46. Verità
Spazio autrice
Ciao ragazzii, volevo avvisarvi che questo è il penultimo capitolo di questa storia. L'ultimo uscirà probabilmente tra qualche giorno, forse anche prima 😁. Fatemi sapere cosa ne pensate commentando oppure lasciando una stellina. Grazie in anticipo se lo farete.
Buona lettura,
Giuly ❤
CORRETTO
<<Buonasera ragazzi, scusate l'interruzione ma prometto che sarò molto veloce>>
Una ragazza sale sul palco portandole una busta. Madison si gira quasi a fatica verso di lei, per via del suo vestito a tubino rosso. Apre la busta frettolosamente <<Qui dentro ci sono i nomi dei nuovi re e reginetta del ballo invernale>> estrae il cartoncino, imprecando per via delle sue unghia lunghe e smaltate che la intralciano nel tirare fuori quel pezzo di carta.
Torna a sorridere, poi legge i nomi dei vincitori che vengono subito illuminati dal riflettore. Ma cos'è questa pagliacciata?, mi chiedo.
<<Mi dispiace ma per quest'anno qualcun altro merita queste corone>> dice acida contro quei poveri ragazzi che hanno smesso di sorridere e il resto a sussurrare ad alta voce.
Madison si volta verso di me con occhi maligni, subito capisco che questa messa in scena riguarda proprio me. Riesco a distinguere quella sensazione adesso, è la paura che mi gela il sangue e non mi permette di muovermi, nemmeno di respirare.
<<La persona che nominerò riceverà il titolo di "migliore amica dell'anno>> dice con voce stridula e piena di adrenalina mischiata a quella cattiveria che possiede in corpo <<Facciamo tutti un applauso a Bianca Anderson>>
Tutti gli occhi adesso sono puntati su di me mentre un applauso generale parte subito dopo le parole di quella megera. Io mi guardo intorno imbarazzata perché so già che questo è solo l'inizio di una lunga umiliazione.
<<Se credi di poterla mettere in imbarazzo così, ti sbagli di grosso>> Sofy mi raggiunge in un batter d'occhio, prendendomi a braccetto come sostenitrice numero uno in mezzo a questa massa di ragazzi <<Fai bene a darle quella corona perché lei è una vera amica>>
All'improvviso capisco la direzione dei pensieri di Madison: forse sospetta qualcosa di me e Dylan. Il cuore prende a battere veloce per via del segreto enorme che sta per essere confessato a Sofy, il segreto che avrei dovuto dirle io, non ora, non qui, non così.
<<Sofy, andiamocene ti prego>> cerco di recuperare al danno, tirando Sofy per il braccio ma i suoi piedi sembrano essere piantati per terra. Gli occhi le si accendono di una rabbia che va contro il suo essere sempre buona con tutti. Questo mi dimostra ancora una volta che Sofy difenderebbe con unghie e denti i suoi amici. Mi sento ancora più in colpa adesso.
<<Ci metteresti una mano sul fuoco su questo?>> Madison la sfida con lo sguardo e per un attimo spero che Sofy non accetti, ma quando la guardo negli occhi mi accorgo, a malincuore, che non è così.
<<Due mani>> incrocia le braccia al petto. Io, invece, sento già la fronte imperlata di sudore. <<Sofy, ti prego, lasciala perdere>> tento di nuovo, invano.
<<Va bene>> si volta verso il ragazzo posizionato davanti alla postazione computer, con tanto di casse connesse per la musica e proiettore che mostrava sul muro le foto scattate durante il ballo <<Jason mostra a tutti che grande amica è Bianca>> il ragazzo annuisce e preme con decisione un tasto.
Subito una foto appare in tutta la sua grandezza sul muro, mostrando la prova che incastra me e Dylan. Ci siamo io e lui nella foto, tre giorni fa, quando mi ha riaccompagnata a casa e ci siamo baciati per la seconda volta nella sua macchina. Credo di esser diventata un lenzuolo in viso, un pallore accompagnato da una sudorazione eccessiva e la mancanza di aria ai polmoni.
Tutto sembra fermarsi: i ragazzi, i fiati di chiunque si trovi in questa palestra, il tempo. Ogni secondo mi sembra esser diventato ora mentre, io in primis, non riesco a staccare gli occhi da quella foto. Si vede benissimo che siamo noi, non c'è nulla da negare.
Mi volto leggermente per vedere la reazione di Sofy, la quale ha lasciato cadere a penzoloni le braccia, la sicurezza dentro agli occhi è svanita e persino il suo dolore mi sembra di percepire a questa distanza. Poco più lontano vedo Dylan che stringe i pugni lungo i fianchi e il suo sguardo non riesce a sostenere quello della folla che ci circonda.
Sofy inizia a camminare, la folla si apre al suo passaggio, finché non arriva davanti al muro. Un lungo corridoio ci separa adesso. Studia attentamente il muro, il suo respiro comincia ad aumentare mentre scuote la testa ripetutamente. Anche lei stringe i pugni adesso, abbassa il capo mentre continua a sussurrare tra lei e lei qualcosa di incomprensibile. Io rimango congelata mentre la scena mi scorre sotto agli occhi.
<<Sofy...>> riesco a dire a malapena e in un sussurro poco udibile persino da me stessa. La vista mi si appanna per via di quel dolore che mi infesta il petto. Allungo una mano verso di lei, di riflesso, come se percepissi già di averla persa <<Io->>
Sofy si volta verso di me scattante: ha gli occhi pieni di lacrime, le guance rosse e rigate, uno sguardo intriso di delusione e rabbia. Mi interrompe bruscamente.
<<Dimmi che è tutto falso Bianca, dimmi che non l'hai fatto, non tu ti prego>> con una mano va a coprire la bocca mentre continua a scuotere la testa.
Io cerco di risponderle, vorrei urlarle che non è vero nulla, che non è stata tradita da amica e da ragazza, che è solo un montaggio utilizzato da Madison per dividerci, ma non sarebbe da me, non sarebbe da Bianca e so che peggiorerei solo la situazione.
<<Mi dispiace>> non riesco a guardarla negli occhi, così rivolgo la mia attenzione alle mie scarpe nere. Lei continua a ripetere con la voce rotta dal pianto che non possibile.
<<Ti dispiace? Per cosa?>> tuona all'improvviso, facendomi sobbalzare <<Per avermi tradita o per aver baciato il mio ragazzo?>> sottolinea con la voce "mio", mentre con un dito indica la foto che le resterà impressa nella mente per molto tempo, la causa di un altro ricordo doloroso che ho creato io.
<<Mi dispiace per entrambe Sofy>> dico tornando a guardarla in quegli occhi provati, anche da me stavolta <<Avrei voluto dirtelo prima, ma ogni volta che provavo a parlarti avevi sempre altro da fare>>
<<Non è una buona scusa per non dirmelo... Io mi fidavo di te>> mi grida contro con tutto l'odio che possiede in corpo. Non l'avevo mai vista arrabbiata fino a questo punto e soprattutto con me.
<<Lo so ma questo mi ha permesso di prendere tempo ed ero così spaventata dal perderti che ho rimandato perché non avevo il coraggio di dirtelo guardandoti negli occhi >> per un momento la vedo solo come una sagoma sbiadita, poi riesco a distinguere alcuni dettagli ma rimane un po' tutto sfuocato.
Sposta il peso su una gamba, appoggia le mani sui fianchi e rivolge la testa al cielo lasciandosi andare ad una risata nervosa. Poi mi guarda di nuovo ma con un sorriso malvagio.
<<Avevo ragione a dubitare di te. Sospettavo già da tempo che quello stronzo mi tradisse con te ma vedevo tutto ciò che facevi per noi e mi ripetevo che era impossibile>> queste parole sono un duro colpo al cuore. Incasso e lascio ascoltare alle mie stesse orecchie il suono che fa il mio cuore ad ogni crepa che lo spezza <<Invece la ragazza buona e generosa mi pugnala alle spalle alla prima occasione>>
Quello sguardo pieno di odio, che giustifico pienamente e che penso di meritarmi, provoca un'ulteriore crepatura al mio cuore.
Sofy avanza di qualche passo verso di me, si ferma ad una spanna dal mio viso e mi dice <<Mi fai schifo, tu e quello stronzo.Prenditelo tu un ragazzo così, io ne ho abbastanza di quelli come lui>> adesso sono le mie lacrime a rigare il viso mentre la guardo con ancora un pizzico di speranza negli occhi che possa perdonarmi <<Avevi ragione Bianca, mi hai perso come la fiducia che avevo in te>> dice con cattiveria.
Poi se ne va e lascia la palestra con passo spedito, il rumore dei tacchi che riecheggia nell'aria. Poi un singhiozzo, una porta spalancarsi e dei passi che le vanno dietro.
Non so chi sia, continuo a fissare il punto in cui si trovava poco fa. Non sento nulla, oltre al mio cuore spezzarsi in mille pezzi e cadere a terra con un tonfo. Mi libero dell'aria che non mi ero accorta di aver accumulato nei polmoni, susseguiti da altri spasmi che mi fanno rendere conto di voler piangere per cercare di liberarmi del dolore che sento dentro.
Poi sento un braccio portarmi via da lì, trascinarmi il più lontano possibile per farmi respirare di nuovo l'ossigeno di cui ho bisogno. Arriviamo fuori scuola, camminiamo sul prato, poi ci fermiamo e la persona in questione mi abbraccia così forte da lasciarmi senza fiato. Mi lascio sopraffare dalle emozioni e piango tra queste braccia che sanno di casa.
<<Andrà tutto bene, si sistemerà ogni cosa>> riconosco la voce di Dylan, le sue mani che mi accarezzano dolcemente, il coraggio che riesce a trasmettermi senza neanche guardarlo negli occhi. Non so il perché ma alle sue parole ci credo e questo mi permette di dar meno voce al mio pianto che gli bagna la giacca. Mi tranquillizza senza far un minimo sforzo. Mi aggrappo alle sue spalle come appiglio sicuro per non sprofondare.
Rimaniamo in quella posizione finché non riesco a tranquillizzarmi del tutto. Dylan, dopo aver recuperato il mio giubbotto, mi riaccompagna a casa. Mia madre è fuori a cena con Richard e Alex è al suo ballo invernale.
Dylan mi accompagna fino alla mia stanza per assicurarsi che stessi bene. Non scambiamo neanche una parola e così lascio che il silenzio della casa mi invada e il rumore dei pensieri mi facciano impazzire. Mi lascio cadere sul letto, i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani che massaggiano le tempie per via del mal di testa che mi è scoppiato nel frattempo. Dylan si siede accanto a me.
<<Avremmo dovuto dirglielo prima, mi dispiace>> la sua voce spezza il silenzio e il flusso continuo dei miei pensieri. Scuoto la testa.
<<Non avremmo dovuto farlo e basta, lei non merita tutto questo>> aumento la pressione sulle tempie come per farmi credere che tutto questo sia vero e non solo un sogno <<Le ho soffiato il ragazzo da sotto il naso, che stronza>> dico tra me e me. Dylan replica subito.
<<Non mi hai soffiato via da sotto il suo naso, se ho fatto tutto quello con te è perché lo volevo e tanto>> mi volto a guardarlo col mio aspetto orribile: il mascara colato, i capelli disordinati, il viso ancora pallido.
<<Avrei solo dovuto farlo molto prima che mi mettessi con lei>> il cuore aumenta di battito, sta per dirmi quello che credo? <<Ma credevo che così ti avrei messa in pericolo e ho preferito tenerti lontana da me per non ferirti>> si guarda le mani che si torturano tra loro <<Ma alla fine ti ho ferita comunque>>
<<lo facevi solo per allontanarmi>> si volta di scatto, stupito che sia riuscita a capire il suo comportamento. Io lo guardo negli occhi <<Ho imparato a conoscerti e solo ora capisco del perché tu mi abbia trattata così in questi anni>> non parla. Il silenzio cala di nuovo e il nulla sento scorrermi dentro, nemmeno la rabbia o la tristezza, il nulla.
<<Devo confessarti una cosa>> apre di nuovo bocca ma in modo timido stavolta. Io mi volto a guardarlo negli occhi, sprofondare in quel ghiaccio che riesce a sciogliersi quando mi guarda mi viene naturale adesso. Mi prende le mani nelle sue, io le guardo intrecciarsi come fossero state create per combaciare perfettamente. Dylan prende un grosso respiro, in grande difficoltà.
<<Cosa c'è?>> gli accarezzo una guancia facendo cerchi immaginari sulla sua pelle rasata perfettamente per l'occasione. Gli sorrido mentre lui non riesce a staccare gli occhi dai miei, questo mi fa battere il cuore in modo troppo veloce ma mi fa sentire così bene allo stesso tempo e sono egoista nel dirlo.
Quegli occhi stranamente insicuri gli danno un'aria da cucciolo, una tenerezza che gli ho vista dipinta in volto solo poche volte ma che è bastata per farmi perdere la testa. Dylan si morde il labbro, la gamba si muove nervosamente, poi porta la mia mano vicino alla sua bocca e ne bacia il dorso. Questo gesto mi fa sciogliere completamente.
<<La verità è che io ho occhi solo per te da quando hai messo piede in quella scuola, sei stata come un colpo di fulmine, mi hai dato un motivo per non arrendermi>>
Il cuore fa una capriola. Sorrido istintivamente.
<<La verità è che non ho mai avuto il coraggio di dirti che mi piaci>>
Non aspetto oltre per saltargli al collo e baciarlo senza un minimo di senso di colpa. Non so il perché, ma egoisticamente credo che sia giusto così: due persone che si piacciono hanno il diritto di dovere esprimere ciò che hanno dentro al cuore.
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