine.
#Harry
Quando varcai la soglia di quella casa ero decisamente agitato; la stessa ansia che avevo sentito quella notte mentre la piccola Madison, sdraiata sotto di me, mi guardava impaurita, emozionata, e piena di aspettative su di me.
La foto all'ingresso ritraeva i due fratelli come me li ricordavo: Kevin ragazzino circondava con un braccio il corpo esile della sorella, mentre il vento le muoveva i capelli lunghi e chiari.. e lei, esattamente come nei miei ricordi, piccola, esile, e i suoi occhi che ti costringevano ad incollarti a quell'immagine.
Chissà cosa aveva pensato in tutto questo tempo. Coglione io che avevo perso i contatti. La sfortuna.
«Carina la casa» buttai lì tanto per sembrare tranquillo.
«Grazie, ma è tutto gusto di Madison e della nostra coinquilina, Katherine.. la sua camera è un altare dedicato a voi cinque! - rise - Al contrario di quella di mia sorella!»
Bene. Benissimo. «Oh.. non è una nostra fan quindi..»
«Come biasimarla! E' stata un bel po' giù dopo l'estate.. non l'hai mai degnata di uno sguardo nemmeno quell'anno.. e Madison aveva una cotta stratosferica per te lo sai! Poi.. diciamo che ha avuto altri pensieri di cui occuparsi..»
Non aveva detto a suo fratello di noi? Comprensibile, non si raccontano le proprie esperienze sessuali in famiglia. Era stata male, per me. Coglione coglione coglione!
La porta principale fu chiusa con un tonfo, poi una voce femminile intenta a canticchiare. Kevin si portò una mano sulla fronte scuotendo la testa rassegnato, io sorrisi curioso di conoscere la nostra fan.
«...maybe you'll love yourself like I lov-» la chioma rossa che mi si presentò davanti era stupita tanto quanto me di quell'incontro.
«Har-» la bocca di Kat si bloccò al pronunciare il mio nome.
Subito i suoi occhi si spostarono da me ad un punto oltre la mia spalla, fissi e spalancati. Qualcosa dentro di me mi consigliò di voltarmi, ma con cautela.
Non stava succedendo veramente, perchè era impossibile che stesse avvenendo nello stesso momento! Stavo sognando, non era reale tutto quello!
Maddy.
Ma se Madison vive qui.. perchè sulla porta c'è Maddy?
Maddy è Madison? No.. Maddy è Madeline.
Le mani le coprivano la bocca, gli occhi eccessivamente aperti e lucidi.
«Harry!!» Virginia sbucò da dietro le sue spalle saltandomi addosso; l'abbracciai, come sempre, ma nella mia mente mille meccanismi si stavano affannando alla ricerca di una spiegazione logica.
«Oh mi ero dimenticato della vostra piccola fan! - sorrise guardando la piccola arrampicata su di me - Hey Styles sorpreso da quant'è bella la mia sorellina?» disse il biondo.
Era diventata bella.. eccome, ma lo sapevo già, da mesi. Ero sorpreso da altro.
«Io.. io non capisco - riuscii a dire ridacchiando nervosamente - ..che sta succedendo?»
Kat capì il momento «Ehm.. Kevin andiamo a prendere un gelato a Virginia?»
Il ragazzo la guardò confuso; ma era solo una percezione la mia visto che i miei occhi erano esclusivamente rivolti a quella ragazza. Non sapevo nemmeno come chiamarla ormai.
«Un gelato? Ma come io porto a casa Styles e tu-»
Lo interruppe «Andiamo piccola.. zio ci compra il gelato.. dai..» prese per mano Virginia che invece mi chiedeva di tenerla con me, e andarono via.
Il silenzio era quello che rimaneva. Non trovavo nient'altro.
«Spiegami. E tutto in una volta sola.. per favore» dissi. Robotico, glaciale, anestetizzato dalla circostanza. Non sentivo nulla. Mi alzai dalla sedia per poi risedermi, senza una logica.
«Non so da dove cominciare..» borbottò passandosi una mano tra i capelli.
«Da dove vuoi. Ma fallo»
Si accomodò su una delle sedie, dalla parte opposta alla mia. Era inutile adesso questo suo volersi distaccare.
«Speravo ogni giorno di vedere quel cellulare segnare il tuo nome.. chiedevo di risentire la tua voce.. ogni singolo attimo dopo quella notte ti ho aspettato. E non solo te..» abbassò gli occhi verso il suo ventre in modo ossessivo, tanto che mi costrinse a guardarlo a mia volta.
Sospirò «Tu non sai com'è stata la mia vita.. da sola, i sacrifici, i ragazzi respinti, i giudizi. Hai preferito allontanarti.. mi hai allontanata. Poi.. poi sei diventato chi sei adesso e mi sono resa conto di non avere nessuna possibilità nella tua vita.. mi hai messa da parte Harry! E io.. io ti amavo - strinse gli occhi su quelle ultime parole - Non avevo un tuo recapito, ne Kevin lo aveva di Gemma. Eri tu l'unico che poteva darci ancora una vita.. non l'hai fatto. Mi hai illusa»
La lacrima che dai suoi occhi andò a segnare il tessuto della sua maglietta, fu come sale su una ferita per me.
«Poi come per magia sei ricomparso nella mia vita»
«Non c'entra la magia»
«Il destino..? Preferisci che lo chiami così?»
«Credo che sia meglio»
«Ok. Il destino ha voluto che tu tornassi nella mia vita.. nella nostra vita. Dovevi essere un divertimento momentaneo, la mia rivincita di una notte. Volevo farti provare qualcosa e poi sparire, come hai fatto tu! Ma poi ho capito che eri tu.. che eri sempre stato tu, perchè evidentemente ci sei sempre stato da qualche parte in questi quattro anni»
Al sentire quel 'quattro anni' l'intuizione ritornava; ma decisi di ignorarla.
«Perchè ti sei inventata questa stronzata? Nome finto, indirizzo finto, tutto»
«Mi hai ferita.. e volevo ferirti»
«Ci sei riuscita»
Sollevò lo sguardo, incontrando il mio. Ci era riuscita perfettamente, ero distrutto, umiliato.. deluso.
«Non sto meglio, se la cosa ti consola»
Cosa poteva consolarmi di quella faccenda? Qual era il lato positivo?
Averla ritrovata? Sì, sapendo che da mesi fingeva e tramava alle mie spalle.
«Louis aveva ragione» mormorai.
#Madison
Mi alzai e mi accovacciai in ginocchio tra le sue gambe, le braccia poggiate sulle sue cosce.
«Louis non sa nulla! Non mi conosce.. non ci conosce!»
«Nemmeno io ti conosco» sussurrò.
Non era una pugnalata.. era la pugnalata. Stava lì, fissando quella comune mattonella sul pavimento, ignorandomi con tutte le forze.
«Mi conosci Harry, sono io! - cercai di mettermi nella visuale dei suoi occhi - Guardami, sono Maddy, sono sempre io!»
Scuoteva la testa, evitandomi.
«Mi hai preso in giro.. e mi avevano avvisato, cazzo, mi avevano avvisato!»
«No no no! Lo hai detto anche tu che mi sentivi.. che ero lì con te! Provo le stesse cose che provi tu Harry! Se non vuoi credere a me.. allora credi a quello che c'è stato, non abbiamo finto!»
Quelle sopracciglia aggrottate, le labbra imbronciate. Davanti a me c'era il ragazzino dai ricci ribelli delle Isole Vergini.
«Tornato in camera mia madre mi ha costretto a togliermi quei vestiti e metterne altri puliti, nella fretta il tuo numero è rimasto in tasca... è bastato un dannato colpo di lavatrice senza che io lo sapessi e del mio unico mezzo per sentirti era rimasto solo un fottutissimo mucchietto di carta, bagnata e illeggibile»
Come se la mia vita prendesse fuoco e si riducesse in cenere sotto i miei occhi.
Una vita di privazioni, mie, di Virginia, una vita stravolta per un.. malinteso? Un bastardo scherzo del destino?
Mi lasciai andare per terra, come un corpo morto.
«E' solo p-p-er questo che-che non mi hai chiamata?»
«Tuo fratello non ha mai chiesto il numero di Gemma, e così nemmeno lei sapeva come contattarvi! A 15 anni prendevo un treno per cercarti tra centomila persone? Ci ho provato, mi hanno beccato alla stazione.. e sono stato in punizione una settimana»
Mi aveva cercata. Se mi avesse trovata avrebbe scoperto che aspettavo Virginia, la nostra Virginia.
Si alzò di botto; camminava avanti e indietro, ignorando che io fossi lì, per terra, gli occhi gonfi e il cuore sfracellato. Avevo sbagliato tutto.
«Che poi, tu ce l'hai con me per.. per averti lasciata sola no? Bene, e io cosa dovrei dire? Cioè hai avuto una bambina da chissà quale stronzo di passaggio, solo dopo.. quanto, un mese che ci siamo divisi? Eri così in pena per noi da scoparti un altro dopo un mese?»
Era un colpo basso quello, molto basso. Mi stava dando della puttana e non me lo meritavo, Virginia non meritava di essere considerata frutto di una 'scopata'.
«Virginia è nata da un sentimento. Forse prematuro, ma vero. Almeno, io sono stata sincera quella notte. E tu? Eri sincero Harry?»
#Harry
Quegli occhioni castani pieni di lacrime puntati dentro i miei. Non mentiva.
Io ero sincero. Ero sempre stato sincero con lei. Anche quella notte.
«Virginia è.. lei è-» m'interruppi.
Portai una mano sulla bocca. Incredulo.
La mia vita era stravolta.. o forse lo era stata fino ad un secondo prima, quando non sapevo.
Avevo una figlia. Virginia.
Mi accasciai di peso sulla sedia, sfiorando di poco il corpo di Maddy.
Gettai la testa indietro e chiusi gli occhi.
«Oddio Harry.. dimmi qualcosa ti prego» supplicò preoccupata spostandomi i capelli.
Potevo percepire sulla fronte le sue mani esitanti fredde.. o forse ero io troppo accaldato.
«E' mia. E' mia figlia. - ripetevo come un robot – Io-io.. devo andare»
Angolo darkryry
Quando la verità viene fuori alla fine, le conseguenze che porta non sono mai positive - o quasi mai. Harry ha scoperto la verità su Madison, su Virginia, e purtroppo Louis aveva ragione ad essere diffidente. Ora che tutti sanno la verità, cosa accadrà?
darkryry
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