Davvero
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Cover by @september199six
Cap.21
Davvero
Casa mia: dove tutto era casualmente ricominciato.
Cena di poche parole e molti sguardi, un'ora abbondante davanti alla tv guardando incomprensibili cartoni animati, il meraviglioso momento di mettere il nostro amore a letto.
«Avevano detto tutti che alla fine ci saremmo riappacificati.. e avremmo scopato» le sussurrai sulle labbra.
«'Scopato'.. come sei rude! A me non piacciono le persone rudi..»
Dal tono che aveva usato era chiaro che non mi ritenesse davvero rude.
Com'era chiaro che io non ritenessi Maddy una scopata.
Mi era mancato il nostro punzecchiarci sempre e comunque, quel lato che era rimasto dei ragazzini sulla sabbia era ancora qui, sul mio letto.
«Ah quindi non ti piaccio? - con il naso sfiorai la pelle del suo collo - ..non ti piacciono i miei occhi? - succhiai poco delicatamente le sua pelle - ..non ti piacciono i miei modi di fare?» con il ginocchio feci leggermente pressione tra sue gambe, riuscendo così ad accarezzarla meglio.
Maddy scosse la testa, negando la verità. Le piacevo, lo sapevo, ma nonostante tutto avevo bisogno di continue certezze con lei.
Liberai il bottone dei suoi jeans, agganciò le dita agli angoli dell'indumento e sollevando il fondoschiena li fece passare e cadere sul parquet.
Sapevo che non avrebbe abbassato lo sguardo durante quel gesto, cosa che invece feci io, seguendo il movimento del tessuto sul suo corpo. Deglutii.
Lei era l'unica ad aver avuto sempre il coraggio e l'intelligenza di tenermi testa, di essere schifosamente schietta.. come quattro anni fa mi aveva rivelato di essersi agghindata in quel modo solo per piacermi, allo stesso modo qualche ora prima aveva ammesso di stare male senza me. E ne aveva pagato le conseguenze.
Feci risalire la mano sul suo collo, passando prima ad accarezzarle un seno, e dando vita all'ennesimo bacio, di quelli che solo Harry e Maddy sapevano darsi.
Mi ero convinto che quelle labbra fossero state create per incastrarsi alle mie, anni fa come ora.
Le sue dita percorsero il mio petto, lasciandomi brividi che di sicuro non avevano nulla a che fare con il freddo. Passò la mano sulla patta dei jeans, e fui costretto a soffocare qualcosa che era un misto tra un gemito ed un'imprecazione; ma Maddy lo sapeva, sapeva ormai tutto del mio corpo.
Così passai all'attacco, accanendomi contro la sua camicetta e gli innumerevoli bottoni maledetti, mentre i suoi occhi mi invitavano silenziosamente a fare presto.
Ero stato troppo senza Maddy, senza toccarla, senza guardarla, senza sentire il suo corpo chiamarmi a contatto col mio.
Mi avventai sul collo incurante dei segni che avrebbe avuto, ormai nessuno si sarebbe stupito, per poi scendere sul suo seno. Percorsi con la lingua il bordo viola del reggiseno, mordendo senza troppa delicatezza la pelle che mi si offriva.
Mi sfilai veloce la mia t-shirt, impaziente, mentre le sue dita armeggiavano con la chiusura dei pantaloni, e con un gesto secco tirò giù la cerniera; scossi il corpo e jeans mi scivolarono lungo le gambe.
Conoscevo la sua prossima mossa, e Maddy conosceva ancora meglio la mia reazione. Sorrideva, cosciente del potere che aveva. La mano affondò decisa nei boxer. Con lentezza esasperante la mosse sulla mia erezione già viva, in un modo che solo lei sapeva fare e mi ritrovai a distrarmi per evitare di venire subito, e ripetere la figuraccia della prima volta.
La nostra volta insieme.
#Madison
Allungò la mano verso il cassetto del comodino, afferrando una bustina azzurra pronto ad indossare la protezione.
«Possiamo fare senza» affermai strappandogli dalle mani l'involucro.
Sollevò lo sguardo e mi fissò, con le sopracciglia corrucciate.
«Sei-sei sicura? Voglio dire.. mi farebbe felicissimo sentirti completamente, ma se tu non vuoi..»
L'ultima volta che avevo avuto un rapporto senza protezione era nata Virginia. Per quanto mi fidassi di Harry, ero spaventata. Ma mancava quel contatto per essere al 100% insieme.
«Ho iniziato da poco a prendere la pillola» sorrisi accarezzandogli il collo.
«Oh grazie al cielo.. - sospirò sollevato - Perchè io ho bisogno di te.. così tanto che non sarei in grado di fermarmi in tempo..»
Volevo godermi ogni istante, perchè sapevo quanto gli costasse mettere da parte il male che gli avevo causato. E io avrei messo da parte la mia paura dei rapporti non protetti.
Ma in quel momento eravamo lì, io ed Harry, insieme.
Lo sovrastai, e con una lentezza che mai avevamo usato prima, ci unimmo.
Mi resi presto conto che per quanto tentassi di comandare quell'unione sarebbe stato Harry ad avere potere su di me. Come l'aveva sempre avuto, anche solo guardandomi.
Tenendomi sotto i glutei aumentò il ritmo delle sue spinte, trattenendo come poteva il suo piacere.
C'era qualcosa di maledettamente giusto in noi, non mi sentivo così completa da anni.
E non era questione di piacere fisico, ne avevamo fatto di sesso; solo che stavolta eravamo completamente noi stessi, io sapevo tutto di lui, lui sapeva tutto di me, di noi.
Cercai le sue labbra e le sfinii di baci, come se dovessi riprendermi dalle settecentoventi ore che ci avevano separati.
Eravamo nel mezzo di un uragano di emozioni, tutte insieme, tutte in quel momento, ma vidi Harry sforzarsi di dirmi qualcosa.
«Ti amo» mormorò al mio orecchio.
«Non adesso Harry.. voglio che tu mi ami dopo..» risposi tra i gemiti.
Non volevo che mi dicesse una cosa del genere preso dal piacere fisico.
Percepii i suoi gemiti abbassarsi di tono, gli occhi spalancarsi, e la sua stretta su di me intensificarsi.
«Non lasciamoci più eh!» gli raccomandai riprendendo fiato.
«Guarda che sei tu quella che mi ha lasciato.. - puntualizzò puntando il dito scherzosamente e casualmente sul mio seno - E comunque se rimediamo così, puoi anche lasciarmi almeno una volta a settimana!»
Mi staccai dal suo petto guardandolo con espressione confusa.
«Babe.. scherzo! -sorrise baciandomi - Anni fa mi ero promesso di non perderti se ti avessi ritrovata.. ed io mantengo le promesse».
I raggi filtravano dalla finestra e la delicatezza con cui Harry muoveva le dita sulla mia schiena era una sensazione difficile da descrivere a parole.
Alzai la testa per guardarlo.
«Ciao..»
«Ciao..» stiracchiandomi.
«Maddy.. è giorno, l'orgasmo mi è passato, e te lo confermo, io ti amo. Va bene adesso?» disse col sorriso ed una disarmante naturalezza.
Sentire quelle parole, stavolta non portate dal piacere, mi fece perdere un battito e uno stupido sorriso s'impossessò del mio volto.
«E' giorno, l'orgasmo mi è passato, sono passati anche quattro anni.. ed io ti amo Harry, ti amo ancora»
Ci fissammo felici e imbarazzati per le frasi importanti appena scambiate. Ci sarebbe voluto del tempo per imparare a dire e sentirsi dire certe cose.
Mi alzai tenendomi al corpo il lenzuolo.
«Grazie eh!» esclamò.
Mi voltai rendendomi così conto di averlo lasciato nudo al centro del materasso.
«Sei carino anche così»
«E tu sei carina a volerti coprire nonostante ti abbia già vista infinite volte senza quello stupido lenzuolo intorno»
#Harry
Osservandola bene mi colpì una cosa, che non avevo mai notato.
«Maddy? - la chiamai - Avvicinati babe..»
Preoccupata tornò a sedersi sul lato del letto. «Dimmi».
«Stenditi..» sussurrai cauto.
Controllando l'espressione del suo viso portai delicatamente le mie dita appena sotto l'ombelico, dove una marcata linea di pelle più chiara attraversava quasi interamente il suo morbido ventre da un punto all'altro.
Ora mi ricordavo tutte le volte che aveva spostato il mio sguardo da lì o che non aveva mai voluto che mi soffermassi.
«Ti va di raccontarmi?»
Coprì la mia mano con la sua, allontanandola dalla cicatrice.
«Quando aspettavo Virginia tutti si stupivano di quanto grande fosse la mia pancia.. pensavano addirittura ci fosse un gemello che nelle ecografie non si faceva vedere.. scena da horror!» sorrise.
Ed io in quei momenti dov'ero? La cosa mi tormentava.
«Hai delle foto di te.. incinta?»
Tremavo sempre nel pronunciare quella parola, ma era pura realtà dei fatti.
«Sì.. quando avrò il coraggio di mostrarmi ai tuoi occhi in quello stato te le farò vedere!» rise. E io con lei. Non riuscivo ad immaginarmela piccola ma con quel gran pancione, e sapevo che ne sarebbe passato di tempo prima che mi mostrasse quelle foto.
Continuò «Quando io e Kevin siamo andati in ospedale, si erano già rotte le acque.. ma nonostante spingessi da un po', niente, Virginia non ne voleva sapere di uscire. Capirono che, vista anche la giovane età, il mio bacino era troppo stretto e la bambina non riusciva a passarci. In più dai risultati venne fuori che lei stava già soffrendo per quell'attesa..»
Sbarrai gli occhi allarmato. E se le fosse successo qualcosa?
«E non fare quella faccia Harry, sai già che è andato tutto bene! - mi prese in giro passandomi una mano tra i capelli - Per evitare che sia io che lei soffrissimo ancora, il medico optò per un taglio cesareo d'urgenza. Il risultato è questa splendida cicatrice come ricordo» concluse ironica.
Baciai la lacrima che era scivolata dall'angolo del suo occhio, e poi scesi col viso a baciare quello che restava di quella nascita così urgente.
Pensavo mi avrebbe allontanato, come aveva fatto le altre volte, invece trattenne solo il respiro.
«Non voglio più sorvolare su questa parte quando stiamo insieme.. fa parte di noi, ci ha dato Virginia, chi se ne frega se non ti piace da guardare, no?»
Scosse la testa non convinta delle mie parole. Ci avrei lavorato su.
«Il nome Virginia.. ricorda le Isole Vergini vero?»
Era da tempo che volevo chiederglielo, e ora era il momento adatto.
Madison sorrise «Sì.. mi sembrava carino che facesse pensare al posto dov'è stata concepita. Non ti piace?»
«Mi piace, mi piace tutto di lei.. forse perchè mi somiglia. – risi - E mi piace tutto anche di te..»
La vidi voltare gli occhi al cielo non credendo a quello che le avevo appena detto su di lei, quindi colsi il momento per baciarla, e baciarla ancora; non mi sarei mai stancato di quelle labbra, di quell'odore, di quel contatto.
E non riuscivo a smettere di sentirmi in colpa per non esserle stato accanto.
«Ne faremo un altro vero?» chiesi.
«Eh?»
«Voglio vivere con te queste emozioni che mi hai raccontato.. e che io mi sono perso. Dimmi che faremo un altro bambino Madison!»
Sgranò gli occhi. «Con calma superstar, con calma!» rise baciandomi, e sentire la sua risata contro le mie labbra era la cosa più dolce.
Davanti a me c'era davvero ancora quella timida ragazzina, mentre cercava di indossare almeno la biancheria intima, che avevo gettato via chissà dove.
«Non capisco questo bisogno di rivestirsi» affermai standomene ancora beatamente nudo sul letto.
Sbloccò la serratura della porta, chiusa per sicurezza.
«E invece copriti, che se si sveglia Virginia e arriva all'improvviso ti farà un sacco di domande.. sul tuo corpo. Spero tu abbia capito a cosa mi riferisco..»
#Madison
Risi vedendolo cambiare espressione a quell'eventualità.
«E' piccola per queste cose. - poi ci ripensò - Ma è fin troppo sveglia.. ok mi vesto!» ammise indossando i boxer.
Harry si alzò dal letto e prendendo il primo borsone accanto all'armadio, iniziò a preparare il bagaglio per la sua partenza. Se avevamo potuto eliminare il nostro astio, non potevamo di certo annullare un tour per il mondo.
«Questa sarà una delle partenze più difficili.. - affermò serio gettando in malo modo i vestiti nella borsa - E se Virginia si dimenticasse di me?»
«Non si dimenticherà di te, ti adora lo sai! Stai per piacerle quasi quanto Louis!» sottolineai scoppiando a ridere.
«Non fare la stronza! Per voi due devo esistere solo io, chiaro?» minacciò serio puntandomi il dito coperto da un paio di calzini.
«Per me sicuramente.. ma tra una decina d'anni potrebbe arrivare dal nulla un ragazzo, bello, sicuro di se, che conquisterà Virginia.. ci hai pensato?»
Sapevo si sarebbe innervosito, morivo dalla voglia di sentire la sua reazione. Ma rise, come se avessi detto una cosa impossibile.
«Non esiste questa possibilità, nessuno si avvicinerà alla mia bambina prima dei.. ventun'anni!» affermò serio.
Mi venne da ridere pensando che proprio lui ragionasse in questo modo.
«Ah sì? Lo dice uno che ha abbordato una timida quindicenne per poi farci del sesso non protetto sulla spiaggia» gli ricordai facendo cadere la colpa su di lui.
«La quindicenne timida che, colpita dal mio fascino, mi si è fiondata addosso stordendomi con un bacio appassionato da apnea?»
Vero, tecnicamente ero stata io ad averlo abbordato. «Touchè!» ammisi.
«E in ogni caso.. noi siamo noi.. - gesticolando agitato - Ma lei è la mia piccola! E il primo bastardo che allungherà le mani più del consentito dovrà vedersela con me!» affermò mimando una mossa di boxe.
Lo spinsi indietro prendendolo in giro, mentre lui cercava di bloccarmi e baciarmi.
Era fantastico Harry. Ed io chiedevo solo che la vita di Virginia fosse completa, con lui.
Attirata dagli schiamazzi la piccola spalancò la porta gettandosi di peso sul materasso.
«Ciao mamma! - mi baciò una guancia - E ciao Harry!» lo stesso fece con lui.
Lo vidi irrigidirsi e corrucciare le sopracciglia. C'era un ragionamento in corso dentro la sua testa, e lo temevo.
«Hey principessa vieni qui..» si portò la bambina addosso.
«Che c'è Harry?» chiese lei tracciando con le dita i contorni della farfalla sul suo addome scoperto.
«Ricordi quando ti ho detto che potevi chiamarmi come ti faceva piacere?»
Portai le mani alla bocca, terrorizzata e preoccupata, visto che non avevamo ancora parlato di come spiegarglielo. Harry mi guardò strizzandomi l'occhio.
Virginia annuì alla sua domanda.
«Bene.. quindi.. ti farebbe piacere chiamarmi papà? Davvero eh» osò.
Non toglieva gli occhi dall'espressione di Virginia. Harry in quel momento era l'essere più vulnerabile del pianeta, ed una risposta negativa avrebbe potuto distruggerlo.
«Perchè hai gli occhi verdi come quelli miei?»
«Anche..»
«E come me hai i capelli con i ricci?» chiese passando una mano sulla sua testa.
«Sì esatto! Vedi che sono il tuo papà?» Harry iniziava ad avere un tono più sereno.
I suoi occhi luccicavano all'idea che Virginia sembrasse aver capito tutto facilmente e senza sconvolgersi più di tanto.
Lei parve ragionarci su, con la stessa espressione corrucciata usata da Harry prima, e la cosa mi fece temere il peggio; se avesse avuto qualcosa da ridire a riguardo, beh, l'avrebbe detta.
«Ma sei stato tu che mi hai messo dentro la pancia di mamma?»
Il suo visino era particolarmente curioso di avere quella risposta.
«Ehm.. beh, diciamo.. cioè, non è che proprio.. ecco..» Harry andò nel panico.
Lo vidi boccheggiare cercando una qualsiasi risposta che nella sua mente mancava.
Era un modo strano di definirle 'come nascono i bambini' ma se questo serviva a far comprendere la cosa a Virginia, beh, allora andava bene.
«..sì, ti ho messo io dentro la pancia di mamma!» rise sospirando.
Virginia si voltò cercando come sempre la mia conferma, le annuii sorridendo.
«Hey principessa perchè guardi mamma? Non mi credi? Sono stato io, te lo giuro!» disse Harry fingendosi offeso con una mano sul cuore.
Mi fece sorridere: aveva così tanto da imparare, ma sarebbe stato il padre perfetto, ne ero certa.
Virginia spalancò la bocca. Rimase qualche istante in attesa.
«Wow! - mormorò - ..allora sei davvero il mio papà!» e gli si gettò al collo.
Nessuno nascose le proprie lacrime quella volta, perchè erano lacrime di gioia.
THE END
Angolo darkryry
E con questo capitolo si chiude davvero la storia di Madison, Harry, e la piccola Virginia!
Mi dispiace davvero di essere stata così lenta negli aggiornamenti, ma tra il nuovo lavoro che mi occupa tutta la giornata e le altre storie in corso, oltre alla mia vita da ventitreenne incasinata, il tempo di aggiornare scarseggiava alquanto XD
Rinnovo ancora i miei ringraziamenti a Skina ( imsoeffective ) per avermi concesso l'opportunità di postare la sua storia su Wattpad, così da permettere a tutti voi di poter leggere questa sua stupenda creazione!
E poi ringrazio voi lettori per la pazienza concessami e per avermi seguita fino alla fine insieme a Skina ed ai nostri personaggi! :)
Grazie, grazie infinite!!
Spero continuerete a seguire anche le altre storie (in corso o complete che siano) che potete trovare sul mio profilo :)
Alla prossima avventura!! xx
darkryry
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