6. Riunione segreta al fienile

«Nate, perché mi stai portando qua sopra? Vuoi limonare o uccidermi?».

Il ragazzo, ancora a gattoni, mentre cercava spazio nella piccola soffitta del fienile, si voltò a guardarla e le sorrise.

«Forse entrambi», ma quando Mandy scoppiò a ridere, facendo risuonare il suono della sua voce in tutto il locale, Nate si mise un dito sulla bocca e aggiunse: «Shhhh, potrebbe sentirti qualcuno».

«Chi?», chiese lei in un sussurro, scettica.

Nate si limitò ad indicarle con un dito il piano terra del fienile, ormai abbandonato da decine e decine di anni.

Mandy fu costretta ad allungare il collo, nella sua posizione, per poter guardare sotto.

Alcune persone stavano entrando dalla grande porta in legno sul lato principale e stavano prendendo posto su delle vecchie sedie posizionate quasi fossero in chiesa.

Tutte rivolte verso il lato opposto dell'entrata principale, dove vi era un piccolo spazio libero, messe in fila, a destra e a sinistra da quello che sembrava un corridoio creato appositamente.

Confusa, si voltò a guardare Nate: «Qui non viene più nessuno da anni... Che cosa sta succedendo?».

Lui sorrise ancora: «Non hai notato dei comportamenti strani nell'ultima settimana? Dalla fiera del granturco, per esempio».

Sembrava così compiaciuto di aver scoperto qualcosa prima di lei che Mandy si sentì in dovere di precisare: «Forse ero troppo impegnata a studiare per il compito di Spagnolo. Al contrario di te».

Lui fece spallucce, e tornò a guardare di sotto: «Vieni, avviciniamoci di più così ti faccio vedere... Ma stai attenta».

Mandy lo prese in parola mentre gattonavano su quel pavimento di assi in legno marcite, tra muffa e polvere.

Quando poi riuscirono a sdraiarsi a terra, in un punto abbastanza buono per sbirciare di sotto e allo stesso tempo per non essere osservati dalla gente che stava entrando.

«Vedi, ho capito che stavano organizzando qualcosa quando ho visto più volte mia madre parlare al telefono in modo misterioso, palesemente non voleva farsi se tire di Agnes. E un giorno, mentre tornavo da scuola, ho notato che il sindaco stava parlando con il suo assistente, davanti al comune, e gli chiedeva di mettersi d'accordo con la vostra sindaca».

Nate indicò le sedie sul lato destro: «Quelli sono alcuni degli abitanti di Josesville, vedi... Ci sono anche i miei genitori e il nonno».

Mandy si guardò attorno prima di indicare qualcuno sua parte sinistra del fienile: «Quelli sono i miei genitori, e quello lì è il mio vicino».

Nate annuì, soddisfatto che anche Mandy iniziasse a comprendere.

«Che cosa stanno facendo?».

A quel punto l'investigatore Nate non seppe rispondere: «Lo scopriremo, ma qualsiasi cosa sia si sono accertati che né Agnes né Errison Blake fossero nei paraggi. Perciò, immagino si tratti di loro».

Mandy stava per dire qualcos'altro ma un rumore attirò la loro attenzione e tornarono a guardare di sotto.

Norman Buch, il sindaco di Josesville era entrato nel fienile e a passo svelto si stava dirigendo sul lato apposto, di fronte a tutte le sedie. Con la sua andatura sicura, nonostante la statura bassa e la corporatura tarchiati, e con il suo immancabile cappello da cowboy che indossava anche durante le riunioni ufficiali del comune.

A nessuno era permesso insinuare che il suo cappello non fosse un capo di abbigliamento adatto ad ogni occasione. 

Dietro di lui, con la stessa andatura sicura, ma molto più sinuosa, lo seguiva Adeline Miller, la sindaca di Backsonville, nel suo solito tailleur dal taglio elegante, quel giorno sui toni del rosso. I tacchi la rendevano ancora più alta.

E l'effetto, quando si voltò e si accostò a Norman fu alquanto strano. A Nate sembravano una giraffa e un ippopotamo e fu costretto a trattenere una risata mentre se li immaginava in versione animale.

La riunione iniziò qualche minuto dopo, quando l'assistente di Norman, un ragazzino occhialuto dall'aria spaesata, richiamò tutti i presenti all'ordine. Le sedie erano tutte occupate e i ritardatari erano stati costretti a restare in piedi, in fondo e ai lati dell'edificio, vicino alle pareti. 

E proprio come aveva immaginato Nate, erano lì per parlare della relazione tra Agnes ed Errison. Se fossero stati in un'altra contea, avrebbero considerato tutta quella faccenda davvero ridicola, e invece Nate e Mandy non si stupirono.

Per i primi venti minuti gli abitanti di entrambe le città sembravano in accordo, il che era già strano di per sé. Tutti concordavano sul fatto che i due non dovevano stare insieme, per buona pace degli abitanti di quella zona.

Ma la serenità e la concordia durarono ben poco e presto finirono per litigare, come era prevedibile.

«Scommetto che è tutta colpa di quella Agnes Whitmore, ha incastrato per bene il nostro amato dottor Blake perché vuole fregarlo», iniziò a dire un'anziana signora, alzandosi dalla sua sedia e indicando con il dito la folla a destra.

«Certo», concordo il suo vicino: «Deve essere andata così, quella ragazza è strana e non mi piace proprio».

A quel punto fu il turno di Tracy di alzarsi dal suo posto, indignata: «Agnes non ha bisogno del vostro dottore... piuttosto deve essere stata colpa di Blake, che con il suo fascino è riuscito a far perdere la testa alla nostra povera Agnes».

«Non dica sciocchezze», sbraitò un altro, sbuffando ed urlando: «Blake non ha bisogno della vostra Agnes. Lui è un veterinario capace e desiderato ovunque e potrebbe avere tutti i lavori che vuole e tutte le donne che desidera».

«Sarà pure desiderato ovunque ma ha scelto di tornare qui, ed ha accettato un umile lavoro come veterinario della contea...», biascicò Nonno Quinn, con un tono fin troppo polemico. 

Nessuno raccolse la sua insinuazione, anzi, un altro cittadino di Backsonville si alzò impettito e aggiunse: «La verità è che non ci si può fidare di voi di Josesville, siete tutti corrotti e ladri, siete buoni solo a ingannare gli altri per ottenere tutto ciò che volete».

E a quel punto iniziarono a partire le vere e proprie offese, tornando indietro fino a ben duecentocinquanta anni prima e la classica leggenda divenuta mistero.

Nate si voltò a fissare Mandy, mentre alcuni abitanti stavano per finire alle mani, come a voler dire "patetici" e lei annuì, in pieno accordo.

E solo quando i fratelli Nelson, Adam e Luke, si alzarono minacciosi e si avvicinarono a due abitanti di Backsonville, che tutti iniziarono a preoccuparsi. Conoscendo i fratelli Nelson, due attaccabrighe un po' ignoranti, anche Nate iniziò a preoccuparsi. 

Il sindaco Norman intervenne subito, mettendosi in mezzo tra i quattro con i palmi delle mani alzate: «Calmiamoci, per favore. Cerchiamo di comportarci in modo civile».

Per qualche istante alcuni abitanti di Backsonville continuarono a recriminare vecchie ripicche ma a quel punto anche la sindaca Adeline intervenne: «Sedetevi tutti e riprendiamo il controllo».

Quando la situazione fu di nuovo sotto controllo, Adeline riprese, con voce ferma e convinta: «Siamo tutti d'accordo. Dobbiamo fare qualcosa per separarli, e farlo il prima possibile».

Tutti, come se fossero mossi all'unisono da fili invisibili, iniziarono ad annuire, più calmi e sereni. L'obbiettivo comune sembrava metterli d'accordo.

«Il sindaco Buch ed io ne abbiamo parlato e per quanto siamo convinti che sia solo una cotta passeggera, qualcosa di cui non doversi preoccupare troppo», continuò la donna lanciando un'occhiata al suo collega che asserì in silenzio.

«Abbiamo anche pensato che l'inevitabile fine di questa storia necessiti il nostro intervento... diciamo una piccola spinta, per portare gli eventi verso il proprio naturale corso».

La sindaca parlava con cautela, quasi stesse valutando le reazioni dei presenti, ma gli abitanti non parvero affatto scandalizzati anzi.

La riunione proseguì per almeno un'altra ora buona, durante la quale, di comune accordo per la prima volta nella storia, gli abitanti di Backsonville e quelli di Josesville iniziarono ad escogitare un lungo, complesso e bizzarro piano per il loro scopo.

Nate e Mandy ascoltarono le loro innumerevoli idea per far lasciare Errison e Agnes, molte delle quali davvero assurde - e alcune anche illegali - ma invece di stupirsene, si resero conto che era proprio quello che si aspettavano dai loro concittadini. 

Quando il sole iniziò a calare, e i due sindaci annunciarono la fine della riunione, le persone iniziarono ad andarsene, proprio come erano venuti, lanciando di tanto in tanto qualche occhiataccia al vicini dell'altro paese. 

E solo quando il fienile fu completamente vuoto, i due ragazzi sgattaiolarono al piano di sotto, un po' intorpiditi per essere stati costretti a terra tutto quel tempo.

«Non avrei mai immaginato che questo fienile potesse venire usato di nuovo per complottare contro una coppia», disse Mandy, fra sé, osservando le sedie con aria pensierosa. 

Nate invece sembrava compiaciuto e anche divertito: «E' la cosa più divertente che capita da queste parti da che ne ho memoria».

«Dovremmo avvisare Agnes e il dottor Blake?».

I due si guardarono, poi tornarono a fissare il luogo dove si era appena svolta la riunione più bizzarra della storia. 

«Non so se saperlo potrebbe aiutarli... La gente di qui è testarda come un mulo, non riusciranno mai a convincerli di lasciarli in pace, se si sono messi in testa di voler ficcare il naso. Da queste parti funziona così, non puoi tenere nulla per te».

La cosa che più lo infastidiva non era che due intere città stessero complottando contro de ragazzi, rei di amarsi. Quello era perfettamente in linea con Backsonville e Josesville.

Ma la sua reazione e quella di Mandy. Due persone normali avrebbero cercato di scappare da tanta idiozia, o quanto mese sarebbe stati preoccupati. Loro invece si fissavano come se non fosse successo nulla di male.

«Siamo troppo assuefatti dall'effetto pazzia di questa zona», asserì lui, convinto che fosse l'unica risposta plausibile alla loro assenza di reazione. 

Spazio autrice:

Buonasera a tutti!

Curiosi di sapere i piani dei cittadini per separare Errison e Agnes? Preoccupati?

Di sicuro non sarà facile tenere a bada due intere cittadine convinte di quello che fanno. 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto,

A presto,

Chiara😘

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