5 - UN MESSAGGIO INASPETTATO
KRISTOPHER
Sto facendo colazione insieme ad Allyson in un famoso caffè in centro e lei non la smette di pavoneggiarsi.
Questa mattina quando mi sono svegliato l'ho trovata vestita di tutto punto seduta sul divano ad attendermi raggiante. Mi si è buttata al collo e sbattendo le ciglia mi ha chiesto se avevo voglia di andare insieme a trovare in miei genitori.
Mi ha raccontato che mentre stavo ancora dormendo mia madre ha chiamato e ha invitato entrambi a pranzo da loro.
Me lo dovevo aspettare la domenica è sempre questo squallido rituale: pranzo dai miei genitori con Allyson al seguito da perfetta fidanzata.
Lei è sempre raggiante ascoltando mia madre che ci chiede dei nostri progetti futuri, del matrimonio, dei figli, e mio padre che mi illustra il mio prossimo ingresso negli affari di famiglia.
Io ogni volta mi sento annegare in quel mare di bugie, mi sento soffocare da una vita che non voglio e che non sento mia, ma che non posso rifiutare altrimenti mi ritroverei senza niente.
Mio padre me lo ha detto senza tanti rigiri di parole, se non seguo i suoi "consigli" niente più casa, niente più supporto economico, niente di niente, e per uno studente senza nessun reddito non sarebbe tanto facile tirare avanti ...
Per mio padre sono solo un investimento, un affare, e se non ne ricaverà il risultato previsto è pronto ad abbandonarmi senza tanti rimorsi.
Mio fratello grazie alla sua carriera calcistica, guadagna ormai milioni di sterline, ha potuto fare ciò che io ancora non posso ...
Forse se avessi un motivo per lottare ... il pensiero mi vola inesorabilmente a Jeremy ...
Oggi però non ce la faccio ad affrontare tutto questo, non ho nessuna voglia di vedere mio padre, non dopo aver incontrato Jeremy, potrei dire cose di cui poi potrei pentirmene.
L'unica soluzione che mi è venuta in mente è stata invitare Allyson nel locale più "in" di Londra certo che avrebbe accettato e non avrebbe fatto storie.
Lei non perde occasione per mettersi in mostra, adesso poi che può scendere da una Lamborghini.
Mando un messaggio di scuse a mia madre dicendole che devo studiare e poi partiamo.
Siamo seduti al tavolino da meno di dieci minuti e sono già arrivato al limite della sopportazione, quando mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto, sto per cancellarlo, ma non so perché il mio istinto mi dice di non farlo, di leggerlo.
Lo apro e rimango a fissare il display stupito scoprendo il mittente.
Il contenuto è semplice: "Hi Kris. Sono Jez. Se vuoi ancora parlarmi ... chiamami."
Cosa significa questo messaggio? Si è pentito di quello che mi ha detto oppure vuole solo prendendomi in giro? E io cosa dovrei fare?
Sono immerso nei miei pensieri, mentre Allyson continua a parlare di non so quale borsa che non può lasciarsi scappare, all'ennesimo "devo assolutamente averla" decido che preferisco ascoltare mille volte la voce di Jez, anche se dovesse insultarmi invece che quest'oca che mi ritrovo di fronte.
Forse dovrei alzarmi, ma sarebbe una cortesia che non ho nessuna intenzione di farle, così mentre lei continua a parlare salvo il numero in rubrica e lo chiamo.
Jeremy risponde al terzo squillo.
"Hi Kris"
La sua voce mi fa correre un brivido lungo la schiena, adoro il suono del mio nome sulle sue labbra.
Non posso però farmi imbambolare, devo sapere.
"Il tuo messaggio mi ha sorpreso. Perché me l'hai inviato?"
Allyson smette di parlare sbuffando e decide di dedicarsi al suo frullato, ma la mia attenzione adesso è tutta per le parole che mi dirà Jeremy
"Kris ascolta ... ieri sera ho esagerato. Avevo bevuto e non mi aspettavo di rivederti dopo tutto questo tempo ..."
Una piccola speranza inizia a nascere nel mio cuore, però cerco di reprimerla per non rimanerci troppo male in caso avessi frainteso le sue parole.
"Mi hai chiaramente detto che non te ne frega più niente di quello che c'è stato fra noi."
Vedo Allyson smettere di girare la cannuccia e guardarmi attenta, sono certo che da adesso in poi non si perderà una sola parola, ma non mi interessa.
"Hai ragione. È solo passato"
Sento il mio cuore fermarsi a quelle parole e avrei voglia di urlargli "allora perché diavolo mi hai contattato se non te ne frega più un cazzo?" ma cerco di rimanere calmo e mi limito a un semplice e più diplomatico
"Allora perché questo messaggio?"
"Proprio perché è passato. Se non lo fosse ti avrei già spaccato la faccia. E credimi ne sono capace"
Non ho problemi a credergli con il suo temperamento, inoltre è cresciuto molto e, anche se è sempre molto magro, è diventato più alto di me con muscoli ben delineati.
Sono confuso non capisco dove vuole arrivare "Non capisco..."
"Semplice vorrei provare a ritornare almeno amici"
Questa frase mi fa battere il cuore più veloce, avevo perso ogni speranza di poter parlare nuovamente con lui e passare del tempo insieme.
Sto per rispondere che ne sarei felice, ma mi ritorna in mente la telefonata di Justin.
"E Justin?"
"Justin è il mio migliore amico e sempre lo sarà, ma questo non mi impedisce di avere altri amici"
Sorrido ricordando la sua frase della sera prima.
"E tu gli amici li scopi..."
Allyson sgrana gli occhi, e si guarda attorno. Non le interessa se la tradisco con il mondo intero, l'importante sono le apparenze.
Sento Jeremy ridere, non mi ricordavo di quanto fosse bella la sua risata.
"Hai ragione, ma per il momento mi accontento di una cena. Che ne dici? Ti può andare bene domani sera?"
Sorrido anch'io e rispondo senza neanche pensarci "Sarebbe perfetto"
"Bene. Allora mandami l'indirizzo. Ti vengo a prendere verso le 20."
"Ok. A domani"
"A domani"
Allyson riprende a parlare senza sosta come se non avesse appena sentito il proprio fidanzato prendere appuntamento con qualcun altro.
A volte ho proprio voglia di mandarla a quel paese e interrompere questa farsa, ma tanto cosa ci guadagnerei? Solo un padre infuriato e un futuro impossibile ...
Solo se potessi riaverlo indietro questa volta lotterei, ma non voglio nemmeno sperarlo ...
Per il momento mi accontento di passare una serata solo con lui, di poter risentire la sua voce, di potermi nuovamente perdere in quel mare verde, di potermi beare della sua bellezza e ubriacarmi della sua presenza.
La prima volta che siamo andati a cena fuori solo io e Jemy avevo una paura folle che tutti capissero che rapporto c'era fra di noi.
Era un piccolo fast-food e anche se il locale era pieno di ragazzi, mi guardavo continuamente intorno per controllare se qualcuno ci osservava.
Jemy sembrava perfettamente a suo agio e parlava tranquillo, mentre io non riuscivo nemmeno a seguire le sue parole.
Lui già allora era molto spontaneo e se ne fregava di quello che pensava la gente, perciò avevo paura dicesse o facesse qualcosa che potesse farci scoprire.
Sapevo di essere solo un codardo, ma io volevo tenere la nostra storia ben nascosta fra le mura della mia camera.
Quella sera però avevo ceduto davanti ai suoi occhioni imploranti mentre mi proponeva cena e cinema.
Per la verità anche a scuola mi limitavo solo a salutarlo, ignorandolo per la maggior parte del tempo.
Sapevo che lui ne soffriva terribilmente, anche se non aveva mai protestato, per questo mi sentivo proprio una "merda", ma non potevo farci niente, la paura era più forte di me.
Jeremy era sempre stato molto più coraggioso e non si era mai fatto alcun problema a mostrare cosa pensava agli altri.
In questo era molto più simile a Justin, anche lui sempre pronto a lottare per ciò che riteneva importante.
Io ho sempre temuto il giudizio degli altri, di non rispecchiare le loro aspettative, soprattutto quelle di mio padre.
Ho sempre sentito il peso di essere il primogenito, visto che lui non faceva che ricordarmelo dall'età di 3 anni insieme all'insegnamento per lui fondamentale che qualunque cosa dovevo meritarmela compreso il suo affetto.
Al cinema grazie al buio della sala mi ero rilassato anche se mi ero solo limitato a prendere Jemy per mano quando ero certo che nessuno ci potesse vedere.
A metà del secondo tempo Jemy decise di alzarsi e sussurrandomi "raggiungimi in bagno" andò via.
Io rimasi alcuni attimi indeciso guardandomi attorno, fortunatamente nessuno badava a noi, così lo seguii.
Appena arrivai mi prese per mano e senza darmi tempo di chiedere spiegazioni mi condusse dentro un bagno baciandomi in modo passionale.
Avevo una paura folle di venire scoperti, ma quella situazione era terribilmente eccitante.
Era qualcosa di completamente nuovo per me, così mi ritrovai eccitato per quel semplice bacio.
Che poi semplici i baci di Jemy non lo erano mai, riusciva sempre a scatenarmi forti emozioni, forse perché è stata l'unica persona che ho amato veramente.
Aveva sorriso sentendo il mio sesso duro premuto contro di sé e mi aveva sussurrato nell'orecchio "Voglio che questa serata sia indimenticabile"
Un attimo dopo ero appoggiato alla parete di quel piccolo bagno, cercando di non gemere, con i pantaloni e le mutande abbassati fino alle caviglie e Jemy inginocchiato davanti a me con il mio sesso nella sua bocca.
Fu incredibile, il miglior pompino della mia vita.
Non so se fu così travolgente perché nessuno ancora me lo aveva mai fatto, ma venni nella sua bocca senza nemmeno riuscire ad avvertirlo.
Jemy si staccò da me e sputò il mio sperma nel wc mentre tossiva per non soffocare.
Mantenni uno sguardo da ebete per tutto il tragitto fino a casa, mentre Jemy rideva facendo battute sul fatto che non aveva potuto vedere la fine del film.
Non avrei mai creduto che quella uscita si sarebbe rivelata così interessate, ci salutammo promettendoci di andare nuovamente al cinema insieme.
Da lì a pochi giorni però la nostra storia sarebbe finita, ma nessuno dei due in quel momento lo riteneva possibile ...
JEREMY
Chiudo la chiamata e sorrido. Perfetto. Ha abboccato.
Forse l'ha fatto perché si sente in colpa, oppure desidera semplicemente scoparmi.
Il motivo non mi interessa... l'importante è che Kris avrà finalmente quello che si merita.
Sento delle braccia cingermi da dietro e un soffio vicino all'orecchio.
"Cos'è questo sorriso inquietante?"
Piego la testa per cercare di guardarlo "Ho dato il via al mio piano di vendetta"
Lo vedo storcere il naso e fare un'espressione contrariata.
"Jez ... te l'ho detto ... non credo sia una buona idea"
Mi giro completamente e lo guardo sorridendo sadico "E invece sì. Si renderà conto di cosa vuol dire essere ingannati."
"Sei sicuro di riuscirci ..."
I suoi dubbi mi fanno vacillare per un attimo, ma ormai ho preso la mia decisione "Ti sei forse dimenticato che io sono un bastardo, cinico e insensibile. Lo dicono tutti quelli che mi sono portato a letto. E questa volta mi conoscerà anche lui per quello che sono veramente"
Non so se sto cercando di convincere lui o me stesso ...
Vedendo Justin poco convinto riprendo
"Questa volta non mi lascerò sopraffare. La vendetta una volta compiuta annullerà per sempre ogni residuo di ciò che ero, di ciò che era il mio passato"
Ancora Justin non risponde così decido di stuzzicarlo "Oppure sei geloso?"
Justin sorride "Geloso ... non fammi ridere ... se fossi geloso a quest'ora ti avrei ucciso con tutti quelli che ti scopi"
Allungo una mano e tiro l'elastico dei suoi boxer leccandomi le labbra "Peccato, perché con il fisico che ti ritrovi sono certo che sapresti farmi urlare"
Il sorriso del mio amico diventa malizioso e i suoi occhi si accendono di una strana luce "Se non la finisci uno di questi giorni potrei dimenticarmi che sei un ragazzo e il mio migliore amico e non farti camminare per giorni."
Ricambio il suo sorriso "Non aspetto altro ... è sempre un piacere essere la prima scopata gay di un etero"
"Prima devi riuscire a farti crescere le tette"
"Io sono molto meglio di un paio di tette"
Justin mi da una pacca sul sedere
"Il culo non è male ..."
Lo guardo allontanarsi, Justin è ancora solo in boxer come me d'altronde.
È veramente bellissimo, alcuni centimetri più alto di me, con il suo fisico da calciatore scolpito e senza peli.
È decisamente il mio tipo, ma prima di tutto è il mio migliore amico e non rischierò per una semplice scopata di rovinare il nostro legame.
E visto che Justin non ha detto niente di diverso dal solito desumo, tirando un sospiro di sollievo, di non aver fatto niente di stupido questa notte.
Mi vesto per andare a fare colazione insieme a Justin.
Ci fermiamo in un caffè poco lontano dall'albergo, mi sono messo degli occhiali da sole e dopo aver legato i capelli li ho nascosti sotto un cappellino, mi sono messo una semplice t-shirt nera su dei jeans scuri.
Spero di riuscire a passare inosservato, non ho voglia di essere accerchiato dai fans o dai giornalisti.
Qualcuno però si avvicina a noi riconoscendo Justin e io sbuffo infastidito facendolo ridere.
In quel momento mi suona il cellulare: è mia madre.
Sicuramente vorrà sapere se la passo a trovare.
Con lei ho ancora un buono rapporto al contrario che con mio padre.
Mia madre mi ha sempre incoraggiato e sostenuto, invece lui non accetta il mio modo di essere e non ci parliamo, non che prima fosse meglio, praticamente per lui non esistevo.
E io non ho nessuna voglia di vedere uno che mi guarda con disgusto perché sono bisessuale.
Mi ritorna in mente l'ultima volta che ci siamo rivolti la parola...
Ero nella mia camera a recuperare delle cose che mi servivano, mentre mia madre era in cucina a prepararmi non so quale manicaretto, quando mio padre rientrò in casa e si fiondò nella mia camera sbattendo un giornale sul letto davanti a me
"Jeremy che cosa significano queste foto?"
Lo guardai curioso notando la sua rabbia.
Lo afferrai e osservai le immagini.
Ero io alla festa organizzata della nostra casa discografica per il successo del nostro primo singolo, insieme a Luke, un bellissimo ragazzo, anche lui un giovane cantante di successo, ci eravamo appena conosciuti e avevamo passato tutta al serata insieme, poi alla fine eravamo finiti a letto insieme.
Non ci eravamo accorti dei fotografi, troppo ubriachi ed eccitati.
Le foto ci riprendevano mentre ci baciavamo e ci strusciavamo, fino al nostro ingresso insieme in hotel e la sua fuga la mattina dopo.
Avevo alzato le spalle e avevo semplicemente detto "E allora? I giornalisti non si fanno mai i cazzi loro"
Era stato un po' imprudente da parte nostra, visto che eravamo entrambi famosi, sicuramente la notizia era su tutti i giornali, ma a me non era mai fregato di nascondere la mia sessualità e chi se ne fotteva se le foto erano finite anche su quei pochi giornali che leggeva quel omofobo di mio padre.
Se si fosse interessato di più alla mia vita lo avrebbe saputo da me e non da loro ...
Vidi la rabbia di mio padre diventare più palese "Non hai niente da dire?"
"Cosa dovrei dire? È stata solo una notte ... sei un illuso se credi che alla mia età sia ancora vergine"
"È un ragazzo!"
"E allora? Sono bisessuale da quando avevo 15 anni"
Lo vedi stringere le mani e guardarmi schifato, come se avesse visto un verme.
Sentii la rabbia assalirmi prepotente e farmi vedere tutto rosso.
"Sì, hai capito bene mi piace mettere il mio cazzo nel culo di un altro ragazzo e se lo vuoi sapere anche succhiarlo e prenderlo."
Non lo vidi nemmeno partire il suo ceffone, sentii la guancia bruciare forte prima di rendermi conto di quello che era appena successo.
I suoi occhi erano di fuoco "Vattene da qui"
Non feci una piega, non gli avrei mai mostrato quanto mi aveva fatto male, non era il dolore fisico a bruciare di più.
Lo guardai con odio "Con piacere. Anche tu mi fai schifo." e senza aggiungere altro lo superai e uscii di casa.
sentii la voce di mia madre chiedere cosa fosse successo e quella di mio padre urlarmi di non mettere più piede in quella casa.
La rottura del rapporto con mio padre non è stata una grande perdita, non c'è mai stato per me, sempre impegnato con il suo lavoro, con i suoi amici, con il calcio, anche la televisione veniva prima di me.
Non c'era quasi mai a casa e quando c'era io per lui ero invisibile.
Ho pensato spesso di essere stato per lui solo un incidente di percorso.
Chiamo mia madre e dopo le sue interminabile domande, le dico che sono troppo impegnato per andare a cena da loro, ma che la richiamerò fra qualche giorno per metterci d'accordo per un caffè insieme.
Poi dopo aver messo via il telefono e aver finito il caffè, convinco Justin ad andare via.
Visto che lui è stato riconosciuto non mancherà molto perché riconoscano anche me e che veniamo quindi assaliti da ragazzine urlanti.
Tutti sanno della nostra amicizia, spesso i giornalisti insinuano che sia qualcosa di più.
Quando succede io rispondo semplicemente che non scopo più di due volte con la stessa persona e se mi vedono da anni con lui significa che non lo facciamo.
A me non interessa cosa pensa la gente del nostro rapporto, ma temo che lui possa trovare dei problemi nel suo ambiente "lavorativo", il calcio è un mondo pieno di testosterone ...
Ritorniamo in hotel e Justin si offre di aiutarmi a sistemare le mie cose nella mia nuova casa, questa mattina il mio manager mi ha consegnato le chiavi e mi ha assicurato che la ditta di trasloco ha già provveduto a portare tutto lì, prima però voglio passare a comprare una macchina, mi servirà se voglio avere un po' di libertà.
Quando Justin mi saluta per andare agli allenamenti si limita a dirmi di non fare cazzate.
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