1- Una decisione improvvisa
KRISTOPHER
L'aria è umida e il cielo minaccia pioggia, il solito clima inglese.
Nonostante il freddo pungente, moltissime persone sono assiepate davanti al locale, senza la possibilità di rimediare un biglietto per entrare, con solo la speranza di poter vedere i propri idoli solo per un momento.
L'interno del locale è, se possibile, anche peggio, asfissiante e buio, migliaia e migliaia di persone ammassate una all'altra in fibrillazione.
Alcune ragazze con gli ormoni "a mille" già gridano il suo nome e quello del gruppo.
Ancora non riesco a spiegarmi razionalmente perché sono qui, ma quando due giorni fa ho visto casualmente una sua intervista in tv in cui parlava di questa serata, non ho resistito e ho mosso mari e monti per poter avere il fottuto biglietto che mi permettesse di assistere al suo concerto e di rivederlo dopo tanto tempo.
Gli organizzatori mi hanno sottolineato più volte che l'evento è "sold out" da mesi, ma che per me, sottinteso per mio padre, avrebbero fatto un'eccezione trovandomi un posto nella zona vip con una perfetta visuale del palco.
Il concerto è un evento particolare, la chiusura del loro tour mondiale, voluto dalla band proprio nel locale dove 2 anni prima presero parte ad un concorso musicale, vincendolo, da cui poi tutto ha avuto inizio.
Da allora ne hanno fatta di strada e ormai questo luogo, seppur grande, è decisamente troppo piccolo per il loro successo attuale.
Non so ancora cosa spero: di rivederlo? In una rimpatriata come vecchi amici?
Impossibile, non solo per la sua attuale fama o per le tantissime persone presenti nel locale, ma soprattutto perché lui mi odia e non posso dargli torto.
L'ho rinnegandolo davanti a mio padre, ho avuto paura e ho sputato su tutto quello che c'era fra di noi ... quando solo poche ore prima avevo giurato di amarlo e di proteggerlo per sempre.
Il suo sguardo ferito e umiliato è ancora vivo nella mia mente e non fa che turbare i miei sogni.
Quando grazie ad un buttafuori riesco ad arrivare al posto assegnatami, la situazione migliora decisamente, ho un posto riservato solo per me senza tutte quelle persone incollate addosso e, come mi avevano promesso, una perfetta visuale del palco.
Sicuramente fra il pubblico c'è anche mio fratello Justin, no ... probabilmente lui è dietro, nei camerini, con lui.
Il loro rapporto è ancora saldo e questo mi rende molto geloso.
Non è la prima volta che invidio Justin per questo motivo ...
Non mi ero mai interessato agli amici del mio fratellino, li vedevo solo come dei marmocchi guastafeste.
Ci separavano solo due anni, ma quando si è piccoli sembrano un'eternità.
Finché un giorno non avevo incontrato Jeremy e ne ero rimasto affascinato.
Sembrava uscito da un manga "bishonen".
Aveva un viso delicato più simile ad una ragazza che ad un ragazzo, due occhi grandi di un verde smeraldo quasi accecante e i suoi capelli neri e lisci un po' lunghi completavano quel quadro perfetto.
Tutte le ragazze che conoscevo non avrebbero retto il confronto.
Anch'io non mi potevo certo lamentare, avevo occhi azzurri e capelli biondi e tutti mi consideravano un bel ragazzo che unito al fatto di essere figlio di un uomo molto ricco e importate mi rendevano il più ambito della scuola, ma di fronte al verde dei suoi occhi mi sembrava di essere solo una foto sbiadita senza alcun valore.
Da quel giorno avevo preso ad osservarlo di nascosto, cercando ogni scusa possibile per andare da mio fratello quando era insieme a lui, il che succedeva spesso visto che da quello che avevo capito Jeremy era ciò che si può definire il suo migliore amico.
Un giorno, per mia fortuna, sì, la considero una fortuna perché, nonostante la tragica conclusione, i giorni passati con lui sono stati i migliori della mia vita, Justin mi aveva chiamato per dirmi che sarebbe rientrato tardi a causa degli allenamenti di calcio e di scusarmi con Jeremy che presto sarebbe arrivato a casa nostra e non era riuscito ad avvisarlo.
Mi sembrò un'occasione perfetta per conoscere meglio il ragazzo che stava turbando non solo le mie giornate, ma anche i miei sogni.
Così quando arrivò gli riferii il messaggio di Justin, ma invece di rimandarlo a casa, gli offrii di restare ad aspettarlo con me.
Jeremy mi fece un gran sorriso, che riuscì a farmi tremare il cuore e accettò.
Passammo il pomeriggio a giocare alla play, a ridere e scherzare come due vecchi amici.
La sua risata era bellissima e contagiosa e i suoi occhi si illuminavano ancora di più.
Penso di essermene innamorato quel giorno...
Sento le grida della folla farsi più forti quando si intravedono dei movimenti sul palco e le luci si accendono rivelando i membri della band già ai loro posti.
Il mio sguardo lo cerca bramoso ...
ed eccolo lì in tutta la sua bellezza, Jeremy Ashton Collins cantante e chitarrista dei REAPER SOUL, migliore amico di mio fratello Justin e mio ex amico ed amante ...
Sono 3 anni che non ci parliamo e 2 che non lo vedo dal vivo ...
Non mi rivolge più la parola da quella fatidica sera in cui io ho mandato "a puttane" la nostra amicizia e la nostra storia ...
Jemy è cambiato, ha perso la sua aria fanciullesca, i tratti si sono fatti più marcati, ma, se è possibile, è ancora più bello.
La sua maglietta stretta rivela un fisico magro e asciutto. Le sue braccia ricoperte di tatuaggi mi fanno storcere il naso, perché ha voluto nascondere la sua pelle liscia e perfetta, così chiara che mi bastava così poco per marchiarlo ...
Da quel primo pomeriggio passato insieme ne seguirono molti altri.
Ogni tanto mi ritrovavo Jemy sulla porta di casa in cerca di Justin quando lui era agli allenamenti di calcio.
Non gli avevo mai detto che sapevo benissimo fosse solo una scusa per vedere me, perché il fatto mi faceva veramente felice e avevo paura di rovinare qualcosa ...
Il tempo che passavamo insieme rispecchiava sempre lo stesso copione, interminabili partite alla play finché non arrivava Justin e Jemy lo seguiva in camera sua.
Un giorno però dopo la sua ennesima vittoria, mi batteva sempre, e l'ennesimo suo "sfottò" senza pensarci mi scagliai su di lui bloccandolo sotto di me sul divano.
Le mie mani presero a vagare sul suo corpo per fargli il solletico e mentre lui in preda alle risate si dimenava sotto di me, qualcosa di imprevisto si mosse in me e mi ritrovai eccitato.
Mi bloccai vedendo il suo sguardo scioccato, se ne era accorto anche lui, sarebbe stato impossibile il contrario visto che i nostri corpi era così a stretto contatto.
Non gli diedi il tempo di dire niente e mi abbassai sulle sue labbra.
Jemy non rispose subito, ma non mi respinse nemmeno, così cercai di violare la sua bocca per farlo reagire. Volevo avere una reazione, una qualunque, ma niente.
Mi staccai arrabbiato "Reagisci cazzo!".
Una strana scintilla attraversò i suoi occhi e senza preavviso mi afferrò per i capelli e mi portò nuovamente sulla sua bocca.
Il contatto con la sua lingua, il suo sapore, tutto mi sembrò fantastico.
Sentii mille brividi percorrermi, un grande calore invadermi, un desiderio che fino ad allora non avevo mai provato per nessuna ... non era il mio primo bacio, ma sicuramente era il primo che mi sconvolgeva tanto.
Forse ero guidato solo dai miei ormoni impazziti, ma non mi sembrò così sbagliato quello che stavamo facendo, infondo lui aveva solo 15 anni e io 17.
Da quel giorno io e Jemy ci incontrammo spesso all'insaputa di mio fratello.
Iniziai ad esplorare il suo corpo, un corpo così simile al mio, ma al contempo per me così diverso da quelli a cui ero abituato in quelle circostanze ...
Anche se lo desideravo, mi sentivo completamente inesperto, così mi limitavo a baciarlo, a toccarlo.
Lui seppur più piccolo si faceva meno problemi di me sul fatto che fossimo due ragazzi, infatti pur lasciandosi guidare, ogni volta sembrava volermi chiedere di più, un giorno aveva preso l'iniziativa e ci eravamo spinti fino al sesso orale... il miglior pompino che mi avessero mai fatto.
La sua voce mi fa correre un brivido lungo la schiena e rimango incantato ad ascoltarlo.
E' sempre stato molto bravo a suonare e a cantare, mi ricordo perfettamente la prima volta che l'ho sentito...
Era la prima volte che andavo io a trovarlo, volevo fargli una sorpresa. Sua madre mi fece entrare e mi indicò la sua stanza dicendomi di andare tranquillamente a raggiungerlo.
Non credo sapesse che rapporto ci fosse tra me e Jemy altrimenti dubito che mi avrebbe fatto andare da solo nella camera di suo figlio.
Stavo per entrare quando una voce melodiosa e una musica dolce mi bloccarono. Mi sembrò un crimine interrompere una canzone così bella, ma volevo assolutamente scoprire chi fosse.
Abbassai piano la maniglia e aprii un piccolo spiraglio.
La visione che mi si presentò davanti rischiò di farmi fermare il cuore: Jemy era seduto a terra con la chitarra fra le braccia, aveva gli occhi chiusi ed era completamente preso dalla musica. Era bellissimo, il suo viso sembrava brillare.
Non sapevo fosse così bravo e neppure che la sua voce si trasformasse diventando calda e sensuale.
Aprii di più la porta come ammaliato, sentivo una forza attirarmi verso di lui.
Avevo una voglia irrefrenabile di baciarlo, di toccarlo, di sentire la sua voce calda gemere il mio nome.
Non avevo mai sentito un desiderio così grande, ma appena gli fui vicino Jemy si accorse di me e smise di cantare.
Aprì gli occhi e mi guardò scioccato "Kris?! Cosa ci fai qui?!"
La sua voce sorpresa e quasi stridula per lo spavento mi riscosse.
"Tua madre mi ha fatto salire ... volevo farti una sorpresa ..."
Sorrise sincero "Scusa non ti avevo sentito ..."
Si alzò e mise via la chitarra.
Non capivo il suo comportamento, era bravissimo, perché si era fermato e perché non me ne aveva mai parlato? Sentii il desiderio di sapere.
"Sei veramente bravo. Perché non me lo hai mai detto?"
"Non lo so ... è difficile da spiegare ... è come se la musica fosse la mia amante segreta di cui sono estremamente geloso ... e quando sono con lei sono completamente nudo, lei fa l'amore con la mia anima, con la parte più profonda e più nascosta di me" fece una pausa poi concluse "Solo Justin mi aveva sentito suonare ... fino ad ora..."
Mi sentii geloso, volevo essere io la sua persona speciale, quella che conosceva ogni angolo nascosto della sua anima.
"Anch'io voglio sentirti suonare"
Jemy sorrise e una strana luce accese i suoi bellissimi occhi verdi "Mi vuoi vedere nudo?"
Dio, in quel momento era stupendo, non volevo solo vederlo "Cos'è una proposta?"
Jemy mi si avvicinò malizioso "Mia madre non bussa mai prima di entrare... ti dovrai accontentare di questo" e mi baciò.
Quella fu la prima volta in cui desiderai veramente fare sesso con lui.
Jemy mi raccontò che suonava da quando aveva 4 anni. Aveva iniziato con il pianoforte.
Nella sua camera c'erano 2 chitarre, un basso e una tastiera.
Da quel giorno suonò altre volte davanti a me e ogni volta restavo incantato dalla sua bravura e dalla sua voce. Mi sentivo veramente come se stessi assistendo a un atto d'amore fra lui e la sua musica. Una cosa così intima che mi faceva sentire veramente speciale ...
E adesso Jemy condividi la tua amante con il mondo intero...
Anche questo lato di lui è cambiato dopo quella notte ... tutto è cambiato in lui ... quasi fosse un'altra persona.
Adesso non è più Jemy, il ragazzo dolce, allegro e solare, ma Jez, è così che si fa chiamare, irriverente, provocatore e trasgressivo ...
Prima era la luce adesso è l'oscurità e non posso non sentirmi colpevole.
Anche Justin mi accusa di questo cambiamento, non so se è a conoscenza della verità, ma da allora non mi rivolge la parola a meno che non ne sia costretto.
Le canzoni si susseguono senza sosta.
Mi sento nuovamente catturato dalla sua voce, sento mille brividi percorrermi la colonna vertebrale, ha ancora un potere devastante su di me.
Quanto vorrei poterlo avere nuovamente fra le mie braccia.
"Jez! Jez! Jez!" Il grido della folla si fa assordante.
Jeremy ormai non è più mio ... e la colpa è solo mia.
Vorrei poter mandare indietro il tempo e ritornare a quella mattina, ma nonostante conosca le conseguenze delle mie parole, non sono certo di riuscire ad agire diversamente.
A 17 anni avevo troppa paura di mio padre e l'amore era un sentimento ancora troppo sconosciuto per essere difeso ad ogni costo ...
Avevo organizzato tutto nei minimi dettagli. La nostra prima volta insieme doveva essere perfetta.
Quel fine settimana i miei genitori sarebbero rimasti fuori a dormire, era il loro anniversario e avevano prenotato due giorni in una Spa extralusso.
Mia madre era entusiasta, visto che mio padre passava pochissimo tempo a casa a causa del suo lavoro, era un'occasione più unica che rara.
Justin invece era in ritiro con la squadra di calcio.
Così visto che avevo la casa a disposizione avevo chiesto a Jemy di passare la serata e la notte con me.
Lui sapeva perfettamente quali fossero le mie intenzioni, infatti mi aveva risposto "Sta notte ti darò tutto ciò che vorrai ... anche se la cosa più importante è già tua"
Avevo trascorso il pomeriggio a prepararmi e a contare i minuti che mi separavano dalla nostra fantastica notte insieme.
Erano già passati 6 mesi dal nostro primo bacio e fra pochi giorni sarebbe stato il suo 16° compleanno.
Gli avevo comprato le cuffie dalla Bose che desiderava tanto e non vedevo l'ora di vedere la sua faccia sorpresa.
Inizialmente avevo pensato ad una cena romantica, ma poi mi ero detto che non dovevo trattarlo come fosse una ragazza, così avevo optato per pizza e birra.
Jemy lo apprezzò molto, visto che era il suo piatto preferito e l'imbarazzo che avevo visto sulla sua faccia al momento del suo arrivo si dissolse completamente. Probabilmente aveva temuto di non sapere come reagire di fronte a una cena romantica.
Mangiammo in un clima rilassato e allegro e appena finito gli diedi il suo regalo.
La sua faccia sorpresa fu impagabile inferiore solo a quella di quando aprì il pacco.
Il suo sorriso divenne raggiante e i suoi occhi brillarono di emozione. Mi saltò addosso urlando "Tu sei pazzo! Io ti amo!"
Quelle due parole mi fecero tremare il cuore e gli sussurrai "Anch'io" prima di iniziare a baciarlo.
Lo presi in braccio e senza staccarmi dalle sue labbra lo portai in camera mia.
Lo depositai sul letto e presi a spogliarlo mentre lui con mani tremanti faceva lo stesso con me.
Volevo essere delicato e fargli assaporare ogni momento, ma il desiderio era troppo forte.
Presi a baciare e mordere la sua pelle bianca e morbida, lasciando segni rossi ovunque, mentre lui si tendeva sotto di me.
Senza pensarci presi il suo sesso in bocca, non avrei mai creduto di fare una cosa simile e soprattutto che fosse così eccitante fare una pompa a Jemy, ma vederlo così preda del piacere e sentirlo gemere il mio nome mi diede letteralmente alla testa, volevo avere di più.
Gli misi due dita in bocca per fargliele leccare e poi presi a violare la sua apertura ancora vergine.
Lo sentii irrigidirsi, ma non mi fermai anzi presi a pompare più velocemente, lo vidi inarcare la schiena e gridare il mio nome per poi riversarsi nella mia bocca.
In quel momento riuscivo solo a pensare che Jemy era solo mio e lo volevo completamente.
Mi posizionai alla sua entrata e alzandogli le gambe lo penetrai, lo vidi riprendersi dall'orgasmo e stringere forte il labbro inferiore fra i denti serrando gli occhi, ero stato troppo precipitoso e gli avevo fatto male.
Mi fermai scioccato, mi ero lasciato guidare dalla lussuria.
Lo vidi riaprire gli occhi e lo sentii sussurrare "Non fermarti"
Mi abbassai a baciargli il labbro martoriato "Scusa ... cercherò di essere più delicato" e poi presi a muovermi piano.
All'inizio strinse nuovamente gli occhi, ma poi qualcosa cambiò. Un gemito uscì dalle sue labbra "Ancora lì ti prego"
Quello fu il via libera che aspettavo. Spensi la testa e ci fu solo piacere.
I nostri gemiti si mischiarono e i nostri nomi risuonarono nella stanza.
Il suo viso nuovamente stravolto era una visione paradisiaca che da sola rischiava di farmi venire.
Lo feci girare per dare maggior vigore alle mie spinte e riuscire a segarlo per dare sollievo al suo sesso congestionato.
Venimmo quasi all'unisono e ci lasciammo cadere sfiniti sul letto.
Ci abbracciammo stretti e ci addormentammo in quella posizione ancora completamente nudi e sporchi del nostro piacere.
I nostri "Ti amo" detti prima di abbandonarci al sonno sembravano una promessa per l'eternità.
Il mio piano consisteva in un dolce risveglio e una colazione a letto, ma il nostro risveglio fu tutt'altro che dolce ... il peggiore della mia vita.
Sentii un grido "Che accidenti significa?"
La voce di mio padre mi ridestò in un momento.
Aprii gli occhi e lo vidi sulla porta della mia stanza. Sentii Jemy irrigidirsi al mio fianco e portarsi le coperte sulla testa.
Non era necessario che mio padre vedesse che sotto le lenzuola eravamo ancora completamente nudi, i nostri vestiti sparsi per la stanza parlavano da soli.
"Kristopher Matthias Thompson ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta"
Non sapevo cosa dire, non avevo mia visto mio padre così infuriato, i suoi occhi erano rossi per la rabbia e le sue mani strette a pugno stavano tremando.
"Non permetterò che mio figlio diventi un lurido finocchio. Da domani ti spedirò da tuo zio!"
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Mio zio era un generale dell'esercito e io non volevo diventare un militare, preferivo la morte a quella vita e mio padre lo sapeva bene.
Iniziai a urlare in preda la panico "No! Ti prego! Non è come sembra!"
"E allora come sarebbe? Non farmi passare per scemo ..." Guardò disgustato i nostri vestiti in giro per la camera.
Sapevo di non poter smentire, così il panico si impossessò di me e parlai senza pensarci "Non è significato niente! Te lo giuro non ricapiterà mai più! Non ero in me ... non so cosa stavo facendo ... ti prego! Non mandarmi via"
Il mio unico pensiero era quello di trovare un modo per non farmi cacciare di casa.
Mio padre mi guardò più rilassato "Vestiti. Ti aspetto di sotto ... da solo."
Mi sentivo stordito e non riuscivo a pensare a niente, la mia mente era completamente in tilt .
Mi vestii e vidi Jemy fare altrettanto in completo silenzio.
Mi aspettavo che mi urlasse contro, avevo rinnegato quello che c'era tra noi trattandolo come una puttana senza valore, ma lui non disse niente.
I suoi occhi erano completamente spenti sembrava fosse morto dentro ed ero stato io ad ucciderlo.
Lo guardai uscire dalla camera senza avere il coraggio di dire una parola.
Attesi alcuni minuti prima di seguirlo.
Quando arrivai di sotto notai lo stato in cui avevamo lasciato la sala, era evidente che non avevo passato la serata da solo e per quello mio padre si era fiondato subito nella mia stanza.
Però ancora non capivo perché fosse rientrato prima e per di più da solo, sicuramente era colpa del suo lavoro.
Raggiunsi mio padre in cucina e mi sedetti al tavolo tenendo la testa bassa, non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
Mi fece una lunga romanzino sull'importanza del mio cognome, sul fatto che non potevo comportarmi in modo da gettare disonore sulla mia famiglia, avevo un futuro brillante davanti e non potevo gettarlo per una stupida curiosità, e altre stronzate simili.
Mi disse anche che ero stato fortunato che fosse rientrato prima a causa di un cliente e che avesse potuto salvarmi dalle grinfie di quel ragazzo che mi aveva ammaliato avvelenandomi il cervello.
E che fortunatamente mia madre non era con lui altrimenti l'avrei uccisa per il dispiacere.
Mi disse che quella stessa sera mi avrebbe presentato la ragazza giusta per me e mi fece promettere di comportarmi come si addiceva ad un Thompson.
A me non interessava niente di niente. In quel momento l'unica cosa che invadeva tutto il mio essere era il dolore lancinante per la certezza di aver perso per sempre Jemy, il mio piccolo sole.
Jeremy non mi rivolse mai più la parola e anche se sapevo che ancora si vedeva con Justin non mise più piede in casa nostra.
Dal quel giorno poi cambiò completamente, lo vedevo sempre girare per i corridoi della scuola con il cappuccio della felpa alzato sulla testa e le cuffie che gli avevo regalato sempre nelle orecchie.
Come se si volesse nascondere dal mondo intero.
Un giorno raccogliendo tutto il mio coraggio lo avevo rincorso all'uscita "Jemy devo parlarti"
Lui si era fermato e girandosi verso di me, i suoi occhi erano freddi e impassibili, mi aveva detto "Sai perché ho tenuto il tuo regalo? Per essere certo di non dimenticare mai cosa è successo ... Jemy è morto e sei stato tu ad ucciderlo"
Ero rimasto lì senza riuscire a dire niente mentre lo guardavo allontanarsi per sempre dalla mia vita.
Sono ancora bloccato in quella reazione finta, fatta solo di apparenze.
Ad Allyson importa solo di essere la fidanzata del figlio di Alexander Thompson. Non c'è mai stato amore tra noi e mai ci sarà.
Perso nei miei ricordi non mi sono nemmeno reso conto che il concerto è finito e che Jez sta salutando il pubblico dirigendosi dietro le quinte.
Un forte dolore mi invade insieme alla certezza che non lo rivedrò per molto tempo.
Vengo assalito da un irrefrenabile desiderio di parlargli e senza pensarci prendo il telefono e digito il numero dell'unica persona che può aiutarmi, anche se dubito lo farà.
Dopo qualche squillo sento Justin rispondere "Che cazzo vuoi?!"
Non mi stupisco della sua risposta, lo so che mi odia per quello che ho fatto Jemy, ma non posso demordere.
"Ho bisogno di parlare con Jeremy"
Sono certo che in questo momento è con lui.
"Chi ti dice che lui voglia farlo?"
"Chiediglielo"
Ho bisogno di sapere, di parlargli, di vederlo, ma se lui non vorrà farlo mi basterà fargli sapere che sono qui per lui ... qualunque cosa ... sarà già qualcosa ...
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nd: si susseguiranno due punti di vista: quello di Kristopher e quello di Jeremy.
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